di Bryan G. Levano (tratto dal sito: http://www.okeanos.it/daneurope/artdan99-2-06.htm )
I medicinali da banco sono un comune e facilmente disponibile rimedio per i piccoli malesseri che possono rovinare una vacanza di immersioni. Questi farmaci sono considerati privi di importanti controindicazioni e pericoli per l’auto-trattamento, a breve termine, di piccole patologie. Considerando, però, la miriade di prodotti a disposizione, la scelta di quello più adatto può essere difficile. Per aumentare la confusione, in molti prodotti si trova una combinazione di due o più agenti terapeutici, come spesso capita nei prodotti contro raffreddore o allergia. I farmaci da banco che interessano comunemente i subacquei appartengono, generalmente, alle seguenti categorie: antiistaminici, decongestionanti, preparati per il mal di mare, analgesici e antiinfiammatori.
Antiistaminici Circa il 10-15 % della popolazione occidentale è sensibilizzata ad alcuni allergeni contenuti nell’aria, come polvere, pollini, muffe. Il risultato è una risposta esagerata del sistema immunitario: una reazione allergica, che si manifesta, comunemente, come rinite allergica, allergie stagionali, o febbre da fieno. Le cellule interessate sono le “mast cellule”, il principale serbatoio di istamina dell’organismo. Queste cellule abbondano nella pelle, nei bronchi e nella mucosa intestinale. Durante una reazione allergica, le “mast cellule” rilasciano istamina ed altre sostanze, che, a loro volta, scatenano i sintomi tipici dell’allergia - rinite, starnuti, prurito, lacrimazione, tosse. Il trattamento consiste nell’uso di antiistaminici, farmaci che indeboliscono la risposta allergica, bloccando gli effetti dell’istamina. Questi possono essere usati sia prima, che durante la reazione allergica. Anche se normalmente sono efficaci, non sono senza possibili effetti collaterali negativi, i più comuni dei quali sono: sonnolenza, secchezza delle fauci e delle mucose, annebbiamento visivo, ritenzione urinaria e tachicardia. La sonnolenza, in particolare, dipende dall’azione di questi farmaci sul cervello e può essere aggravata, in immersione, dagli effetti narcotici tipici dell’azoto. Questo comporta un evidente rischio per il subacqueo in immersione. La reazione individuale a questi farmaci può variare: prima di utilizzare un farmaco nuovo e non conosciuto è importante provarlo in un ambiente dove eventuali effetti collaterali negativi non possano causare problemi. Un altro effetto collaterale fastidioso è la secchezza della fauci e delle mucose, che può essere peggiorato dalla respirazione attraverso l’erogatore subacqueo. Una buona idratazione prima dell’immersione può giovare. Succhiare caramelle dure fra le immersioni aumenta la salivazione e può alleviare il fastidio, mentre spray nasali salini aiuteranno a contrastare la secchezza delle mucose del naso. Negli ultimi dieci anni, sono comparsi sul mercato nuovi agenti antiistaminici non sedativi e ad azione prolungata. Questi farmaci, come la loratidina (Claritin), la cetirizina (Zyrtec), la fexofenadina (Allegra - USA), non sono, generalmente, in libera vendita. Alcuni preparati a base di cromolyn - sodio, che agiscono sulle “mast cellule”, pur non essendo antiistaminici, sono, invece, in libera vendita e possono essere utili. La loro azione è specifica ed impedisce il rilascio di istamina, senza gli effetti collaterali degli antiistaminici, ma questi farmaci devono essere assunti prima dello sviluppo della reazione allergica e sono inutili dopo l’esposizione all’allergene.
Decongestionanti
Preparati per il mal di mare Sfortunatamente, il mal di mare, una volta iniziato, può difficilmente essere interrotto. Il farmaco deve, di norma, essere assunto prima di salire in barca. Tutti i preparati da banco sono derivati antiistaminici ed hanno gli effetti sedativi, potenzialmente rischiosi in immersione, di cui si è parlato prima. Molti sub conoscono bene i cerotti alla scopolamina (Transcop). Questi cerotti devono essere applicati almeno quattro ore prima di imbarcarsi, per avere una buona efficacia. I possibili effetti collaterali: sonnolenza e confusione mentale, anche se generalmente non molto evidenti, possono essere particolarmente importanti per un sub.
