135.
IL CALCOLO EMPIRICO DEL PROPRIO CONSUMO IN
IMMERSIONE
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Per calcolare il proprio consumo
di gas in immersione si deve innanzitutto calcolare il proprio
ICS, cioè l’Indice del Consumo in Superficie, e si
deve necessariamente partire da un dato empirico,
ricavabile con una serie di prove in acqua.
Il calcolo va fatto in
atmosfere, perché il manometro indica la quantità di gas
contenuta nella bombola non in litri, ma in atmosfere.
Vediamo come fare. Dopo
aver indossato l'equipaggiamento completo, si devono fare delle
pinneggiate a una profondità stabilita per un certo tempo di
percorrenza (ad esempio, si nuota per 10 minuti a 10 metri di
profondità) e al termine della prova si deve controllare la
quantità di gas consumato.
Ovviamente, per ottenere un dato
significativo, si devono fare diverse prove, usando sempre
una bombola di uguale capacità, in modo da avere una stima
abbastanza precisa del proprio consumo, e una volta ottenuto
questo dato saremo in grado di calcolare il nostro consumo medio
di gas ad ogni profondità.
Naturalmente, per ottenere il
nostro ICS il risultato ottenuto dalle prove sottacqua dovrà
essere rapportato alla pressione che c'è in superficie. |
Per esempio se il subacqueo
s’immerge a 10 metri di profondità, nuota per 10 minuti e
consuma 40 atmosfere di gas, bisogna calcolare 40 : 10 = 4 che è
il consumo in atmosfere al minuto a 10 metri di profondità.
Quindi, poiché la pressione assoluta a 10 metri è 2 ATM, per
ottenere l'ICS si dovrà dividere per 2 la pressione, quindi ICS
= 4 : 2 = 2 ATM (indice del consumo di gas al minuto in
superficie espresso in atmosfere)
A questo punto sappiamo che il
nostro ICS è 2. Ora, a qualsiasi profondità vogliamo immergerci,
per sapere quale sarà la quantità di gas necessaria, dovremo
moltiplicare il nostro ICS per la pressione totale che c'è a
quella profondità.
Ad esempio, in un’immersione a 25
metri per 20 minuti il calcolo da fare è il seguente: 3,5 ATM
(ATA a 25 m) x 2 (ICS) = 7 ATM (atmosfere consumate al minuto a
25 metri).
7 ATM x 20minuti = 140 atmosfere
di gas necessarie
Va precisato che ovviamente questo esempio non
comprende il consumo di gas in discesa, in risalita
e nella sosta di sicurezza, consumi che quindi devono essere calcolati in
aggiunta. |
PER NON RIMANERE A "SECCO"
Articolo scritto dal compianto Walter Mariani (*)
-
Trainer Evaluator PSA, tratto da
http://www.diveitaly.com/a_esperti/tec/tecdiv/tecdiv02.htm
In molte organizzazioni didattiche si usa ormai da anni, insegnare a
risalire quando il manometro segna il raggiungimento delle 50
atmosfere d'aria residua nella bombola.
Il subacqueo bene addestrato difficilmente si lascia sorprendere dal
manometro e controlla la propria attività in immersione per raggiungere
il punto di risalita con poco più di 50 atmosfere.
A qualche subacqueo è però sconosciuto, o l’ha dimenticato, un qualunque
metodo per calcolare il consumo d'aria nell'immersione che si sta per
effettuare.
Possiamo ora provare a fare una serie di esempi esplicativi per spiegare
perché in immersione si consuma più che in superficie e come
quantificare la quantità d'aria necessaria per "non rimanere a secco".
Boyle ci insegna che "A temperatura costante, la pressione e il
volume sono inversamente proporzionali" e quindi se noi per
esempio ci immergessimo in apnea a 10 metri di profondità dove la
pressione assoluta (2 Atm) è esattamente il doppio che in superficie (1
Atm), scopriremmo che il volume dell'aria contenuta nei nostri polmoni
si è ridotta della metà.
Dovendo riempire i nostri polmoni come in superficie, per ogni atto
inspiratorio, abbiamo dunque bisogno di più aria.
Immergendoci con l'Ara, sapendo che l'erogatore è progettato per fornire
aria al subacqueo a pressione ambiente, per ogni atto inspiratorio
effettuato a 10 metri, ventileremo un quantitativo d'aria esattamente
due volte più grande rispetto alla superficie, a 20 metri consumeremo
tre volte di più e a 30 metri quattro volte di più e così via.
