25.
I COMPUTER SUBACQUEI
- Cenni sulla teoria di funzionamento.
Articolo
tratto da:
DISTRETTO LAGUNA EST – SQUADRA SUBACQUEA
http://www.distrettolagunaest.com/sub/computersub.htm
INTRODUZIONE
L'utilizzo di computer subacquei sta diventando sempre più diffuso
nell'immersione sportiva. Si può forse affermare che la grande
diffusione che la subacquea sta vivendo in questi anni ed il prolificare
di centri di immersione in tutto il mondo siano in parte legati a questi
strumenti ed in particolare ai vantaggi ed alla flessibilità che essi
consentono prima, durante e dopo l'immersione. Scopo dell'utilizzo di un
computer subacqueo è infatti quello di "delegare" ad uno strumento,
sicuramente più preciso e vigile di noi, la pianificazione, il controllo
e la memoria dell'immersione, calcolando "in modo puntuale" l'assunzione
e l'eliminazione dell'azoto dai tessuti, responsabile delle malattie da
decompressione (MDD).
In questa relazione sono presentati
alcuni concetti generali relativi al funzionamento dei computer
subacquei di generazione attuale, dove per generazione attuale si
intendono quei computer che calcolano l'assorbimento ed il rilascio
dell'azoto mediante un programma di calcolo basato su di un algoritmo
matematico (e che quindi non sono più dei semplici interpolatori di
tabelle di immersione), cercando di individuare gli aspetti peculiari
dell'uso di questi strumenti. Le considerazioni che seguono si
riferiscono alle situazioni tipiche della immersione con aria compressa,
dove è la parte inerte del miscuglio gassoso, l'azoto, a rappresentare
il problema maggiore sul fenomeno della compressione e decompressione
del corpo umano.
CONCETTI
GENERALI
Struttura di un computer subacqueo.
Da un punto di
vista logico, i computer subacquei non differiscono di molto dai
computer con i quali abbiamo a che fare, sempre più spesso, negli uffici
e nelle case: così come i computer tradizionali, anche i computer
subacquei sono costituiti, essenzialmente, dagli stessi elementi. Si
possono, infatti, distinguere:
-
un processore,
preposto ad effettuare i calcoli;
-
una memoria
volatile destinata ad accogliere i risultati parziali delle
operazioni (Random Acces Memory);
-
una memoria
non volatile utile per immagazzinare i dati della immersione o delle
immersioni precedenti;
-
alcuni
dispositivi per l'ingresso di dati, quali temperatura e pressione
(dell'ambiente ma eventualmente anche della fonte d'aria
alternativa), nel caso della pressione, pertanto, un trasduttore, o
convertitore analogico/digitale, che trasformi quest'ultima in un
segnale digitale interpretabile dal microprocessore;
-
un dispositivo
per la lettura di dati da parte del subacqueo (il display LCD);
-
un programma
di calcolo che simula l'assorbimento dell'azoto da parte del corpo
del subacqueo basandosi su di un algoritmo, che altro non e' se non
un modello matematico ritenuto rappresentativo del comportamento del
corpo umano durante l'immersione.
Il cuore del funzionamento di tutti i computer è il processore, ma la
sua "intelligenza" è rappresentata dal programma, ossia dalla sequenza
di istruzioni che il processore deve eseguire: sulla base dei dati di
tempo, profondità ed aria consumata il programma calcola sulla base di
un ben preciso algoritmo l'assorbimento ed il rilascio dell'azoto da
parte del corpo del subacqueo sottoposto alle diverse pressioni. Come
già accennato un algoritmo è un modello matematico ritenuto
rappresentativo del comportamento del corpo umano durante la
respirazione di gas compressi: per meglio comprendere il funzionamento
di un algoritmo di un computer subacqueo e come sia possibile calcolare
l'assorbimento ed il rilascio di azoto, è necessario innanzitutto vedere
come il corpo umano viene schematizzato, o per meglio dire, "modellizzato".
