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COSTIERA SORRENTINA - Vico Equense (NA)
Il fantastico Banco di Santa Croce
Il Banco di Santa Croce è il regno dei gattucci maggiori! Decine e decine di uova sono attaccate ai rami delle gorgonie, mentre nelle spaccature più nascoste della roccia è facile scoprire diversi esemplari di gattuccio che a volte superano anche il metro di lunghezza (foto di Valter Carrus e Guglielmo Rasy). |
Dal 2008 ad oggi ho fatto circa 300 IMMERSIONI sul Banco di Santa Croce, ma questo posto continua ad affascinarmi e a regalarmi emozioni diverse in ogni tuffo che faccio. Ormai sono abituato alla presenza delle grosse cernie stanziali che si avvicinano curiose ai subacquei, e non mi stupisco nemmeno più dei banchi di grossi dentici che girano intorno agli scogli a caccia delle sardine. Ma sono gli incontri più rari quelli che provocano le maggiori emozioni: i gattucci rintanati tra le rocce i grossi tonni che sfrecciano veloci nel blu, le aquile di mare che volteggiano a mezz'acqua e il maestoso e solitario pesce San Pietro che si incontra sopra il banco di sabbia più profondo. E tuto questo pesce è circondato dalle gorgonie rosse e gialle, dall'arancio delle margherite di mare e dal bianco della Gerardia savaglia, che formano una tavolozza di colori stupenda. Credo che farò altre 300 immersioni in questo posto, perchè il Banco NON STUFA MAI, anzi.... il Banco VINCE SEMPRE !! |
A sinistra la Secca di Terra e sotto la Secca Principale, il cui cappello arriva ad appena 9 metri dalla superficie. Appoggiandosi sul cappello della secca e rimanendo immobili si può ammirare il passaggio di grossi dentici a caccia del pesce azzurro che popola la zona e di grandi esemplari di cernie che si avvicinano curiose ai subacquei che le osservano. (disegni di Marcello Polacchini)
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A destra la Secca Principale e sotto un'aquila di mare, spesso presente sui fondali del Banco (foto di S. Riccardo) |
Sotto a questa boa gialla si trova il cappello della Secca Principale del Banco di Santa Croce!
Sotto: tratta dal mio log book una delle prime immersioni fatte sul Banco di Santa Croce (2009) |
Nel giugno 2014 sul Banco di S. Croce si è svolto il 2° BIOBLIZ scientifico per lo studio del Gattuccio Maggiore Qui c'è il link al mio racconto |
Descrizione del sito e dell'immersione Il Banco di Santa Croce è una secca con il cappello che arriva a una decina di metri di profondità. Il Banco è segnalato da una grossa boa gialla, che si trova a circa settecento metri al largo della costa di Vico Equense, proprio di fronte al famoso stabilimento balneare "Bikini" che è all’inizio della Penisola Sorrentina. Più che una vera e propria secca, il Banco è un insieme di sette grandi panettoni rocciosi, che emergono dal fondale di sabbia di 40-50 metri, ma le pareti, più o meno scoscese di queste piccole montagne sommerse a seconda dei versanti, sprofondano in alcuni casi sino ad oltre 60 metri di profondità. |
E’
davvero incredibile la quantità di pesce e di vegetazione che popola il
Banco. Data la sua vicinanza alla costa del Golfo di Napoli e alla foce
del fiume Sarno, spesso la visibilità nei primi metri d’acqua è molto
scarsa, ma basta scendere al di sotto di questa specie di "tappo" perchè
si apra davanti agli occhi dei subacquei uno scenario mozzafiato. Cernie
e dentici di grosse dimensioni nuotano tranquillamente intorno agli
scogli che formano il Banco, interamente ricoperti di spugne e di
gorgonie rosse e gialle, mentre nuvole di Anthias rosa e di sardine
oscurano la luce del sole. Ogni tanto si assiste anche al passaggio di
qualche tonno e delle aquile di mare e verso la superficie volteggiano
banchi di barracuda. Un posto assolutamente unico nel suo genere! La cosiddetta "Secca Principale" del Banco di Santa Croce emerge maestosa da un fondale di 38 metri e il suo cappello arriva ad appena una decina di metri dalla superficie. Scendendo dal cappello della secca, ci si trova di fronte ad un'esplosione di vita, sia bentonica sia pelagica. Sino dai primi metri le pareti sono completamente ricoperte da Parazoanthus Axinellae (margherite di mare) e da Eunicella Cavolinii (gorgonia gialla). Proseguendo in direzione Sud-Ovest, a soli 18 metri di profondità si incontrano già i primi grandi rami di Paramuricea Clavata (gorgonia rossa) che anticipano di poco gli enormi e fitti ventagli color porpora alti oltre un metro che proseguono maestosi e abbondantissimi fino alla massima profondità, attorniati da spugne color giallo arancio (Axinella Polipoides e Axinella Cannabina) che si stagliano nel blu come fossero delle sculture. La concentrazione di gorgonie rosse e gialle qui è davvero impressionante e sui loro rami sono attaccati delicati Crinoidi e c’è una grossa presenza di uova di Scyliorhinus stellaris (gattuccio maggiore o "gattopardo") la maggiore che io abbia mai incontrato nel Mediterraneo. |
