123.
LA
SCELTA DELL'EROGATORE
SUBACQUEO
Consigli sugli
erogatori
Quando si parla di erogatori subacquei di solito si parla del
set completo costituito da un primo stadio, da delle fruste
flessibili, da un secondo stadio principale e un secondo stadio
di emergenza e un manometro (talvolta compreso in una
console con gli strumenti, che può includere manometro,
profondimetro, bussola o, eventualmente, un computer subacqueo).
Tutti questi componenti possono essere acquistati
individualmente assemblandoli a piacimento, oppure si possono
acquistare a pacchetti già pre-assemblati, scegliendo tra le
tante opzioni possibili per soddisfare sia i subacquei
ricreativi che i tecnici. Anche le fruste di alta e bassa
pressione possono essere assemblate a piacimento e possono
essere acquistate in gomma oppure in "miflex", delle lunghezze,
degli spessori e dei colori preferiti. |
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Quando si tratta di scegliere il tipo di erogatore è molto importante
tenere a mente il tipo di immersione che si intende fare e in quali
ambienti si faranno le immersioni. Ad esempio, se si ha intenzione di
immergersi solo in vacanza, in località tropicali, la scelta
dell'erogatore è abbastanza semplice, magari facendo più attenzione al
peso che ad altre caratteristiche.
Se invece si vogliono fare immersioni profonde e tecniche la scelta
dell'erogatore va decisamente su un modello bilanciato, con un primo
stadio dotato di una torretta idonea al tipo di configurazione e
alle bombole utilizzate; così se si scende con un bibombola è
preferibile avere due primi stadi separati con torretta girevole e lo
stesso vale per un sistema "sidemount". Inoltre, se si scende oltre i 50
metri di profondità e in acque con temperature inferiori a 10 °C è
preferibile acquistare erogatori con la certificazione adatta alle
temperature basse. |
A destra i particolari di un primo stadio a
pistone
(con attacco INT)
I primi stadi si dividono in due tipi: a pistone
e a membrana |
Primo Stadio
Il primo stadio è il più importante componente dell'erogatore,
perchè
esso deve convertire la pressione della bombola (da 200/300 bar)
fino a circa 10 bar (la cd. " pressione intermedia") il più
rapidamente e stabilmente possibile, affinchè sia respirabile.
Esso è dotato di alcune
uscite di bassa pressione (LP) e anche di una o
due uscite di alta pressione (HP), che costituiscono l'attacco
per il
manometro o eventualmente per un trasmettitore (la "sonda") ad
impulsi elettrici che si interfaccia con i
computer subacquei che sono dotati di un ricevitore di tali
impulsi.
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I primi stadi a pistone offrono una
tecnologia piuttosto semplice con delle prestazioni abbastanza
soddisfacenti. Il primo stadio a pistone è quello che di solito
viene utilizzato nei diving center poiché non necessita di una
accurata manutenzione. Questo erogatore, però, è penalizzato
nelle immersioni dove la temperatura dell’acqua è fredda (nella
subacquea l’acqua si dice "fredda" dai 10°C in giù), e nelle
immersioni dove l’acqua non è molto pulita.
L’acqua fredda non fa bene
all'erogatore perché lo stelo del pistone nella camera di
bilanciamento, aumentando la richiesta d’aria, aumenta anche lo
sfregamento del gas al suo interno, generando così un
abbassamento della temperatura e accelerando così il processo di
congelamento del primo stadio, che incepperà il pistone e quindi
bloccherà l’erogazione dell’aria.
La stessa situazione potrebbe
presentarsi durante le immersioni in acque molto sporche, dove
si rischierebbe di bloccare il pistone, inceppandolo, con il
sedimento sospeso nell’acqua.
In ogni caso tutti i primi
stadi, prima di incepparsi definitivamente, hanno un campanello
d’allarme, che è l’autoerogazione: in pratica aumenta la
pressione nel primo stadio fino a quando il secondo stadio non
la sopporta più, andando così in un’erogazione continua.