SCHEMATIZZAZIONE DEL CORPO UMANO IN TESSUTI E MODELLO MATEMATICO
L'assorbimento
di azoto: aspetti fisiologici.
Il corpo umano è
composto da una grande varietà di tessuti di diverso tipo come il
sangue, le cartilagini, le ossa, il grasso, la pelle, ecc., ciascuno con
caratteristiche profondamente diverse per quanto riguarda il
comportamento nei confronti dell'assorbimento e del rilascio dell'azoto.
Da un punto di vista fisiologico, si può dire che ogni tessuto assorba e
rilasci azoto in base a diversi criteri quali l'irrorazione di sangue di
ciascun tessuto (il sangue è il principale veicolo per la distribuzione
dell'azoto all'interno del corpo) e l'affinità chimica di ogni tessuto
con l'azoto, dove per affinità si intende la maggiore o minore capacità
del tessuto di legarsi chimicamente con un gas. Per fare un esempio, il
sangue il cervello, il fegato sono parti del corpo umano fortemente
irrorati di sangue e quindi, per quanto detto poc'anzi, molto veloci ad
assorbire e rilasciare l'azoto, mentre il grasso, con un ridotto flusso
sanguigno, rappresenta un esempio di tessuto lento ad arricchirsi e
rilasciare il gas. Viceversa, i tessuti grassi hanno una buona affinità
con l'azoto e quindi tenderanno certamente ad assorbirlo lentamente a
causa della minore irrorazione di sangue, ma per effetto della affinità
sarà possibile disciogliere nei tessuti grassi una grande quantità di
azoto, fino a cinque volte maggiore che nei tessuti acquosi. Quanto
detto ci fa subito capire che non è possibile calcolare il valore di
assorbimento di azoto per il corpo umano in genere, ma sarà necessario
schematizzare il corpo in una serie di tessuti diversi, ciascuno con
proprie caratteristiche e comportamenti durante l'immersione.
L'assorbimento
di azoto: aspetti fisici.
Il secondo passo
necessario alla formulazione del modello matematico ci richiede ora di
ipotizzare un andamento per la funzione che schematizza l'assorbimento
ed il rilascio di azoto. Sappiamo che il passaggio di un gas all'interno
di una soluzione segue la legge di Henry: tale legge stabilisce che la
quantità di gas che si scioglie in una soluzione è proporzionale alla
pressione esercitata dal gas sulla soluzione. Nell'immersione, quindi,
in virtù di tale legge l'organismo subirà un processo di assorbimento di
quantità azoto direttamente proporzionali alla pressione alla quale il
subacqueo è esposto.
La legge di Henry è molto importante poiché stabilisce la quantità di
gas che ciascun tessuto del corpo umano assorbirà sottoposto a pressioni
maggiori di quella ambiente; tuttavia, ai fini della modellizzazione è
necessario conoscere non solo quanto azoto si discioglie, ma anche il
modo con cui l'azoto viene assorbito dai tessuti. A tal fine è noto che
la saturazione è un fenomeno di diffusione che si verifica tanto più
velocemente quanto maggiore è la differenza di pressione e via via più
lento al diminuire dello squilibrio pressorio. Giunti a questo punto,
possiamo applicare i comportamenti descritti dalla legge di Henry e dal
fenomeno della saturazione ai tessuti con i quali è stato schematizzato,
nel precedente paragrafo, il corpo umano: schematizzando i tessuti come
soluzioni, possiamo dire che tali tessuti assorbiranno, o cederanno,
azoto in quantità e con velocità tanto maggiori quanto maggiore sarà lo
squilibrio pressorio a cui sono sottoposti. In altre parole più il
subacquei si troverà in profondità, tanto più azoto assorbiranno i suoi
tessuti (fino naturalmente alla completa saturazione) e tanto più veloce
sarà il passaggio dell'azoto dall'aria respirata ai tessuti quanto
maggiore sarà la differenza di pressione parziale tra l'azoto respirato
e quello contenuto nei tessuti.
