90. Il briefing pre-immersione Liberamente tratto dagli articoli degli istruttori Giovanni Testa (pubb. su www.bluweb.it )e Andrea Neri (pubb. su http://www.andreaneri.net). Un argomento erroneamente sottovalutato da molte guide e istruttori subacquei e al quale i subacquei generalmente prestano poca attenzione è il briefing pre-immersione. Si tratta di una semplice chiacchierata fatta prima dell’immersione, che però riveste un’importanza fondamentale sia per la sicurezza fisica dei sub, sia per la tutela legale del diving. Frequentando parecchi diving in giro per l’Italia e anche all’estero ho notato grandi diversità nel condurre il briefing pre-immersione e, purtroppo, ho riscontrato che gran parte delle guide subacquee fa briefing molto approssimativi e improvvisati, assolutamente non adeguati allo scopo o addirittura non li eseguono affatto. Spesso ciò è dovuto al fatto che le guide subacquee hanno dei tempi logistici da rispettare (in particolare quando sono previste più immersioni e la barca deve salpare e deve essere di rientro in orari precisi), ma la colpa spesso è anche degli stessi subacquei, che di solito ascoltano distrattamente le parole della guida mentre stanno preparando la loro attrezzatura (cosa che, invece, dovrebbe essere fatta prima del briefing, lasciando a dopo il briefing solo gli ultimi controlli prima del tuffo). Un buon briefing dovrebbe essere in grado di comunicare al subacqueo tutte le principali informazioni relative alle caratteristiche peculiari dell’immersione che si sta per affrontare, al fine di renderla più sicura, divertente ed appagante. Quanti subacquei, infatti, possono affermare di non aver mai notato diversità circa i segnali subacquei, su come entrare in acqua da una barca e risalire, sulle procedure di emergenza e altro ancora? Perciò il briefing non dovrebbe essere rapido e conciso, perché i sub partecipanti alle immersioni guidate hanno sempre esperienze, cultura, abitudini ed emotività diverse, per cui la guida subacquea dovrebbe essere il più esauriente possibile nella descrizione dell’immersione: questo è il primo passo per prevenire gli incidenti. Una guida subacquea responsabile non può e non deve fidarsi eccessivamente delle abilità subacquee dei sub che accompagna, qualunque sia il loro livello di brevetto. Va tenuto presente, infatti, che il fattore principale che ogni magistrato analizza per individuare le responsabilità nel caso di un incidente subacqueo è l’eventuale negligenza della guida nel fornire le dovute raccomandazioni e indicazioni per eseguire un’immersione sicura. Ed ecco quindi che eseguire un briefing completo ed esauriente, può servire anche come prova di non negligenza di fronte al magistrato inquirente. Un concetto fondamentale da comprendere sia da parte della guida subacquea, sia da parte di chi si fa guidare è che, se si accetta di usufruire di una guida, è doveroso rispettare le istruzioni ricevute, salvo che non si verifichino situazioni imprevedibili durante l’immersione. Chi non fosse d’accordo con il piano d’immersione è sempre libero di rinunciare al tuffo! Perciò nel briefing dovranno essere fornite precise informazioni sulle caratteristiche del sito d’immersione, sulla profondità, sulla presenza, intensità e direzione di eventuali correnti, sui tempi di permanenza sul fondo e di eventuale decompressione. Inoltre, potranno essere illustrate le cose più interessanti da vedere, come pesci e altri organismi. Dovranno anche essere formate le coppie con chiarezza, senza che vi siano possibili disguidi una volta sott’acqua. Dovrà essere stabilito chi aprirà il gruppo e chi lo chiuderà. Dovranno essere ripassati i principali segnali. Dovrà essere illustrata la procedura d’ingresso e di uscita dall’acqua. Dovrà essere illustrato il profilo d’immersione cui tutti dovranno attenersi e si accerterà che tutti siano a conoscenza della posizione della bombola di riserva e del kit di somministrazione dell’ossigeno. Spetteranno poi al singolo subacqueo i controlli pre-immersione, vale a dire:
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