199. ALCUNI REBREATHER A CONFRONTO
Il mio amico
Aldo Ferrucci (quello che io chiamo "il
Maestro") ha descritto sinteticamente le
caratteristiche tecniche di alcuni rebreather presenti
sul mercato.
Le riporto
qui di seguito, insieme ad alcune informazioni utili per
chi volesse veramente entrare nel “Mondo del Silenzio”.
Io l’ho fatto alcuni anni fa, sotto la guida esperta del
mio Maestro, e posso dire che il mio modo di immergermi
è cambiato sostanzialmente… in meglio!
In generale
un corso per imparare ad immergersi con il rebreather
dura in media 5/6 giorni con lezioni di teoria e
un minimo di 8 immersioni da 1 ora circa ciascuna.
Ci sono 3
livelli di corso e di relativo brevetto (cambia la
massima profondità operativa e il tipo di diluente
impiegato). Il costo del corso può variare in funzione
del livello richiesto.
Nel corso
sono compresi l’eventuale uso del rebreather se
disponibile, il materiale assorbente, il materiale
didattico, la formazione pratica e teorica e la
certificazione se viene superato con successo il corso.
A questo
bisogna aggiungere i costi del diving (immersioni e gas)
e, a seconda della sede scelta, le spese della trasferta
sostenute dall’istruttore che vengono divise tra i
partecipanti.
Per
frequentare il corso Aldo Ferrucci dà la possibilità
di utilizzare una delle sue unità senza obbligo di
acquistarla preventivamente. Questo permette di potersi
avvicinare a questo modo di immergersi senza fare
costosi investimenti preventivi. Inoltre dà la
possibilità, alla fine dell’addestramento, di poter
scegliere con competenza il modello di rebreather e gli
accessori più adatti alle proprie esigenze.
E’ possibile
acquistare un rebreather anche senza essere certificato,
ma non si sarà in grado di immergersi con il rebreather
finché non si sarà stati correttamente addestrati. Per
immergersi con sicurezza e competenza ogni rebreather
richiede un addestramento formale, specifico per il
modello. L’addestramento effettuato in circuito aperto
non è adeguato e sufficiente.
Per motivi
di sicurezza se non si è già certificati per l’utilizzo
di un determinato rebreather in base ai requisiti del
produttore, si potrà acquistare solo un'unità
disabilitata con un componente critico, necessario
per l'immersione, che sarà spedita all’istruttore,
oppure è possibile far arrivare l’intera unità (completa
di tutti i componenti) direttamente nella sede del
corso.
I costi
annuali di manutenzione ordinaria ammontano a
circa 300 € l’anno.
La
manutenzione di base viene insegnata durante
l'addestramento e nel prezzo del corso vengono
considerati i costi dei materiali di consumo come
sensori dell’ossigeno, lubrificanti e disinfettante.
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La
manutenzione dei due primi stadi dovrebbe essere annuale
e l'intera unità ha un intervallo di servizio in
fabbrica di cinque anni. Tutte le manutenzioni non
ordinarie devono essere eseguite da un centro di
assistenza autorizzato.
I
materiali di consumo consigliati sono: prodotti
molecolari assorbenti di anidride carbonica granulari
sfusi Sofnolime 797 o Intersorb 812, pastiglie di
Steramina o prodotto similare da sciogliere in acqua per
la sanificazione del circuito respiratorio, lubrificante
ossigeno compatibile Tribolube 71 per le guarnizioni
O-ring e sensori di ossigeno con attacco Molex.
Per tutti i
rebreather il costo maggiore dei materiali di consumo è
quello dell’assorbente dell'anidride carbonica.
Una carica
completa dello scrubber costa tra i 12 e i 15 € a
secondo della quantità di materiale filtrante contenuta
nel canister e può essere utilizzata per diverse
immersioni. La durata dell’assorbente di CO2
se si prende in considerazione solo il tempo
d’immersione è di circa 3 ore per temperature dell'acqua
superiori a 15°C.
Ci sono poi
altri costi minori, come le ricariche di gas (ossigeno e
diluente) e le batterie necessarie per il funzionamento
dell’elettronica di controllo e del solenoide che
inietta il gas.
Va comunque
tenuto presente che, sia per i subacquei in circuito
aperto che per quelli con il rebreather, i costi dei
materiali di consumo in genere sono insignificanti
rispetto all’investimento nell’attrezzatura, nella
formazione e in altri costi d’immersione come il
noleggio di barche e i viaggi. |
Tutti i
rebreather hanno una scorta di gas per molte ore
indipendentemente dalla profondità. La maggior parte dei
rebreather presenti sul mercato, può accettare anche gas
ausiliario plug-in esterno, quindi il tempo di
immersione non è più limitato dal volume del gas
trasportato sul rebreather.
Al di là
della capacità delle bombole di ossigeno e di diluente,
la durata delle immersioni con il rebreather è
limitata dalla durata dell’assorbente della CO2
che comunque permette immersioni di lunga durata, che
con un CCR sono abbastanza normali.
Come per le immersioni Nitrox in circuito aperto, anche
i subacquei con rebreather devono monitorare la loro
decompressione e l’esposizione all’ossigeno che, a
seconda del profilo effettuato, possono essere la causa
di un limite del tempo di immersione.
Si possono
utilizzare diluenti Nitrox o Trimix, che possono
essere iperossici, normossici o ipossici.
I rebreather
"circuito chiuso" (CCR), sono molto economici nell’uso
di diluenti contenenti elio rispetto al circuito aperto.
E’ raccomandabile che i subacquei con rebreather
sostituiscano l’aria con un diluente Trimix
normossico (21% ossigeno, 35% elio) anche entro i
limiti delle immersioni ricreative (40 metri) per i
benefici nella riduzione della narcosi e nel
miglioramento del lavoro respiratorio. Tuttavia, l’uso
di un gas diverso dall’aria o l’immersione al di fuori
dei limiti dell’immersione sportiva ricreativa richiede
un preciso addestramento subacqueo aggiuntivo.