Matematicamente
possiamo descrivere illustrare questo comportamento con la seguente
equazione differenziale:
(1)
dove Pt è la
pressione del gas nel tessuto, Pi è ,la pressione del gas respirato e k
un valore costante che dipende esclusivamente dalle caratteristiche del
tessuto. Questa equazione ci dice che al trascorrere dell'intervallo
tempo dt la pressione Pt all'interno del tessuto varia in funzione della
differenza di pressione parziale dell'azoto respirato e azoto contenuto
nel tessuto e in funzione delle caratteristiche specifiche di quel
tessuto, caratterizzato dal valore costante k. E' bene notare che questa
equazione indica un aumento di pressione Pt all'interno del tessuto se
la pressione parziale dell'azoto inspirato Pi è maggiore della pressione
parziale dell'azoto Pt all'interno del tessuto, ma se la pressione
parziale dell'azoto inspirato è minore di quella presente all'interno
del tessuto, l'equazione dimostra che la pressione parziale dell'azoto
nel tessuto diminuisce. Il fisiologo inglese Jhon Scott Haldane fu il
primo studioso a formulare, attorno al 1907, un completo modello
matematico analizzando i problemi di malattia da decompressione che si
verificavano sui cassonisti che lavoravano esposti a pressioni superiori
a quella atmosferica. Haldane schematizzò il corpo umano come detto nel
paragrafo precedente suddividendolo in tessuti e raggruppando i diversi
tessuti con un comportamento tra loro assimilabile nei confronti
dell'azoto, in cinque compartimenti tissutali. A ciascuno di questi
cinque compartimenti tissutali Haldane assegnò un proprio tempo tipico
per la saturazione e desaturazione completa. La possibilità di assegnare
a ciascun compartimento tissutale un tempo di saturazione tipico e
quindi costante è legata alle due considerazioni sperimentali che di
seguito elenchiamo e che furono alla base della formulazione del modello
matematico di Haldane.
1. Il tempo
necessario alla saturazione al 50% oppure alla saturazione completa
(100%) è sempre lo stesso qualunque sia la quantità di gas che i tessuti
assorbono , ossia qualunque sia la profondità dell'immersione.
2. I diversi compartimenti tissutali impiegano per saturarsi di azoto al
50% un sesto del tempo complessivo necessario per saturarsi
completamente, seguono cioè un andamento, detto esponenziale, come
illustrato nella figura seguente:
Figura 1 - Assorbimento dell'azoto
nei compartimenti tissutali
Dalla figura si
evince che nel primo sesto di tempo, il compartimento tissutale si
satura al 50% di azoto; nel secondo sesto, il compartimento si satura
del 50% del quantitativo di azoto ancora assorbibile, ossia del 25% (e
quindi fino a raggiungere il 75%); nel terzo sesto del 50% dell'azoto
assorbibile, ossia del 12,5% e così via fino all'ultimo sesto, dove il
tessuto si considera convenzionalmente saturo al 100%. Ricordiamo come
tale comportamento dipenda soltanto dal tipo di tessuto considerato, in
quanto ogni compartimento tissutale impiega lo stesso tempo per
saturarsi al 100% indipendentemente dalla pressione parziale dell'azoto
(e quindi dalla profondità della immersione) e dalla quantità di gas
assorbito dai tessuti.
Il tempo
necessario per saturarsi del 50% di azoto di ciascun tessuto è quindi
una caratteristica propria, e costante, di ogni tessuto: tale tempo
viene definito tempo di emisaturazione o, più semplicemente, emitempo.
Haldane per i suoi studi utilizzò compartimenti tissutali con emitempi
di 5, 10, 20, 40 e 75 minuti: poiché ciascuno di questi emitempi
rappresenta un sesto del tempo necessario a ciascun compartimento
tissutale per saturarsi completamente, i tempi di saturazione completa
per i compartimenti definiti da Haldane sono rispettivamente di 30, 60,
120, 240 e 450 minuti.
