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Ratio Deco. La strategia di risalita
mnemonica di UTD
Articolo di Flavio Turchet
- UTD Instructor Trainer -
www.flavioturchet.com
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Il dialogo
ed il confronto costituiscono il motore dell’innovazione
e della crescita. Il convegno sulla decompressione,
organizzato con grande cura da Salvatore Pecorella
insieme a tutto lo staff del Medoacus Club nella
splendida cornice del teatro comunale di Vigonza (PD), ė
stato proprio questo: dialogo e confronto. Il convegno
ha avuto il pregio di riuscire a raccogliere le
esperienze di alcune tra le più importanti agenzie
didattiche tecniche intorno al delicato, scomodo e
spesso insidioso tema della Decompressione.
Raramente i subacquei hanno potuto
confrontarsi pubblicamente illustrando le loro
convinzioni e le loro procedure in relazione alla
decompressione e alle strategie di risalita ad esse
collegate. Da sempre infatti l’immersione subacquea e i
suoi effetti sul corpo umano sono stati un’indiscussa
proprietà dei medici fisiologi e più recentemente dei
medici iperbarici. Essi analizzano i casi da un punto di
vista clinico, formulano teorie, le sperimentano e
forniscono delle indicazioni che si trasformano in
tabelle, algoritmi, software e computer subacquei.
Professionisti, militari e per ultimi noi subacquei
sportivi, ricreativi e tecnici, ne abbiamo fatto uso
nelle esplorazioni del mondo sommerso, spesso senza
porci troppi dubbi. |
Come
qualsiasi aspetto della storia dell’uomo anche la storia
della decompressione è stata soggetta però ad
un’evoluzione in base alle nuove scoperte, incentivate
da nuove conoscenze interdisciplinari, dall’impiego di
nuovi strumenti tecnologici di indagine ma anche molto
spesso dalle evidenze empiriche.
Negli anni 70, l’utilizzo del doppler
dimostrò l’esistenza delle micro bolle, presenti prima e
dopo l’immersione anche senza una manifestazione
patologica, mettendo in crisi inequivocabilmente il
modello compartimentale strutturato sulla base degli
studi di Haldane.
Che cosa si poteva fare allora, visto che
tale modello, che aveva condizionato gli studi sulla
decompressione per quasi 70 anni, si basava proprio sul
supposto che le bolle fossero la causa della PDD
(patologia da decompressione)?
Da quel momento in poi si aprirono due
nuove vie alla ricerca: una votata alla correzione dei
modelli esistenti e l’altra orientata verso un
cambiamento più radicale, concentrando il proprio
interesse sui meccanismi di formazione e sviluppo delle
bolle d’inerte.
Si aprì parallelamente anche ad una
nuova fase empirica. Il subacqueo e le sue
esperienze, nel vuoto lasciato dalla ricerca medica,
tornarono ad avere un ruolo centrale nella capacità di
dare risposte. Diverse comunità di subacquei avanzati,
imprese di operatori subacquei professionali o semplici
cultori del profondismo, cominciarono quindi a
sperimentare sulla loro pelle nuove strategie e pratiche
decompressive. |
La "Ratio
Deco", la strategia di risalita che utilizziamo in
UTD ė proprio figlia di questa situazione di grande
imbarazzo della ricerca medico-scientifica e della
grande confusione da esso generata. La Ratio Deco nacque
all’interno di un nucleo altamente specializzato di
speleosubacquei, impegnati nell’esplorazione del sistema
carsico di Wakulla Springs in Florida. Immersioni lunghe
e profonde per le quali i modelli compartimentali non
erano in grado di dare precise risposte.
La Ratio Deco pur prendendo come linea
guida i valori di profondità e tempo elaborati nel
metodo compartimentale, li corresse con le strategie
suggerite dai più recenti modelli a bolle. Il
tutto fu sottoposto al vaglio di un rigido metodo di
riscontro empirico con l’osservazione sul campo
attraverso migliaia di immersioni e continui
aggiustamenti delle procedure. Nessun metodo
decompressivo può vantare una così elevata applicazione
pratica su immersioni molto complesse.
