Com'è possibile prendere decisioni sui livelli di
saturazione tissutale e sull'assorbimento dell'azoto quando non
si conosce nemmeno cosa significa tutto ciò?
Purtroppo ottenere un'informazione comprensibile sulla
fisiologia nell'immersione subacquea è un pò come cercare di
capire cosa succede al proprio organismo quando si fa dello
jogging: la verità giace nascosta da qualche parte in mezzo ad
una giungla di parole scientifiche incomprensibili, mentre si
vorrebbe trovare descritta un semplice italiano.
Molti subacquei vogliono trascorrere più tempo sott'acqua. Di
fatto, esistono molti computer subacquei e varie tabelle
d'immersione programmati per questo scopo, che si rivolgono al
sub con termini e concetti spesso un pò complicati. Questo
spinge molti subacquei ad affidarsi totalmente agli strumenti,
senza comprendere a fondo i criteri del loro funzionamento.
Modello multi-tissutale, assorbimento, emisaturazione, tessuti
rapidi e lenti, sovrasaturazione...."Ma sarà poi necessario
capire cosa vogliono dire quei termini astrusi per usare questi
strumenti correttamente?", sembra si chiedano molti subacquei.
Ebbene, la risposta è SI.
Vediamo allora di chiarire questi concetti fondamentali.
Significato dei principali
termini utilizzati nella teoria della decompressione
Che cos'è un "modello
multi-tissutale"?
Quasi ogni sostanza assorbe gas se è sottoposta a pressione e lo
rilascia quando la pressione viene ridotta; così si comportano i
tessuti del corpo.
E' risaputo, infatti, che tutto l'organismo assorbe azoto
durante un'immersione, e che diverse parti del corpo si
saturano di azoto con ritmi e tempi differenti.
Queste diverse parti del corpo sono comunemente denominate
tessuti ma dovrebbero essere, più adeguatamente, definite
compartimenti, perchè nessun tessuto o organo, inteso in senso
anatomico (sangue, osso, muscolo, gasso, etc.) corrisponde ad
uno specifico ritmo di assorbimento di azoto.
In realtà ci sono solo 4 tipi basilari di tessuto che
compongono il corpo umano: tessuto muscolare, connettivo,
epiteliale e nervoso.
Organi come il cuore o i polmoni, per esempio, sono composti di
diversi tessuti, ognuno dei quali contribuisce alla struttura ed
al funzionamento dell'organo con le sue caratteristiche
specifiche. L'idea di una varietà di diversi tessuti a
rappresentare le varie aeree dell'organismo che assorbono gas in
modi differenziali rappresenta, in realtà solo una convenzione
di carattere matematico.
Non si potrebbe prendere, per esempio, un fegato e dire che
assorbe azoto a un certo ritmo ed in una determinata quantità.
Questa convenzione matematica, però, è d’importanza cruciale per
l'impostazione degli algoritmi (i sistemi di equazioni
matematiche) utilizzati per il calcolo delle tabelle di
decompressione o per il funzionamento dei computer subacquei.
Questo sistema viene chiamato "modello multi-tissutale".
Che cos'è "l'assorbimento"?
Se s’inspirano dei gas, una parte di ciascuno dei gas che
vengono respirati si discioglie nel sangue attraverso gli
alveoli polmonari e si trasferisce ai vari tessuti corporei, con
un meccanismo di diffusione, dalle zone ad elevata pressione
di quel gas alle zone dove la sua pressione è minore.
L'entrata e il discioglimento del gas nel tessuto vengono
definiti assorbimento o uptake, nella terminologia
anglosassone frequentemente usata in questi casi.
Il livello di assorbimento aumenta con l'aumentare della
profondità e della pressione e con il trascorrere del tempo. Il
processo inverso di eliminazione del gas assorbito durante la
saturazione viene definito desaturazione o offgassing,
nella terminologia anglosassone.
L'organismo utilizza l'Ossigeno per i suoi processi metabolici.
Questo gas, pertanto, non si accumula in modo significativo nei
tessuti, in quanto viene rapidamente utilizzato.
L'Azoto, invece, si accumula
nei tessuti durante la permanenza in pressione, perchè non
partecipa ad alcuna reazione chimica nell'organismo ed è
"metabolicamente inerte", da cui la definizione di gas
inerte, nel senso che non partecipa al metabolismo corporeo.
Ogni gas inerte che sia respirato sotto pressione, viene
assorbito e satura i tessuti, ma ognuno possiede differenti
proprietà di solubilità e diffusibilità che influiscono sul
processo di assorbimento.
