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BOMBOLE IN ACCIAIO E IN ALLUMINIO
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LA
BOMBOLA: ELEMENTO ESSENZIALE PER IMMERGERSI
La bombola costituisce
l’elemento fondamentale di tutto il sistema ARA. Solo grazie
all'utilizzo di questi recipienti rigidi, capaci di sostenere la
pressione, l'attività subacquea con autorespiratore è riuscita a
diffondersi. Se, infatti, abbiamo bisogno di tanta aria da
respirare, l'unico modo possibile (a meno di non essere
collegati alla superficie da un cordone ombelicale, come i
palombari) è quello di disporre di un contenitore robusto nel
quale immettere aria compressa, dotandolo poi di un dispositivo
- l'erogatore – che consenta di respirala a una pressione pari a
quella dell'ambiente in cui ci troviamo.La bombola ci consente
di nuotare liberi come pesci perché è capace di contenere
adeguate quantità d’aria con un relativamente minimo ingombro.
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CAPACITA’ E
DIMENSIONI DELLE BOMBOLE
E’ da notare che, nel Nord
America, la capacità delle bombole viene espressa come quel
volume che l’aria sotto pressione in esse contenuta occuperebbe
se fosse libera di espandersi a livello del mare e le bombole
d’alluminio più comuni per l’immersione ricreativa sono quelle
da 80 piedi cubi (poco più di 11 lt).
In Europa, invece, la
capacità delle bombole viene espressa in litri e corrisponde al
volume interno della bottiglia; moltiplicando questo
volume per la pressione di esercizio della bombola (in genere
200 bar) si può facilmente determinare la quantità d’aria
disponibile: ad esempio, un 15 lt caricato a 200 bar ne contiene
circa 3.000 lt .
Le bombole caricate a 200,
250 bar sono le più diffuse, perché aumentando la pressione di
ricarica delle bombole si aumenta la quantità d'aria in esse
contenuta ma oltre certi limiti non conviene andare
perché la proporzionalità inversa fra pressione e volume vale
solo per i
"gas
perfetti"
in cui le molecole non hanno volume. Nel caso dell'aria invece,
quando la sua densità aumenta per effetto della pressione, le
molecole all'interno della bombola diventano molto più numerose
e non può essere trascurato il fatto che parte del volume è già
occupato dalle stesse molecole. Inoltre, la loro maggiore
vicinanza dà origine a forze di attrazione o repulsione che non
possono essere considerate nulle. In sostanza, se l'aria a 100
bar può essere considerata ancora un gas perfetto, a 200 bar già
si perde un 10% dei normal-litri teorici e a 300 bar si arriva
al 20% per cui, per assurdo che possa sembrare, una bombola
da 10 lt a 300 bar contiene meno aria di una da 15 lt a 200
bar sebbene teoricamente ne contengano la stessa quantità (3.000
lt). |
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MEGLIO
ACCIAIO O ALLUMINIO ?
Salvo alcuni
prototipi sperimentali realizzati in acciaio inox o in
fibre composite, tutte le bombole attualmente disponibili
sul mercato sono fatte o in ACCIAIO (precisamente una
lega di acciaio al cromo-molibdeno) con il fondo sferico, perciò
necessitano di un fondello di gomma per rimanere in piedi (dove
però ristagna l’acqua che può causare la ruggine); oppure sono
in ALLUMINIO (in realtà una lega di alluminio con
magnesio, fosforo, silicio e manganese) a fondo piatto.
Per completezza
sottolineiamo che tra i materiali utilizzati per la produzione
di bombole è da poco arrivato anche il composito (strati
di alluminio, carbonio e Kevlar Dupont) che però trova maggiore
impiego per l'uso con autorespiratori di superficie.
A ognuno di questi
materiali corrispondono ovviamente vantaggi e svantaggi dei
quali il subacqueo deve tener conto operando la sua scelta.
