190. Cosa c’è da sapere sullo
scrubber del rebreather
di Reilly Fogarty
Articolo tratto da
“InDepth” settembre 2020.
Testo tradotto, riveduto e corretto da Marcello Polacchini
In questo articolo Reilly Fogarty parla
dell'assorbimento di CO2 e illustra la
reazione chimica che c’è dietro al funzionamento dello
scrubber di un rebreather, inoltre descrive i metodi di
monitoraggio della durata dello scrubber e spiega quanto
tempo si può conservare tra le immersioni.
Segue un metodo di calcolo per stimare la durata dello
scrubber (metodo "Absorbent
Canister Endurance" - ACE) |
I rebreather
sono degli oggetti delicati, e i pericoli del loro uso
sono in gran parte dovuti all'assorbente di anidride
carbonica che usano: la calce sodata (soda
lime), chiamata anche "sorb" o indicata con i nomi
commerciali Sofnolime 797, Intersorb o
Sodasorb è un composto granulare utilizzato per
rimuovere l'anidride carbonica da un ambiente
respiratorio chiuso. È l'ultimo ritrovato tra le
soluzioni di "lavaggio" dell’anidride carbonica per
l'attrezzatura subacquea, ed è destinata a rimanerlo a
lungo nel prossimo futuro.
A causa
delle sue applicazioni sensibili e critiche dal punto di
vista operativo, la calce sodata deve essere stabile
e inerte rispetto ad un'ampia gamma di gas, deve
reagire in modo prevedibile ed essere
economicamente conveniente da produrre. Il lungo
elenco di requisiti e applicazioni impegnative la
rendono un caso di studio interessante nell'innovazione
chimica, ma presenta alcuni seri compromessi. |
Confezioni di calce sodata: Sofnolime
797, Intersorb, Sodasorb |
La
composizione chimica della calce sodata varia
leggermente in base al produttore, ma è composta da
circa il 75% di diidrossido di calcio (calce
idratata, a volte chiamata calce spenta), 20% di
acqua, 3% di idrossido di sodio e (nel caso di molti
produttori) 1% di idrossido di potassio.
Il
risultato è un composto relativamente inerte come
polvere secca, ma che può reagire in modo efficace e
affidabile con l'anidride carbonica gassosa. Questo
composto chimico avvia una serie di reazioni chimiche
che portano alla neutralizzazione dell'anidride
carbonica, con acqua, carbonato di calcio e calore come
sottoprodotti rilevanti.
Se utilizzata in modo appropriato, la calce sodata è
estremamente efficiente e richiede pochi controlli, ma
presenta rischi tossici e corrosivi significativi se
viene utilizzata in modo improprio. |
Sopra lo scrubber radiale doppio del rebreather rEVO;
sotto lo scrubber radiale del Liberty |
Uno
sguardo al passato
La
moderna calce sodata è il risultato di secoli
di tentativi di fare ricircolare in sicurezza il gas
espirato dai subacquei per aumentare la durata del
gas e le possibilità di esplorazione.
Già nel 360 a.C.
Aristotele descriveva subacquei che usavano delle
pentole capovolte come "campane da sub" per catturare il
gas espirato, consentendo loro di immergersi più in
profondità e rimanere più a lungo per pescare. Allora
non esistevano gli scrubber e gli effetti dell'anidride
carbonica sui subacquei divennero un argomento di
ricerca a sé stante.
Il
primo dispositivo che iniziò davvero ad assomigliare al
moderno rebreather fu l'invenzione del 1680 di Giovanni
Borelli, che utilizzava tubi di rame raffreddati
dall'acqua di mare per condensare le impurità nel gas
espirato. In seguito nel 1726 Stephen Hale realizzò uno
dei primi assorbenti chimici di anidride carbonica,
utilizzando sale marino e tartaro (bitartrato di
potassio) all'interno di uno scafandro da sub per
rimuovere le impurità.
Diverse
altre soluzioni chimiche si sono evolute nel corso del
tempo, dall'idrossido di bario agli scrubber di
potassio/idrossido di sodio, ma i primi sentori della
moderna calce sodata possono essere fatti risalire al
1777, allorché Carl Wilhelm Scheele, un chimico svedese,
creò una miscela di ossigeno, cloro e manganese e la
utilizzò in un esperimento in cui tenne in vita delle
api in un barattolo di vetro assorbendo l'anidride
carbonica che producevano con acqua di calce.
