Per riprese o fotografie digitali subacquee è
vero che maggiore è la temperatura di colore e migliori
risulteranno le riprese?
Non è vero. Le lampade con
elevate temperature di colore hanno una componente cromatica che
tende al blu. Nonostante i sistemi di bilanciamento automatico
del bianco, per le riprese digitali è opportuno avvicinarsi il
più possibile allo spettro solare, ovvero ad una luce bianca
dotata di tutte le componenti cromatiche. Con le tecnologie
attuali il tipo di luce che più si avvicina a tali
caratteristiche e con potenze sufficienti è la lampada alogena o
le LED a luce bianco calda.
Le lampade HID, o HID-Xenon, in che cosa
consistono?
Sono lampadine senza filamento
metallico dove la luce viene prodotta da una scarica elettrica
continua tra due elettrodi immersi in un'atmosfera di gas (HID è
l’acronimo di High Intensity Discharge), in genere Xeno. Per
generare la scarica iniziale è necessaria una tensione di decine
di migliaia di volt per cui devono essere controllate da
un’apposita centralina elettronica (il cosiddetto “ballast”) che
si occupa successivamente di ridurre la tensione e stabilizzare
la luce. La luce prodotta è molto intensa e di tonalità bianca
azzurrognola (6.300 kelvin) e il rendimento luminoso è molto
alto, circa 100 lm/W.
Vantaggi: essendo disponibili
anche con potenze discrete possono generare una luce intensa con
una buona autonomia e relativamente bassi consumi. Svantaggi: il
costo, quello della lampadina può superare anche i 100 Euro e
così dicasi della centralina, la sensibilità anche a
piccolissime tracce di umidità (le tensioni impiegate vanno dai
6.000 ai 30.000 volt, quindi basta poca umidità per mandare in
corto circuito la parte elettronica), la sensibilità agli urti e
alle accensioni ripetute, l'accensione progressiva (la luce
massima si ottiene dopo qualche istante e non è possibile
spegnere e riaccendere la lampada entro pochi secondi). Sino a
pochi anni fa rappresentavano l'unica alternativa alle lampade
alogene ed hanno quindi avuto una discreta diffusione, in
particolare in ambito di immersione tecnica, nonostante le
grosse limitazioni che abbiamo appena visto.
Ora
che i LED di potenza sono una realtà consolidata, le HID sono
una tecnologia destinata a ridimensionarsi se non a sparire,
perlomeno in ambito subacqueo.
Mi è capitato di leggere che una certa lampada a
LED o HID equivale, ad esempio, a un'alogena da 50 Watt, che
cosa si intende?
In pratica nulla o quasi nel
senso che i watt rappresentano il consumo di energia e siccome
ogni fonte di luce ha un rendimento diverso, uno spettro
diverso, una temperatura di luce differente, ed ogni lampada ha
una parabola con un angolo di emissione differente, paragonarle
sulla base dei watt non ha molto significato. E’ un po’ come
dire che "sembra emettere altrettanta luce di una lampada
alogena da 50W", ma è più un opinione, una sensazione visiva
personale, che un dato oggettivo. Per paragonare la quantità di
luce emessa da una lampada occorre ragionare sui lumen ovvero
sulla misura assoluta della luce emessa e non sull'energia
assorbita.
Come si misura la luce?
L’unità di misura è la “candela”,
indicata dalla sigla cd, che rappresenta l'intensità luminosa,
ma in genere si trova indicata un’altra grandezza, il “lumen”,
lm, che è il flusso luminoso emesso per angolo solido unitario
(un cono di un grado per intendersi). Al di là delle definizioni
e dei rapporti tra queste due grandezze, si può dire in sostanza
che due sorgenti di luce che emettono gli stessi lumen possono
dirsi ugualmente potenti. Ciò non significa che il fascio di
luce di due lampade con gli stessi lumen siano uguali perché poi
intervengono altri fattori: l’accuratezza della progettazione e
costruzione della parabola o della lente, l’angolo cioè
l’ampiezza del cono di luce emesso dalla parabola, la
temperatura di colore della luce (il nostro occhio percepisce
maggiormente la luce giallo-verde).
Ho trovato spesso scritto che una determinata
lampada fa una luce di … lux. Cosa significa?