L'Elio, per esempio, è molto meno solubile nei tessuti rispetto
all'azoto, ma si diffonde più rapidamente. La minor solubilità
fa si che la quantità di Elio assorbito sia minore, e questo
consente tempi di decompressione più brevi dopo lunghe
immersioni professionali in alto fondale. Ma la grande
diffusibilità dell'Elio richiede fermate di decompressione più
profonde per impedire la troppa rapida uscita dallo stato di
discioglimento nei tessuti e la produzione di bolle.
I processi di assorbimento e desaturazione dell'intero organismo
avvengono, principalmente, attraverso i polmoni.
Che cos'è la "tensione di azoto"?
La tensione di azoto corrisponde alla pressione parziale
di quel gas (PpN2), ed è una misura per definire
l'entità e la rapidità del processo di assorbimento.
La tensione di azoto è una misura di pressione del gas a livello
tissutale e non del volume di gas contenuto nei tessuti, e viene
normalmente espressa in Atmosfere Assolute (ATA).
Durante l'immersione, la pressione ambiente aumenta rapidamente,
ma il processo di assorbimento di azoto è relativamente lento e
richiede tempo prima che sia assorbita una quantità di gas tale
da far aumentare la tensione (pressione) dell'azoto nei tessuti.
Per lo stesso motivo, ma con processo inverso, il prolungamento
degli intervalli in superficie fra due immersioni fa diminuire
sensibilmente la tensione di azoto che si era accumulata nel
tessuto durante la prima immersione.
Questa è la ragione per la quale viene raccomandato di ridurre i
tempi di fondo rispetto agli intervalli in superficie.
Tutti i subacquei sanno che, al livello del mare, la pressione
dell'aria è di 1 atmosfera, che equivale ad una colonna d'acqua
di 10 metri circa; la pressione assoluta a cui è sottoposto un
sub immerso è, quindi, uguale alla pressione dell'acqua più la
pressione dell'aria sovrastante.
E' anche noto che, poiché l'aria è composta per il 79% circa di
azoto, solo la parte corrispondente al 79% della pressione
totale esercitata dall'aria atmosferica è dovuta all'azoto,
mentre il rimanente 21% è esercitato dall'ossigeno ed, in minima
quantità, dagli altri componenti dell'atmosfera.
Per questo motivo la pressione dell'azoto nell'aria viene
chiamata pressione parziale (PpN2).
Durante l'immersione, mentre non cambiano le percentuali di
ossigeno e di azoto nell'aria inspirata, le loro pressioni
parziale aumentano con l'aumentare della pressione ambiente.
A 10 metri di profondità per esempio, e 2 atmosfere assolute di
pressione, le pressioni parziali di azoto e ossigeno saranno
raddoppiate.
Sono proprio le pressioni parziali dei diversi gas a
condizionare e a regolare l'assorbimento dei gas stessi nei
tessuti dell'organismo.
Questo significa che la pressione parziale dell'azoto (PpN2)
nell'aria inspirata, regola l'assorbimento tissutale dell'azoto.
Tutto ciò avviene secondo il principio della legge di Dalton
sulle pressioni parziali dei gas.
Questa, incidentalmente, è una delle ragioni per cui la
somministrazione di ossigeno è così importante nel trattamento
delle patologie da decompressione.
Infatti, meno azoto c'è nella miscela respirata, maggiore è la
forza e la velocità (il gradiente) con cui avviene la
desaturazione (offgassing) dell'azoto dai tessuti.
Vivendo sulla superficie terrestre e respirando aria, tutti i
tessuti corporei assorbono il gas inerte fino a completare il
processo di saturazione e raggiungere l'equivalenza della
pressione parziale del gas fra l'interno dei tessuti e l'aria
inspirata (stato di equilibrio).
A pressione atmosferica, per esempio, la pressione parziale
dell'azoto tissutale sarà il 79% circa di 1 atmosfera, ovvero lo
0,79 Atmosfere.
Se si vive in montagna, ad altitudini dove la pressione
atmosferica è minore rispetto al livello del mare, la tensione
di azoto nei tessuti sarà inferiore a 0,79 Atmosfere, perchè la
pressione parziale dell'azoto nell'aria inspirata sarà inferiore
che al livello del mare.