Questo esperimento fu replicato da Henri Regnault e
Jules Reiset nel 1847 con dei cani.
Una forma granulare del loro composto chimico fu infine
brevettata nel 1930 da Charles A. Carey e dalla Dewey &
Almy Chemical Company di Cambridge, Massachusetts,
società che in seguito fu acquisita dal gigante chimico
WR Grace nel 1954.
Diversi
produttori hanno ora sviluppato metodi per produrre
calce sodata e oggi la si trova in una serie di formule
simili e di diverse dimensioni dei granuli. Sebbene
abbiamo familiarità con il suo utilizzo nelle immersioni
subacquee, la calce sodata è utilizzata anche in
numerose applicazioni militari e aerospaziali e vede il
suo più ampio utilizzo in campo medico. Infatti le
macchine per anestesia, alcuni ventilatori e una serie
di applicazioni mediche più specializzate impiegano
tutte circuiti respiratori simili a quelli utilizzati
nei rebreather. |
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Un pò di buona
chimica...
Come
accennato sopra, la calce sodata è un composto granulare
costituito da circa il 75% di diidrossido di calcio
[Ca(OH)2], 20% di acqua (H2O),
3% di idrossido di sodio (NaOH) e 1% di idrossido di
potassio (KOH), progettato per neutralizzare
l'anidride carbonica gassosa in presenza di calore e
acqua.
Questo composto è prodotto in una varietà di forme con
delle piccole variazioni. Alcuni produttori aggiungono
un reagente indicatore, molto spesso un colorante viola,
che indica approssimativamente dove si trova la zona in
cui avviene la reazione chimica nello scrubber a base di
calce sodata e quanta calce sodata inutilizzata
rimane. In molti prodotti viene anche aggiunta la silice
per rendere più difficile che i granuli formino polveri
alcaline che possono causare broncospasmo e
complicazioni meccaniche; mentre nelle applicazioni
mediche sono inclusi degli additivi per ridurre il
potenziale di reazione con i gas anestetici volatili. |
La
capacità della polvere di assorbire l'anidride carbonica
dipende specificamente dal contenuto di idrossido di
sodio (NaOH) e può essere meglio compresa
analizzando queste serie di tre reazioni chimiche:
(1) CO2 +
H2 O
⇌
H2 CO3
(2) H2 CO3 +
2NaOH (o KOH) <==> Na2CO3 (o
K2CO3 )
+ 2H2O
+ calore
(3) Na2CO3 (o
K2CO3 )
+ Ca(OH)2 <==>
CaCO 3 +
2NaOH (o KOH)
La
prima fase della reazione prevede la combinazione di
anidride carbonica gassosa con acqua e la formazione di
H2CO3 liquido o
acido carbonico.
(1) CO2 +
H2O
<==> H2CO3
La formazione dell'acido
carbonico H2CO3
si traduce in una soluzione fortemente
acida con un pH di circa 3,49, che può essere più
facilmente neutralizzata dall'idrossido di sodio basico
nella fase successiva della reazione.
(2) H2CO3 +
2NaOH (o KOH) <==> Na2CO3 (o
K2CO3 )
+ 2H2O
+ calore
Nella
seconda fase, l'acido carbonico viene neutralizzato da
idrossido di sodio o da idrossido di potassio, entrambi
usati come attivatori per catalizzare la formazione di
carbonato di sodio o carbonato di potassio. Queste basi
forti sono ideali per questa reazione perché possono
dissociarsi completamente in acqua e reagire con l'acido
carbonico debole sin dal primo passaggio.
Questa reazione di
neutralizzazione provoca la trasformazione del carbonato
di sodio e/o del carbonato di potassio (a seconda della
composizione iniziale della calce sodata) in acqua e
calore. A questo punto, il gas è entrato nello
scrubber a base di calce sodata e ha attraversato la
superficie di reazione, cioè l'area in cui
l'assorbente fresco incontra l'anidride carbonica nel
gas, ed esce dallo scrubber.
La superficie di reazione si muoverà quando la calce
sodata viene consumata dalla reazione e la velocità e
l'efficienza della reazione saranno influenzate da
fattori come la temperatura, la calce sodata rimanente,
il calore, l'umidità e la concentrazione di anidride
carbonica nel gas.