Se il valore dell'emitempo
è piccolo, il gruppo di tessuti che rappresenta è detto veloce in quanto
assorbirà l'azoto più velocemente, mentre se il valore dell'emitempo è
grande il tessuto è detto lento in quanto assorbirà l'azoto più
lentamente. Tornando ora alla equazione (1), per quanto abbiamo or ora
detto diventa chiaro che per poter tenere conto delle caratteristiche
del tessuto, il valore della costante k dovrà essere proporzionale all'emitempo
di ciascun tessuto. Più in dettaglio, il valore di k può essere
calcolato per ciascun tessuto secondo la formula:
(2)
dove Te è il tempo di emisaturazione del compartimento tissutale e è il
logaritmo naturale di 2. Nel caso della schematizzazione di Haldane
avremo quindi cinque valori costanti k ricavabili dai cinque diversi
tempi di emisaturazione che ci daranno, tramite la integrazione della
equazione differenziale (1)
(3)
il modello
matematico per il calcolo dell'assorbimento di azoto per ogni
compartimento tissutale al trascorrere del tempo P0 rappresenta la
pressione dell'azoto all'istante iniziale (all'inizio cioè
dell'immersione). Questo modello, così come e' in grado di calcolare
l'assorbimento di azoto di un gruppo di compartimenti tissutali
sottoposti ad un certa pressione, (fase della discesa e della permanenza
sul fondo) è in grado di calcolare il rilascio di azoto durante la
risalita se si suppone che il rilascio segua un andamento analogo a
quello dell'assorbimento. Nella fase di risalita, tuttavia, sorgono
altri problemi, in quanto sappiamo bene che la velocità non può essere
arbitraria pena il rischio dell'insorgenza di malattia da
decompressione.
Haldane affrontò anche questo problema osservando che nei cassonisti non
si verificavano sintomi di malattia da decompressione se durante la
risalita la pressione assoluta veniva dimezzata, ossia se si passava da
30m a 10m oppure se si risaliva direttamente da 10m alla superficie.
A questo punto le basi dell'algoritmo sono pronte: abbiamo schematizzato
il corpo umano in compartimenti tissutali ed abbiamo assegnato a ciascun
compartimento un tempo di emisaturazione caratteristico; abbiamo la
espressione matematica (3) che rappresenta il nostro modello di
assorbimento e di rilascio dell'azoto; conosciamo i valori massimi di
squilibrio pressorio a cui sottoporre ciascun compartimento tissutale e
quindi la strategia di risalita: aggiungendo a tutto questo un moderno
microprocessore ecco che il nostro computer da immersione è pronto.
L'evoluzione
del modello di Haldane
La schematizzazione di Haldane, pur gettando le basi di un modello
matematico tuttora attuale, è stata approfondita e completata nel tempo
arricchendo gli attuali programmi di flessibilità e sicurezza,
acquistando il nome di modello Haldaniano modificato; non solo, molti
computer si basano su modelli matematici diversi, frutto di tecniche e
di studi di altri ricercatori. Uno dei maggiori limiti del modello di
Haldane, così come originariamente concepito, era rappresentato da un
numero troppo esiguo di compartimenti tissutali e tra l'altro solo
quelli con i tempi di emisaturazione più veloci. La moderna ricerca ha
dimostrato invece che per una più adeguata modellizzazione del corpo
umano durante l'immersione è necessario utilizzare un più ampio numero
di modelli di tessuto con tempi di emisaturazione assai più lenti e che
possono impiegare anche 24 ore per desaturarsi completamente, quindi con
emitempi di 120 e 240 minuti. Molti computer attuali vanno oltre e
calcolano l'assorbimento di azoto su un numero di compartimenti pari ad
8, 12 o addirittura 16, con tempi di emisaturazione molto alti per
tenere conto di immersioni ripetitive eseguite per più giorni di
seguito, ed in ogni caso, quale che sia il numero di compartimenti, il