Se, per esempio, la pressione ambiente a 1.000 metri di
altitudine è di 0,9 Atmosfere, la pressione parziale dell'azoto,
allo stato di equilibrio, sarà uguale al 79% di 0,9 Atmosfere,
ovvero 0,71 Atmosfere, sia nell'aria inspirata che nei tessuti.
Solo quando ci si sposta rapidamente da una situazione di
pressione ambiente a una diversa (sia inferiore che superiore)
le pressioni parziali dei gas nell'aria inspirata e nei tessuti
si differenziano e la spiegazione è data dai diversi tempi di
emisaturazione tissutali.
Che cos'è il "tempo di emisaturazione"?
Come si è già detto, il processo di variazione della tensione
dell'azoto tissutale richiede tempo, perché le tensioni
tissutali aumentano gradualmente a seconda del ritmo e della
velocità di assorbimento di ciascun tessuto o compartimento. I
vari tessuti dell'organismo, infatti, sono costituiti da
componenti diversi ed hanno livelli di afflusso sanguigno
differenti fra loro, così che assorbono azoto con
caratteristiche di velocità e tempi diverse.
Queste diverse caratteristiche sono chiamate anche tempi
di emisaturazione (a volte scritti: T 1/2).
Un tempo di emisaturazione è il tempo in minuti che è necessario
perchè un tessuto (o compartimento) assorba gas inerte
fino alla metà della differenza di pressione fra il gas
inspirato e la tensione del gas nel tessuto (cioè fino alla metà
del gradiente di pressione), ovvero per saturarsi a metà.
Da questo momento sarà necessario lo stesso tempo perchè il
tessuto si saturi fino alla metà del gradiente residuo (metà
della metà) e poi ancora fino alla metà del gradiente che resta
(metà di un quarto) e così via fino allo stato di equilibrio.
E' un processo che ricorda la normale lotta che ogni sub compie
per riempire il borsone dell'attrezzatura: più si riempie e più
è difficile (e lento) farci entrare qualcos'altro.
Questo rallentamento del processo di assorbimento, man mano che
ci si avvicina all'equilibrio, segue una precisa curva,
calcolabile matematicamente, che viene definita curva
esponenziale.
Prendendo ad esempio un ipotetico tessuto da 60 minuti di tempo
di emisaturazione, trascorsi 60 minuti tale tessuto avrà
assorbito una metà del gradiente residuo di 1/2, cioè sarà
saturo per 3/4 (1/2+1/4); dopo altri 60 minuti sarà stata
assorbita la metà del gradiente residuo di 1/4 ed il tessuto
sarà saturo per 7/8 (1/2+1/4+1/8), e così via.
Il processo di assorbimento e saturazione ha le caratteristiche
di un fenomeno a spettro continuo. Questo significa che i vari
tessuti dell'organismo assorbono e cedono azoto con tempi di
emisaturazione che variano da pochi secondi a diverse ore.
Per poter rappresentare il fenomeno sia matematicamente che
concettualmente (cioè per semplificare la soluzione del
problema) i vari tessuti reali sono stati raggruppati in tessuti
matematici (o compartimenti), definiti da tempi di
emisaturazione espressi in minuti.
Si avranno così tessuti da 5 minuti, da 10 minuti, da 40 minuti
eccetera. I vari modelli di calcolo utilizzati dai diversi
studiosi possono utilizzare raggruppamenti e valori di
emisaturazione differenti, secondo la necessità o le preferenze
di calcolo del ricercatore.
Un fattore che complica i calcoli, ma di cui occorre tenere
conto, è che, quando la pressione ambiente viene diminuita, non
tutto il gas assorbito da un tessuto ritorna al sangue
direttamente dallo stesso tessuto, in modo da consentire una
desaturazione (offgassing) diretta attraverso il sangue
ed i polmoni. Infatti, poiché diversi tessuti, vicini
anatomicamente, possono avere differenti tempi di
emisaturazione, si possono creare differenze di tensione di
azoto fra un tessuto e l'altro, che producono gradienti di
tensione di azoto fra gli stessi tessuti adiacenti e la
diffusione di azoto da un tessuto all'altro.
Cosa sono i "tessuti rapidi" ed i "tessuti lenti"?
Un tessuto rapido si satura e si desatura con tempi di
emisaturazione brevi. I tessuti rapidi presentano generalmente
tensioni di azoto piuttosto elevate dopo un'immersione, rispetto
a tessuti più lenti, perchè hanno potuto assorbire più azoto in
un dato intervallo di tempo.