(3)
Na2CO3 (o
KCO3 )
+ Ca(OH)2 <==>
CaCO3 +
2NaOH (o KOH)
La fase
finale del processo prevede la reazione dell'idrossido
di calcio con il carbonato di sodio e/o il carbonato di
potassio della calce sodata per formare il carbonato di
calcio (CaCO3),
un precipitato stabile e insolubile utilizzato in
particolare come integratore alimentare, nei dentifrici
e in agricoltura.
Questa terza fase porta
alla formazione di idrossidi aggiuntivi che
vengono poi utilizzati per catalizzare ulteriori
reazioni con acido carbonico. In questo modo i
catalizzatori idrossidi vengono riutilizzati, mentre il
diidrossido di calcio viene consumato durante l'utilizzo
dello scrubber. |
Lo
scrubber assiale del JJ-CCR con Sofnolime 797 |
È
importante notare che mentre la superficie di
reazione dello scrubber è piuttosto facile da
identificare, questa non è l'unica zona del filtro in
cui avviene la neutralizzazione dell'anidride carbonica,
che invece si verifica in tutto lo scrubber. La
superficie di reazione dello scrubber è proprio l'area
in cui si verifica il maggior livello di attività a
causa della combinazione di gas espirato e calce sodata
fresca. |
Monitoraggio
dell'assorbimento della
CO2
Sfortunatamente,
l'uso di calce sodata non si è dimostrato privo di
pericoli. I problemi con la calce sodata nelle
immersioni e nell'esplorazione spaziale sono stati
principalmente la difficoltà di monitoraggio durante
l'uso e i rischi causati da guasti meccanici o dei
sistemi.
La difficoltà di
monitoraggio deriva principalmente dalla difficoltà che
i subacquei e gli astronauti hanno nel tenere traccia
del tempo di reazione e del potenziale di reazione
rimanente della calce sodata. Questi utenti fanno
affidamento sulla capacità della calce sodata di
neutralizzare l'anidride carbonica nel loro gas espirato
quando si trovano in ambienti inospitali dove il ritorno
immediato in superficie o in un'atmosfera favorevole
alla vita non è sempre possibile.
L'ipercapnia
risultante, dovuta all'anidride carbonica eccessiva, può
provocare incoscienza o morte negli ambienti in cui
lavorano i subacquei e gli astronauti e i segnali di
pericolo possono essere inesistenti o mascherati da
disturbi mentali e fisici causati da altri sintomi di un
alto livello di biossido di carbonio.
L'ipercapnia che deriva da
un alto livello di anidride carbonica nel gas respirato
è una delle minacce più pericolose che i
subacquei con rebreather devono affrontare; perciò sono
stati sviluppati vari metodi per monitorare la velocità
di reazione dello scrubber e il potenziale di reazione
rimanente.
Nelle
applicazioni mediche, un colorante attivato dalla
reazione di neutralizzazione dell'anidride carbonica
indica il consumo dello scrubber, ma questo metodo si è
dimostrato inaffidabile nei rebreather. Poiché il colore
del reagente dipende in parte dalla temperatura, esso
può scomparire nel tempo necessario a un subacqueo per
uscire dall'acqua e ispezionare il proprio scrubber;
inoltre il colorante si è dimostrato un indicatore
dell'utilizzo dello scrubber inaffidabile se utilizzato
nell'alta densità di gas e nell'umidità ambiente di un
rebreather.
Inoltre,
durante un'immersione effettuata nel 1992 la Marina
degli Stati Uniti ha stabilito che il reagente colorante
dell'assorbente è stato la possibile causa di un
odore simile all'ammoniaca nel gas respirato, perciò il suo
utilizzo nello scrubber è stato
interrotto. Il lavoro di follow-up ha mostrato che
negli scrubber Sodasorb
e Sofnolime 797 sono stati trovati ammoniaca, ammine etiliche e dietiliche
ed idrocarburi alifatici, probabilmente a seguito di un
problema del colorante indicatore; ma il lavoro non è
stato in grado di riprodurre la reazione in ambienti
simili, lasciando qualche dubbio sulla fonte della
contaminazione del gas.
