191. Come calcolare il rischio di
tossicità polmonare dell'ossigeno
Articolo del dott. Ran Arieli (*) tratto dalla rivista “InDepth”,
ottobre 2020
(testo tradotto e revisionato da M. Polacchini)
La maggior parte dei subacquei tecnici calcola la
propria esposizione all'ossigeno nelle immersioni lunghe
e profonde tramite il computer utilizzando metodi, come gli UPTD o
REPEX, sviluppati negli anni '80. Tuttavia i ricercatori
ritengono che questi metodi non siano accurati. Il
fisiologo iperbarico israeliano Ran Arieli in questo
articolo propone un nuovo metodo per calcolare il rischio di
tossicità polmonare dell'ossigeno. |
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L'ossigeno
iperbarico (HBO) è un aspetto intrinseco
dell'immersione.
Tuttavia, il
rischio di POT - Polmonary Oxigen Toxicity
(tossicità polmonare dell'ossigeno) è diventato un
problema importante a causa dell'aumento delle tecniche
di immersione, che includono miscele di gas arricchite
di ossigeno e immersioni tecniche. Non esiste però
ancora un metodo soddisfacente e praticabile per
calcolare il rischio di tossicità da ossigeno accumulato
durante un'esposizione a ossigeno iperbarico.
Il
concetto di Unit Polmonary Toxic Dose (UPTD),
che si basa su una modifica dell'iperbole rettangolare,
è stato proposto in risposta a una richiesta di quali
fossero i limiti di esposizione all'ossigeno basata su
una quantità molto ridotta di dati di ricerca: un punto
a 4 bar e l'assenza di lesioni note a 0,5 bar (Lambertsen,
comunicazione personale). Tuttavia, questo limite era
meramente descrittivo e non basato su alcun meccanismo
fisico-chimico-fisiologico.
Invece
il metodo REPEX della NOAA, originariamente
sviluppato da R.W. "Bill" Hamilton negli anni '80, si
basa su un semplice presupposto lineare senza una
sufficiente convalida della ricerca.
È ben noto
ormai che entrambi questi metodi non sono accurati.
Poiché
qualsiasi reazione chimica, inclusa la produzione di
specie reattive dell'ossigeno (ROS) e delle
specie reattive dell'azoto (RNS), può essere
descritta da un'espressione polinomica, abbiamo scelto
l'approccio della legge di potenza.
Avendo
una conoscenza incompleta della reazione chimica, abbiamo
ipotizzato che il tasso di sviluppo della tossicità da
ossigeno POT sia correlato alla massima potenza della PO2.
Quando i vari parametri
di tossicità dell'ossigeno come, tra gli altri; una
diminuzione della capacità polmonare, un ridotto impulso
ventilatorio ipossico, cambiamenti nella conduzione
cutanea o l’aumento dello spessore della parete
alveolare, cambiano in funzione del tempo di
esposizione, il risultato può essere espresso al meglio
come un'equazione quadratica.
Il
tasso di produzione del perossido di idrogeno (un
precursore di ROS e RNS) è anche correlato al quadrato
del tempo, il che può spiegare questa relazione
temporale.
È
stato dimostrato che
l'equazione della potenza ha una buona capacità
predittiva (vedi gli articoli1 e 2 citati nella
bibliografia). |
Calcolo dell'equazione
della potenza
Dalle
considerazioni precedenti, ne consegue che lo sviluppo
della tossicità da ossigeno dovrebbe essere correlato al
quadrato del tempo di esposizione (t) e ad una certa
potenza della PO2 (PO2c ).
Inizialmente, abbiamo
calcolato l'equazione di potenza per la perdita di
capacità vitale (VC), con l'aggiunta di un parametro per
regolare le unità:
La
capacità predittiva dell'equazione di potenza rispetto
al concetto UPTD è mostrata nella figura 1 seguente.
Con una PO2 superiore a 1 bar, il concetto di UPTD
fallisce.
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È
stato riscontrato che il recupero di capacità vitale
VC (a PO2 < 0,48 bar) ha la forma di
un'espressione esponenziale, dove la costante di
tempo aumenta linearmente con la pressione dell'ossigeno
della precedente esposizione, come si vede nella figura
2 seguente.
È
stato dimostrato che la patologia polmonare è diversa ad
alta e bassa PO2 cioè si tratta di patologie
distinte.
Con l'esposizione a un aumento della PO2 gli
effetti centrali (cerebrali) sul polmone sono maggiori
degli effetti polmonari locali dell'ossigeno iperbarico
HBO.
