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L'IMMERSIONE NEI FIUMI E NEI TORRENTI
Quella nei fiumi
e nei torrenti è un tipo d’immersione sicuramente insolito per i
subacquei sportivi, mentre viene spesso effettuata da
sommozzatori dei vigili del fuoco o di altri corpi statali per
recuperare i corpi delle vittime di incidenti oppure oggetti
dispersi a seguito di incidenti o calamità, oltre che da
studiosi che effettuano ricerche scientifiche e archeologiche.
Trattandosi di
un'immersione in un ambiente particolare, l’immersione in un
corso d’acqua deve essere sempre pianificata accuratamente,
sia sotto il profilo dell’esecuzione che delle attrezzature da
impiegare, in base alle sue condizioni e agli obiettivi
dell’immersione.
L’aspetto fondamentale da
considerare è ovviamente la corrente e va rilevato che ci
sono alcune sostanziali differenze tra la corrente di un fiume e
quella di un torrente di montagna.
Infatti, in superficie la
corrente del fiume è potente ma costante, mentre
diminuisce progressivamente sul fondo. Nel torrente
invece, il principio rimane uguale ma le irregolarità dell’alveo
e la presenza di ostacoli (massi, tronchi, ecc.) fanno sì che la
corrente forte arrivi anche sul fondo provocando pericolosi
vortici. Inoltre, lo scorrere di un torrente è molto irregolare
e le diverse deviazioni del suo corso danno alla corrente delle
spinte più o meno potenti. |
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La velocità della
corrente
0.20 m/s Corrente
quasi ferma
2.00 m/s Corrente
media/veloce, scorrevole e poco visibile, senza schiuma
2.50 m/s Limite
massimo per trattenersi a una corda (forza massima a cui un uomo
riesce a resistere)
3.50 m/s Corrente
minima all’uscita dei “pozzi“ (molto pericolosa)
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Termini di paragone
(esempi di velocità)
2.08
m/s Record mondiale 100 m nuoto stile libero
2.70 m/s Record
mondiale 100 m nuoto pinnato
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I pericoli
Le immersioni nei fiumi e nei
torrenti presentano una serie di pericoli oggettivi, ai quali si
sommano i pericoli soggettivi legati al subacqueo.
Pericoli oggettivi
– Aumento del volume
dell’acqua
– Acqua torbida
– Acqua fredda
– Rapide, cascate, gole,
salti, sifoni.
– Ostacoli sopra e sott’acqua
(rami, tronchi, massi)
– Schiuma
Pericoli soggettivi
–
Poca conoscenza teorico/pratica delle
caratteristiche dell’immersione in un fiume
– Sottovalutazione del luogo
d’immersione
– Disorganizzazione dei
subacquei
– Equipaggiamento non idoneo
– Mancanza di allenamento
– Presunzione del subacqueo
Da tutti questi pericoli ci
si difende solo con una buona organizzazione, che
significa:
– Avere un responsabile
dell’immersione (il capogruppo)
– Prendere le necessarie
informazioni e fare un sopralluogo
– Esperienza del gruppo
– Equipaggiamento personale
idoneo
– Sicurezze: esterne e in
acqua
– Materiale di gruppo, cioè:
materiale alpino, come corde e moschettoni di sicurezza, un kit
di pronto soccorso, con bombola di O2, mezzi di comunicazione
idonei ed equipaggiamento di riserva |
Equipaggiamento personale
Per quanto
riguarda l’attrezzatura scuba sarà la stessa che si impiega in
mare, ma dovrà essere ridotta al minimo indispensabile.
Infatti, dovendo spesso affrontare correnti anche di una certa
intensità, si dovrà essere il più leggeri e idrodinamici
possibile per opporre la minima resistenza al flusso del
fiume.
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Maschera: è meglio
far passare il cinturino della maschera al di sotto del
cappuccio della muta, per limitare la possibilità che la
maschera sia strappata via dalla corrente. In caso di forti
correnti (ad es. nell’immersione in un torrente di montagna)
è meglio indossare un caschetto da canoista o rocciatore,
per proteggere il capo da pericolosi urti contro le rocce.