Durante il
corso s’impara a preparare l’unità e verificarne
l’integrità utilizzando una lista di controllo
pre-immersione e s’impara anche a pulire il
rebreather e a fare la sua manutenzione
ordinaria. |
Adesso
rispondiamo ad alcune domande ricorrenti e
innanzitutto sfatiamo una "leggenda" che incute molto
timore in chi approccia per la prima volta un
rebreather.
E’
possibile inalare una miscela di assorbente di CO2
e acqua durante l’immersione (il
cosiddetto "cocktail caustico" che è molto pericoloso)?
In teoria è possibile, ma una volta che si è stati
addestrati correttamente è molto improbabile che ciò
avvenga durante l’immersione. Questa è una
preoccupazione che appartiene a un’epoca precedente di
immersioni con il rebreather, che è stata eccessivamente
drammatizzata, per certi versi simile alla
preoccupazione espressa dai nuovi subacquei riguardo
alla possibilità dell’attacco di uno squalo.
E’
difficile reperire il materiale filtrante necessario per
assorbire l'anidride carbonica? No, oggi non ci
sono particolari difficoltà, perché nel contesto di una
economia globale, gli assorbenti della CO2
vengono venduti e spediti in tutto il mondo. Di
conseguenza, la logistica di approvvigionamento degli
assorbenti sta diventando meno problematica rispetto ad
alcuni anni fa. Il numero di negozi di subacquea che
hanno scorte è in costante crescita e in ogni caso è
possibile ordinare il materiale filtrante online e
farselo consegnare a casa propria oppure direttamente
alla destinazione di viaggio. |
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Non
sarebbe utile per la sicurezza monitorare costantemente
il livello di anidride carbonica? Indubbiamente
il "filtraggio" della CO2 con materiale
assorbente è fondamentale per la sicurezza del
subacqueo, ma il monitoraggio della CO2 è una
tecnologia ancora non a punto, che forse comincerà ad
apparire nei rebreather ricreativi nei prossimi anni, ma
in pratica i meriti del monitoraggio dell’anidride
carbonica non sono ancora stati dimostrati.
Il
rebreather richiede molto tempo per la manutenzione?
Sì e no. Molti subacquei sportivi con rebreather
trascorrono più tempo sulla loro attrezzatura rispetto
al circuito aperto, perchè il subacqueo con rebreather
deve essere sempre attento e disciplinato nella
manutenzione, inoltre si tratta di un’attrezzatura
piuttosto costosa e delicata. Tuttavia, con il tempo e
la maggiore esperienza i subacquei rebreather troveranno
la manutenzione pre-immersione e post-immersione facile
e veloce. Se si è abituati a prestare attenzione e a
trattare con cura la propria attrezzatura per le
immersioni in circuito aperto, con il passaggio al
rebreather si impiegherà solo poco tempo in più per la
manutenzione rispetto al circuito aperto.
Qual è
il miglior rebreather? Non è possibile
rispondere a questa domanda. Oggi tutti i principali
modelli di rebreather sono unità di buona qualità, ma
non esiste un rebreather "perfetto": tutti hanno punti
di forza e di debolezza che li rendono singolarmente più
o meno adatti alle proprie esigenze. In ogni caso nessun
tipo di rebreather può dirsi categoricamente più sicuro
di un altro. Nessun rebreather è infallibile, e molti
degli incidenti sono da attribuire a errori del
subacqueo.
La maggiore
qualità attuale dell’addestramento può essere il fattore
più significativo che influenza la sicurezza del
rebreather e ha diminuito in modo considerevole gli
incidenti, nonostante la diffusione di questa
attrezzatura sia aumentata esponenzialmente in questi
ultimi tempi. Ricorda comunque che la tua sicurezza
durante l'immersione dipende essenzialmente da te, non
dal tuo rebreather!
Chi
volesse ulteriori chiarimenti sulle varie unità o
volesse acquistarne una, chi vuole sapere come si
svolgono prove e corsi, o vuole iscriversi alla
prossima sessione, può contattare direttamente Aldo
Ferrucci (che come sempre è disponibile), tramite
messenger, email, sms e watsapp.
I suoi
recapiti sono facilmente reperibili.
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Rebreather JJ-CCR
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L’affermato e conosciuto JJ-CCR è
un rebreather sicuramente tra i più diffusi sul mercato.
Si tratta di un ECCR (rebreather
elettronico) dove un solenoide inietta ossigeno
automaticamente nel circuito respiratorio, utilizzando
il controller elettronico del setpoint di PPO2 di
Shearwater Research.
Tutte le unità JJ-CCR includono di serie
un computer principale Shearwater Petrel 2 per
controllare la PPO2 e per la gestione dei dati
dell’immersione, e un HUD a 13 led per il
monitoraggio della quantità d’ossigeno tramite dei lampi
luminosi seguendo il "codice Smith", molto conosciuto
dai subacquei CCR. I due strumenti hanno una
trasmissione dati digitale e sono connessi a un’unità
centrale DiveCan.
Il progettista di questo rebreather è lo
stesso del conosciuto "Inspiration", e il JJ-CCR
conserva varie caratteristiche e dettagli di
quest'ultimo. In effetti, è stato conservato il progetto
originale, modificando quegli aspetti che nei vari anni
di utilizzo, si erano rilevati un punto debole o
migliorabile. |
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E’ un rebreather classico e semplice,
con una costruzione solida e accurata, e questi
sono alcuni dei punti di forza che l’hanno imposto sul
mercato, anche se questa scelta costruttiva lo rende
uno dei rebreather più pesanti del mercato. Il
design è classico: canister centrale, polmoni dietro le
spalle con raccordo a T e bombole fissate al canister
tramite fasce tipo gav.
