88.
LA CURA
E LA MANUTENZIONE
DELL'ATTREZZATURA SCUBA
Cosa fare prima e dopo aver riposto l'attrezzatura
subacquea.
Articolo di John Liddiard, tratto dal sito www.divernet.com, tradotto da
Alessandra Gola e adattato da Antonio Carbone e Marcello Polacchini.
Ogni subacqueo dovrebbe far
eseguire la manutenzione del proprio equipaggiamento scuba
presso centri autorizzati, ma ci sono diverse piccole attenzioni
che potete mettere in pratica da soli.
Di solito la maggior parte
dei subacquei comincia a preoccuparsi del proprio
equipaggiamento solo all’inizio della stagione estiva dopo che,
spesso, l’ha riposto nell’autunno precedente, così come capita.
Nonostante ciò si vorrebbe che tutto funzionasse al meglio
ovvero come avvenuto nell’ultima immersione. E’ chiaro che
spesso le cose non vanno come vorremmo e a volte,
l’equipaggiamento, seppure inutilizzato, ha dei problemi che non
ci aspettavamo; inoltre si sarà certamente accumulata
l’eventuale negligenza trascinata dalle precedenti stagioni.
Spesso non si tratta di
problemi tanto gravi da impedire un’immersione, ma solo di una
serie di seccature che ci si ripromette sempre di sistemare
durante l’inverno… cosa che la maggior parte dei subacquei non
fa mai!
Sarebbe quindi necessario
portare periodicamente gli erogatori a far revisionare in un
centro di assistenza autorizzato e, una volta fatto questo, ci
si aspetterebbe che tutto funzionasse perfettamente alla prima
uscita in acqua. Tuttavia, anche se la maggioranza dei tecnici è
in grado di fare un buon lavoro, non si è mai sicuri abbastanza.
Infatti, ogni tanto s’incappa in un tecnico impreciso o
superficiale e anche il migliore tecnico può sempre avere una
giornata storta.
Se parlate della revisione
con una qualsiasi valida guida o istruttore subacqueo, vi dirà
che il momento in cui è più probabile che l’equipaggiamento
abbia dei problemi è proprio dopo la revisione!
Insomma: vuoi a causa di una
generale incuria dall’ultimo utilizzo, vuoi per lo scarso uso o
per la mancata revisione oppure per la revisione molto recente,
chi si aspetta che l’attrezzatura funzioni perfettamente forse
rimarrà deluso e non solo ad inizio stagione…!
Gli erogatori sono la parte
dell’attrezzatura scuba che, più di qualsiasi altra, può causare
incidenti potenzialmente letali durante l’immersione. Quindi,
prima di montarli sulla bombola, ecco qualche piccolo controllo
raccomandabile, che chiunque è in grado di fare e per i quali
non occorrono strumentazioni particolari. |
LE FRUSTE
Controllate se ci sono crepe,
tagli e lesioni, specialmente nel punto in cui la frusta
s’innesta nel raccordo.
Se questa parte è coperta
dalla protezione di gomma (salva-frusta), spingetela indietro in
modo da poter esaminare il tratto in cui la frusta è solitamente
coperta dal manicotto protettivo. Questa zona delle fruste sarà
anche protetta, ma è anche il punto dove è più facile che un
danno passi inosservato, ed è questo il motivo (unitamente al
ristagno di umidità) per cui molti subacquei arrivano a
eliminare queste protezioni in gomma.
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Tuttavia è sensato sfruttare
le fruste per quante più immersioni possibili; in tal caso, è
logico usare i salva-frusta e, piuttosto, controllare
periodicamente lo stato della frusta sotto di questi.
Se si vuole ruotare la
protezione di gomma per farla scivolare indietro, di solito è
più facile farlo quando la frusta è ancora attaccata al primo
stadio. Ruotate la protezione in senso orario mentre tirate e le
fruste non si torceranno. Se la protezione oppone resistenza,
bagnate la zona con dell’acqua tiepida e saponata. Se anche così
non si ottiene nulla, lasciate questa parte in ammollo, facendo
bene attenzione che il primo stadio non si bagni al suo interno.
