Per
meglio comprendere le variazioni di densità dell’aria in
base a temperatura ed umidità si rimanda all’articolo
“La forma dell’aria” su "Teoria Subacquea".
Proviamo
a capire che danni provochi l’aumento della densità del
gas in immersione.
Il primo
effetto è naturalmente l’incremento del WOB (Work
Of Breathing), ossia il lavoro respiratorio, misurato in
kPa.
Per
comprendere meglio la soglia di accettazione dello
studio (8,5 kPa) basti pensare che se respirassimo da un
tubo immersi in un metro d’acqua dovremmo vincere una
resistenza simile (10 kPa), quindi uno sforzo non
banale.
Mentre
la densità dei gas cresce secondo una relazione
lineare data dall’applicazione della pressione alla
loro densità al livello del mare, lo sforzo
respiratorio varia a seconda degli individui (a
parità di densità, non tutti hanno superato gli 8,5 kPa).
Altro
effetto del respirare miscele più dense è l’aumento
della produzione della CO2 e la
concomitante riduzione della capacità di eliminarla.
Un
processo che segue lo schema:
+ Densità >> + WOB >> +
CO2 >> - smaltimento CO2 >> + CO2
La
minore efficienza nello scambiare il Diossido di
Carbonio è dovuta al non ottimale gradiente pressorio
alveolare/arterioso.
Analizziamo i numeri del lavoro Anthony/Mitchell
osservando il grafico a barre dei successi/insuccessi a
seconda della densità della miscela utilizzata: se la
densità si attesta tra 6 e 7 g/L, la % di insuccesso per
accumulo di CO2 è del 41%, a questa si somma
un 12% per altre motivazioni (dispnea, stanchezza e
problemi con l’attrezzatura).
Il 53%
dei subacquei non supera la prova con simili densità.
Il tasso
di fallimento scende al 20% con miscele tra i 5 e i 6
g/L.
Una
percentuale comunque elevata, ma nettamente inferiore a
quella che ci si sarebbe aspettati se la correlazione
fosse stata lineare. Vuol dire che se si supera una
certa soglia di tolleranza, si arriva facilmente a
superare valori critici di sforzo, ancor più
pericolosi se si ricade nella categoria dei “ritentori
di CO2”, ossia individui che non riescono a
compensare l’incremento di Diossido di Carbonio con un
aumento della frequenza respiratoria.
A questo
punto cerchiamo di calare l’evidenza teorica nella
scelta delle miscele: iniziamo con il calcolare la
densità di una miscela partendo dai valori dei
singoli gas che la compongono.
Iniziamo
con il calcolare la densità di una miscela partendo dai
valori dei singoli gas che la compongono.
Le
densità da considerare sono:
Ossigeno: 1,428 g/L
Azoto: 1,251 g/L
Elio: 0,179 g/L
L’aria è
una miscela composta per il 78% da Azoto e il 21% da
Ossigeno (per i nostri fini non consideriamo il restante
1% di gas vari).
Per
ottenerne la densità ponderiamo la densità dei singoli
gas per il loro peso relativo.
Da cui:
Densità(Aria)=Densità(Azoto)*%(Azoto)+Densità(Ossigeno)*%(Ossigeno)
In
cifre: D(Aria)=1,251*0,78+1,428*0,21=1,276 g/L
Generalizzando per le miscele ternarie (composte da tre
gas):
D(Miscela)=D(G1)*%(G1)+D(G2)*%(G2)+ D(G3)*%(G3)
Applicando le formule appena citate si ricavano
interessanti risultati per le miscele standard alle
differenti profondità.
Fissiamo
la profondità e confrontiamo i risultati.
A 25
metri si nota il leggero impatto dell’Ossigeno sulla
densità complessiva. Il Nitrox (Ean32, 36, 40) mostra
una densità leggermente superiore all’aria. Poco male,
il vantaggio decompressivo (entro la MOD) compensa
ampliamente il minimo sforzo respiratorio aggiuntivo.
In
sintesi, a 25 m avremo:
Aria: 4,46 g/L
EAN32: 4,58 g/L
EAN36: 4,60 g/L
EAN40: 4,63 g/L
Nel
grafico proposto potete vedere questi quattro gas
praticamente sovrapposti. Nel medesimo grafico trovate
anche l’equazione della retta che descrive la crescita
lineare della densità al crescere della profondità e
quindi della pressione assoluta. Ovvero: D=D(livello
del mare)*Profondità.
Il
coefficiente angolare è esattamente la densità della
miscela ad 1ATA.
I
lettori un po' più avvezzi alla matematica noteranno che
per alcuni segmenti l’equazione non ha un coefficiente
angolare coincidente con l’intercetta (provate a porre
X=0, profondità=0).
È dovuto
al fatto che non vengono plottati valori inferiori alla
profondità operativa minima per le miscele ipossiche,
sotto il 18% di PPO2 non vengono considerate
respirabili. |