184. Che sia solo
metabolismo?
Un nuovo modello per capire le bolle
di Michael Menduno (*) DAN Alert Diver ,5
febbraio 2020 |
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Un nuovo studio sulle microbolle
Il
rischio di patologia da decompressione (PDD) a seguito
di un'immersione è stato attribuito alla presenza
di bolle di gas all'interno della circolazione sanguigna
(EGA, embolia gassosa arteriosa). Si pensa che queste
bolle si sviluppino a partire da "micronuclei
gassosi" precursori,
che si formano a causa della sovrasaturazione dei gas.
Recentemente, la PDD è stata anche associata alla
presenza di microparticelle di sangue
e di sintomi
legati a un processo infiammatorio
(Association
of microparticles and neutrophil activation with
decompression sickness).
Le bolle post-immersione possono essere
misurate con l'uso di doppler ed ecocardiografie,
e sono considerate un indicatore di stress
decompressivo, anche se la loro presenza non risulta
automaticamente in PDD. Per una data immersione, il
monitoraggio delle bolle mostra grandi differenze tra i
vari soggetti, evidenziando il ruolo chiave giocato
dalla variabilità individuale
(Variability
in circulating gas emboli after a same scuba diving
exposure).
I ricercatori hanno osservato che alcune
persone sono soggette a bolle e PDD, mentre altre
sembrano meno esposte al rischio. Inoltre, lo stesso
subacqueo può presentare variazioni importanti di bolle
in una data immersione, che possono essere influenzate
da condizionamenti pre-immersione. Nessuna di queste
variazioni è spiegata dagli attuali modelli
decompressivi.
Ora, in un nuovo studio
(Static
Metabolic Bubbles as Precursors of Vascular Gas Emboli
During Divers’ Decompression: A Hypothesis Explaining
Bubbling Variability)
che attinge a ricerche fatte negli ultimi decenni, i
ricercatori DAN propongono una visione diversa, secondo
la quale i singoli processi metabolici di un
subacqueo possono dare origine a una grande variabilità,
che può risultare nella PDD. Questo nuovo modello
supporta sia la variabilità individuale che le
differenze osservate nel condizionamento pre-immersione,
e fa luce sull'origine delle microparticelle nel sangue.
Spiega anche la variabilità delle bolle in base a fattori
di rischio come età,
forma fisica e stress da immersione.
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Le mille bolle blu
Il
modello metabolico proposto dagli autori si basa sul
lavoro pionieristico di Brian Hills sulla cavitazione
delle bolle e, più recentemente
(Decompression
sickness bubbles: are gas micronuclei formed on a flat
hydrophobic surface?), su quello del
ricercatore israeliano Ran Arieli, che ha dimostrato
come le bolle decompressive prodotte dai sub si
sviluppano a partire da micronuclei di gas preesistenti,
che si creano in punti idrofobici presenti sul
rivestimento dei vasi sanguigni.
L'ipotesi degli autori è che il
metabolismo di un subacqueo sia responsabile della
creazione di una moltitudine di piccole sacche di gas,
chiamate "bolle metaboliche statiche", o SMB (Static
Metabolic Bubbles), che sono attaccate ai
rivestimenti dei vasi sanguigni già prima
dell'immersione. Queste sacche di gas, a loro volta,
agiscono come precursori delle bolle circolanti
post-immersione.
Gli autori sostengono che la formazione
delle bolle statiche è il risultato della ben nota
"finestra
dell'ossigeno"
(OW, Oxygen Window), ovvero la differenza
di pressione parziale tra l'ossigeno negli alveoli del
subacqueo, che è in equilibrio con la pressione
ambiente, e la pressione più bassa nel tessuto venoso,
che risulta dal metabolismo attivo. L'ipotesi è che
questo gradiente di pressione sostenga una popolazione
di sacche di gas (bolle statiche) quando il subacqueo è
in superficie (più alto è il gradiente, più bolle
statiche si creano) ed offrono un'equazione matematica
che caratterizza la loro forma, volume e dinamica.
Durante la discesa, il volume delle bolle
statiche è ridotto, in base alla legge di Boyle.
Tuttavia, quando il subacqueo entra in uno stato
decompressivo, lo scambio di gas alimenta le bolle
statiche esistenti attraverso la diffusione del tessuto
adiacente. Le bolle statiche cresceranno fino a
raggiungere un volume critico di distacco dal
rivestimento dei vasi sanguigni, con conseguente
generazione di bolle circolanti.