E’ dotato di serie di uno stand,
robusto e ben ideato, che permette all'unità di
essere stabile quando è posata al suolo, e aumenta il
confort del subacqueo in acqua distribuendo più
uniformemente il peso sulla schiena e sui glutei. Ottima
la maniglia superiore per il trasporto e la protezione
dei corrugati, che può essere in due posizioni,
trasporto e immersione.
I contro polmoni sono tra la schiena del
subacqueo e il gav/canister. Questa posizione ben
protetta, limita l’utilizzo del bombolino per la muta
stagna, o della batteria esterna se sono fissati sulla
piastra metallica, in quanto potrebbe ostacolare il
lavoro dei contro polmoni. Questi accessori possono
comunque essere posizionati sul canister, dietro le
bombole principali, grazie ad appositi supporti dove
aggiungere due fasce ulteriori.
E’fornito di serie di ADV e di
flow stop, e di iniettori manuali di ossigeno
e diluente, ai quali è possibile connettere con facilità
dei gas esterni attraverso una frusta con attacco rapido
standard.
Il rebreather è fornito di serie con uno
scrubber a flusso assiale da 2,5 kg, per una
durata dichiarata di circa 3 ore. Uno scrubber radiale e
uno scrubber di dimensioni maggiorate con relativo
scrubber di maggiore altezza sono disponibili come pezzi
aggiuntivi all’unità in post vendita.
Monta due bombole da 3 lt in acciaio
per l’ossigeno e il diluente, corredate dalle ottime
valvole Nautec DIN standard 5/8"per il diluente e da
valvole M26 per l’ossigeno, conformemente a quanto
previsto dalle normative CE.
Il rebreather monta sensori di
ossigeno con cavo coassiale solidale di marca JJ-CCR.
L’elettronica Shearwater richiede una batteria di
tipo AA, e due da 9 V servono per l’alimentazione del
solenoide, un’altra batteria AA al litio da 3,6 V serve
per il funzionamento dell'HUD. Le batterie sono
contenute in un apposito comparto stagno situato nella
testa del rebreather. L’elettronica centrale è affogata
nella resina per proteggerla dall’umidità.
Come per tutti i rebreather, anche nel
JJ-CCR il costo maggiore dei materiali di consumo è
l’assorbente della CO2.
Una carica completa dello scrubber da 2,5 kg costa circa
15 € e in genere può essere utilizzata per diverse
immersioni. La durata dell’assorbente di CO2
se si prende in considerazione solo il tempo di
immersione, come citato in precedenza è di circa 3 ore
per temperature dell'acqua superiori a 15°C.
Il JJ-CCR non è sicuramente un prodotto
recente, ma ha nell’affidabilità della sua
costruzione e funzionamento i suoi pregi principali.
Viene costruito in Danimarca ed è
certificato CE fino a 40 metri con diluente aria e fino
a 100 metri con diluente a base di elio. |
Rebreather HCCR Shark
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Il rebreather HCCR Shark è un
rebreather dell’ultima generazione di cui si parla
molto questi ultimi tempi. Lo Shark è disponibile nella
versione ibrida, dove al flusso sonico si aggiunge un
solenoide che inietta ossigeno automaticamente
utilizzando il controller elettronico del setpoint di
PPO2 di Shearwater Research.
Tutte le unità Shark includono un
computer principale con monitor della PPO2 e
gestione dei dati dell’immersione, ma i subacquei
tecnici dovrebbero considerare fortemente l'aggiunta
di un secondo computer di backup Shearwater Petrel o
NERD 2. L'elettronica Shearwater richiede una batteria
di tipo AA e due da 9 V di tipo Energizer o Duracell.
L’unità utilizza sensori di ossigeno con
connessione molex di marca Shark.
Lo scrubber a flusso assiale contiene
assorbente per 2,5 kg, che costa circa 15 € e in
genere può essere utilizzato per diverse immersioni. La
durata dell'assorbente della CO2
se si prende in considerazione solo il tempo di
immersione, è di circa 3 ore per temperature dell'acqua
superiori a 15°C.
Il design dello Shark include diverse
funzionalità per ridurre al minimo il rischio che
l’acqua entri nel circuito respiratorio, come il
polmone espiratorio, e il supporto che mantiene lontano
lo scrubber dal fondo del canister tenendolo lontano da
eventuale acqua o umidità presente all’interno del
circuito.
Il rebreather accetta bombole in
acciaio da 2 lt o 3 lt utilizzando valvole DIN
standard 5/8" per il diluente e valvole M26 per
l’ossigeno, conformemente a quanto previsto dalle
normative CE. |
I subacquei con una piccola corporatura
potrebbero preferire le bombole da 2 litri per ridurre
il peso complessivo. Sono disponibili anche bombole
in fibra di carbonio da 2 lt che riducono al minimo
il peso totale, ottime per quando si ci immerge in acque
tropicali, con mute umide di ridotto spessore, ma per le
immersioni in acque temperate si deve aggiungere zavorra
per compensarne la maggiore galleggiabilità e l’assetto
in acqua.
Lo Shark viene fornito di serie con
un’imbracatura regolabile di ottima qualità e un
sacco posteriore adeguato all’uso dell’unità. In
ogni caso lo Shark può montare qualsiasi sacco,
imbracatura e sistema di piastra posteriore, che si
monta utilizzando i fori decentrati di 11 pollici;
tuttavia l’utilizzo di un sacco e di un’imbracatura
diversi può modificare la posizione dell’unità sulla
schiena del subacqueo e quindi può modificare lo sforzo
respiratorio del subacqueo.