Se anche così non si risolve la questione, ricordate che tirare
troppo forte può danneggiare la frusta che state tentando di
preservare; quindi, a questo punto, conviene scartare la frusta
o tagliare con molta cautela il manicotto di protezione e
sostituirlo con uno nuovo. Se una frusta è deteriorata proprio
all’estremità ove è presente il filetto al primo stadio, deve
assolutamente essere sostituita. Quando rimontate la frusta,
soprattutto se già usata dovete sostituire l’o-ring presente sul
filetto del primo stadio. Durante l’avvitatura ponete attenzione
che l’o-ring non rimanga pizzicato e assicuratevi che il capo
della frusta sia ben fissato al primo stadio ovvero esercitate
un’idonea forza di serraggio. |
IL BOCCAGLIO
Un problema che si nota
spesso, subito dopo che un erogatore è stato revisionato, è che
il boccaglio non è ben assicurato all’erogatore o perché la
fascetta non è stata stretta abbastanza, o perché non c’è
proprio!
Anche se il boccaglio non è
stato sostituito, deve essere stato smontato durante la
revisione oppure, col tempo, può essersi allentata la fascetta.
Allo stesso tempo,
controllate che la fascetta non sia stata tagliata lasciando
l’estremità tagliente. Se così fosse, allora rifilatela
attentamente con una lama o con un tronchese e poi smussatele il
bordo reciso con una limetta da unghie.
Se il boccaglio è un po’
vecchio, verificate se ci sono segni di crepe subito dietro la
fascetta che lo fissa all’erogatore.
Date un’occhiata anche alle
protezioni per i denti (il cd. morso) e accertatevi che non si
stiano rompendo, col rischio di staccarsi.
Se cambiate il
boccaglio,sceglietene uno della misura giusta: forzare un
boccaglio troppo piccolo rispetto all’attacco lo romperà, mentre
uno troppo largo può non avere una tenuta perfetta, oppure
rischia di staccarsi dall’erogatore mentre siete in immersione.
Se potete, privilegiate uno
dei moderni boccagli modellabili a caldo oppure sceglietene uno
anatomico (ortodontico) che stanca meno la mandibola.
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IL FILTRO SINTERIZZATO
Una causa comune di un’alta
resistenza alla respirazione in un equipaggiamento altrimenti
funzionante è dato dall’ostruzione del filtro metallico di
sinterizzazione, che si trova dove il primo stadio si innesta
alla bombola.
Un po’ di incrostazione
salina, un accenno di ruggine e un tantino di sporco possono,
insieme, fare molta differenza! Un controllo veloce a occhio è
facile: semplicemente guardate nel foro e vedete se vi sembra
abbastanza pulito.
A meno che l’octopus non sia
appena stato revisionato, il filtro non sarà mai perfetto, ma
non deve neanche sembrare corroso, sporco e arrugginito. Nel
dubbio, prendete un batuffolo di cotone e guardate quante
impurità ci sono sulla sua superficie esterna. Non sfregate
troppo forte, per non lasciare fibre di cotone sul filtro! |
LA VALVOLA DI SCARICO
Dopo essersi accertati che
tutto sia a posto e che il boccaglio sia intatto, bisogna dare
un’occhiata alla valvola di scarico.
A volte la membrana può
arricciarsi nei bordi o può danneggiarsi a causa di impurità e
granelli di sabbia o può graffiarsi o slabbrarsi.
Controllate anche che, dopo
la revisione, sia stata effettivamente rimontata (non si sa
mai), o comunque che sia stata posizionata correttamente e non
sia appena appoggiata e sia sul punto di staccarsi.
Guardate attraverso il baffo
deflettore: in alcuni erogatori la valvola di scarico è
facilmente visibile da questo punto, mentre in altri no.