Approcci
più moderni per stimare l’utilizzo dello scrubber hanno
utilizzato sonde di temperatura, note anche come
"temp stiks" (stick di temperatura), che sono state
sviluppate in maniera indipendente nel corso dell'ultimo decennio
sia dalla US Navy Experimental Diving Unit (NEDU) che
dall'AP Diving.
Secondo un documento del 2019, i "temp stiks" si sono
dimostrati efficaci nel fornire un avviso tempestivo di
un significativo aumento della CO2. Tuttavia,
la maggior parte dei subacquei fa tuttora una stima
della durata
dello scrubber tramite calcoli piuttosto empirici
basati su potenziali di reazione noti, applicando a quei
calcoli enormi fattori di conservatorismo.
È
ormai noto e dimostrato che circa 100 grammi di calce sodata
assorbono 26 litri di anidride carbonica (Freeman,
2014) e alcune varianti di questa stima vengono
utilizzate dalla maggior parte delle agenzie didattiche
e dei produttori di rebreather come base per calcolare
la durata dello scrubber.
Alcuni produttori eseguono test di laboratorio più
approfonditi per confermare le prestazioni dello
scrubber in condizioni note, come ad esempio il test
Conformité Européene (CE) EN14143, che misura la durata
dello scrubber a una profondità di 40 meti / 131 piedi,
con temperatura dell'acqua di 4°C / 39.2°F, una
frequenza respiratoria di 40 litri al minuto e
una velocità di produzione di CO2 di
1,6 litri al minuto. Tuttavia, l'entità di questi test
varia a seconda del produttore del rebreather.
La difficoltà nella stima
delle prestazioni dello scrubber, anche con un
potenziale di reazione noto, risiede nell'enorme
variabilità delle prestazioni assorbenti in base alla
temperatura, alla densità del gas, al modo in cui lo
scrubber è stato preparato e al design del canister.
Anche le caratteristiche
fisiologiche del subacqueo possono essere utilizzate per
stimare l'utilizzo dello scrubber. Ad esempio, la GUE ha
sviluppato un approccio relativamente recente per
stimare in modo sicuro la durata dello scrubber,
chiamato ACE (Absorbent Canister Endurance), utilizzando
le prestazioni teoriche di assorbimento della calce
sodata. Questi calcoli sono accurati solo quanto la loro
premessa, quindi è importante capire che l'approccio ACE
si basa su tutte le stesse variabili del test di
resistenza CE, ad eccezione della metrica per la
produzione di anidride carbonica. Questa metrica è
estremamente variabile tra i subacquei, ma può essere
stimata in base al RMV e al consumo di ossigeno con un
volume di anidride carbonica prodotta (VCO2)
e un volume di ossigeno consumato (VO2 )
che si presume siano uguali. |
|
Riempimento
dello scrubber assiale del JJ-CCR |
Il pericolo di formazione
di cocktail caustici
Poiché
la calce sodata per catalizzare la reazione di
neutralizzazione dell'anidride carbonica si basa su
idrossidi di sodio e potassio estremamente caustici, la
combinazione della polvere granulare con più acqua di
quella richiesta per la reazione può provocare lesioni
significative.
Ciò crea ulteriori
problemi, perché gli scrubber per funzionare richiedono
un po’ di umidità, ma una quantità di liquido
incontrollata all’interno di uno scrubber può sciogliere
un po' di calce sodata che non ha reagito e creare una
sospensione caustica. L'ingestione o l'inalazione di
questo liquido, che ha un pH stimato di 14, può
causare ustioni alla bocca, alla gola e alle vie aeree e
può causare problemi respiratori generali.
In almeno un
caso documentato
presso il Dipartimento di Medicina d'Emergenza
dell'Università della California di San Diego, piccole
quantità di acqua hanno reagito in un rebreather ad
ossigeno a circuito chiuso Drager LAR V, creando una
soluzione acquosa di calce sodata che entrava nei
polmoni del paziente e causava una sensazione di
bruciore opprimente all'orofaringe e al torace,
provocando una risalita di emergenza che potrebbe aver
causato ulteriori lesioni.
Fortunatamente
questo tipo di lesione da "cocktail caustico"
viene spesso avvertita rapidamente dai subacquei e il
più delle volte provoca soltanto una lieve irritazione
alla bocca e alla gola.