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Un primo stadio a pistone bilanciato |
Un primo stadio a membrana
Sotto a sinistra lo spaccato di un primo
stadio a pistone e a destra quello di un primo stadio a membrana
o camera secca, entrambi con attacco DIN |
Il primo stadio a membrana
adotta un sistema similare a quello a pistone per variare la sua
portata d’aria utilizzando sempre la variazione di pressione
esterna.
Il primo stadio a membrana
però non è soggetto a possibili inceppamenti dovuti a
temperature estreme né ad acque molto sporche, perché è
completamente isolato dal contatto con l’acqua, ecco perché si
dice che ha la camera secca.
Per una sicurezza maggiore in
caso di scelta di un erogatore per immersioni in acque fredde, è
meglio optare per un erogatore con la certificazione per acque
fredde, anche se tutti sono teoricamente funzionanti a
temperature sotto i 10°C.
L’unica situazione che può
mettere in funzione il sistema di sicurezza, cioè l’autoerogazione,
è la cattiva manutenzione del primo stadio a membrana,
perciò è consigliabile fare la
revisione del proprio erogatore, a pistone o a membrana, ogni
anno, in caso di uso intensivo (una cinquantina di immersioni)
e prima di conservarlo per la pausa invernale. |
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Differenti attacchi del primo
stadio
Esistono due tipi fondamentali di attacco del primo stadio:
l'attacco
DIN (fino a 200 o fino a 300 bar) e l'attacco INT (indicato
anche come Yoke) che è adatto solo fino a 232 bar di pressione.
L'attacco DIN è di concezione molto più
recente della classica brida con la "staffa", e sta guadagnando
popolarità nel corso degli ultimi anni, in particolare nel
settore tecnico. Dove un tempo ci si limitava ad attacchi DIN in Europa e
INT nel resto del mondo, oggi gli attacchi DIN stanno
diventando sempre più diffusi rispetto all’INT a causa della
loro maggiore sicurezza.
Il raccordo DIN fornisce
infatti un
accoppiamento sicuro alla bombola, facendo combaciare
perfettamente l’O-ring tra l'attacco della bombola e il primo
stadio dell'erogatore e in tal modo evitando la possibile
estrusione dell'O-ring di tenuta del gas. |
Due primi stadi con attacco DIN ed INT |
Due primi stadi a membrana con attacco DIN |
Sopra un primo stadio Scubapro MK25 con
attacco DIN e a destra lo stesso primo stadio con attacco INT |
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Primo stadio bilanciato o non
bilanciato
Sia i primi stadi a
pistone sia quelli a membrana possono essere suddivisi ulteriormente in
due diversi tipi: bilanciati o non bilanciati.
I sistemi non bilanciati
subiscono la variazione della pressione del gas contenuto
nella bombola e le variazioni di profondità, provocando uno
sforzo respiratorio maggiore. I nuovi modelli di primi stadi
hanno contribuito a ridurre notevolmente questa resistenza, ma i
primi stadi bilanciati rimangono sempre i più performanti
offrendo a qualunque profondità indipendentemente dalla
pressione della bombola la stessa intensità d’aria richiesta dal
subacqueo.
Sotto due primi stadi a membrana
bilanciati, entrambi con attacco DIN
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Sotto due primi stadi Apex a membrana
bilanciati, con attacco rispettivamente INT e DIN
Sotto il funzionamento di un secondo
stadio bilanciato
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Uscite di bassa e alta
pressione
L'ambiente destinato
all’immersione (acqua calda o fredda) influenza il numero di
uscite del primo stadio di cui il subacqueo ha bisogno. Infatti
in acque calde l’erogatore tipico comprende il secondo stadio
principale, un secondo stadio secondario, una frusta per
gonfiare il GAV e un manometro (o un a console); perciò per
questa configurazione sono necessarie 3 uscite LP
(bassa pressione) e 1 uscita HP (alta pressione).