Esistono anche
situazioni in cui alcuni potenziali svantaggi possono
trasformarsi in vantaggi e viceversa. Per esempio il peso di
una bombola d'acciaio potrebbe permettere una parziale
riduzione della zavorra o, invertendo i termini, una bombola
d'alluminio non arrugginisce ma costringe ad indossare dei
pesi in più in zavorra. Ancora, in una bombola d'acciaio, per
quanto protetta da sofisticati processi di verniciatura,
l'ossidazione troverà sempre un punto d'innesco che nel tempo
non mancherà di mostrare il suo effetto più noto costituito
dalla ruggine.
Al
contrario l'ossidazione delle bombole di alluminio, pur essendo
molto rapida rispetto a quella dell'acciaio, costituisce una
protezione del metallo stesso. |
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Vi è una notevole
differenza di peso tra acciaio e alluminio: il peso
specifico del primo è 7.85 mentre quello dell'alluminio è 2.60.
Questo significa che un decimetro cubo (1 litro) di acciaio pesa
7,85 kg, mentre lo stesso volume di alluminio pesa solo 2,60 kg.
Perciò, se le bombole avessero tutte lo stesso spessore, tutte
quelle in acciaio peserebbero 3 volte di più di quelle in
alluminio. In realtà, poiché la resistenza dell'acciaio è
superiore, le bombole in alluminio hanno uno spessore compreso
tra 2,5 e 3,5 volte quello dell'acciaio. L’alluminio
possiede una minor resistenza meccanica rispetto all’acciaio (è
più ‘’tenero’’) e quindi la bombola deve avere pareti e fondo
molto più spessi (circa 12 e 18 mm rispettivamente, contro i
circa 5 mm di quelle in acciaio) per poter sopportare le stesse
sollecitazioni di pressione.
Per fare un esempio, una
bombola da 10 lt in acciaio pesa a terra, vuota, 10,08 kg,
carica 12,42 kg e, a causa di una spinta idrostatica di 11,60
kg, ha una galleggiabilità di – 0,82 kg se carica e + 1,52 se
scarica. La stessa bombola, in alluminio, avrà a terra un peso
di 12,70 kg vuota, di 15,04 kg carica e, per effetto di una
spinta idrostatica di 15,3 kg, avrà una galleggiabilità di +
0,86 kg se carica e di + 2,60 kg se vuota.
Ciò potrebbe far pensare
che, essendo più pesante, con una bombola in alluminio sia
sufficiente meno zavorra in acqua, ma purtroppo invece avviene
l’esatto contrario. L’alluminio, infatti, ha un peso specifico
di gran lunga inferiore a quello dell’acciaio ed in acqua,
quindi, ha una maggiore galleggiabilità; pertanto a
parità di capacità, la bombola d’alluminio necessita di 1-2
kg di zavorra in più. Morale: le bombole in alluminio anche
se più pesanti a terra, avranno in acqua, a fine immersione, una
galleggiabilità superiore a quelle in acciaio.
Di contro, però,
l’acciaio rispetto all’alluminio va incontro a maggior usura
a causa dei fenomeni di corrosione. Sembra incredibile per
un oggetto destinato all‘uso in acqua, ma il pericolo numero uno
è proprio l’umidità, in quanto essa agisce come catalizzatore
nel processo di ossidazione e il sale, in quanto igroscopico
(attrae l’umidità), peggiora la situazione. |
Nelle bombole
d’acciaio, la ruggine (ossido di ferro) è un vero
problema: quella che si forma all’esterno è facilmente
aggredibile anche perché ben in vista (attenzione però alle
parti nascoste dal fondello, dove spesso l’acqua ristagna) e non
può corrodere in profondità, mentre quella al suo interno è
particolarmente dannosa, sia perché nascosta, sia perché a
contatto con aria sotto pressione che contiene elevate quantità
di ossigeno, il principale responsabile del fenomeno.