In caso di formazione di un cocktail caustico, il
subacqueo deve passare subito in bailout e, se
possibile, sciacquare immediatamente il liquido caustico
dalla bocca e dalle cavità orali mentre è sott'acqua.
Se il liquido caustico
entra nello stomaco non è un problema serio; la
preoccupazione maggiore è per la faringe e l'esofago.
Il DAN sta facendo il suo "Rebreather
Survey 2020" proprio per raccogliere informazioni sui
cocktail caustici.
È
interessante notare che, nelle applicazioni mediche, la
calce sodata presenta un ulteriore rischio. Il
meccanismo è ancora da approfondire ma si è scoperto che
la calce sodata essiccata e l'applicazione ad alto
flusso di gas organici volatili, come quelli usati per
l'anestesia, hanno prodotto ingenti quantità di
monossido di carbonio. Questo fenomeno non si verifica
nella calce sodata utilizzata alla corretta umidità, né
si verifica con i gas impiegati in immersione, ma indica
l'importanza di mantenere l'umidità della calce sodata a
livelli appropriati. |
Conservazione dello
scrubber
La
questione della conservazione dello scrubber per la sua
sicurezza è un argomento sul quale le comunità subacquee
dibattono molto, soprattutto in rete.
Sebbene sia vero che la cautela è importante, in
particolare per i subacquei con rebreather, i dati
oggettivi non indicano che uno scrubber usato debba
essere scartato immediatamente.
Finchè la calce sodata
viene mantenuta con il contenuto di umidità richiesto
dal produttore (in genere 16-20%) e lontano da luce,
calore e contaminazioni, è logico che uno scrubber usato
possa essere conservato e riutilizzato, purché l'uso sia
registrato accuratamente e la durata sia stimata in modo
conservativo.
I
ricercatori della Laval
University e dell'Università di Auckland recentemente
hanno effettuato diverse prove di conservazione degli
scrubber usati: 1) conservandoli aperti con
esposizioni note di anidride carbonica; 2) conservandoli
sigillati in un sacchetto di plastica ermetico e
tenendoli aperti durante la notte; 3) mantenendoli
sigillati in un sacchetto di plastica. Questi scrubber
sono stati conservati in questo modo per 28 giorni,
quindi sono stati riutilizzati in una simulazione di
laboratorio di un rebreather funzionante e testati fino
a quando hanno funzionato.
Si è constatato che mentre lo scrubber conservato aperto
nell'aria ambiente è durato altri 188 minuti, lo
scrubber sottovuoto è durato 241 minuti e lo scrubber
lasciato aperto durante la notte e poi sigillato è
durato 239 minuti. In nessun caso gli scrubber hanno
smesso di funzionare in modo clamoroso e, sebbene la
dimensione del campione sia stata relativamente piccola,
sembra che lo stoccaggio in un sacchetto sigillato
sottovuoto, con o senza lasciare lo scrubber
all'aria ambiente durante la notte per farlo asciugare
dall'uso, sia un modo sicuro per conservare e quindi
riutilizzare il soda lime confezionato.
Bibliografia:
Freeman, BS & Berger, JS (2014) Anesthesiology Core
Review: Part One Basic Exam. New York, McGraw-Hill
Education Medical. |
Stima della durata dello scrubber
Tratto da “InDepth” settembre 2020,
estratto
dalle Procedure operative standard CCR
della GUE (traduzione di Marcello Polacchini.
I subacquei
della Global Underwater Explorers (GUE) che s’immergono
con il rebreather utilizzano il metodo "Absorbent
Canister Endurance" (ACE) per stimare la durata
dello scrubber.
Il volume di CO2 prodotta
da un subacqueo è variabile e incrementale in relazione
al livello di esercizio fisico e di conseguenza al
Volume Respiratorio al Minuto (RMV) del subacqueo.
Se si conosce il proprio RMV si può
stimare il consumo di ossigeno (VO2) e di anidride
carbonica (VCO2) e quindi il proprio Absorbent Canister
Endurance (ACE).
Il calcolo
dell’ACE mostrato qui di seguito è fatto per lo scrubber
assiale del rebreather JJ-CCR (v. immagine a lato),
ma può essere applicato ad altre unità, comprese quelle
con gli scrubber radiali.