L’aspetto più importante però, capace di
rendere la Ratio Deco un ottimo strumento decompressivo,
ė che la sua validità non ė intrinseca al metodo stesso
quanto piuttosto al sistema olistico nella quale essa ė
inserita. In altre parole, la Ratio Deco non funziona
perché applica strategie o conoscenze
medico-scientifiche innovative superiori ad altri metodi
(infatti restituisce profili molto simili a quelli
neo-buhlmaniani con fattore di gradiente Hi 85% Lo 30% o
a quelli forniti dal software V-Planner con
conservatorismo +2) quanto piuttosto perché ė
inserita in un sistema di addestramento finalizzato al
suo corretto utilizzo. |
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La Ratio
Deco ė uno strumento mnemonico ed adattabile nel
corso dell’immersione (Deco on the fly).
Deve quindi essere conosciuta dai subacquei che la
applicano e la trasformano all’interno di un team
d’immersione. Essa rappresenta quindi uno strumento
collettivo e condiviso all’interno di un gruppo che
si immerge, per cui ogni subacqueo non ė lasciato solo
con i dati del proprio computer ma diventa parte di
un’unica testa pensante e di un unico modo d’agire.
Molto spesso si stenta a capire il grande
valore educativo di questa scelta filosofica ma
qualsiasi strumento elettronico, quindi il computer
subacqueo, contribuirebbe a distruggere questo proficuo
lavoro di coesione e di squadra.
La Ratio Deco ė di facile applicazione ma
necessita comunque di molto allenamento come
tutte le abilità che il mondo UTD/DIR/hogarthian
richiede al subacqueo. Dalle semplici abilità personali
di base, assetto, trim, posizione e propulsione, a
quelle più complesse di gruppo, ogni subacqueo ė
chiamato ad impegnarsi per essere autosufficiente ed
intercambiabile all’interno di un team. Egli dovrà
essere capace in qualsiasi situazione di gestire quindi
anche la decompressione, conducendo fuori dall’acqua i
propri compagni in ogni momento con la giusta sequenza
di soste e tempi. Impossibile in questa sede scendere
nel dettaglio di come questa strategia di risalita
funzioni e venga applicata ma certamente possiamo
indicare quali siano le fondamenta su cui essa è
costruita.
La Ratio
Deco poggia su tre pilastri: soste profonde, finestra
dell’ossigeno e miscele standard.
Tutti e tre devono essere presi in
considerazione in maniera olistica come ingranaggi
insostituibili di una macchina armoniosa.
Se in un’ottica compartimentale le
soste profonde peggiorano il quadro della
saturazione, in base ai modelli a bolle esse diventano
indispensabili per il controllo della misura del raggio
delle bolle di gas inerte. In maniera antitetica ai
modelli neo haldaniani, che tendono infatti a portare il
subacqueo verso la superficie per massimizzare il
gradiente della pressione ambiente nel rispetto dei
valori M (punto in cui il gas uscirebbe dai
compartimenti in fase libera sotto forma di bolle),
quelli a bolle ritengono che i compartimenti veloci
siano i più preoccupanti molto prima del loro valore M
anche nella più semplice delle immersioni e debbano
essere controllati in profondità. I compartimenti veloci
come quello dei 5 minuti si saturano in brevissimo tempo
e richiedono una risalita più lenta per dar modo alle
bolle, sempre esistenti, di non espandersi e diventare
problematiche. |
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Questa
convinzione introduce due importanti concetti. Primo:
non esiste veramente un’immersione senza decompressione.
Secondo: la minima quantità di gas (Minimum Gas o
Rock Bottom) che ogni subacqueo ha l’obbligo di
preservare come scorta deve consentire a due subacquei
di uscire dall’acqua o raggiungere altre scorte di gas
rispettando le soste imposte dal profilo attuato.