Anche l’alluminio
è soggetto a ossidazione ma in questo caso, a differenza della
ruggine che scava in profondità, il sottile strato di ossido
di alluminio che si forma in superficie inibisce l’ulteriore
corrosione. L’ossido d’alluminio si presenta sotto forma di fine
polvere bianca; se se ne forma una certa quantità all’interno
della bottiglia, in determinate condizioni, magari a causa degli
urti che la scrostino continuamente dalle pareti. Questa polvere
potrebbe intasare il filtro sinterizzato del primo stadio
dell’erogatore, determinando un blocco più o meno parziale al
passaggio dell’aria.
Entrambi i
materiali quindi possiedono pregi e difetti, pertanto non è
possibile dire quale dei due sia in assoluto migliore
dell’altro.
Per quanto
riguarda la capacità delle bombole subacquee c'è solo
l'imbarazzo della scelta. Troviamo, infatti, bombole da 5, 10,
12, 15 e 18 litri e non è difficile reperire anche tagli
intermedi come 3, 7, 8, 9 e 11 litri. Per ognuna di esse
ovviamente cambia la galleggiabilità in acqua salata,
considerandola sia a bombola carica che scarica.
Presso i Diving
Center gestiti da europei sono generalmente più diffuse le
bombole da 15 lt in acciaio, mentre dove predomina la
mentalità americana prevalgono le bottiglie da circa 11
lt in alluminio (le cd. “S80” della capacità di 11,1 lt).
Di seguito vengono
pertanto riassunte le caratteristiche principali dei due
metalli:
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LE
RUBINETTERIE
Spesso si tende a identificare
una determinata marca di bombola pensando che la stessa
venga interamente prodotta da una o dall'altra azienda
subacquea. In realtà la maggioranza delle bombole per aria
respirabile in pressione vengono fabbricate dalla FABER Spa, una
delle cui sedi si trova a Cividale del Friuli (UD). In seguito
le aziende produttrici di strumentazioni subacquee applicano
sulla bombola la propria rubinetteria e la dipingono con i loro
colori e i loro marchi aziendali. Una corretta lettura delle
diciture impresse sulla "bottiglia" rivelerà questo particolare,
perché non troverete mai stampigliato "Mares", "Scubapro", "Cressi,"
ecc.
E' quindi la
rubinetteria che identifica la parte tecnica dell'azienda e come
sapete vi sono varie tipologie di valvole: mono e bi-attacco,
esclusivamente INT (con orifizio piccolo) oppure DIN-INT
(orifizio esagonale). Queste ultime sono predisposte per
agganciare erogatori per l'appunto del tipo standard (con brida
INT) oppure DIN (con filetto maschio).
Sappiate che una
normativa vigente sull'aria compressa imporrebbe, qualora si
superi la soglia dei 200 bar di utilizzare attacchi
filettati ovvero DIN.
La consuetudine nei Diving Center
porta i subacquei a manipolare questi nottolini interni
(le cd.
"caramelle")
per agevolare la trasformazione di rubinetti da INT a DIN.
Durante questa procedura occorre fare attenzione in quanto il
nottolino, oltre a presentare un O-ring esterno, ne ha anche uno
interno che in svariati casi viene smarrito quando il nottolino
viene riavvitato sulla bombola. Questo inconveniente provoca una
fastidiosa fuoriuscita di aria quando viene fissato un primo
stadio INT, in quanto la perdita è interna al nottolino ed a
prima vista è difficilmente individuabile. In caso di perdita,
ricordatevi sempre di svitare nuovamente il nottolino e
controllare se c'è l'O-ring interno o se lo stesso non è
rovinato.
Massimo
rispetto ed attenzione quindi alle rubinetterie. Pochi
consigli serviranno per evitare guai e risolvere problemi. Oltre
a controllare l'OR esterno (e nel caso anche quello interno),
evitate di serrare i pomelli all'inverosimile e dopo aver aperto
l'aria, prima di entrare in acqua, guardando il
manometro, fate uscire aria da un secondo stadio pigiandone il
pulsante di spurgo per un attimo. Spesso si verifica una
apertura incompleta del rubinetto a causa della spanatura del
pomolo sul suo alberino di tenuta ovvero voi pensate di avere
aperto tutto ed invece non siete neanche a metà. In questo caso
noterete un abbassamento della lancetta del manometro
contestuale alla fuoriuscita dell'aria dall'erogatore. A meno
che non abbiate il filtro sinterizzato del primo stadio
parzialmente occluso, il problema potrebbe derivare proprio dal
rubinetto che voi credete aperto ma non lo è completamente.