Le soste di sicurezza raccomandate dalle più
importanti organizzazioni didattiche, hanno proprio lo scopo di
abbassare sensibilmente la tensione di azoto dei tessuti veloci,
che si desaturano rapidamente.
Il differente comportamento dei vari tipi di tessuto diventa
particolarmente importante nel caso di immersioni successive. In
queste situazioni, infatti, i tessuti lenti possono non aver
avuto abbastanza tempo per desaturarsi prima che la successiva
immersione aggiunga altro azoto a quello già presente. Questo
provoca un effetto additivo cosiddetto a scala, che porta ad un
aumento, a volte eccessivo, dei livelli di tensione tissutale di
azoto.
Cosa rende un tessuto più veloce di un altro? I fattori più
importanti sono le capacità del tessuto di assorbire e
trattenere azoto e l'entità del flusso sanguigno che giunge al
tessuto.
I tessuti grassi, ad esempio, hanno una maggiore affinità con
l'azoto e sono, quindi, in gradi di accogliere più gas dei
tessuti a contenuto acquoso; questo aumenta il tempo necessario
per la saturazione e la desaturazione.
Come regola generale, si può ritenere che le aree del corpo con
più elevato afflusso di sangue (cioè con una maggiore
perfusione), come i polmoni e gli organi addominali, assorbano e
cedano azoto più rapidamente di altri tessuti.
Il grasso, l'osso ed i tessuti cicratiziali, che sono meno
vascolarizzati, la cartilagine ed i tessuti interni alle
articolazioni, che non sono vascolarizzati, sono classificati
fra i tessuti più lenti.
All'interno di questi tessuti lenti, la scarsità di vasi
sanguigni rende importante, per l'assorbimento del gas inerte,
il ruolo della diffusione dell'azoto all'interno del tessuto
stesso, oltre a quello rivestito del trasporto di azoto per via
sanguigna. I tempi di emisaturazione di questi tessuti sono
condizionati dalla capacita di diffusione del gas inerte ed il
processo è regolato, in gran parte, dalla diffusione stessa.
Nei tessuti limitati dalla diffusione sono necessari gradienti
di tensione di gas inerte più elevati per provocare
l'assorbimento e la desaturazione, rispetto ai tessuti
controllati dalla perfusione ematica.
Durante la decompressione, questi tessuti avranno costantemente
tensioni di azoto più elevate di quelle riscontrabili nei
tessuti più vascolarizzati.
Questi tessuti lenti e poco vascolarizzati, creano, in sostanza,
una riserva di gas che può contribuire alla crescita di bolle
gassose anche diverse ore dopo aver concluso un'immersione.
La perfusione tissutale cambia sensibilmente con l'esercizio
fisico, le variazioni della pressione parziale di ossigeno, la
temperatura, le condizioni fisiche e di nutrizione e la velocità
di compressione o discesa.
L'esercizio fisico provoca vasodilatazione e aumento del flusso
sanguigno nei muscoli che lavorano, con conseguente maggior
apporto di azoto. L'esercizio provoca anche, con meccanismo di
compensazione, una vasocostrizione, con riduzione del flusso del
flusso sanguigno, a livello degli organi non sottoposti a
sforzo, come i visceri e la pelle; questa causa il rallentamento
della desaturazione di tali organi.
L'aumento della pressione parziale dell'ossigeno con l'aumentare
della profondità provoca una vasocostrizione generalizzata in
quasi tutti i tessuti. Il freddo ha scarsi effetti sugli organi
centrali, ma causa una profonda vasocostrizione con riduzione
della perfusione sanguigna a livello cutaneo e periferico.
Una discesa troppo rapida, può seriamente ridurre la perfusione
a livello dell'osso e dei tessuti periferici.
Infine, fattori come il fumo, la disidratazione e l'assunzione
di alcuni farmaci, possono causare vasocostrizione localizzata o
generalizzata.
Tutte queste variabili, spesso non completamente controllabili o
prevedibili, complicano il calcolo matematico dell'assorbimento
e della desaturazione di azoto durante l'immersione.
Che cos'è la "saturazione"?
Quando un tessuto ha assorbito tutto l'azoto possibile a una
determinata pressione ed ha raggiunto lo stato di equilibrio
si dice che il tessuto è "saturato" a quella determinata
pressione.
E' necessario un tempo pari a 6 volte il tempo di
emisaturazione perchè un tessuto raggiunga una saturazione
(o una desaturazione) del 99%. Così, un tessuto da 60 minuti,
sarà considerato saturo dopo 6 ore. Un tessuto più lento, da 120
minuti, impiegherà 12 ore. Un tessuto da 5 minuti, invece, si
saturerà in soli 30 minuti.