Già questo piccolo esempio ci fornisce un'idea approssimativa di quanta
aria viene consumata per ogni atto inspiratorio ad ogni profondità. Se
dunque si moltiplica la quantità di litri d'aria che riusciamo a
ventilare in superficie in ogni atto inspiratorio, per la profondità
espressa in Atmosfere assolute alla quale vogliamo andare, troviamo
quanta aria consumiamo per ogni ventilazione a quella profondità.
Es.: Un subacqueo scambia per ogni atto
respiratorio 2 litri d'aria in superficie
· a 10 metri ( 2 Atm ) 2 x 2 = 4 litri consumati
· a 20 metri ( 3 Atm ) 2 x 3 = 6 litri consumati
· a 30 metri ( 4 Atm ) 2 x 4 = 8 litri consumati
· e così di seguito ......................................
In questo modo si può calcolare quanto può durare una bombola ad ogni
singola profondità.
Sapendo che una bombola di 15 litri caricata a 200 atmosfere contiene
3000 litri d'aria ( 200 x 15 ), si può facilmente immaginare quanto può
durare ad una determinata profondità.
Es.: Profondità 25 metri
· 25 metri = 3,5 Atmosfere assolute
· 3,5 x 2 = 7 litri d'aria consumati ad ogni singola ventilazione a 25
metri
In alcune Scuole si insegna che un subacqueo medio ventila circa 20
litri d'aria al minuto in superficie (1 Atm). Questo consumo medio è da
considerarsi in condizioni ottimali: acqua calma, buona visibilità,
assenza di freddo, stress e corrente.
Da questo insegnamento possiamo dedurre che a 10 metri consumiamo 40 lm
(litri per minuto) (20 x 2 Atm), a 20 metri 60 lm (20 x 3) e così
via.....
Utilizzando queste informazioni, due diverse forme di pensiero si sono
sviluppate, insegnando le formule sotto descritte che servono a
determinare il consumo d'aria al minuto ad una determinata profondità :
Q
+ Q + 20 = Quota + quota +
20 =
· Q - per quota si intende la profondità alla quale si
vuole calcolare il consumo d'aria
· 20 è il consumo d'aria al minuto n superficie
Pt x 20 = Pressione totale x 20 =
· Pt è la pressione totale o assoluta che abbiamo a una
determinata profondità
· 20 è il consumo d'aria al minuto in superficie
Per fare un esempio di consumo di litri
d'aria a 25 metri in un'immersione di 20 minuti :
Q + Q + 20 = 25 + 25 + 20 = 70 x 20' = 1.400 litri d'aria necessari per
quest'immersione
Pt x 20 = 3,5 x 20 = 70 x 20' = 1.400 litri d'aria necessari per
quest'immersione
In una corretta pianificazione si evidenzia in questa immersione un
consumo stimato di circa metà bombola (3.000 : 2 = 1.500)
Il consumo evidenziato si riferisce alla permanenza per tutto il periodo
indicato alla quota prestabilita, da questo calcolo sono escluse
naturalmente la discesa e la risalita, per le quali bisogna effettuare
un calcolo diverso.
In discesa, immaginando di raggiungere subito la quota più fonda e
durante la risalita raggiungere la superficie senza fermate intermedie
(tipiche delle immersioni multilivello) con una velocità costante,
possiamo calcolare con le formule sopra descritte il consumo d'aria
necessario, utilizzando come profondità, la quota media.
Esempio: Effettuando una discesa a 30 metri
a velocità costante avremo un consumo relativamente basso a 1 metro e
massimo a 30 metri, rapportando 2 a 29, 3 a 28 e così via, potremmo
rilevare che il consumo alla profondità media di 15 metri ( 30 : 2 )
rapportato al tempo impiegato nella discesa ci darà un'idea dell'aria
consumata.
Q+Q+20= 15+15+20= 50 Litri d'aria consumati al minuto durante la discesa
Impiegando 3 minuti a raggiungere i 30 metri
50 x 3 = 150 Litri d'aria consumati per effettuare la discesa.
Chiaramente lo stesso calcolo deve essere effettuato per la risalita.
La somma dell'aria consumata in discesa, per la permanenza sul fondo,
per la
risalita e la sosta di 3 minuti a 5 metri più una minima quantità di
scorta, fornisce un'idea del consumo previsto per l'immersione.
Esempio: Immersione a 30 metri per 15 minuti
con bombola di 15 lt. Carica a 200 Atm e risalita con almeno 50 Atm.