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Pinne: devono
essere rigide e non eccessivamente lunghe. Può essere utile
impiegare qualche tipo di fissaggio supplementare alle
caviglie (ad es. usando elastici fatti da pezzi di camera
d’aria) per ridurre il rischio di perdita delle pinne
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Muta: è
preferibile usare la muta umida rispetto alla stagna per la
maggior libertà e agilità di movimento che la prima
consente. Inoltre la muta umida evita l’involontario
affioramento nella corrente (le acque dei fiumi superano
raramente la decina di metri di profondità), perché un
errato gonfiaggio della stagna può far emergere rapidamente
spingendo il sub nella zona di maggiore corrente.
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Guanti: devono
essere robusti e sono indispensabili per evitare tagli e
abrasioni.
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Zavorra: è meglio
utilizzare un paio di chili in più rispetto al mare, in modo
da avere un assetto leggermente negativo per contrastare più
efficacemente la forza della corrente.
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Jacket: può essere
superfluo, comunque è meglio adottarne sempre uno di volume
e profilo minimo. Per sicurezza è meglio che non sia
collegato alla frusta di gonfiaggio.
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Erogatore: ne
basta uno solo. Data la profondità sempre bassa del fiume la
fonte d’aria alternativa è del tutto superflua.
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Bombola: è inutile
avere una grande scorta d’aria data la bassa profondità. Una
bombola ingombrante è controproducente anche ai fini
dell’assetto e dell’idrodinamicità del subacqueo, perciò un
monobombola da 10 litri è più che sufficiente.
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Precauzioni
E’ importante che tutta
l’attrezzatura sia indossata in modo da formare un insieme
compatto attorno al proprio corpo, senza che nulla sporga, per
evitare che in caso di urti contro le rocce del fondo o altri
ostacoli come rami o tronchi d’albero l'attrezzatura possa fare
incagliare il subacqueo. Più "pulita" e ridotta è
l'attrezzatura, meglio è!
Siccome la corrente più
forte è sempre presente in superficie e al centro del corso
d’acqua, l’immersione deve essere fatta sul fondo e in
prossimità delle rive del fiume.
Un’attenta osservazione
del corso d’acqua prima di iniziare l'immersione può dare
delle indicazioni utili sulla corrente. Se in superficie la
corrente non è visibile, si possono usare delle foglie o altro
materiale galleggiante, oppure la boa segna-sub filata in acqua
con il reel.
Se sul fondo c’è della sabbia
vuol dire che la corrente è assente. La presenza di sassi
grandi, invece, indica una corrente media; mentre un fondo
pulito, senza ciottoli o sabbia indica una corrente impetuosa.
In quest’ultimo caso se ci si vuole immergere bisogna utilizzare
sempre una cima di sicurezza di adeguato spessore e
robustezza, il cui capo libero deve essere tenuto da due o più
assistenti sulla riva che devono seguire passo passo il
procedere del subacqueo, in modo da lasciare alla cima sempre il
minimo imbando impedendo che una voluta possa incagliarsi sul
fondo.
La cima di sicurezza va
fissata con una gassa d’amante o con un moschettone direttamente
attorno alla vita del subacqueo, evitando assolutamente
di legarla ai D-ring del jacket. Inoltre, per maggiore
sicurezza, è meglio tenere sempre un coltello o un taglia
sagole fissato nella zona del torace, in modo da poter
tagliare la cima il più rapidamente possibile in caso di
necessità. |
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Attenzione!
Uno dei pericoli
maggiori dell’immersione nei fiumi è quello dei sifoni,
che sono dei passaggi più o meno grandi posti sotto un ostacolo
come ad esempio un grande masso. In questi punti la corrente
diventa più forte a causa dell’effetto Venturi e un subacqueo
inesperto può essere risucchiato nel sifone rimanendovi
incastrato. Per evitare il pericolo costituito dai sifoni è bene
immergersi a valle e contro corrente: passando a valle di un
sifone il sub sarà allontanato dalla corrente, mentre
giungendovi da monte sarà aspirato.
Per immergersi
nei fiumi di montagna bisogna fare particolare attenzione alle
condizioni meteo, infatti, mentre magari a valle nel
luogo prescelto per l’immersione c’è il sole, in alta montagna
può scatenarsi un forte temporale, che può anche provocare un
considerevole e improvviso aumento della portata d’acqua con
tutte le conseguenze immaginabili per sicurezza del subacqueo. |
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