Ai fini concettuali, si ritiene che la desaturazione avvenga con
gli stessi tempi della saturazione, ma esistono diversi fattori
di complicazione che, di fatto, rallentano il processo di
desaturazione.
Il tessuto più lento, preso in considerazione dal modello di
calcolo dell’U.S. Navy per le tabelle standard, è il tessuto da
120 minuti. Pertanto si considera che tutto l'organismo sia
completamente desaturato dopo 12 ore dall'ultima immersione, in
quanto occorrono 12 ore per la desaturazione del tessuto più
lento, i tessuti più rapidi si saranno desaturati prima.
Esiste, quindi, un periodo minimo di 12 ore entro il quale ogni
immersione deve essere considerata una ripetitiva rispetto alla
precedente.
La quantità di gas che un tessuto può trattenere in soluzione,
cambia con la pressione, secondo i principi della legge di
Henry. Il tempo necessario a raggiungere la totale
saturazione, secondo il modello dell’U.S. Navy è di 12 ore; dopo
questo tempo, ogni ulteriore permanenza ad una data profondità
non comporterà assorbimento di altro azoto Se, invece, la
profondità viene aumentata, il gradiente di tensione di azoto
aumenta di nuovo e viene assorbito altro gas inerte fino alla
saturazione alla nuova profondità.
Questa metodica d'immersione, l’immersione in saturazione,
è, ovviamente, del tutto estranea alle tecniche di immersione
sportiva, perchè impone lunghissimi periodi di decompressione e
strumentazioni assai sofisticate.
La tecnica consente di evitare lo spreco di tempo prezioso per
lunghe decompressioni e di trascorrere, invece, periodi di
giorni, ed anche di settimane, lavorando in pressione, per poi
eseguire una sola decompressione finale, che comporterà gli
stessi tempi dopo una permanenza di 12 ore o di un mese ad una
data profondità.
Il vantaggio, dal punto di vista del rischio della
decompressione, è che viene affrontato una sola volta con costi
operativi decisamente contenuti.
In realtà molti modelli di calcolo per esposizioni prolungate,
considerano tessuti più lenti di 120 minuti, fino a 240 minuti
ed anche 500 minuti secondo gli ultimi modelli di calcolo.
Questo comporta periodi di 24 ed anche 48 ore per il
completamento dei processi di saturazione e desaturazione dei
tessuti più lenti.
Che cos'è la sovrasaturazione e cosa sono i rapporti di
sovrasaturazione?
Nell'immersione sportiva, un'immersione di un'ora porterà a
saturazione i tessuti con tempi di emisaturazione fino a 10
minuti e farà aumentare le tensioni di azoto negli altri tessuti
fino a livelli per i quali questi si troveranno saturi (cioè in
equilibrio con la pressione esterna) o sovrasaturi (cioè con un
tensione di azoto nel tessuto, superiore alla pressione esterna)
durante la risalita.
Quando, durante la risalita, la pressione viene ridotta, questi
tessuti potranno, temporaneamente, continuare ancora ad
assorbire azoto, poi si troveranno in equilibrio e quindi
diventeranno sovrasaturi rispetto all'esterno. Se questo sia
pericoloso o meno, dipende dal livello e dalla durata dello
stato di sovrasaturazione. I diversi tessuti, infatti, sono
caratterizzati da differenti livelli di tolleranza alla
sovrasaturazione, prima che inizi la formazione di bolle
gassose nel tessuto stesso.
In realtà quando un gas è disciolto, non ha più le
caratteristiche di un gas; le sue molecole sono in soluzione nel
tessuto, come sparse e strette fra le cellule e all'interno di
esse. Quando la pressione ambiente diminuisce, la tensione del
gas disciolto aumenta e le molecole tendono a riassumere lo
stato gassoso. Il gioco sta tutto nel sapere di quanto può
essere ridotta la pressione ambiente mantenendo, nel contempo,
la sovrasaturazione tissutale a livelli sufficientemente bassi
per non scatenare il ritorno alla fase gassosa.
Quando il livello di sovrasaturazione tissutale diviene
notevole, il ritorno alla fase gassosa può assumere dimensioni
tali da scatenare la formazione di bolle gassose nei tessuti
stessi, attraverso l'aggregazione di numerose micro quantità di
gas.