Discesa:
· 30 : 2 = 15 (prof. Media)
· 3' tempo per la discesa
· 15+15+20 x 3 = 150
Permanenza sul fondo:
· 30+30+20 x 15 = 1.200
Risalita:
· 30 : 2 = 15 (prof. Media)
· 3' tempo per la risalita ( 10 metri al minuto )
· 3' di sosta di sicurezza a 5 metri
· (15+15+20 x 3) + (5+5+20 x 3) = 150+90 = 240
Totale consumo:
150 + 1.200 + 240 = 1.590 litri d'aria di consumo stimato, che
tradotto in atmosfere in un bombola di 15 lt. sono circa 106 Atm.
(1.590 : 15). |
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Abbiamo dunque pianificato un consumo di 106 Atm in una immersione di
15' a 30 metri rispettando la sosta di sicurezza e uscendo dall'acqua
con 94 Atm.
Ribadisco il concetto che il consumo indicato in circa 20 lm è da
riferirsi ad un subacqueo medio, in immersione in condizioni di riposo.
La presenza di corrente contraria, peso eccessivo, stress e altre
condizioni psicologiche, ambientali o relative all'attrezzatura che
possono incidere sul consumo d'aria, fanno ritenere opportuno un calcolo
prudenziale del tempo di permanenza sul fondo.
Oltre ai metodi sopra indicati, si può anche arrivare a calcolare il
proprio personale consumo d'aria, e dal momento che il manometro non
esprime la quantità d'aria contenuta nella bombola in litri, ma in
atmosfere, noi impareremo ora a calcolare il nostro consumo d'aria in
atmosfere così da non dover fare la conversione dai litri.
Per poter determinare il nostro Indice di Consumo in Superficie (ICS),
dobbiamo partire da un dato ottenibile con una serie di prove. Come ogni
buona statistica che si rispetti, maggiore è il numero dei dati
raccolti, più attendibile è il risultato ottenuto.
Cosa dobbiamo fare?
E' presto detto.
Dobbiamo indossare l'equipaggiamento completo e usando SEMPRE
una bombola di uguale capacità effettueremo delle pinneggiate o
trasferimenti ad una profondità prefissata per uno stesso tempo di
percorrenza.
Ad esempio nuotare per 10 minuti a 10 metri di profondità. Al termine della prova
controllare la quantità d'aria in atmosfere, consumata.
E' evidente che poche prove non bastano a dare una stima precisa del
vostro consumo. Certo, andare apposta al mare per fare questa prova può
non piacere a tutti, basterebbe effettuarla al termine di ogni
immersione, utilizzandola per esempio per effettuare la sosta di
sicurezza a 5 metri. Nuotando a 5 metri per 10 minuti, otteniamo un dato
utile per conoscere quante atmosfere consumiamo.
Anche per questo sistema di calcolo del consumo d'aria, non teniamo
conto di fattori ambientali o fisici che possono aumentarne la quantità.
Una volta ottenuto il dato cercato (ICS) siamo in grado di conoscere il
nostro personale consumo d'aria ad ogni profondità.
Vediamo ora
con un semplice esempio il calcolo necessario per ottenere l'ICS.
In superficie:
ATM : Tempo = ICS ( Atmosfere consumate al
minuto in superficie )
Dove:
ATM
= Aria consumata nuotando in superficie
Tempo
= Durata del tempo in minuti
Ovviamente la prova non viene effettuata in superficie ma sott'acqua,
perciò il risultato ottenuto deve essere rapportato alla pressione che
c'è in superficie.
Esempio: Un subacqueo si immerge a 10 metri,
nuota per 10 minuti e consuma 40 ATM
40 : 10 = 4 ( consumo in atmosfere al minuto a 10 metri )
poiché la pressione assoluta a 10 metri è 2 ATM, per ottenere l'ICS si
dovrà dividere per 2 la pressione
ICS = 4 : 2 = 2 ATM ( Indice di Consumo d'aria al minuto in Superficie
in atmosfere)
Ottenuto questo importante dato, noi sappiamo che il nostro ICS è
2.
Ora, a qualunque profondità vogliamo immergerci, per sapere quale sarà
la quantità d'aria necessaria, dovremo moltiplicare l'ICS per la
pressione totale che c'è a quella profondità.
Esempio: Immersione a 23 metri per 15
minuti.
3,3 Atm (Pt a 23 mt.) x 2 (ICS) = 6,6 Atm (atmosfere consumate al minuto
a 23 metri)
x 15 (tempo di permanenza) = 99 Atm (aria consumata in immersione).
Come per gli altri sistemi di calcolo, in questo esempio non sono
comprese la discesa, la risalita e la sosta di sicurezza, che devono
ovviamente essere aggiunte.