campione dei tempi di emisaturazione spazia dai valori più bassi
(saturazione veloce) a quelli più alti (saturazione lenta). L'altro
limite del modello di Haldane era rappresentato dal rapporto 2:1 dello
squilibrio pressorio massimo all'interno di ciascun compartimento
tissutale. Haldane, nello stabilire questo rapporto, non faceva
differenza tra i diversi compartimenti tissutali considerandolo sempre
valido indipendentemente dalle differenti caratteristiche proprie di
ogni tessuto. Successivi studi, condotti dalla marina americana e da
altri ricercatori, hanno invece dimostrato l'esistenza di diversi
rapporti di squilibrio pressorio massimo sopportabili dai diversi
compartimenti tissutali, i cosiddetti "valori M" che altro non sono se
non valori costanti propri di ogni tessuto che indicano i corretti
rapporti di squlibrio pressioro a cui ciascun compartimento tissutale
può essere sottoposto senza dar luogo alla formazione di bolle. I valori
M sono forse l'elemento che differenzia maggiormente i computer
subacquei in commercio: i diversi algoritmi, infatti, tengono conto di
"compartimenti" di tessuti che si differenziano, oltre che per la
velocità di assorbimento e rilascio dell'azoto, anche per i loro valori
M; ciascuno dei vari compartimenti (che comunque hanno sempre natura
teorica) avrà una pressione parziale massima di azoto che potrà
tollerare senza dar luogo alla formazione di bolle Questo valore prende
il nome di pressione critica. Va segnalato, infine, come tale rapporto
possa, e debba, comunque essere ridotto nel caso di immersioni profonde
o prolungate, in relazione quindi al tipo ed alla difficoltà delle
immersioni svolte.
USO DEI
COMPUTER: VANTAGGI
I motivi per cui è vantaggioso utilizzare un computer subacqueo
durante una immersione sono molti e ne abbiamo di seguito riportati
alcuni; la sequenza con la quale tali motivazioni sono riportate non
rappresenta assolutamente un ordine di importanza: ogni lettore potrà
individuare le motivazioni più adatte al proprio profilo abituale di
immersione e volendo, aggiungere di nuove.
Tempo di
superficie
La capacità di un computer di calcolare con la massima precisione il
tempo trascorso sul fondo e la saturazione dei tessuti durante una
immersione si riflette interamente nella capacità di misurare il tempo
trascorso in superficie tra una immersione e la successiva.
Questa caratteristica, spesso trascurata, consente di conoscere con la
massima esattezza il residuo di azoto prima di affrontare una immersione
ripetitiva e fuga ogni possibile errore che si può commettere durante la
consultazione delle tabelle di immersione o nel calcolo del tempo
trascorso tra le immersioni, aumentando la nostra sicurezza.
Velocità di
risalita
Utilizzare le tabelle di immersione, ed in particolare le tabelle U.S.
Navy, implica l'utilizzo di una velocità' di risalita ben determinata.
Risalire più lentamente o peggio più velocemente crea in entrambi i casi
dei problemi. Usando le tabelle, nel caso di risalita con velocità più
lenta di quella prescritta, il tempo trascorso nella risalita non può
essere più considerato come tempo di immersione ma andrà a sommarsi al
tempo di fondo, rendendo meno preciso il criterio di determinazione del
gruppo di appartenenza e, soprattutto nel caso di immersioni che
necessitano di decompressione, si modificano i tempi di permanenza alle
varie quote in un modo che è sì possibile desumere dalle tabelle, ma non
con calcoli immediati. Nel secondo caso, ossia risalendo più velocemente
di quanto prescritto, sappiamo bene quali siano i problemi a cui
possiamo andare incontro, in particolare considerando che già alla
velocità di 18 metri al minuto, a velocità prescritta dalla tabelle U.S.