Pertanto,
il recupero esponenziale della tossicità polmonare da
ossigeno ha assunto la forma:
ΔVCtr% = ΔVCe% × e- [- 0,42 + 0,384 × (PO 2)ex ]
× tr
dove tr è il tempo di
recupero in ore
ΔVCtr è il valore dopo il
tempo di recupero
ΔVCe è il valore che
segue la precedente esposizione iperbarica all'ossigeno
(PO2)ex è la
precedente esposizione all'ossigeno iperbarico in bar.
Il tasso di recupero
dipende dalla PO2 che ha causato la patologia
polmonare e si verifica con l'esposizione a una PO2 >
1,1 bar.
Uno
studio pubblicato di recente ha proposto altri
parametri per sostituire i cambiamenti nella
capacità vitale VC come indicatore della
tossicità
polmonare dell'ossigeno
POT: l’incidenza dei
sintomi (bruciore inspiratorio, tosse, oppressione
toracica e dispnea) e un cambiamento nei parametri
fisiologici polmonari (FVC, FEV25-75, FEV1 e DLCO).
Poiché le unità dell'indice POT [t2 ×
(PO2)4,57 ] sono al quadrato per il tempo e
la PO2, questo indice può anche contenere
stime che impiegano gli altri parametri appenaindicati.
L'incidenza
della
tossicità
polmonare dell'ossigeno
(POT) in 16 diverse esposizioni ad ossigeno iperbarico (HBO)
condotte presso la US Navy Experimental Diving Unit (NEDU)
è tracciata nella figura 3 che segue in funzione dell'indice POT calcolato.
Pertanto,
l'indice POT può essere utilizzato per prevedere
la percentuale di rischio di tossicità polmonare da
ossigeno (POT):
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Un pò di calcoli...
Per
calcolare l'accumulo di tossicità a PO2 superiore
a 0,6 bar si utilizza l'equazione 2:
Per un
numero di periodi (n)
di esposizione iperossica continua, ciascuno per un
periodo di tempo diverso e con una PO2 diversa,
il calcolo dovrebbe assumere la forma dell’equazione 3:
Durante
il recupero di VC a pressioni di ossigeno inferiori a
0,50 bar si utilizza l’equazione 4:
dove tr è il
tempo di recupero in ore
indice POT è
il valore dopo il tempo di recupero
indice POTe è
il valore che segue la precedente esposizione iperbarica
all'ossigeno
(PO2 )ex è
il PO2 nell'esposizione
precedente in bar.
Quando
c'è un periodo di recupero tra le esposizioni
iperossiche, l' indice POT alla fine del recupero
dovrebbe essere calcolato utilizzando l’equazione 4.
Il tempo necessario per ottenere lo stesso indice POT per
la successiva PO2 cioè
(PO2nx)
nella successiva esposizione iperossica verrà quindi
ricavato modificando l’equazione 2 in questo modo:
Questo tempo
t* dovrà essere aggiunto al tempo del prossimo periodo
iperossico, come se l'intera esposizione iniziasse a
questa PO2.
Perciò si
avrebbe l’equazione 6:
La
US Navy raccomanda limiti di esposizione all'ossigeno
che comportino una variazione del 2% nella VC, poiché si
prevede che l'esposizione massima consentita produrrà
una diminuzione del 10%.
Pertanto,
l'inserimento di ΔVC = 2% o ΔVC = 10% nell'equazione
della potenza determinerà la PO2 e
i limiti di tempo.
Per questi due valori di ΔVC, l'indice POT non
deve superare rispettivamente 244 e 1.220, sia a
pressione costante che per un'esposizione complessa.
Proponiamo che l'indice POT sia
utilizzato per sostituire i metodi UPTD o REPEX.
In sintesi,
è possibile utilizzare i limiti dell'indice POT da
244 (lieve) a 1220 (eccezionale) oppure
determinare
il rischio scelto appropriato tramite l'equazione di
incidenza:
Incidenza (%) = 1,85 +
0,171 × indice POT
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Immersioni in saturazione
In
linea di principio, nessuna soglia è stata incorporata
nell'espressione di potenza, che agisce quando la
produzione di ROS e RNS supera l'attività antiossidante
che produce il recupero della capacità vitale VC. È
stato suggerito che in esposizioni prolungate con PO2 relativamente
bassa, ad esempio in immersioni in saturazione con PO2 di
0,45–0,6 bar, un processo di recupero della POT
accompagna lo sviluppo della tossicità, e ciò attenua ma
non elimina completamente il risultato tossico
(3).