E' ovvio che la prova e i calcoli seguenti devono essere effettuati con
bombole della stessa capacità, infatti una bombola da 10 lt.
contiene meno aria di una bombola da 15 lt. anche se caricata alla
stessa pressione.
Se si dovesse utilizzare una bombola con capacità in litri diversa da
quella con cui abbiamo calcolato l'ICS, dovremmo fare la conversione.
Esempio: Con una bombola da 15 Lt. abbiamo
calcolato l'ICS = a 2 Atm.
Se moltiplichiamo 15 ( capacità della bombola) x 2 (ICS) = 30 (itri
d'aria consumati al minuto in superficie)
Dividendo il numero di litri d'aria ottenuto per la capacità in litri
della nuova bombola, otterremo il nuovo ICS.
Esempio: 30 (litri d'aria consumati) : 10 (capacità della bombola) = 3
Nuovo ICS con una bombola da 10 Lt.
Ovviamente, per rispettare la regola per cui è importante risalire con
almeno 50 Atm, nella pianificazione dell'immersione si dovrà togliere
dalla pressione di carica della bombola, verificata prima
dell'immersione, 50 Atm e pianificare l'immersione con la quantità
d'aria restante.
Esempio: Bombola caricata a 195 Atm - 50 Atm
= 145 Atm ( aria da utilizzare per la discesa e la permanenza sul fondo)
Nel caso volessimo considerarla come riserva, nelle 145 Atm, dovremo
includere anche la risalita.
Forse quanto esposto può sembrare a prima vista un po' macchinoso, ma
una volta identificato il metodo con il quale più facilmente riusciamo a
pianificare la nostra immersione, tenendo conto del relativo consumo
d'aria, potremo anche divertirci in seguito a verificare quanto preciso
sia il nostro calcolo, controllando il manometro al termine
dell'immersione.
Se saremo capaci di pianificare correttamente la nostra immersione e
soprattutto di immergerci secondo quanto pianificato, allora saremo
sicuri di "NON RIMANERE A SECCO"!
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(*) Walter Mariani,
l’autore di questo articolo, purtroppo è deceduto il 23 ottobre
2010 nelle acque del lago di Garda, poco distante dal porto di
Castelletto di Brenzone, mentre a 96 metri di profondità stava
scattando fotografie al relitto del «Diana», un’imbarcazione da
trasporto del 1919 dichiarata patrimonio di interesse nazionale
e uno dei più interessanti relitti d’Italia.
La grande esperienza di
istruttore, i compagni di immersione con sulle spalle migliaia
di ore nelle profondità estreme di tutto il mondo e i soccorsi
immediati, purtroppo non sono stati sufficienti a salvare la
vita di Walter.
Mariani, nato in provincia di Milano nel 1955,
aveva iniziato l’attività subacquea a quindici anni nell’agosto
1970 sotto la guida di un amico dei genitori, appartenente
all’arma dei CC Nucleo Sommozzatori di Genova. Nei primi tre
anni di attività fece solo immersioni in acqua dolce, sia in
grotta che al lago, poi iniziò ad immergersi in mare.
Nel 1976, durante il servizio di leva, ha operato
sulla “Bannok” - la nave oceanografica del CNR - come tecnico
addetto alla sorbona, al carotatore e alla camera iperbarica
monoposto, sotto la guida del dott. Colantoni dell’Università di
Bologna. Terminato il servizio militare Mariani ha continuato i
suoi corsi sino a diventare istruttore subacqueo.
Walter Mariani ha lavorato con diverse agenzie
didattiche con la qualifica di Instructor Trainer, formando
nuovi istruttori ricreativi e tecnici, sia in circuito aperto
che con utilizzo del rebreather.
Ha contribuito alla modifica strutturale e alla
creazione di nuovi corsi, manuali e materiali didattici, alcuni
scritti in collaborazione con tecnici di settore per diverse
didattiche.
Ha lavorato in alcuni diving in Italia e
all’estero come guida e istruttore subacqueo. |
Ha costituito e guidato il gruppo di ricerca
“Explorer Team Blue Dream” che effettua operazioni di
esplorazione, ricerca e recupero.
Ha collaborato con l’Ocean Reef per il collaudo e
perfezionamento del sistema integrato maschera gran facciale e
comunicatori subacquei.
Ha redatto decine di articoli pubblicati su varie
riviste del settore, come BLU, Sesto Continente, Aqva, SUB e Il
Subacqueo.
In 40 anni di attività subacquea Mariani aveva al
suo attivo circa 8.000 immersioni il 70% delle quali fatte in
acque dolci e aveva alle spalle 20 anni di insegnamento. |
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