Navy, esiste la formazione di microbolle asintomatiche all'interno
dell'organismo del subacqueo. Aumentando la velocità di risalita, si può
incorrere in seri casi di MDD. In entrambi i casi descritti l'uso di un
computer subacqueo aumenta la nostra sicurezza: nel primo caso, il
subacqueo potrà scegliere la velocità di risalita che preferisce, in
quanto il computer calcolerà con precisione l'aumento o il rilascio
dell'azoto alle varie profondità al trascorrere del tempo tenendo conto
delle variazioni di quota del subacqueo. Nel caso di risalita troppo
veloce, sarà sempre il computer a segnalarci che stiamo risalendo troppo
in fretta con segnali visivi ed acustici.
Saturazione di
tessuti su immersioni ripetitive
La capacità dei computer subacquee di calcolare il livello di
saturazione dei diversi tessuti è di importanza molto rilevante nel caso
di immersioni ripetitive, multilivello ed in particolare nel caso di
immersioni ripetitive, multilivello, svolte per più giorni di seguito.
Le tabelle U.S. Navy prevedono 12 ore dalla emersione come tempo limite
per la desaturazione totale dei tessuti dell'organismo del subacqueo,
ossia un emitempo massimo pari a 120 minuti: in realtà questo tipo di
approccio mostra dei limiti quando consideriamo il caso di immersioni
ripetitive per più giorni consecutivi. In questo caso infatti, i tessuti
più lenti ad assorbire azoto (quelli meno irrorati dal sangue, come
ossa, tessuti adiposi ecc..) e quindi anche a rilasciarlo, tendono ad
accumulare azoto nei vari giorni di immersione senza avere la
possibilità di desaturarsi completamente, come invece avviene in un
minor numero di ore per i tessuti più veloci, (sangue, tessuti
cerebrali..): la moderna ricerca ha dimostrato che i tessuti più lenti
possono impiegare 24 o più ore per desaturarsi completamente. Il calcolo
esatto di questi valori, per tutti i compartimenti tissutali, è garanzia
di maggiore sicurezza se si effettuano questo tipo di immersioni ed in
particolare se si deve volare dopo molti giorni di immersioni.
Semplicità
d'uso
Tutti i computer subacquei di generazione attuale possono essere
utilizzati con grande semplicità dopo aver letto con attenzione il
libretto di istruzione. Conoscere esattamente i parametri fondamentali
dell'immersione nel momento in cui servono rappresenta una sicurezza
ulteriore, in particolare se i dati forniti sono mostrati chiaramente e
con logica. Se l'immediatezza del riscontro dei dati è fonte di
sicurezza durante l'immersione, può essere vitale in situazioni
critiche. Alcuni computer forniscono interfacce verso il subacqueo
frutto di studi approfonditi volti a rendere il più possibile immediata
la lettura e la comprensione dei dati mostrati.
Immersione multilivello
La gran parte delle immersioni svolte dai subacquei sportivi è una
immersione condotta a diverse quote per tempi variabili: i computer
consentono di calcolare il credito di desaturazione che il subacqueo
guadagna quando trascorre del tempo a profondità inferiori alla
profondità massima raggiunta durante l'immersione: questa caratteristica
consente di allungare la permanenza sotto la superficie senza per questo
oltrepassare i limiti della curva di sicurezza, aumentando la
flessibilità sia durante l'immersione che durante la risalita. Inoltre,
il credito di saturazione se gestito correttamente consente un
considerevole aumento del tempo complessivo dell'immersione.
Immersioni in
quota
La maggior parte dei computer di generazione attuale hanno la capacità
di auto compensarsi alla accensione in funzione della quota a cui si
trovano con una precisione dell'ordine di grandezza del metro: questa
funzione favorisce la possibilità di effettuare immersioni in quota con
livelli di sicurezza analoghi a quelli delle immersioni a livello del
mare.