Cosa rende lo Shark diverso dagli
altri rebreather? Le caratteristiche principali del
design dello Shark includono i polmoni posteriori
integrati e protetti che grazie a uno studio accurato
della dinamica dei gas in fase di progettazione,
garantiscono uno degli sforzi respiratori più bassi
del mercato. Inoltre l’introduzione di ossigeno e
diluente, sia manualmente che automaticamente avviene
nello stesso punto, cioè all’interno del sacco polmone
espiratorio. Questo permette al gas di miscelarsi
passando all’interno dello scrubber, prima di essere
analizzato dai sensori di ossigeno. Da quel momento
in poi, nessun altro gas può entrare all’interno del
circuito fino alla bocca del subacqueo, che in questo
modo è sicuro che la miscela che sta respirando è
proprio quella analizzata.
Lo Shark è un prodotto relativamente
recente, che usufruisce delle ultime tecnologie e
conoscenze in materia. Viene costruito in Belgio
ed è certificato CE fino a 40 metri con diluente aria e
fino a 100 metri con diluente a base di elio. Questo
permette al subacqueo sportivo dopo la necessaria
esperienza e addestramento di proseguire verso
l’immersione tecnica. |
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Rebreather CCR T-reb
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Il T-reb è un rebreather
sidemount dell’ultima generazione.La prima cosa da
specificare, è il fatto che sia stato concepito e
realizzato per questo tipo di utilizzo, e non un
adattamento di una unità esistente.
Il T-reb è un rebreather ECCR
(elettronico), dove la pressione parziale di ossigeno e
il relativo set point vengono gestiti automaticamente da
un solenoide.
A differenza di quasi tutte le unità
presenti sul mercato, il T-reb ha una sua propria
elettronica "Icos" con caratteristiche specifiche al
suo utilizzo.
Il computer fornisce oltre alla gestione
della PPO2, anche profondità, tempo e un timer per
l’utilizzo del materiale assorbente.
Ci sono due algoritmi di iniezione
dell’ossigeno: uno classico basato sulla distanza
tra il set point e la PPO2 rilevata, e un secondo Icos,
che oltre a quanto rilevato dal primo prende in
considerazione la profondità attuale, riducendo il ritmo
di respirazione all’aumento della profondità.
Oltre a questo il computer ha una
funzione che attraverso una procedura specifica ed
esclusiva, permette di poter disattivare il solenoide
per un utilizzo come rebreather di backup. Questo
garantisce al subacqueo che nel momento di eventuale
utilizzo di emergenza, la PPO2 presente all’interno del
circuito sia solamente quella derivante dalla frazione
di ossigeno presente nel diluente, e quindi sicuramente
respirabile.
Una procedura specifica permette di
ristabilire il funzionamento del solenoide in caso di
utilizzo normale.
Lo schermo Oled, garantisce una lettura
chiara anche con una ridotta dimensione.
Le batterie che alimentano il computer
sono ricaricabili tramite apposito cavo USB.
Viene fornito di serie con un cavo
Fischer che permette di utilizzare un computer
supplementare, per il monitoraggio della PPO2 e dei
parametri decompressivi. |
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La bombola di ossigeno da 2 lt si trova
nella parte superiore, circondata dai due contropolmoni.
I sensori di ossigeno hanno un attacco
coassiale.
È presente un iniettore manuale di
ossigeno fornito di attacco rapido standard per
poter connettere un gas esterno in caso di necessità.
Il diluente viene introdotto attraverso
un connettore a grande flusso, fornito con l’unità.
Per la gestione del volume interno è
presente un iniettore automatico ACS (anti
collapse system). Diverso da un ADV, questo ha un
flusso ridotto, che permette di mantenere il volume
interno ed evitare il collasso del sistema durante le
fasi di discesa. Ottimo per mantenere il giusto volume
quando l’unità è utilizzata come backup, però non dà
abbastanza diluente se utilizzata come principale,
quindi il subacqueo deve integrare tramite il comando
manuale. E’ presente un flow stop per chiudere l’ACS
in caso di necessità.
Per quanto riguarda l’introduzione dei
gas all’interno del rebreather, l’ossigeno sia manuale
che automatico è introdotto nella parte espiratoria,
come l’ACS.
Il diluente manuale entra subito prima
del corrugato di inspirazione. Si tratta di una scelta
tecnica precisa, in quanto i gas automatici e l’ossigeno
manuale vengono introdotti prima dell’analisi per
garantire al subacqueo la composizione del gas.
Il diluente manuale nell’inspirazione
permette di avere rapidamente un gas respirabile in caso
di ipossia o iperossia, ma solamente per una scelta
specifica del subacqueo.
I corrugati hanno una lunghezza che si
adatta bene ad ogni utilizzo e permettono un ottimo
comfort anche nelle lunghe immersioni.
Il boccaglio di forma specifica risulta
un po’ duro per l’apertura e chiusura, ma per
scelta specifica del fabbricante. Un po’ scomodo per
l’utilizzo come rebreather principale, questa
caratteristica diventa fondamentale quando si usa come
backup, per evitare aperture accidentali che avrebbero
un effetto catastrofico. |
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Il corso si svolge sempre utilizzando il
T-reb come rebreather sidemount, per apprendere a fondo
il suo funzionamento ed utilizzo prima di essere usato
per altre configurazioni. Per il suo utilizzo viene
consigliato l’ottimo imbrago sidemount "Toddy Style",
con cui la configurazione ideale diventa rapida e
intuitiva. Immergersi con il T-reb in sidemount è
facile, gradevole e in molti casi divertente, anche per
i subacquei che non sono esperti con la configurazione
laterale. Si ha la sensazione di scivolare in acqua
senza sforzo, e accoppiato a un buono scooter, dona
sensazioni incredibili.
