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Tecnica & Medicina Subacquea

 

11. L’IPOTERMIA E L’IPERTERMIA NELLE ATTIVITA’ SUBACQUEE

 

di Francesco Mazzei -   Articolo pubblicato su www.fondali.it

 

Salve ragazzi,in questi giorni mentre riguardavo alcune linee guida sulle patologie subacquee mi sono reso conto che spesso durante i nostri corsi subacquei vengono marcati maggiormente alcuni argomenti, sicuramente di notevole importanza (PDD, MDD, EGA, ecc.) mentre vengono poco affrontati argomenti come le sindromi da bassa temperatura, le sindromi da ipertermia ambientale o, ad esempio, evento non meno importante, l’annegamento.

In questo articolo cercheremo di sviscerare le varie condizioni patologiche che si celano dietro questi grandi titoli analizzando le circostanze in cui un subacqueo o un sommozzatore possono ritrovarsi vittima o soccorritore.

 

Tra le sindromi da bassa temperatura annoveriamo:

  • Ipotermia

  • Assideramento

  • Congelamento.

 

IPOTERMIA

Per definizione in questa condizione il nostro corpo dovrebbe raggiungere una temperatura centrale minore di 35°C.

Vengono comunque considerate 3 forme:

  • lieve: con una T compresa tra 32°-35°C

  • moderata: con una T compresa tra 28°-32°C

  • grave: con una T minore di 28°C.

 

Quando pensiamo all’ipotermia siamo soliti pensare a climi molto freddi e quindi nel nostro caso ad acque molto fredde. Pensare in questo senso non è errato ma non bisogna dimenticare che l’ipotermia può verificarsi anche in climi temperati e soprattutto in qualsiasi stagione. Questo viene confermato dalla patogenesi di tale condizione; infatti, poiché il calore nel nostro organismo viene prodotto da diversi tessuti e viene perso attraverso diversi meccanismi (irraggiamento, evaporazione (perspiratio insensibilis), respirazione, conduzione e convezione), bisogna considerare diversi fenomeni che possano impedirne la produzione o aumentarne la dispersione dando così origine alla ipotermia. Tra i fattori di rischio per l’ipotermia ricordiamo:

 

1) fasce di età estreme

 

2) esposizione ad ambienti esterni:

- lavorativo

- sportivo

- abbigliamento inadeguato (mute non adatte alle diverse T)

 

3) farmaci o sostanze tossiche:

- Etanolo

- Barbiturici

- Anestetici (oppioidi, ecc.)

 

4) fattori endocrini:

- Ipoglicemia

- Ipotiroidismo

- Alterazioni ormonali multiple ipofisarie

- Insufficienza surrenalica

 

5) fattori neurologici:

- Ictus

- Lesioni midollari Spinali

 

6) Fattori multisistemici:

- Malnutrizione

- Infezioni gravi (sepsi)

- Insufficienza cronica renale e/o epatica.

 

Le manifestazione cliniche dell’ipotermia sono:

- Tachicardia

- Aumento della gittata cardiaca

- Vasocostrizione periferica

- Aumento delle resistenze vascolari periferiche

- Alterazioni di conduzione elettrica cardiaca (con temperatura minore di 32°C).

- Fibrillazione striale

- Ipovolemia

- Ipotensione

- Aumentata viscosità del sangue.

 

Se non si interviene precocemente avremo:

- Coaugulopatia

- Trombocitopenia

- Coaugulazione intravasale disseminata

- Broncospasmo

- Allucinazioni

- Rallentamento dei riflessi.

 

Detto questo, vediamo cosa si dovrebbe fare di fronte a tale situazione. Innanzi tutto dobbiamo, secondo la valutazione del soggetto colpito da ipotermia, capire di fronte a quale grado di gravità ci troviamo. Nel caso l’ipotermia sia di grado lieve allora basterà trattarla con riscaldamento passivo esterno e termoisolamento. Il soggetto viene quindi posto in un ambiente caldo ed avvolto con coperte permettendo così la produzione di calore interno con conseguente ripristino di una normale temperatura corporea. Se invece l’ipotermia è di grado moderato o grave il riscaldamento dovrà avvenire in modo attivo sia esterno ( mediante l’applicazione di fonti di calore come le termocoperte od immergendo il corpo in una vasca d’acqua calda a 40-45°C) sia interno (mediante l’utilizzo di tecniche prettamente ospedaliere).