USO DEI
COMPUTER: LIMITI
Unicità
dell'algoritmo
Due o più subacquei possono utilizzare uno stesso modello di
computer e, se i subacquei seguono esattamente lo stesso profilo di
immersione, i dati che il computer fornirà sulla saturazione di azoto e
sul credito di desaturazione saranno esattamente identici. Questo
rappresenta forse il limite maggiore degli attuali computer subacquei:
al di là della validità dell'algoritmo scelto, il computer calcola
l'assorbimento ed il rilascio dell'azoto in funzione del tempo di
immersione e delle diverse esposizioni alle diverse quote toccate dal
subacqueo, prescindendo completamente dalle caratteristiche fisiche e
metaboliche di chi lo sta usando. Sappiamo infatti che sforzi durante
l'immersione, affanno, cattive condizioni di salute oppure obesità
comportano modificazioni nei meccanismi di assorbimento e rilascio
dell'azoto in alcuni casi in maniera determinante e tali da
compromettere la validità del calcolo eseguito dal computer. E' bene
tuttavia aggiungere che anche la tabelle di immersione presentano lo
stesso limite.
Temperatura dell'acqua
L'aspetto relativo alla temperatura dell'acqua rappresenta un dato
tutt'altro che trascurabile: durante l'immersione in acque fredde (al di
sotto di 21° C) il nostro corpo perde costantemente calore specialmente
se ci stiamo immergendo con una muta umida. Tale perdita di calore
modifica in aumento le caratteristiche di assorbimento dell'azoto
alterando al validità dei calcoli eseguiti dal computer. Questo limite è
stato superato dai modelli di computer più recenti che utilizzano
algoritmi di calcolo in grado di tenere conto della variazione
dell'assorbimento di azoto in funzione della temperatura dell'acqua e
del tempo di esposizione
Violazione dei
limiti
Ciascun modello di computer possiede proprie caratteristiche che
definiscono l'operatività di quello specifico modello di: è fondamentale
conoscere con esattezza tali caratteristiche poiché se il subacqueo
eccede i limiti definiti dal costruttore il computer non fornirà più i
dati necessari alla riemersione, demandando tutta la responsabilità del
calcolo del profilo di risalita e di decompressione al subacqueo. Questa
situazione deve essere assolutamente evitata ma deve essere il subacqueo
a conoscere le caratteristiche del proprio computer per evitare di
imbattersi in uno strumento praticamente inutilizzabile proprio quando
servirebbe maggiormente.
Fase libera
La modellizzazione matematica presentata in questo documento è una
modellizzazione che tiene conto esclusivamente dell'azoto disciolto
all'interno dei tessuti. In realtà durante la risalita si sviluppano
delle microbolle asintomatiche all'interno del circolo sanguigno. A
seconda del tipo di immersione effettuata ed in particolare nel caso di
immersioni ripetitive la formazioni di microbolle può essere cospicua e
tale da inficiare la validità della velocità di risalita universalmente
adottata di 10 metri al minuto. La valutazione della fase libera
richiede algoritmi matematici aggiuntivi che non sono generalmente
inclusi nella maggioranza dei computer subacquei attualmente in
commercio. Solo alcuni dei modelli di computer più recenti possiede
algoritmi che cercano di modellizzare questo aspetto e suggerire al
subacqueo una velocità di risalita più bassa.
SVILUPPI FUTURI
I limiti visti nella sezione precedente rappresentano le attuali sfide
che la moderna tecnologia unitamente alla ricerche di medicina
iperbarica stanno affrontando. Il primo passo è quello di utilizzare
computer con algoritmi adattivi, in grado cioè di adattarsi alle diverse
condizioni esterne o al lavoro compiuto durante l'immersione. Sono già
in commercio da tempo computer che consentono di selezionare la severità
dell'algoritmo da parte del subacqueo. Attualmente è disponibile la
nuova generazione di computer in grado di auto adattarsi senza
interventi esterni da parte del subacqueo, il quale potrebbe compiere
errori di valutazione: questi tipi di computer, che in alcuni casi
tengono conto anche della fase libera, si stanno diffondendo rapidamente
nel mondo della subacquea sportiva e rappresentano certamente il vertice
della attuale capacità tecnologica dei costruttori e della sicurezza per
il subacqueo sportivo.
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