Ad ogni modo, cercate di
verificare che la valvola non sia accartocciata nei bordi o
addirittura mancante. Fatto questo, tappate il primo stadio con
il suo cappuccio o mettendo un dito sul foro, poi inspirate
delicatamente dal boccaglio: se l’aria passa attraverso, può
darsi che la valvola sia forata. Non occorre inspirare
violentemente: se c’è una falla nella valvola, ve ne accorgerete
con una leggera inspirazione, mentre se esagerate potreste
sforzare la valvola fino a romperla, oppure potreste spostare la
membrana principale dal suo alloggiamento. |
LA REGOLAZIONE DELLA
RESISTENZA DEL SECONDO STADIO
Ora possiamo attaccare
l’erogatore alla bombola. Respirare è un’operazione naturale, ma
quanta resistenza deve opporre un erogatore? E’ difficile
valutare la resistenza di un erogatore alla respirazione senza
immergersi!
Una semplice prova per la
maggior parte degli erogatori si può fare nel lavandino della
cucina. Con il boccaglio rivolto verso l’alto e la membrana
verso il basso, immergete lentamente il secondo stadio, facendo
attenzione a non farvi entrare l’acqua. |
Man mano che lo affondate, la
differenza di pressione esercitata da pochi centimetri d’acqua
sulla membrana sarà sufficiente per spingerla indietro e
provocare l’emissione di un sibilo. In alcuni erogatori, questo
sfiato avviene appena l’acqua lambisce il "livello boccaglio".
In termini ingegneristici,
l’erogatore deve essere tarato su una pressione equivalente a
pochi centimetri di profondità. Se non sibila, la respirazione
sarà troppo faticosa. Se sfiata troppo abbondantemente, la
resistenza alla respirazione è troppo blanda.
Se il "test lavandino" non va
a buon fine, prima di portare l’erogatore in assistenza lavatelo
con acqua tiepida e assicuratevi che non sia semplicemente
sporco o fermo da troppo tempo. Comunque, fate sempre un doppio
controllo, verificando che tutte le eventuali manopole di
regolazione siano impostate correttamente. |
LA REGOLAZIONE DELLA
PRESSIONE INTERMEDIA DEL PRIMO STADIO
I prossimi test sono gli
unici che richiedono l’uso di strumenti specifici, perché un
manometro di pressione intermedia misura in genere 20-25 bar in
tutto.
Si può avvitare il manometro
al primo stadio in uno degli attacchi aggiuntivi per le fruste a
bassa pressione, oppure, con un adattatore, si può innestare
nell’attacco del manometro o della muta stagna.
La maggioranza degli
erogatori in commercio lavora alla pressione raccomandata di 10
bar (a volte anche tra 9 ed 11 bar), ma qualche modello fa
eccezione.
Montate il manometro di
pressione intermedia, aprite l’aria e controllate che la
lancetta sia nel range di valori sopra indicato (o in quello
appropriato per il vostro modello). |
LA VERIFICA DI UN’EVENTUALE
PERDITA DAL PRIMO STADIO
Lasciate l’aria aperta e
tenete sotto controllo la lancetta del manometro per una decina
di minuti.
Se la pressione intermedia sale progressivamente, significa che
c’è una perdita d’aria che passa attraverso la sede del pistone
del primo stadio, perchè la chiusura di questo non è a tenuta
perfetta. Questa avaria è detta “perdita dal primo stadio” o
“caduta di pressione intermedia”.
In questo caso il primo
stadio ha bisogno di una revisione. Se non avete un manometro di
pressione intermedia, il sintomo più comune che vi deve
insospettire è quando il gruppo funziona perfettamente quando è
in esercizio, ma se lo si lascia fermo per più di qualche
respiro comincia ad emettere un sibilo dal secondo stadio.