L'immersione sportiva
è caratterizzata dalla possibilità di poter sempre risalire in
superficie direttamente, senza dover effettuare soste di
decompressione (immersione sportiva = immersione in curva di
sicurezza).
I calcoli per le immersioni che non necessitano di
decompressione devono, quindi, considerare i valori di
sovrasaturazione tissutale che si riscontrano in superficie dopo
un'immersione.
Secondo il modello di Haldane, del 1908, il rapporto
massimo tollerabile fra la tensione di azoto tissutale e la
pressione ambiente poteva essere di 2:1, senza che si formassero
bolle.
Da allora ci sono state molte modificazioni del modello di
calcolo e, attualmente, si sa che i tessuti rapidi possono
tollerare rapporti di sovrasaturazione assai più elevati
rispetto ai tessuti più lenti.
Per esempio, il rapporto di sovrasaturazione (tensione di azoto
nel tessuto rispetto alla pressione ambiente) per un tessuto da
5 minuti è superiore a 3:1, mentre quello di un tessuto da 120
minuti è inferiore a 2:1.
A complicare ulteriormente la situazione, intervengono le
riserve di azoto dei tessuti lenti. Se esiste ancora
un'abbondante riserva di azoto in questi tessuti, i tessuti
veloci saranno, per così dire, continuamente nutriti da questa
riserva nel tessuto lento adiacente, che si desatura nel tessuto
veloce. Situazioni di questo genere possono originare la
formazione di bolle anche nell'apparente rispetto delle
indicazioni di tabelle e/o computer.
Riserve sconosciute possono, ad esempio, esistere in casi di
abbondante pannicolo adiposo o di tessuti cicatriziali di
cospicue dimensioni.
Che cos'è il "valore M"?
La "M" significa Massimo. I valori M sono i valori massimi
ammessi per la tensione di gas inerte tissutale; essi sono,
pertanto, valori di pressione parziale del gas inerte.
Nei primi momenti dello sviluppo della teoria della
decompressione, si pensava che il gas non sarebbe passato dalla
fase di soluzione a quella gassosa, se non si fosse superato un
determinato valore massimo di sovrasaturazione; perciò per ogni
tipo di tessuto fu calcolato lo specifico "valore M".
Per poter ritornare in superficie, è necessario che nessun
tessuto abbia superato il proprio valore M di tensione di azoto.
Un livello superiore indica che la pressione in quel tessuto è
sufficiente ad iniziare il cambio di fase e la formazione di
bolle gassose.
Quindi, è necessario fare una sosta di decompressione ad una
quota più profonda della superficie, per consentire la cessione
di una quantità di gas inerte sufficiente ad abbassare la
tensione dell'azoto fino a livelli del valore M.
In un'immersione in curva di sicurezza, nessun tessuto deve
superare il valore M. Se ciò invece accade, come quando si
supera la curva di sicurezza, ci sarà una profondità alla quale
la tensione di azoto tissutale non supera il valore massimo
consentito. Quella è la profondità alla quale deve essere fatta
la prima tappa di decompressione.
I valori M sono calcolati per ogni tipo di tessuto e vengono
tutt'ora utilizzati nella programmazione dei computer subacquei.
Ma è possibile considerare i valori M come limiti assoluti, al
di sotto dei quali non ci sono rischi di formazioni di bolle? La
risposta è NO.
Molte variabili, infatti, impediscono che i valori M possano
considerarsi dei valori di sicurezza assoluta.
In considerazione di questo, ed allo stato attuale, si può solo
ricordare che ai fini della maggior sicurezza, un minor tempo in
profondità significa minor assorbimento di azoto.
Assorbimento e liberazione dell'azoto
a) I tessuti veloci, medi e lenti possono essere rappresentati
come cilindri con fori alla base immersi in una vasca; la
pressione può essere paragonata al livello di liquido nella
vasca. Se si riempie la vasca di liquido, il cilindro con più
fori alla base (tessuto veloce) si riempie più rapidamente di
quelli con meno fori (tessuti medi e lenti).
b) La diminuzione di pressione può essere paragonata ad un
abbassamento del livello del liquido nella vasca; i cilindri, al
cui interno il liquido aveva già superato il livello attualmente
nella vasca, cominciano a svuotarsi (più o meno velocemente a
seconda nella quantità di fori alla base), mentre quelli al cui
interno il liquido era ancora ad un livello inferiore rispetto a
quello nella vasca continuano a riempirsi.
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