Anche il lux è una misura della
luce ma invece che misurare la luce emessa in un certo angolo,
come il lumen, misura l’illuminamento di una superficie ovvero 1
lux equivale ad 1 lumen al metro quadro. E’ chiaro che a parità
di lumen emessi e di distanza da una superficie, diciamo ad
esempio un metro, una lampada dotata di una parabola con un
fascio più ampio produce meno lux di una lampada con un fascio
concentrato pur avendo la stessa potenza luminosa. Quindi se non
si dichiara l’angolo del fascio luminoso e la distanza di
illuminazione a cui viene eseguita la rilevazione, anche il lux
ha un significato molto relativo nel valutare la potenza di una
torcia subacquea. Può comunque essere utile come riferimento
sapere che la luce della luna piena arriva al massimo ad 1 lux,
il sole all’alba o al tramonto raggiunge i 400 lux, in un giorno
coperto da nubi raggiunge i 1.000 lux e, in una giornata tersa,
può raggiungere un illuminazione al suolo dai 32.000 ai 130.000
lux.
Ma allora come occorre regolarsi per capire
quanta luce fa una lampada?
Se sono indicati i lumen emessi,
come abbiamo detto, questo valore rappresenta un ottimo indice
confrontabile. Altrimenti, se troviamo indicati i lux, possiamo
basarci su questi ma solo se l’ampiezza del fascio di luce delle
due lampade a confronto è uguale.
Inoltre è importante che sia
dichiarata la distanza di rilevamento dell'intensità luminosa,
ovvero dei lux. In genere la distanza si assume a un metro (come
per i nostri rilevamenti) ma se non è indicato può invitare al
sospetto.
E' meglio mantenere l'illuminatore completamente
carico o scarico quando non viene utilizzato?
Tutti i nostri sistemi
illuminanti adottano accumulatori al NiMH o agli ioni di Litio
senza effetto memoria. Nessun accumulatore dovrebbe mai essere
scaricato completamente, ciò ne ridurrebbe la vita o addirittura
lo danneggerebbe irrimediabilmente. Per questo motivo i nostri
sistemi illuminanti più evoluti sono dotati di un circuito
elettronico capace di gestire la fase di scarica e di
interromperla al momento appropriato in modo automatico. E’
importante però mantenere carico, parzialmente o totalmente,
l’illuminatore quando non viene utilizzato. Se non utilizzato
per molto tempo si deve effettuare un ciclo di scarica e
successiva carica, in particolare per gli accumulatori al NiMH.
Si possono utilizzare carica batterie diversi con
correnti di carica maggiori?
Si raccomanda di utilizzare solo
i carica batterie "intelligenti" in dotazione, come riportato
sul manuale di istruzioni. Correnti di carica troppo elevate
potrebbero compromettere irrimediabilmente il vostro
illuminatore.
Posso mantenere sotto carica la mia lampada anche
quando la spia luminosa del carica batterie è verde?
La spia verde indica che la fase
di carica è ultimata, da quel momento in poi il carica batterie
fornisce una corrente di carica molto bassa, per contrastare
l'autoscarica della batteria stessa. Utilizzando i carica
batterie "intelligenti" in dotazione si può lasciare collegato
il pacco batterie per un tempo indeterminato, tuttavia ciò non è
consigliato in quanto rappresenta un inutile ed anti-ecologico
consumo di energia.
Che cos'è l'effetto memoria delle batterie e come
posso evitarlo?
Semplificando, le batterie
soggette all’effetto memoria, cioè in particolare le Ni-Cd, se
non sono completamente scariche al momento della ricarica, si
"ricorderanno" di questo livello energetico residuo e durante
l’utilizzo non scenderanno oltre questo livello riducendo così
la loro capacità energetica: questo è il cosiddetto "effetto
memoria". Per evitare questo fenomeno è necessario scaricare
sempre completamente le batterie prima della loro ricarica.
L'effetto memoria non esiste, o è molto limitato, nelle batterie
al NiMH (per le quali si consiglia di effettuare dei cicli di
scarica e ricarica completi solo in caso di lunghi periodi di
inattività per recuperare totalmente la capacità energetica) ed
è totalmente assente nelle batterie agli ioni di Litio. Tutti i
nostri accumulatori, pacchi batterie e batterie ricaricabili
vendute singolarmente, utilizzano batterie al NiMH di moderna
generazione o batterie agli ioni di Litio che non presentano
effetto memoria.
Quali sono le differenze tra batterie al Nickel
Cadmio (Ni-Cd), batterie al Nickel Metal Idrato (NiMH) e
batterie a ioni di Litio?
Tra questi tre tipi di batterie,
le batterie al Nickel - Cadmio (Ni-Cd) sono quelle con la minor
energia specifica (ovvero la quantità di energia elettrica
immagazzinata a parità di peso), un tasso di auto scarica
rilevante ed un effetto memoria elevato. Hanno in compenso una
vita lunga (circa 1.500 cicli di carica e scarica) e una
corrente di scarica molto alta, possono cioè erogare molta
corrente in poco tempo senza danneggiarsi. Il difetto maggiore
di queste batterie è l'effetto memoria ma il motivo principale
per il quale stanno andando in disuso è l’alto potere inquinante
del Cadmio.
