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Segnalo
un’importante ORDINANZA della Capitaneria di Porto di Genova (ordinanza
n. 75 del 14 aprile 2014) con la quale è stato reso esecutivo il
Regolamento per la disciplina dell’uso dei natanti da diporto
nell’ambito del Circondario marittimo di Genova (che ricomprende,
tra l’altro, l’area di Arenzano e l’A.M.P. di Portofino).
Tale Regolamento, che entra in vigore il 1° GIUGNO 2014, nella
Sezione V del Titolo XIII° prevede alcune importanti disposizioni
particolari per l’immersione subacquea in CAVERNA, GROTTA e RELITTO.
In particolare, l’art. 56, comma 4, stabilisce che per l’IMMERSIONE
GUIDATA IN CAVERNA è sufficiente che il subacqueo possieda il
brevetto abilitativo alle immersioni in caverna (o superiore), ovvero un
brevetto di secondo livello (due stelle, advanced, ecc.).
Il comma 6 del
medesimo art. 56 stabilisce, invece, che possono essere guidati
in immersioni subacquee con PENETRAZIONE IN GROTTA o IN
RELITTO esclusivamente i subacquei in possesso del relativo
brevetto abilitativo rilasciato da una didattica riconosciuta.
Per la pronta
localizzazione di ogni subacqueo che s’immerga in grotta o in
relitto l’art. 56, comma 8 dell’Regolamento stabilisce inoltre
che è necessario essere muniti di un segnale luminoso (stick
di luce chimica o equivalente) da applicare sulla parte alta del
corpo, oltre ad essere equipaggiato con le attrezzature
stabilite dalla didattica di appartenenza a seconda del tipo di
immersione praticata (ad es. doppia fonte di luce).
Il Regolamento –
destinato a mio parere a costituire un importante precedente,
in assenza di una disciplina nazionale che regolamenti
l’attività subacquea – è disponibile nella sezione “Ordinanze”
del sito della Capitaneria di Porto di Genova, all’indirizzo:
www.guardiacostiera.it/capitanerieonline/index.cfm?id=13
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Essendo
appassionato di immersioni nelle grotte e nei relitti, ho letto
attentamente il lungo Regolamento contenuto nell’ordinanza n.
75/14 della C. P. di Genova e mi sono soffermato in particolare
sulla sezione V del Capo XIII° che riguarda le immersioni in
caverna, in grotta o in relitto.
Personalmente ho qualche perplessità sulla necessità del
possesso del brevetto abilitativo a tali tipi di immersioni
rilasciato da una didattica riconosciuta per poter penetrare in
un relitto o in una grotta.
E' evidente che
l'ordinanza è stata dettata sulla spinta degli incidenti mortali
accaduti recentemente sul relitto della petroliera "Haven" ad
Arenzano e nella grotta di Portofino (per non parlare delle
vittime delle grotte di Palinuro), ma sono convinto che il
requisito del possesso del brevetto abilitativo rilasciato da
una didattica riconosciuta non serva tanto alla SICUREZZA del
subacqueo, quanto piuttosto al diving e alla guida per
poter scaricare le proprie responsabilità in caso di
incidente subacqueo, o, peggio ancora, per vendere qualche
altro corsetto di specialità ai subacquei che non si
accontentino di immergersi soltanto nelle cosiddette “acque
libere”.
L'ordinanza
della Capitaneria formalizza un procedimento che comunque è
consuetudine. Infatti, in mancanza di una regolamentazione
precisa, nel caso di un incidente subacqueo il magistrato già in
precedenza chiedeva le specifiche alla didattica di appartenenza
della guida subacquea. Mentre adesso, essendo stato emanato uno
specifico regolamento, nel caso di incidente accaduto
all'interno di un relitto o di una grotta ad un subacqueo
sprovvisto di certificazione idonea, la magistratura indagherà
sulla negligenza della guida che ha portato dentro al relitto
subacquei senza abilitazione.
In
ogni caso un brevetto ha un valore e un'utilità ai fini della
SICUREZZA soltanto se attesta una preparazione reale del
subacqueo e non solo "uno standard accettabile". Francamente
io non credo che un corso "Wreck" fatto in un paio di giorni dia
al subacqueo l'abilità necessaria per penetrare all'interno di
un relitto in sicurezza. Si tratta - a mio modesto avviso -
dell’ennesimo "brevetto", dell'ennesima spesa per il subacqueo,
di "mini corsi" che non hanno una vera utilità in termini di
SICUREZZA.
In questi ultimi dieci anni si è assistito purtroppo ad una
enorme proliferazione dei "brevetti" necessari per praticare le
immersioni. In molti casi si tratta dei cosiddetti “corsi di
specialità” di durata e contenuti assai modesti, i cui programmi
didattici molto spesso sono stati estrapolati dai ben più
corposi corsi di primo e secondo livello di una volta: corsi
seri che duravano sei mesi, per accedere ai quali non era
sufficiente saper galleggiare.
La
subacquea non è un'attività per tutti, però può esserlo per
molti, ma prima di tutto ci vuole "testa" (cioè bisogna pensare
in prima persona a quel che si fa), occorre avere un po' di
fisico, tanta pazienza e soprattutto tanta esperienza pratica.
Inoltre, bisogna saper organizzare bene ogni uscita, ad ogni
livello, con il massimo delle garanzie per la sicurezza e
pensando a quanti più imprevisti possono succedere.
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