Controllate bene!
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BOMBOLE PER MISCELE NITROX o ARRICCHITE di OSSIGENO
L'avvento della
subacquea tecnica ha introdotto sul mercato bombole destinate
a contenere percentuali più elevate di Ossigeno. Essendo
questo gas "il comburente" per eccellenza ed essendo
estremamente sensibile al riscaldamento e a particole contenute
in oli o idrocarburi incombusti, le bombole e le rubinetterie si
sono dovute adeguare al fine di evitare "inneschi" con
conseguenti incendi ed esplosioni.
La tipologia di
bombole varia a secondo del tipo di ricarica che viene
effettuata per la miscela arricchita: ovvero per pressione
parziale (immissione diretta di Ossigeno puro nella bombola e
conseguente parzializzazione con aria da un compressore), oppure
premiscelazione dove l'ossigeno entra all'interno della bombola
in percentuale superiore al 20 % ma già miscelato all'aria.
Fermo restando che
gli studi recenti e le sperimentazioni della NASA americana
hanno confermato che tutti gli equipaggiamenti subacquei
standard e le valvole sopportano benissimo percentuali di
Ossigeno fino al 50 % senza inconvenienti, questi sono i
fattori di sicurezza ai quali attenersi. |
BOMBOLE
ADEGUATE A MISCELE SUPERIORI al 40% DI OSSIGENO oppure CARICATE
A PRESSIONE PARZIALE
Queste bombole vengono
dette "ossigeno-dedicate" e tutti gli O-ring e le valvole
della rubinetteria sono in speciali gomme ossigeno-compatibili
(un terpolimero, elastomero fluorurato prodotto da DuPont che si
chiama VITON).
Queste bombole, poi,
vengono pulite internamente con detergenti speciali che
eliminano grassi ed oli in soluzione nonchè particole
metalliche. NON POSSONO ESSERE UTILIZZATE PER RICARICARE NORMALE
ARIA CON NORMALI COMPRESSORI ovvero se venisse effettuata questa
procedura, l'intera bombola e la sua rubinetteria dovrebbero
essere nuovamente smontate, ripulite e/o sostituite. |
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BOMBOLE
ADEGUATE A MISCELE FINO AL 40% DI OSSIGENO oppure CARICATE
SEMPRE CON SISTEMI DI PRE-MISCELAZIONE
Queste bombole
vengono dette "ossigeno-compatibili" e gli OR e le
valvole NON sono espressamente dedicati per l'ossigeno, ma anche
queste non possono essere utilizzate per ricaricare normale aria
altrimenti andranno comunque ripulite.
Perciò non azzardatevi a
caricare miscele arricchite di ossigeno all'interno di bombole
dove, anche solo una volta, potrebbe essere stata caricata
normale aria da un normale compressore. Siete a grande rischio
di incidente! |
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IL
COLORE DELLE BOMBOLE
Un'ultima osservazione va fatta riguardo al colore delle
bombole, perchè con il D.M. del 7 gennaio 1999, il
Ministero dei Trasporti ha disposto, per uniformare il colore
delle bombole a seconda del loro contenuto (aria compressa,
Nitrox ovvero aria arricchita, elio, ecc.) a quelle degli altri
Paesi CEE, un sistema di identificazione con codici di colore
delle ogive (la parte emisferica superiore) che differisce da
quello usato in Italia, sistema che è divenuto obbligatorio
per le bombole nuove dal 10 agosto 1999, ma fino al 30
giugno 2006 era ammesso l'uso del vecchio sistema di
colorazione. |
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