L'itinerario che dalla Secca Principale porta a nord ovest verso lo Scoglio della Gerardia
Sopra un grosso scorfano ripreso sui fondali del Banco (foto di Aldo Ferrucci). |
La varietà di vita quaggiù è grandissima: banchi di migliaia di Anthias Anthias rosa nuotano tra i rami delle gorgonie; grosse cernie brune stanziali si aggirano tra le rocce; nelle parti più in ombra delle pareti stazionano grossi esemplari di Phycis Phycis (musdea); mentre sul fondo sabbioso vi sono splendidi Cerianthus Membranaceus con i loro ciuffi di varie colorazioni. |
Sotto un bellissimo dentice (foto di Sergio Riccardo). |
Proseguendo l'immersione e circumnavigando il panettone roccioso della Secca Principale, si trova una grande spaccatura verticale che taglia in due la parete formando un tunnel passante lungo una decina di metri sormontato da una piccola finestra contornata da gorgonie e con il fondo a circa 37 metri di profondità. Il passaggio al suo interno è molto suggestivo ed è consigliato ai subacquei più esperti che, attraversando il varco coperto dalle gorgonie scoprono all'interno uno scenario da favola: un’esplosione di vita sessile multicolore. La volta del tunnel è tutta ricoperta di margherite di mare e la luce che filtra dall'alto mostra l'intreccio dei grossi rami di gorgonie rosse presenti sulle due pareti contrapposte del tunnel creando uno spettacolo mozzafiato. La risalita dalla base di questa secca lungo la parete regala vaste zone colonizzate da coloratissimi Parazoanthus e da Astroides che fanno la gioia dei fotografi subacquei. Fermandosi sul cappello di questa secca, per fare le eventuali soste di decompressione, si è sempre circondati da grossi dentici, mentre nei periodi di passo non è raro vedere sfrecciare delle grosse Seriola Dumerili (ricciole) o dei piccoli tonni che insieme ai dentici vanno a caccia del pesce azzurro che forma delle vere we proprie nuvole che arrivano ad oscurare la luce solare. Scendendo un po' più in profondità e raggiungendo un piccolo scoglio chiamato "Scoglio della Gerardia" si trovano anche dei piccoli rami di Gerardia Savaglia (il cosiddetto "falso corallo nero" del Mediterraneo); che forma un grossa colonia intorno ai 50 metri di profondità. Poi, scendendo ancora e superando la batimetrica dei 60 metri, si incontra lo "Scoglio del Corallo" sul quale si possono vedere dei piccoli rami di Corallum rubrum di colore rosso vivace.
E' davvero tanta la quantità e varietà di pesce, anche di grossa taglia, che si può trovare nuotando tra le secche del Banco di Santa Croce. |
Oltre alle grosse
Epinephelus marginatus
(cernie
brune) che ormai vivono stanziali tra gli anfratti e lo spacco che
divide in due la Secca Principale, nelle acque del Banco sono frequenti
anche grossi saraghi pizzuti e saraghi fasciati, mentre nel mese di
agosto le ricciole e i tonni sono un'attrazione per i subacquei ai quali
sfrecciano accanto mentre danno la caccia alle nuvole di alici, tanto
abbondanti da oscurare la luce della superficie. Incontro non
impossibile, ma abbastanza difficile, è quello con l'elegante
Myliobatis aquila
(aquila di mare) e con il bellissimo Mola Mola
(pesce luna).
Vista la tipologia e la morfologia del Banco di Santa Croce, in questo sito è possibile pianificare vari tipi di immersioni, adatte ai diversi livelli dei subacquei. Per ciascuno di essi il Banco sa regalare emozioni uniche ed incredibili. Le immersioni iniziano sempre dalla "Secca Principale" che è la più estesa e ha il cappello più vicino alla superficie del mare. Si scende lungo la cima che assicura una grossa boa sommersa a pochi metri di profondità che si trova vicino alla boa gialla che indica la zona della secca, poi, seguendo le guide esperte della zona, ci si sposta dalla Secca Principale per dirigersi verso gli altri sei scogli che sono disposti tutte intorno e che formano il Banco, una specie di labirinto all'interno del quale non è molto facile orientarsi e che richiede spesso l'attraversamento di vasti tratti di fondale sabbioso, che solo le esperte guide del luogo riescono a riconoscere. Anche il ritorno viene fatto sempre sulla Secca Principale, per risalire in prossimità della barca ed evitare di essere investiti dal grande traffico di natanti che c’è in superficie, dato che il Banco si trova proprio sulla rotta degli aliscafi che congiungono Castellammare di Stabia a Sorrento e all’isola di Capri.
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A destra una veduta d'insieme degli scogli che formano il Banco di Santa Croce (disegno di M. Polacchini).
Sotto un gruppo di grossi dentici nuota sopra la secca. |
sul cappello della secca
principale del Banco. |
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Le fotografie subacquee mi sono state gentilmente concesse dai fotografi Sergio Riccardo, Aldo Ferrucci, Guglielmo Rasy e Valter Carrus. |