Nel
report di un'immersione sperimentale in saturazione in
campana della durata di 261 ore con PO2 di
0,5‒0,6 bar, risulta che due degli 8 soggetti (25%)
hanno sviluppato tossicità polmonare da ossigeno (POT). L'indice
POT calcolato con l'equazione 1 per il 25% è
risultato pari a 136.
Per
correggere questi due effetti opposti della tossicità
cumulativa e del processo di recupero, è possibile
utilizzare l’equazione 7:
dove t è il tempo di
esposizione a un livello tossico di iperossia espresso
in ore (h).
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E’
evidente che solo 8
immersioni sono un campione insufficiente. Tuttavia,
dopo aver pubblicato nel 2019 il mio articolo
Pulmonary oxygen toxicity in
saturation dives with PO2 close to the lower end of the
toxic range – a quantitative approach,
ho ottenuto un ulteriore campione di 8 immersioni in
saturazione. Durante questo ulteriore test i subacquei
si sono immersi per 4 giorni a un PO2 di
0,6 bar. La metà di loro ha sofferto di POT. La
percentuale calcolata utilizzando l’equazione 7 e
l’equazione 1 ha prodotto il 43,6%, cioè un dato
piuttosto vicino al 50%.
Suggerirei
quindi l'uso delle equazioni 7 e 1 per le immersioni
lunghe in saturazione
con una PO2 vicina
al range inferiore di tossicità e superiore a 0,48 bar. |
Bibliografia
1. Arieli R, Yalov A, Goldenshluger A. Modeling
pulmonary and CNS O2 toxicity and estimation of
parameters for humans. J Appl Physiol.
2002;92:248‒56. doi: 10.1152/japplphysiol.00434.2001.
PMID: 11744667.
2. Arieli R. Calculated risk of pulmonary and central
nervous system oxygen toxicity: a toxicity index derived
from the power equation. Diving Hyperb Med. 49:
154-160, 2019. doi: 10.28920/dhm49.
3.154-160. PMID: 315237893. Arieli R. Pulmonary
oxygen toxicity in saturation dives with PO2 close to
the lower end of the toxic range – a quantitative
approach. Respir Physiol Neurobiol 268: 103243,
2019. doi: 10.1016/j.resp.2019.05.017. PMID: 31158523
Ulteriore documentazione
- La
fisiologa respiratoria Barbara Shykoff della US Navy
Experimental Diving Unit (NEDU), ha anche sviluppato un
modello per la stima del rischio di tossicità
polmonare: Calculator
For Estimating The Risk of Polmonary Toxicity (2018)
- Shearwater
Research: Perché i calcoli UPTD non dovrebbero essere
utilizzati di Barbara Shykoff, 2017
- Shearwater
Research: Oxygen
Toxicity Calculations di
Erik C. Baker (2012) che spiega i calcoli UPTD e REPEX
precedenti.
- Tolerating
Oxygen Exposure di
R.W. "Bill" Hamilton (1997) che è il testo originario di
Hamilton sul metodo REPEX: Tolerating
Exposure To High Oxygen Levels: Repex And Other Methods di
R.W. Hamilton, 1989
- Una
revisione dell'inizio del 1985 del modello UPTD: Predicting
Pulmonary O2 Toxicity: A New Look at the Unit Polmonary
Toxicity Dose di
AL Harabin, LD Homer, PK Weathersby e ET Flynn
L'Autore
(*)
Il dottor
Ran Arieli, attualmente in pensione, era il responsabile
dell'Unità di ricerca di fisiologia iperbarica presso
l'Istituto medico navale israeliano. Ha conseguito il
dottorato di ricerca dall'Università di Tel Aviv,
completando un post-dottorato a Buffalo presso la State
University of New York. Ha tenuto lezioni di fisiologia
della respirazione presso la Facoltà di Medicina
Technion di Haifa. I suoi principali argomenti di
ricerca sono la fisiologia respiratoria, la fisiologia
integrativa, la tossicità da ossigeno e la fisiologia
della decompressione.
Il dottor
Arieli ha studiato i fattori ambientali che influenzano
la tossicità dell'ossigeno, proponendo algoritmi per la
predizione della tossicità da ossigeno del sistema
nervoso polmonare e centrale. Nella sua ricerca sulla
fisiologia della decompressione, Arieli ha presentato un
nuovo meccanismo alla base della formazione di bolle
durante la decompressione.
Il dottor
Arieli ha pubblicato 128 articoli sulle sue ricerche
scientifiche. |
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