Transcop di Edward D. Thalmann
La prassi della US Navy Experimental Diving Unit ( NEDU), prima di approvare questo farmaco per un sub, è che questi debba indossare il cerotto per 24 ore, senza immergersi, per poi avere un colloquio con un ufficiale medico, per escludere ogni effetto collaterale indesiderato, prima dell’immersione. Una volta approvato, il cerotto deve essere posto in sede 4 ore prima di imbarcarsi, ma, in seguito, può essere usato anche durante le attività di immersione. L’unico problema è che, a volte, il cerotto si stacca e il distacco non viene notato fino a che non insorgono i sintomi di mal di mare. Prima di approvarne l’uso, la Marina ha completato uno studio nel quale alcuni sub, durante una immersione in saturazione a 18 metri per 5 giorni, hanno indossato il cerotto medicato o un placebo, senza essere a conoscenza della natura reale del farmaco contenuto nel cerotto indossato. I sub sono stati sottoposti a numerosi test psicometrici e psicomotori durante l’immersione, incluso l’obbligo di annotare qualunque effetto strano o particolare. Non è stata riscontrata alcuna significativa differenza di performance fra i due gruppi e la conclusione dello studio è stata che una moderata esposizione a pressione non è in grado di aumentare la probabilità di effetti collaterali negativi in immersione. Vi sono, comunque, alcuni individui particolarmente sensibilI alla scopolamina, per i quali il Transcop non è indicato. In tutti i casi è opportuno e consigliabile indossare il cerotto per almeno 24 ore, a secco ed in ambienti nei quali eventuali effetti negativi non siano rischiosi. Se tutto va bene, allora si potrà usare il cerotto anche in immersione.
Trattamenti non farmacologici per il mal di mare Esistono anche trattamenti non farmacologici che hanno un discreto risultato, come i braccialetti Seaband o simili. Questi rimedi funzionano con il principio della acupressione, attraverso la stimolazione del punto Neiguan, situato tre dita sopra la piega del polso, sul lato palmare, fra i due tendini flessori centrali. I braccialetti elastici hanno un bottone plastico che comprime il punto Neiguan. In alcuni casi la stimolazione di questo punto di acupressione può arrestare la nausea anche dopo la sua insorgenza.
Farmaci analgesici e anti infiammatori orali da banco Questi farmaci sono divisi in tre grandi categorie, l’acetaminofen ed il paracetamolo, i salicilati ed i farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS). In caso di trauma o lesione, l’organismo produce le prostaglandine, sostanze attive, multifunzionali, che agiscono in tutto il corpo e sono i mediatori dell’infiammazione (gonfiore, rossore) e del dolore. I salicilati ed i FANS inibiscono la produzione di prostaglandine ed alleviano il dolore e l’infiammazione. Gli effetti collaterali più frequenti sono nausea e ulcerazioni gastro-intestinali. Dosi elevate di aspirina possono anche causare tinnito (fischio alle orecchie) e sanguinamento. A parte questi effetti collaterali, il motivo stesso per cui il farmaco viene assunto può essere la vera controindicazione all’immersione. Per di più, l’assunzione di farmaci con potere analgesico può mascherare un’eventuale PDD fino a diverse ore dopo l’emersione.
Fotosensibilizzazione da farmaci Molti non sanno che alcuni farmaci possono aumentare la sensibilità della pelle ai raggi ultravioletti A e B della luce solare e provocare fotoallegie e fototossicità. Si tratta di “fotoallergia” quando la luce solare altera la struttura del farmaco, in modo da stimolare una reazione cutanea allergica, che si può manifestare come un eczema e si può anche diffondere alle zone non esposte alla luce. Più comune è la “fototossicità”, che non è una reazione allergica, ma una situazione in cui il farmaco assorbe la radiazione ultravioletta e ne scarica l’energia nella cute, provocando danno cellulare locale. Entrambi i tipi di reazione possono aver luogo immediatamente o con ritardo. Come ci si può proteggere, se si è costretti ad assumere il farmaco fotosensibilizzante? Il consiglio migliore è di evitare o limitare l’esposizione al sole. Gli schermi solari possono dare una certa protezione, ma la maggior parte blocca solo gli ultravioletti B, mentre sono le radiazioni di tipo A quelle più frequentemente coinvolte nei fenomeni di fotosensibilizzazione. Il biossido di titanio è in grado di bloccare sia gli UVB che gli UVA, mentre sono da evitare gli schermi solari che contengono ingredienti quali: bergamotto, sandalo, benzofenoni, PABA, cinnamati, salicilati, antanilati, PSBA, mexenone e oxybenzone, sostanze che, esse stesse, possono provocare fotosensibilizzazione.
Additivi nutrizionali e prodotti naturali o omeopatici Bisognerebbe prestare una certa attenzione a questi prodotti, toppo spesso considerati “naturali” e, pertanto, non pericolosi. Le azioni e le interazioni fra queste sostanze sono spesso sconosciute, così come eventuali interazioni con altri farmaci ed il comportamento sotto pressione. Specie se la sostanza non è ancora ben nota a chi la usa, è sempre consigliabile una grande attenzione e la massima cautela.
Concludendo Prima di usare un farmaco durante un’immersione, provatelo per familiarizzarvi con gli eventuali effetti collaterali indesiderati. Questo è particolarmente importante per quei farmaci che possono provocare sonnolenza. In caso di dubbio consultate il vostro medico o chiamate il DAN.
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