Il livello di bolle dipenderà quindi dal
numero di punti idrofobici nei vasi sanguigni e dal
volume iniziale delle bolle statiche (che dipende a sua
volta dal metabolismo del subacqueo) e dalla velocità di
risalita, che creerà i gradienti di diffusione e
regolerà la velocità alla quale queste bolle statiche
cresceranno e produrranno bolle circolanti.
Inoltre, si pensa che quando le bolle
statiche si staccano dai rivestimenti dei vasi
sanguigni, esse "rompano" delle microparticelle, che
possono passare attraverso i filtri polmonari e cardiaci
e generare una risposta infiammatoria - l'altra
dimensione della PDD.
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Capire variabilità e pre-condizionamento
Secondo questo modello, la popolazione di
bolle statiche preesistenti rappresenta la
caratteristica individuale primaria del subacqueo,
che influenza il suo livello di bolle circolanti
post-immersione, così come l'infiammazione, e potrebbe
spiegare la grande variabilità individuale
osservata tra i subacquei. E' noto come il metabolismo
rallenti con l'età: questo potrebbe spiegare più elevati
livelli di bolle circolanti nei subacquei più anziani.
Allo stesso modo, il metabolismo è
direttamente collegato alla frequenza cardiaca a riposo
e proporzionato al livello di massa corporea. Questo
sembra suggerire che l'allenamento fisico aumenta l'Oxygen
Window e spiegherebbe i livelli più bassi di bolle
circolanti nei subacquei in forma. È interessante notare
che anche dall'analisi del database di immersioni DAN
(Diving Safety Lab) i ricercatori hanno concluso che due
fattori in particolare - l'aumento dell'età e
l'indice di massa corporea - sembrano essere
correlati ad un più alto livello di bolle circolanti.
Il modello proposto, inoltre, si
ricollega alle recenti acquisizioni riguardo al
pre-condizionamento dei sub, che hanno dimostrato come
le vibrazioni meccaniche e la respirazione di ossigeno
prima dell'immersione possono ridurre le bolle dopo la
decompressione. Queste azioni potrebbero ridurre il
volume delle bolle statiche prima dell'immersione, con
conseguente riduzione delle bolle circolanti.
Il modello è coerente con altri studi che
mostrano come il riposo prolungato, simulazione della
microgravità durante i viaggi spaziali, seguito da
immersioni in aria, aumenta significativamente la
quantità di bolle dopo la decompressione.
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Algoritmi da decompressione metabolica?
Anche se non esiste un legame diretto tra
bolle circolanti e rischio di PDD, più basso è il
numero di bolle, minore è il rischio di PDD. Gli
autori concludono che la dose di bolle circolanti in
entrata e la capacità di filtrazione polmonare
determinano la possibilità di formazione di emboli
gassosi e quindi di PDD. Come accennato, il distacco
delle bolle libera microparticelle, le quali possono
provocare un'infiammazione dei tessuti simile a quella
causata dalle bolle.
Secondo gli autori, l'impostazione di
livelli accettabili di rischio di PDD nei futuri
algoritmi di decompressione richiederà la stima di vari
parametri legati alle caratteristiche individuali del
subacqueo. Si potrebbero anche integrare i valori M e i
fattori di gradiente (GF, Gradient Factor) per gli
algoritmi esistenti in base a queste caratteristiche.
Forse i nuovi algoritmi basati sulle
caratteristiche individuali del subacqueo non
produrranno profili di decompressione molto diversi
dagli attuali, che già forniscono un livello di rischio
accettabile. Tuttavia, un nuovo modello metabolico
potrebbe fornire un migliore controllo del
conservativismo e offrire ai subacquei la possibilità di
selezionare il livello di stress da decompressione che
sono pronti ad accettare per una determinata immersione.
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Informazioni sull'autore
(*) Michael Menduno
è un giornalista ed esperto subacqueo americano,
vincitore di diversi premi, che da decenni scrive di
subacquea e di tecnologia subacquea. Ha coniato il
termine “subacquea tecnica” (in inglese, “technical
diving”). I suoi articoli sono stati pubblicati su
riviste quali Alert Diver, DIVER, Quest, Scientific
American, Scuba Times, Sports Diver, Undercurrent,
Undersea Journal, WIRED e X-Ray. Ha fondato ed è
stato redattore capo della rivista aquaCORPS, che
ha contribuito ad avvicinare la subacquea tecnica alla
subacquea tradizionale. Inoltre, è l’organizzatore delle
conferenze Tek, EuroTek e AsiaTek. |
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