 

Quando si interviene nei casi moderati o gravi, qualsiasi metodo venga utilizzato, bisogna tener conto della vasodilatazione improvvisa che si può verificare. Nel caso dell’immersione del corpo nella vasca d’acqua calda bisogna assicurarsi che le estremità ( testa e collo, arti superiori ed inferiori) siano tenute fuori dalla vasca in modo da mantenere una certa vasocostrizione periferica e non generare un quadro da ipovolemia acuta per aumento del contenente(vasi sanguigni) rispetto al contenuto (sangue circolante). Per ciò che riguarda le condizioni clinicamente più compromesse bisogna allertare immediatamente il 118 considerando che comunque in attesa dell’ambulanza è sempre giusto intervenire con le tecniche sopra elencate.

 

ASSIDERAMENTO

Viene definito come la forma più grave dell’ipotermia. Le condizioni in cui possiamo rinvenire il soggetto dipendono molto da tre fattori:

 

1) Tempo di esposizione al freddo

 

2) Ventilazione

 

3) Tempo di immersione in acqua.

 

Anche in questa forma ritroviamo dei fattori che possono o sicuramente favoriscono il verificarsi di questo stato, i più importanti sono:

  • Alcol

  • Malnutrizione

  • Lesioni a carico del Sistema nervoso centrale

  • Farmaci (vedi ipotermia)

  • Intossicazioni.

 

La sintomatologia in questo caso sarà dominata da:

  • incoordinazione della parola

  • rigidità muscolare

  • stato di shock

  • alcune volte si verifica uno stato di morte apparente.

 

Per ciò che riguarda la terapia, anche in questo caso bisogna valutare lo stato del paziente. Se il paziente ci appare collaborante, trasportarlo in un ambiente chiuso, riscaldato, togliere la muta bagnata e coprire con coperte.

Si possono somministrare bevande calde ricche di zuccheri (naturalmente non alcoliche, considerando il frainteso effetto termoriscaldatore dell’alcol) ed in fine facendo compiere delle piccole contrazioni muscolari prolungate fino a far compiere dei piccoli movimenti prima passivi e poi attivi. Nel caso in cui ci troviamo di fronte a persone che sono in uno stato più grave( non coscienti, che non rispondono a stimoli) allertare il 118: queste persone necessitano cure ospedaliere immediate.

 

CONGELAMENTO

Per definizione il congelamento si verifica quando la temperatura corporea scende al di sotto di 30°C.

Da un punto di vista clinico vengono riconosciute due forme:

 

1) Congelamento superficiale (senza perdita di tessuto)

 

2) Congelamento profondo (con perdita di tessuto)

 

Classicamente viene utilizzata una classificazione che lo vede distinto in :

1) Congelamento di PRIMO grado

2) Congelamento di SECONDO grado

3) Congelamento di TERZO grado.

4) Congelamento di QUARTO grado.

 

Con quest’ultimo argomento abbiamo esaurito tutti gli eventi patologici che vengono classicamente trattati come SINDROMI DA IPOTERMIA.

Come me, credo che anche voi, amici lettori, abbiate compreso quanto siano importanti e quanto facilmente si possano verificare queste condizioni.

Spero che queste poche ma importanti notizie vi siano utili in futuro, e vorrei che fossero utili nel prevenire queste condizioni e non nel curarle.

 

Rubandovi ancora un minuto della vostra attenzione, vorrei quindi elencare alcune semplici regole da osservare in mare e sulla spiaggia:

  •  copritevi prima e dopo l’immersione

  •  utilizzate mute adeguate alle diverse temperature

  •  usate guanti e calzari, specialmente nei periodi più freddi

  •  accendete un fuoco sulla spiaggia per riscaldarvi o portate con voi una coperta di lana e degli indumenti pesanti

  •  portate con voi bevande calde

  •  non seguite consigli tipo: bevi un liquore per riscaldarti, prima di entrare in acqua.

 

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