Lo scrubber a flusso radiale contiene
assorbente per 2,5 kg e una carica completa costa
circa 15€ e in genere può essere utilizzata per diverse
immersioni. La durata dell’assorbente se si prende in
considerazione solo il tempo di immersione, è di circa 3
ore per temperature dell'acqua superiori a 15°C.
Il rebreather accetta bombole da 2 lt in
acciaio con attacco M26 conformemente a quanto previsto
dalle normative CE. Questa configurazione permette al
rebreather di essere perfettamente neutro in acqua
salata. Lo sforzo respiratorio è ottimo in tutte le
posizioni.
Le sue dimensioni sono simili a una
bombola S80 con un peso pronto all’utilizzo di 18,5
kg.
Utilizzato come backup, grazie alle sue
caratteristiche uniche, non dà nessun problema durante
ogni fase di immersione, ed è sempre pronto al suo
utilizzo in caso di necessità.
Viene costruito in Polonia ed è
certificato CE fino a 40 metri con diluente aria e fino
a 100 metri con diluente a base di elio. |
Rebreather MCCR Triton
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L’MCCR Triton è un rebreather
meccanico che ha una configurazione particolare,
infatti, al contrario della maggior parte dei suoi
concorrenti che hanno i contro polmoni sulle spalle o
sul dorso, questi sono situati davanti sul petto del
subacqueo. Per i subacquei italiani ricorda un ARO, ma
vedremo qui di seguito che le prestazioni e la
tecnologia sono molto più avanzate.
Essendo un rebreather meccanico
nel Triton l’iniezione dell’ossigeno è gestita da un
flusso sonico e da un iniettore manuale gestito dal
subacqueo per la gestione del setpoint della PPO2.
Tutte le unità Triton sono fornite di un
monitor che gestisce i 3 sensori per il controllo
della PPO2 (Monox) a cui è connesso un HUD
che permette di tenere sotto controllo il livello di
ossigeno grazie a dei led luminosi.
Il Monox è fornito di allarme sonoro, che
si attiva ogniqualvolta la PPO2 esce dai limiti
stabiliti. E’ fortemente consigliata l’aggiunta di un
secondo computer di backup Shearwater Petrel o NERD
2 per un’ulteriore monitoraggio dell’ossigeno e per la
relativa gestione dei dati decompressivi
dell’immersione.
La batteria del Triton è ricaricabile
tramite cavo USB. Nel caso di presenza dell’elettronica
Shearwater occorre una batteria di tipo AA e nel caso vi
sia anche il NERD 2 la sua batteria è ricaricabile
tramite cavo USB micro.
Come con tutti i rebreather, il costo
maggiore dei materiali di consumo è quello
dell’assorbente della CO2.
Una carica completa dei due scrubber a
flusso assiale da 2,1 kg costa circa 12 € e in
genere può essere utilizzata per diverse immersioni. La
durata dell’assorbente se si prende in considerazione
solo il tempo di immersione, è di circa 2,5 ore per
temperature dell’acqua superiori a 15°C.
Il design del Triton è veramente
semplice ed essenziale nella concezione, facile da
montare e testare per il suo corretto funzionamento.
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Il circuito è formato da un boccaglio con
due valvole anti ritorno che permettono al gas di andare
in un unico senso. Due corrugati in silicone
alimentare trasparente uniscono il boccaglio ai
contro polmoni. Grazie a questa trasparenza è possibile
controllare in funzionamento delle valvole sia
meccanicamente che visualmente.
Nel contro polmone espiratorio si trovano
la valvola di sovrappressione e l’ADV, fornito di flow
stop. Attraverso l’ADV entra nel circuito oltre al
diluente anche l’ossigeno proveniente dal flusso sonico
e dall’iniettore manuale.
Il materiale assorbente è contenuto in
uno scrubber assiale, che è posizionato all’interno di
un canister di forma specifica per proteggere la
reazione chimica interna dalla temperatura esterna,
ottimizzando l’eliminazione della CO2.
Nel polmone inspiratorio troviamo il
gruppo dei 3 sensori di ossigeno, con attacco
molex, a cui sono connesse le elettroniche.
Sulla parte inferiore si trova
l’alloggiamento della bombola di ossigeno e a destra del
subacqueo c’è il primo stadio con relativo manometro e
l’iniettore manuale dell'ossigeno al cui interno si
trova l’ugello sonico.
Il rebreather accetta una bombola di
ossigeno da 1,5 o 2,0 lt con valvole M26,
conformemente a quanto previsto dalle normative CE.
Non c’è una vera e propria bombola del
diluente, in quanto non è fornita con l’unità, e
l’argomento diluente lo vedremo di seguito parlando
delle differenti configurazioni. |
Il Triton per la sua versatilità di
utilizzo non viene fornito di serie con alcuna
imbracatura standard, anche se vengono proposti
imbraghi sidemount specifici.
Cosa rende il Triton diverso dagli
altri rebreather? La prima cosa in assoluto sono le
sue ridotte dimensioni e peso: è piccolo come uno
zainetto e pesa solamente 9 kg, cosa valida per
coloro che viaggiano e vogliono continuare ad utilizzare
il rebreather nelle loro immersioni.
La seconda particolarità è la sua
versatilità, che permette un utilizzo in diverse
configurazioni: quella classica e quella sidemount,
dove una delle bombole viene utilizzata come diluente e
miscela di fuga, e l’altra come decompressiva in caso di
problemi.
Sempre in sidemount ma nella versione
"Toddy Style", diluente e gas per la stagna sono
situati nella parte posteriore del subacqueo, lasciando
le due bombole laterali alla loro specifica funzione di
bailout di fondo e decompressiva.
Un’altra configurazione molto
interessante per chi viaggia e anche per far effettuare
delle prove di immersione agli aspiranti allievi, è
utilizzare un gav con bombola standard, e attaccare
il Triton anteriormente, utilizzando il gas della
bombola come diluente e come bailout tramite un
erogatore standard. Questo permette di usare questo
rebreather ovunque ci sia un diving, non rendendo
necessario il trasporto di attrezzature supplementari.