Alle soste profonde segue il concetto che
la decompressione con il gas di fondo non ė efficiente
come non lo ė la gestione del gas necessario per
attuarla. Di conseguenza la Ratio Deco richiede di
frazionare la decompressione all’interno di segmenti
decompressivi che prevedano l’utilizzo di miscele
decompressive standard.
Questi gas vengono utilizzati allo scopo
di accelerare e rendere efficiente la decompressione
creando un gradiente artificiale tra la pressione
parziale del gas inerte (Pp di Elio o Azoto) disciolto
nei compartimenti/bolle e la Pp dell’inerte nel flusso
ematico. Il loro utilizzo abbassa anche la richiesta di
Minimum Gas consentendo l’allungamento dei tempi di
fondo. Ogni segmento decompressivo, ad esclusione
dell’ossigeno impiegato ai 6 metri, avrà una Pp di
ossigeno media di 1,2, rendendo estremamente facile e
mnemonico anche il calcolo del CNS prodotto in qualsiasi
tipo d’immersione. |
Le miscele standard,
terzo importante pilastro, sono progettate per essere
costruite facilmente partendo dall’EAN32 e sono
concepite per governare nell’ordine d’importanza: CNS,
CO2 e per ultimo la PDD.
Ogni miscela standard deve restituire una
Pp dell’ossigeno di 1,2 o inferiore in base alla
durata dell’immersione. Anziché cambiare ogni volta
miscela creando una Best Mix ottimale, noi adoperiamo
quindi un set di miscele che ci danno sempre gli
stessi risultati all’interno di un determinato
intervallo di profondità. Oltre a non doverci
preoccupare se si stia adoperando quella miscela in una
grotta profonda, fredda e buia o in una calda immersione
in acque tropicali, poiché i gas che respireremo saranno
altamente cautelativi in termini di incremento della
tossicità dell’ossigeno e accumulo di CO2,
saremo in grado di ricevere un costante feedback.
L’altro
subdolo nemico da combattere ė la CO2. Lo
sforzo respiratorio aumenta l’accumulo di CO2
che ė capace, grazie alla sua elevatissima solubilità,
di peggiorare l’iterazione e gli effetti sull’organismo
di tutti gli altri gas, quindi la narcosi e la tossicità
dell’ossigeno. Ė imperativo controllarla abbassando la
densità delle miscele considerando anche l’ossigeno
narcotico, quindi la nostra formula per la END ė
(1-He)*ATA.
Se, come anticipato, la PDD si trova in
cima alle priorità del metodo compartimentale, per la
Ratio Deco rappresenta l’ultimo dei problemi da
governare. Questa convinzione, unita alla
considerazione che il controllo della bolla sia
preminente rispetto a quello della saturazione dei
tessuti, porta a delle pratiche decisamente diverse. Per
esempio, nelle immersioni ripetitive, l’immersione
effettuata dopo un’ora di intervallo di superficie viene
considerata come una nuova immersione. Così per due, tre
o anche quattro immersioni al giorno.
Altro punto di differenza ė quello dei
profili inversi nelle ripetitive, cioè l’immersione
successiva più profonda della precedente, da sempre
dogmaticamente sconsigliato da parte di tutte le agenzie
didattiche. Anche se proprio nell’ultima revisione delle
tabelle US Navy del 2008 si parla finalmente di “non
proibizione” alla pratica dei profili inversi, in base
ai meccanismi di genesi e controllo della bolla, la
Ratio Deco consiglia il loro utilizzo.
La
Ratio Deco ė comunque un sistema aperto,
predisposto per essere facilmente adattabile alle future
indicazioni frutto di nuove scoperte medico-scientifiche
o evidenze empiriche, con la convinzione che la parola
fine sul delicato tema della decompressione non è ancora
stata scritta. |
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