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Questi che seguono
sono i 5 passi da seguire per calcolare la durata
(stimata) dello scrubber:
1. Calcolo della capacità di assorbimento
teorica (TAC)
Sappiamo che prodotti molecolari come il
Sofnolime 797 (granulometria 1,0-2,5 mm),
che è consigliato per l'uso con il JJ-CCR, hanno una
capacità di utilizzo tipica (TUC) di 150 litri di CO2
per kg di Sofnolime 797 .
Sappiamo anche che il canister assiale standard del
JJ-CCR contiene da 2,5 kg a 2,7 kg di assorbente quando
è riempito correttamente.
Sulla base di questi dati si può calcolare la capacità
assorbente teorica (TAC ) utilizzando la formula:
TAC = TUC x kg
Ad esempio per 2,7 litri Sofnolime 797 si
ottiene TAC = 150 x 2,7 = 405 litri di CO2 che
in teoria possono essere assorbiti.
2. Calcolo del volume di ossigeno
consumato al minuto (VO2)
Il rapporto tra il consumo di ossigeno al
minuto e il volume respiratorio al minuto (RMV) è di
circa il 4,0% che è ciò che ci si aspetta dai subacquei
che compiono attività fisica normale sott'acqua. (1)
VO2 =
RMV x 0,04
3. Calcolo del volume di anidride
carbonica prodotta al minuto (VCO2)
Per semplicità si presume che
la produzione di anidride carbonica VCO2
e il volume di ossigeno consumato VO2
siano uguali (tasso respiratorio 1:1).
Il rapporto tra VCO2 e
il volume respiratorio al minuto (RMV) è circa il 4,0%,
un valore indicativo di ciò che ci si aspetta dai
subacquei che compiono attività fisica normale
sott'acqua. (1)
VCO2 =
RMV x 0,04
Ad esempio se RMV è 40 l/min si ha
VCO2 =
40 x 0,04 = 1,6 l/min
Se invece RVM fosse 20 l/min si avrebbe
VCO2 =
20 x 0,04 = 0,8 l/min
4. Calcolo della capacità reale
assorbente del canister (RAC)
La capacità reale dell’assorbente (RAC)
varia a seconda dell'RMV effettivo. Un RMV inferiore
equivale a un tempo di permanenza sott’acqua più lungo e
di conseguenza a un migliore assorbimento di CO2.
Le percentuali stimate qui di seguito si
basano su test condotti dalla GUE:
20 l/min RMV = 95% della capacità
assorbente teorica (TAC)
30 l/min RMV = 85% della capacità
assorbente teorica (TAC)
40 l/min RMV = 80% della capacità
assorbente teorica (TAC)
Ad esempio se RMV è 40 l/min e VCO2 è
1,6 l/min si avrà RAC = TAC x 0,8, perciò RAC = 324
litri di CO2 che
è la quantità di litri di CO2
che l’assorbente può assorbire in
condizioni reali ed è ovviamente una quantità inferiore
alla capacità di assorbimento teorica (TAC) di 2,7 kg di
Sofnolime 797 pari a 405 litri di CO2.
Se invece RMV fosse 20 l/min e VCO2 0,8
l/min, avremmo una RAC = TAC x 0,95 cioè RAC = 384,75
litri CO2 che
è la quantità di litri di CO2
che l’assorbente può assorbire in
condizioni reali rispetto alla quantità teorica.
5. Calcolo della durata assorbente del
canister (ACE)
La durata stimata del canister
dell’assorbente (ACE) può essere calcolata sulla base
del VCO 2 medio
del subacqueo, applicando la formula:
ACE = RAC ÷ VCO2
Ad esempio se RMV è 40 l/min e VCO2 è
1,6 l/min e RAC è 324 litri, si avrà ACE = 324 ÷
1,6 cioè 202,5 minuti
Se invece RMV è 20 l/min, VCO2 è
0,8 l/min e RAC è 384 litri si avrà ACE = 384 ÷ 0,8 cioè
480,9 minuti
Questo calcolo dovrebbe fornire una
stima approssimativa della durata prevista dello
scrubber assorbente.
Nota
(1)
US Navy Experimental Diving Unit Report
3-81 Standard NEDU Unmanned UBA Test Procedures and
Performance Goals. James R. Middleton. Edward D.
Thalmann. Luglio 1981
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