Le batterie al Nickel Metal Idrato (NiMH) hanno una buona
energia specifica, un tasso di auto scarica paragonabile a
quello delle Ni-Cd, un effetto memoria molto ridotto (assente in
quelle di ultima generazione come quelle da noi utilizzate).
Hanno tuttavia una vita più breve (in media circa 500 cicli) e
una corrente di scarica minore.
Infine le batterie agli ioni di
Litio hanno un’elevata energia specifica (quindi a parità di
energia pesano meno delle precedenti), un tasso di auto scarica
ridotto, nessun effetto memoria, una corrente di scarica
elevata, una vita media elevata (circa 1.000 cicli) e un ridotto
tempo di ricarica. Il loro limite al momento è il costo più
elevato rispetto alle precedenti, per questa ragione al momento
le utilizziamo solo in alcuni modelli di punta.
Ho notato che il pacco batterie durante la fase
di carica si riscalda, è normale?
Sì, quando si sottopone a
ricarica una batteria, la temperatura della stessa aumenta in
modo significativo a causa della sua resistenza interna.
Pertanto è normale che le batterie possano essere calde alla
fine di una ricarica, in particolare se si è eseguita una
ricarica rapida.
E' necessaria una valvola di sicurezza di
sovrappressione sul pacco batterie?
Dipende dal tipo di batterie
impiegate e dal loro dimensionamento. In genere pacchi batterie
sotto dimensionati rispetto alle effettive necessità si
surriscaldano molto durante la scarica e possono così produrre
gas, in questo caso diviene necessario l'inserimento di una
valvola di sicurezza per lo scarico eventuale dei gas.
Normalmente però, se il pacco batterie è correttamente
progettato e si utilizzano celle di qualità, non è più
necessario inserire una valvola di sicurezza ed è anzi
sconsigliabile in quanto rappresenta comunque sempre una
possibile via di allagamento.
Che manutenzione devo fare alla mia lampada?
I nostri sistemi illuminanti, le
nostre lampade e torce subacquee, sono stati tutti progettati e
realizzati per rendere minimo il rischio di guasto ed escludere
eventi di corrosione impiegando materiali e trattamenti
superficiali particolari, tuttavia un’appropriata manutenzione
ne può aumentare la vita. I consigli che seguono sono però di
carattere generale e si possono applicare ad ogni tipo di
lampada subacquea
1. Dopo
ogni immersione in mare risciacquare sempre le parti esterne
dell’illuminatore con acqua dolce corrente, meglio se
leggermente tiepida, azionando le parti mobili (ad esempio il
blocco di sicurezza o il pomolo di comando). Questa operazione
consente di eliminare del tutto gli eventuali residui di sale
accumulatisi sulla superficie del prodotto e nelle sue cavità
esterne.
2. Prima di rimuovere il tappo di
ricarica o di aprire l’illuminatore, asciugarlo accuratamente
per evitare che vi possa entrare dell’acqua.
3.
Dopo l’utilizzo ricaricare sempre
il pacco batterie, le batterie ricaricabili non devono mai
essere lasciate scaricare completamente, ciò potrebbe
compromettere seriamente la loro resa e la loro vita (per
scarica completa qui si intende oltre il limite di protezione
dato dall’elettronica interna, ciò potrebbe avvenire solo se la
torcia, una volta scarica, fosse lasciata inattiva con la sola
carica residua. Per effetto dell’autoscarica questa carica
residua si ridurrebbe ulteriormente nel tempo sino alla reale
completa scarica).
4. Dopo
la fase di ricarica lasciare raffreddare l’illuminatore prima di
chiuderlo e riporlo in un luogo asciutto e temperato
(temperature eccessivamente elevate - bagagliaio dell'auto - o
eccessivamente rigide - balcone in inverno- possono danneggiare
ogni tipo di batteria ricaricabile).
5.
Prima di rimettere il tappo di
ricarica o richiudere l’illuminatore verificare l’integrità
delle guarnizioni o-ring. Se risultassero particolarmente
secche, lubrificarle con un velo di grasso di vaselina o di
silicone.
6.Controllare
sempre che la sede di tenuta sul corpo dell’illuminatore sia
pulita.
7.Non
toccare mai il bulbo illuminante, la parabola o i led con le
dita, usare sempre un panno asciutto o un pezzo di carta pulita.
Nel caso accidentale che ciò avvenisse, pulire la superficie del
bulbo con alcool, poi lasciare asciugare completamente prima di
collegarlo nuovamente.
Speriamo così di esservi stati utili con queste
brevi indicazioni e confidiamo possiate trovare il vostro
sistema ideale tra le proposte di TorceSUB!
Un augurio di acque serene e
luminose!
Massimo Carello
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