Per le prove invece permette di creare meno stress
dovuto alle troppe nuove attrezzature, in quanto il
subacqueo continua ad usare il suo equipaggiamento
abituale.
Il Triton viene anche utilizzato come
secondo rebreather di emergenza, per le esplorazioni
subacquee più spinte.
Il design del Triton garantisce uno
degli sforzi respiratori più bassi del mercato.
Inoltre l’introduzione di ossigeno e diluente nello
stesso punto, cioè all’interno del sacco polmone
espiratorio, permette al gas di miscelarsi passando
all’interno dello scrubber, prima di essere analizzato
dai sensori di ossigeno. Da quel momento in poi, nessun
altro gas può entrare all'interno del circuito fino alla
bocca del subacqueo, che in questo modo è sicuro che la
miscela che sta respirando è quella che lui ha
analizzato.
L’MCCR Triton viene costruito in
Francia ed è certificato CE fino a 40 metri con
diluente aria e fino a 100 metri con diluente a base di
elio. |
Rebreather CCR rEvo
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Il rEvo III è un rebreather HCCR
non recentissimo costruito in Belgio, anche se
sul mercato italiano la sua vera introduzione è arrivata
pochi anni fa con la sua acquisizione da parte del
gruppo HTM Mares. Nonostante la sua età, rEvo era
all’epoca e resta anche oggi un rebreather
all’avanguardia come concezione e soluzioni.
La prima cosa che colpì quando uscì nel
2007 fu il fatto che aveva "cambiato le regole", andando
a creare una soluzione che si distaccava nettamente da
tutte quelle presenti sul mercato: non era il classico
canister cilindrico, con polmoni sulle spalle e
posteriori, ma un canister diviso in due parti
per ridurre l’ingombro, ma anche per permettere delle
soluzioni che vedremo qui di seguito, inapplicabili
negli altri modelli.
Il rebreather rEvo è disponibile sia in
versione meccanica a controllo manuale con flusso
sonico (MCCR), sia in versione ibrida (HCCR) dove
al flusso sonico si aggiunge un solenoide che inietta
ossigeno automaticamente utilizzando il controller
elettronico del setpoint di PPO2 di Shearwater Research.
Le due versioni sono disponibili in
tre diverse dimensioni: Standard, Mini e Micro. A
meno che il subacqueo non sia eccezionalmente grande
fisicamente, è preferibile l’HCCR completamente
automatico "rEvo III Micro".
Guardando l’unità, colpiscono la sua
compattezza, le ridotte dimensioni, il suo
peso limitato, la pratica e ampia maniglia per il
trasporto, la tasca per la zavorra nella parte alta e la
pulizia della configurazione, sopratutto nella versione
"Micro".
I contro polmoni e le bombole sono ben
protetti dalla cassa metallica in acciaio, che nella
versione a base di titanio, evita la formazione di
ruggine anche dopo molti anni di utilizzo. |
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Lasciano a desiderare i piccoli
piedini per farlo restare in piedi, che sono troppo
piccoli e poco stabili e non proprio robusti.
Un punto critico che in ogni caso si può
risolvere
richiedendo il comodo stand, che
permette una perfetta stabilità in tutte le situazioni,
ed è un ottimo punto di aggancio posteriore per i
bailout, e appoggiandosi sui glutei migliora la
stabilità e protegge dal mal di schiena.
Il DSV (boccaglio) e i corrugati possono
apparire corti, ma grazie all’ottima qualità di
fabbricazione e alla morbidezza del silicone a doppia
densità utilizzato risulta comodo in tutti i movimenti
della testa. Il boccaglio è fornito di serie di una
protezione per le labbra e di un cinghiolo che
mantiene il DSV in bocca. Molto utili sono i due
piccoli fori che permettono di verificare quando sia il
momento di lubrificarne l’interno.
Recentemente è disponibile un BOV
opzionale a basso peso con funzionamento della
chiusura e sforzo respiratorio simili al DSV standard
rEvo. Il BOV può offrire alcuni vantaggi, specialmente
per i nuovi subacquei CCR, ma per la maggior parte dei
subacquei CCR esperti viene considerato controproducente
e potenzialmente pericoloso nelle immersioni
tecniche. Infatti, indipendentemente dalla presenza
o meno del BOV, tutti i subacquei dovrebbero sempre
portare a termine un’emergenza respirando dall’erogatore
della bombola di emergenza.
Altro punto critico è la connessione
delle bombole con appositi binari, che anche se sono
i più compatti e leggeri del mercato, sono un pò
taglienti, e necessari da portare durante i viaggi per
installare le bombole recuperate alla destinazione.
Anche questo punto però è stato recentemente migliorato
con l’introduzione di fissaggi con una cinghia come
quella classica dei jacket, che permette di poter
installare direttamente e rapidamente vari tipi e
dimensioni di bombole qualunque sia il rubinetto
installato.
Le iniezioni manuali di ossigeno,
diluente e di un eventuale gas esterno sono concentrate
in un unico comando (MAV), molto facile da
trovare e comodo da azionare anche con i guanti spessi.
Il posizionamento centrale del pulsante dell’ossigeno,
evita di potersi sbagliare anche senza guardare.
Ai subacquei particolarmente alti o
robusti sono consigliate fruste maggiorate sul comando
di aggiunta manuale dei gas.
Il rEvo viene fornito di serie con
un’imbracatura in tessuto di ottima qualità e un
sistema di controllo sacca ad ala che la maggior
parte dei subacquei trova soddisfacente per le proprie
esigenze. Il rEvo può montare qualsiasi sacca ,
imbracatura e sistema di piastra posteriore, che si
monta utilizzando i fori decentrati di 11 pollici,
tuttavia l’utilizzo di una sacca e di un’imbracatura
diversa può modificare la posizione dell’unità sulla
schiena del subacqueo e quindi può modificare lo sforzo
respiratorio del subacqueo.