In acque fredde la situazione è diversa. Siccome l'acqua conduce
la temperatura molto meglio dell'aria, il calore corporeo si
disperde 25 volte più velocemente in acqua che nell’aria. Questo
freddo il subacqueo lo supera e lo previene grazie alla muta
stagna, che richiede una frusta di in più per il gonfiaggio
della muta, ecco perché per immersioni in acque fredde occorrono
4 uscite di bassa pressione e 1 uscita ad alta pressione. |
Il secondo stadio
dell'erogatore
Il secondo stadio dell'erogatore converte la pressione
intermedia (circa 10 bar) fornita dal primo stadio, e la riduce
ulteriormente a pressione ambiente, permettendo al
subacqueo di respirare. Anche in questo stadio vi sono
caratteristiche differenti in base all'uso previsto.
Secondo stadio
bilanciato e non bilanciato
Ci sono secondi stadi bilanciati e non bilanciati, con pro e
contro molto simili a quelli dei primi stadi. Praticamente i
secondi stadi bilanciati forniscono prestazioni costanti e
portate di gas uguali a qualsiasi profondità, mentre i secondi
stadi non bilanciati non sono in grado di mantenere le stesse
prestazioni con l’aumentare della profondità e quindi richiedono
un maggiore sforzo respiratorio. |
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Controllo dell’effetto
Venturi
Indipendentemente dal fatto che il secondo stadio sia bilanciato
o meno, si può avere un mezzo di controllo del flusso d'aria
all'interno del secondo stadio.
Il controllo consiste solitamente di una levetta rotante, che
dirige il flusso dell'aria in base alla posizione impostata.
In normali condizioni di
immersione la leva verrà impostata su "+" o "dive" per fornire
le migliori prestazioni. L'impostazione "-" o "pre-dive" è
utilizzata per stare fuori dall' acqua o nel secondo stadio
secondario per evitare che vada in autoerogazione.
Il deflettore interno al
secondo stadio comandato dalla levetta dirige il flusso in
avanti verso la membrana, aumentando la pressione e contribuendo
a chiudere la valvola di erogazione.
Il sistema di erogazione ad
offerta, più comunemente chiamato "iniezione", non deve
costringere il sub a succhiare l’aria, ma deve invece "offrirla"
secondo l’esigenza e senza richiedere sforzo.
La respirazione ad offerta si ottiene mediante lo sfruttamento
del principio Venturi: all’apertura del pistoncino del
secondo
stadio il getto d’aria, a pressione ambiente, viene guidato
direttamente verso il boccaglio mediante un tubetto iniettore e,
per l’effetto Venturi, provoca una depressione nella scatola del
secondo stadio, questa depressione mantiene abbassata la
membrana ed elimina ogni successivo sforzo inspiratorio.
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Secondi stadi leggeri
I materiali moderni hanno permesso ai costruttori di
sperimentare e fare uso di materiali avanzati molto più leggeri.
Ci sono vantaggi e svantaggi per il loro uso. Gli ultimi modelli
di erogatori da viaggio utilizzano materiali compositi per
produrre modelli di secondi stadi ancora più leggeri con design
compatto appositamente studiati. I nuovi materiali
(tecnopolimeri) riducono drasticamente il peso complessivo del
gruppo erogatore, inoltre, con le fruste "miflex" si
contribuisce a ridurre ulteriormente il peso. Lo svantaggio è
che la maggior parte di questi erogatori possono essere
utilizzati solo in acque calde, cioè sopra i 10 °C, a causa
delle proprietà termiche molto inferiori dei materiali
compositi. |
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Nitrox / Gas misti
La maggior parte degli erogatori realizzati per essere compatibili con
aria arricchita d’ossigeno (fino al 40% denominata "Enriched Air Nitrox" o EAN
), sono offerti dalle aziende in una versione Nitrox, che è già
compatibile con il 100% di ossigeno, mentre i centri di servizio offrono
la pulizia ad ossigeno puro per la stragrande maggioranza degli
erogatori in commercio.
Alcuni materiali, come il titanio, non possono essere utilizzati con il
gas arricchito oltre determinate percentuali, ed è importante tenerlo a
mente. |
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