Baia
di Polje (Croazia) - 14 settembre 2017 Una volta in disarmo dopo essere stata per molti anni attraccata ad una banchina del porto di Pola, nel 2002 è stata acquistata da Arsen Brajkovic un imprenditore di Pola che inizialmente intendeva trasformarla in un lussuoso yacht da affittare a diportisti facoltosi. I costi esorbitanti dell’operazione di riadattamento della nave convinsero però Brajkovic a cambiare il suo progetto decidendo di affondarla per farne un’attrazione per i molti subacquei appassionati di relitti. Così, dopo un iter burocratico durato diversi anni, finalmente il 22 maggio 2016 la m/n VIS è stata affondata al largo di Medulin in Istria (HR), per farla diventare meta del turismo subacqueo internazionale (oggi per accedervi ciascun subacqueo deve pagare una tassa di 20€ al proprietario). Il relitto della m/n VIS oggi giace in assetto di navigazione posato sul fondale sabbioso a una profondità di 33 metri a circa 300 metri dalla costa, a sud della baia di Polje e nei pressi della piccola baia di Plovanija, sulla costa occidentale di Capo Promontore, la punta estrema meridionale dell’Istria. Essendo stato affondato in una zona sottovento, alla giusta profondità e non lontano dalla riva, si tratta di un relitto adatto per la sicurezza dei subacquei, che permette immersioni anche con condizioni meteo non ottimali. Il relitto è stato bonificato di tutto ciò che poteva provocare inquinamento ambientale o costituire un pericolo per la sicurezza dei subacquei, ed è perfettamente conservato e penetrabile in moltissimi suoi locali: plancia di comando, quadrato ufficiali, sala da pranzo, alloggi, salone, sala macchine. Oggi il VIS è una specie di museo sommerso, ovvero una testimonianza importante della storia navale di quella che fu la Jugoslavia e della vita e dell’opera politica di Tito (anche se in realtà il maresciallo vi salì a bordo poche volte), ma come tutti i relitti sarà presto colonizzato dalla vita sottomarina, divenendo ancora più affascinante. |
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Racconto dell’immersione (fotografie subacquee di Predrag Vučković)
14 settembre 2014 - Con una breve navigazione da Banjole, dove
ha sede il Diving Cetar "Indie" di Željco Kamerla, raggiungiamo la
Baia di Polje nell’area del Parco di Kamenjak, lungo la costa
occidentale della parte più meridionale dell’Istria, nei pressi di
Capo Premantura. |
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La
visibilità è molto buona, all’incirca una ventina di metri, e questo
mi permette di cogliere tutti i particolari del relitto, che essendo
stato affondato da poco più di un anno è ancora in perfette
condizioni e comincia appena ad essere colonizzato dalla vita
marina.
Dopo aver dato un’occhiata alla prua, iniziamo il nostro giro nuotando lungo la passeggiata di sinistra. Tutti i boccaporti e i portelloni sono spalancati sul buio interno della nave. Entriamo nel grande quadrato ufficiali sul ponte di coperta facendo attenzione a non sollevare sospensione. Il locale è completamente spoglio e la luce filtra dai numerosi oblò ai quali sono stati asportati i vetri. Nel silenzio rotto solo dal rumore delle mie bolle provo a immaginare gli alti ufficiali qui riuniti, tutti sull’attenti quando entrava il maresciallo Tito, le poche volte che dev’essere stato qui dentro. |
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Attraversata la sala, seguendo Željco usciamo da un portellone sul lato di dritta e ci dirigiamo verso poppa, poi entriamo in un altro locale e scendiamo nel ponte inferiore sottocoperta. Non capisco in quale locale mi trovo (mi sarebbe piaciuto avere una pianta della nave da poter consultare prima di immergermi…) ma seguo tranquillamente la nostra esperta guida che per uscire dal relitto passa attraverso uno degli squarci prodotti dalle cariche esplosive collocate sotto al galleggiamento quando la nave è stata affondata.
Siamo
di nuovo all’esterno della nave, intorno ai 30 metri di profondità.
Qui non ci sono più i colori e lo scafo bianco del relitto, con
tutto ciò che lo circonda, appare immerso in un’atmosfera irreale
dalle tonalità verdastre. |
Usciti dalla sala macchine, proseguiamo il nostro giro raggiungendo la poppa. Prima di tutto scendiamo fino a 33 metri a dare un’occhiata ad una delle due grandi eliche parzialmente insabbiata, poi risaliamo sulla poppa vera e propria al centro della quale troneggia un grande timone d’acciaio che sembra quello di uno yacht da regata. La ruota del timone gira ancora perfettamente. Željco le fa fare un giro… subito imitato da me e da Angela. Pur essendo un timone di rispetto oltre a quello situato in plancia di comando, mi domando come il timoniere potesse manovrare da questa posizione arretrata, avendo davanti agli occhi tutto il cassero che gli ostruiva la vista. |
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Noto
che la falchetta della elegante poppa arrotondata è tutta ammaccata
e mi ricordo di aver letto che la nave è colata a picco urtando il
fondo proprio con la poppa che così si è deformata. Usciti dal salone nuotiamo sul ponte superiore passando sopra il cassero e il fumaiolo. Da qui posso ammirare il relitto nella sua interezza. Le varie strutture interne ed esterne non sono ancora collassate. Solamente l’albero principale con i radar e i fanali di navigazione è abbattuto e coricato su un fianco. Ora è un groviglio di metallo adagiato sulla battagliola. E’ stato abbattuto per impedire che potesse intralciare la navigazione. L’antenna radio, molto più corta, è invece ancora al suo posto.
Entriamo
nella plancia di comando ormai completamente spoglia e dai
finestroni anteriori (ormai privi dei vetri) riesco a vedere fino
all’estrema prua. Poi usciamo da una porta laterale e ritorniamo in
prossimità dell’argano salpa ancore per ricongiungerci a tutti gli
altri subacquei. Sono completamente assorto nei miei pensieri, intento a rivedere ciò che ho visto la sotto, e faccio la mia deco in completo relax. Questo relitto è proprio bello, perfettamente intatto, ma penso che con il passare del tempo cambierà presto aspetto. Il mare se lo prenderà poco per volta, ostriche e bivalvi di ogni specie colonizzeranno lo scafo dentro e fuori, gronghi, astici e corvine troveranno casa nei labirinti del suo ventre, mentre la ruggine, lenta e inesorabile, si mangerà il metallo. Ma, come avviene per ogni relitto, il VIS continuerà ancora per molti anni a conservare intatta la memoria di quella grande storia di cui è stato protagonista. Preso dai miei pensieri, quasi non mi accorgo di avere terminato la mia breve deco ed esco dall’acqua quasi per ultimo dopo 42 minuti d’immersione. Sono davvero molto soddisfatto. Questo “tuffo nella storia” mi è piaciuto davvero! |
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