Il design del rEvo include diverse
funzionalità per ridurre al minimo il rischio che
l’acqua entri nel circuito respiratorio. |
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Il rebreather rEvo è adatto per le
immersioni a tutte le profondità sportive ed è stato
certificato fino a una profondità di 100 metri. Sebbene
il rEvo possa funzionare ben oltre le profondità
ricreative, come con qualsiasi rebreather ci sono
numerose considerazioni aggiuntive per le immersioni più
profonde.
Cosa rende il rEvo diverso dagli altri
rebreather? Le caratteristiche principali del design
del rEvo includono i polmoni posteriori integrati e
protetti, il doppio scrubber e l’elettronica
altamente ridondante.
Il rEvo III è un modello ricco di
funzionalità e collaudato di un produttore affermato e
migliaia di unità sono presenti in tutto il mondo. Il
rEvo è un’unità europea che favorisce il subacqueo
sportivo e permette dopo la necessaria esperienza e
addestramento di proseguire verso l’immersione tecnica.
Per i viaggi si consiglia l’unità "rEvo
III Micro", che pesa circa 16 kg senza contare le
bombole, che se necessario vengono imballate in un
bagaglio a parte. In questo modo l’unità completa,
considerando anche il peso della valigia che la
contiene, rimane ben al di sotto del limite di peso del
singolo bagaglio permessa dalla maggior parte delle
compagnie aeree. Indipendentemente dalla marca del
rebreather, può essere fastidioso viaggiare con le
bombole perchè vengono attentamente esaminate dal
personale di sicurezza e, occasionalmente, anche
sequestrate. Dove è possibile sarebbe preferibile
noleggiare le bombole direttamente alla propria
destinazione.
Un rebreather rEvo è solitamente
disponibile per la spedizione entro 4-5 settimane
dal ricevimento dell’ordine. Solo raramente si possono
avere dei ritardi, a causa di brevi esaurimenti delle
scorte di alcuni pezzi non prodotti dall’azienda, ma i
ritardi oltre i 30 giorni sono rari. Accessori e ricambi
sono generalmente disponibili per la spedizione
immediata. |
Rebreather HCCR rEvo III
Dopo aver dato uno sguardo alla parte
esterna, passiamo ad alcune caratteristiche tecniche
del rEvo "Hybrid CCR", che unisce un sistema di
iniezione continua a flusso costante di massa (CMF) a
una valvola solenoide.
Il CMF fornisce e reintegra il consumo
metabolico del subacqueo, mentre il solenoide interviene
in tutte quelle situazione in cui la variazione della
PPO2 avviene per fattori esterni. Questo garantisce
una curva morbida della PPO2 sempre molto vicina al
set point e senza picchi alti o bassi, garantendo una
migliore galleggiabilità e gestione dell’ossigeno.
All’interno del canister nel polmone
espiratorio, troviamo il sistema di iniezione automatica
del diluente (ADV) facilmente regolabile senza strumenti
speciali, la valvola solenoide, e la valvola di
sovrappressione.
Sempre all’interno del polmone
espiratorio, troviamo le due entrate di ossigeno e
diluente manuale. Questo significa che tutti i gas
vengono inseriti sia manualmente che automaticamente
nello stesso punto, producendo nella dinamica dei gas
del rebreather un effetto simile.
Nel canister del polmone inspiratorio
troviamo ben 5 sensori di ossigeno CR22D di marca
rEvo. Tre di questi sensori sono collegati
all’elettronica principale, quella che gestisce la
pressione parziale all’interno del HCCR, mentre gli
altri due sono collegati all’elettronica secondaria.
Questo permette di avere due sistemi di controllo
della PPOO2 completamente indipendenti, senza
nessuna interazione o punto di contatto, garantendo una
maggiore sicurezza in caso che una delle elettroniche
avesse un problema.
In caso di malfunzionamento di uno dei
sensori in immersione, ne restano ancora 4 disponibili,
che dopo la necessaria verifica del loro corretto
funzionamento, permettono di terminare l’immersione con
il rebreather in tutta sicurezza.
Pur avendo 5 sensori, il sistema di
gestione nel loro cambio periodico, permette di non
avere costi maggiori rispetto a un sistema
tradizionale a 3 sensori.
Siccome i gas arrivano tutti nel polmone
espiratorio e l’analisi della miscela avviene in quello
inspiratorio, questo significa che tra l’analisi e il
subacqueo non ci possono essere variazioni di alcun
genere, quindi quello che viene analizzato è esattamente
quello che il subacqueo respira.
Una delle caratteristiche peculiari di
questa unità è il sistema di monitoraggio e
previsione sulla durata del materiale assorbente (RMS),
che è un brevetto esclusivo rEvo, realizzato in
collaborazione con Shearwater Research. |
Bikini rEvo Team 2020 |
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In pratica il sistema utilizza 8
sensori di temperatura, 4 in ogni scrubber, che sono
situati attraverso dei pettini al centro del materiale
assorbente e non sull’asse, in modo da avere dati più
realistici sul cambiamento di temperatura.
Quando si utilizza il sistema di
monitoraggio della temperatura dello scrubber RMS,
normalmente si registrano durate dell’assorbente da 4
a 6 ore. La durata nell’uso effettivo dipende da
molti fattori legati al singolo subacqueo e alle
specifiche condizioni di immersione.