Questo significa che la pressione intermedia sta crescendo
lentamente, fino a spingere abbastanza da attivare il secondo
stadio. |
IL MANOMETRO DI ALTA
PRESSIONE
Per una verifica veloce della
precisione del manometro ad alta pressione vi serviranno due
bombole una piena e una quasi vuota – e un altro octopus di cui
siete certi circa la precisione del manometro.
Usate il secondo octopus per
misurare la pressione di ciascuna bombola e confrontatela con
quella misurata dal manometro che state controllando. Se le
misurazioni non corrispondono, uno dei due strumenti non è
preciso. |
LA VERIFICA DEL RECUPERO
DELLA PRESSIONE INTERMEDIA NELLA CAMERA DI BILANCIAMENTO
Respirate un paio di boccate
dal secondo stadio e, nel frattempo, guardate come fluttua la
lancetta del manometro di pressione intermedia. La lancetta
dovrebbe abbassarsi di pochi bar e ritornare in posizione nel
tempo in cui smettete di inspirare.
Se, invece, la lancetta
scende e non si rialza immediatamente è brutto segno, e questa
volta, a differenza del caso di caduta di pressione intermedia,
il problema è che il pistone del primo stadio non si apre come
dovrebbe.
Comunque tenete presente che
normalmente un modello di primo stadio poco performante avrà
cali di pressione interna più accentuati e riprese più lente.
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I TEST NOTTURNI
Se la vostra attrezzatura ha
superato felicemente i test e non ci sono problemi, lasciate
l’erogatore assemblato sulla bombola aperta per una notte
(fatelo specialmente se l’equipaggiamento è stato appena
revisionato in assistenza). Le sedi dei pistoni possono
richiedere tempo per assestarsi e dopo qualche ora sotto
pressione, la camera di bilanciamento e le caratteristiche del
gruppo di respirazione possono evidenziare cambiamenti.
La mattina seguente date
un’occhiata nuovamente alla pressione intermedia e rifate i test
di resistenza alla respirazione, caduta di pressione intermedia
e variazione di pressione nella camera di bilanciamento.
Effettuare questo stesso
controllo a bombola chiusa può indicare problemi minori, in
quanto la pressione segnalata nel manometro di alta pressione
tende a scendere a causa della graduale perdita di atmosfere dal
primo stadio e dalle fruste. In questo caso anche gli
equipaggiamenti migliori possono non superare il controllo: la
questione da verificare in questo caso è quanto velocemente
scende la pressione, piuttosto che se cala o no. |
LA VERIFICA DI EVENTUALI
PERDITE DAL MANOMETRO DI ALTA PRESSIONE
Il problema più comune con il
manometro di alta pressione si verifica dove questo si connette
alla frusta, o subito sopra questo punto, all’altezza dello
snodo girevole.
Basta immergere il manometro
nel lavandino della cucina per rintracciate la fonte della
piccola perdita. Se le bolle vengono da dove il manometro si
attacca alla frusta, potrebbe essere sufficiente stringere il
punto di raccordo... ma attenzione a non fare troppa forza!
Di regola, usate solo chiavi
corte e non utilizzate l’intera lunghezza dell'impugnatura per
fare leva. Se la perdita proviene dallo snodo girevole,
soprattutto se si tratta di un gruppo erogatori che non viene
utilizzato da un po’ di tempo, a volte la questione si risolve
bagnando e scuotendo un po’ energicamente l’attacco. |
E INFINE… BAGNARE LA
RUBINETTERIA!
Questa semplice verifica è
così ovvia che può sembrare un po’ assurdo che sia fatta dopo
tutti gli altri controlli e non prima… ma ha un suo perchè!
Montate il gruppo sulla bombola, giratela a testa in giù e
immergete la testa nel lavandino della cucina. Aspettate che
tutto si stabilizzi e fate caso da dove escono eventualmente le
bolle. Poi schiacciate la valvola di spurgo del secondo stadio
un paio di volte e guardate di nuovo se qualcosa produce bolle. |
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