Il design rEvo divide la quantità di
assorbente di 2,7 kg tra due scrubber a flusso assiale
che possono essere utilizzati ciclicamente, in
modo tale che una volta esaurito lo scrubber superiore,
lo scrubber inferiore viene posto nella posizione
superiore, lo scrubber esaurito viene svuotato e
riempito con assorbente fresco quindi caricato nella
posizione inferiore. Questa sistema aumenta l’efficienza
e si traduce in uno spreco minimo di assorbente
inutilizzato, a differenza di altri modelli di scrubber
in cui in genere da un terzo a metà di ogni carico
assorbente non viene utilizzato ma deve essere
ugualmente rimosso.
Se utilizzata correttamente, l’opzione di
monitoraggio della temperatura dello scrubber RMS per
rEvo prevede la durata dello scrubber con largo
anticipo rispetto a qualsiasi eccesso di CO2
causato dall’esaurimento della capacità di assorbimento.
Tuttavia, l’RMS non fornisce alcuna informazione o
avviso sui livelli effettivi di CO2 nel
circuito respiratorio. |
L’algoritmo utilizzato oltre ai sensori,
prende in conto tra l’altro la fisiologia del subacqueo,
la miscela utilizzata, la profondità e la temperatura
dell’acqua, le aperture del solenoide. In base a questo
indica un tempo previsto nella condizione attuale, e
conserva in memoria per l’utente, il minor tempo
restante rilevato durante l’immersione.
Montaggio e smontaggio sono molto
facili e veloci senza nessun attrezzo, e l'unità può
utilizzare batterie standard che possono essere
trovate ovunque e sostituite in pochi secondi.
In acqua il rEvo è molto stabile e
richiede pochissima zavorra nonostante il peso
contenuto rispetto ad altre unità del mercato, la
respirazione è molto facile nella posizione orizzontale,
un pò meno in quella verticale o con la pancia rivolta
verso l’alto come in tutti i rebreather con i contro
polmoni posteriori, ma sempre entro livelli più che
confortevoli.
Adattissimo nei viaggi, per peso e
dimensioni minime, nelle immersioni in acque calde
in paesi tropicali, con utilizzo di protezione termica
di ridotte dimensioni, diventa insostituibile, e non
necessità di alcuna zavorra e non è talmente negativo da
richiedere un uso continuo del gav per il confort in
immersione.
Il rebreather accetta bombole da 2 lt
o 3 lt utilizzando valvole DIN standard 5/8 "in
linea" per il diluente e valvole M26 "in linea" per
l’ossigeno, conformemente a quanto previsto dalle
normative CE . Le bombole che vengono maggiormente
utilizzate sono in acciaio e i subacquei con una piccola
corporatura potrebbero preferire le bombole da 2 litri.
Sono disponibili anche bombole in fibra di carbonio
da 2 lt che riducono al minimo il peso totale,
ottime per quando ci s’immerge in acque tropicali, come
mute umide di ridotto spessore, ma per le immersioni in
acque temperate si deve aggiungere zavorra per
compensarne la maggiore galleggiabilità e l’assetto in
acqua.
Tutte le unità rEvo includono un
computer principale Shearwater Petrel 2 che fornisce
le informazioni sulla decompressione e gestisce il
funzionamento del rebreather. L’unità nella versione
base viene fornita di due rEvodream separati,
come monitor supplementari di PPO2, muniti di display
digitale e HUD. Può essere montato in opzione al posto
dei due rEvodream un computer da immersione completo
Shearwater NERD 2 che si trova posizionato sul
boccaglio davanti agli occhi del subacqueo. Questo
computer aggiuntivo fornisce un monitoraggio
ridondante indipendente della PPO2, così come
profondità/tempo e stato di decompressione ridondanti. I
subacquei tecnici dovrebbero considerare fortemente
l’aggiunta di un secondo computer subacqueo di backup
Shearwater Petrel o NERD 2.
L’elettronica Shearwater richiede una
batteria di tipo AA e una da 9 V di tipo consumer come
Energizer o Duracell, mentre il NERD 2 è fornito di
batteria ricaricabile con cavetto USB. |
Le ridotte dimensioni del rEvo sulle mie spalle...
come uno zainetto! |
My rEvo III Mini titanium... for me the best! |
Una delle critiche ricorrenti che
vengono fatte a questo HCCR riguarda il suo prezzo:
"Bella unità ma costa tanto più delle altre".
Di sicuro il modello top di gamma con tutti gli
accessori costa più del modello base dei concorrenti, ma
se facciamo l’esempio con un’unità base (che ha ancora
caratteristiche superiori alla maggior parte dei
concorrenti) vediamo che questa critica non corrisponde
a verità.
Prendiamo ad esempio il "rEvo Mini
stainless steel" che comprende:
· -
Elettronica primaria Shearwater Petrel 2 con controllo
PPO2 attraverso il solenoide, 3 sensori dell’O2,
trasmissione dati digitale.
· -
Elettronica secondaria rEvodream a trasmissione
analogica (quindi completamente indipendente dalla
primaria) con un sensore dell'ossigeno indipendente (2°
sensore in opzione), HUD con allarme di soglia PPO2 o
codice Smith.
· -
Doppio scrubber da 1,35 kg x 2 (totale 2,7 kg)
· -
MAV unico con iniezione manuale di diluente, ossigeno e
gas esterno
· -
ADV (sistema di iniezione automatica del diluente)
· -
Sistema di iniezione di ossigeno ibrido (flusso costante
di massa e solenoide)
· -
Scelta bombole da 2 lt o 3 lt in acciaio con rubinetti
Nautec
· -
DSV boccaglio con copri labbra e collare di serie
· -
Connessioni bombole con attacco rapido inox complete di
fascette inox
· -
Peso a vuoto senza materiale assorbente e bombole 19,5
kg
· -
Prezzo iva e trasporto esclusi 7.030 euro
Questa è una delle versioni più semplici
disponibili, ma già con caratteristiche uniche, più
avanzate della maggior parte degli altri CCR del mercato
e con un prezzo inferiore. |
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