Giugno 2019
In aprile avevo fatto un lungo e fantastico viaggio in Micronesia. Ero stato nella laguna di Truk, e nel corso di due settimane avevo visitato 18 diversi relitti di navi facenti parte della flotta della Marina Imperiale Giapponese affondata dagli americani nel 1944 nel corso della seconda Guerra Mondiale. E così sono arrivato a 65 “pezzi di ferro”; ma la mia fame di “relittaro” non si è ancora placata. Altri obiettivi mi attendono… se il tempo me lo permetterà. Ma come è nata questa mia passione di visitare i relitti sparsi sul fondo del mare?
La storia comincia da
molto tempo fa. Ho letto diversi libri e ho visto molti documentari che raccontavano di incredibili scoperte sul fondo dei mari. Queste storie mi hanno sempre affascinato. I relitti sparsi in fondo al mare mi attiravano come se fossero una calamita...
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Francia, 5 giugno 2019 - Nel relitto del sommergibile "Rubis" |
La mia passione per le immersioni sui relitti però, è nata solo nel 1991. Allora ero quasi quarantenne e non avevo ancora incominciato ad immergermi con l’autorespiratore e le bombole. Vidi alla televisione le drammatiche immagini del grave incidente avvenuto l’11 aprile 1991 davanti al porto di Genova e ne rimasi estremamente impressionato. Quella mattina la superpetroliera Haven, che si trovava alla fonda davanti al Porto Petroli di Multedo, durante una normale operazione di routine per il bilanciamento del carico tramite il travaso del greggio da una cisterna a un’altra esplose, forse per colpa di un errore umano. A bordo scoppiò un violentissimo incendio che durò tre giorni, nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco di domare le fiamme. Il capitano e quattro dei 36 membri dell'equipaggio morirono nell'incidente. Ricordo ancora quei tre giorni di agonia della nave raccontati dai giornali e da tutte le televisioni, mentre si temeva un disastro ecologico dalle proporzioni gigantesche. Ricordo benissimo le terribili immagini trasmesse dalla televisione: le fiamme altissime, la colonna di fumo nero che s’innalzava per decine e decine di metri. Mi sembrava quasi di sentire il suo odore acre e pungente. E alla fine mi è rimasta impressa l’immagine del fumaiolo della nave che inesorabilmente spariva lentamente negli abissi, nel ribollire dell’acqua intorno e del vapore. Il relitto della Haven si posò ad 80 metri di profondità e lì giace ancora oggi, meta ogni anno di centinaia di appassionati di relitti come me, provenienti da tutta l’Europa. Appena qualche anno dopo quella tragedia iniziai il mio percorso subacqueo, ottenendo il mio primo brevetto nel 1995. Da allora cominciai a sognare di potermi immergere su quell’immenso relitto che tanto mi affascinava; ma la sua profondità allora mi sembrava per me proibitiva. Così frequentai i vari corsi necessari per poter raggiungere almeno il piano di coperta della Haven… il mio obiettivo. |
![]() Francia, 5 giugno 2019 - La prua del sommergibile "Rubis" |
Francia, 6 giugno 2019 - Nel relitto del cargo "Togo"
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Ci volle una decina d’anni e finalmente nel 2007, dopo aver fatto l’esperienza necessaria, riuscii a raggiungere il mio obiettivo e mi si aprì il mondo dell’immersione “tecnica”. Adesso potevo davvero saziare la mia fame di relitti sparsi per i mari: non avevo altro da fare che documentarmi, vedere quali erano alla mia portata, allenarmi e partire.
Sono
passati più di dieci anni dalla mia prima immersione sulla
petroliera inabissatasi al largo di Genova. Il tempo scorre molto in fretta laggiù, alla ricerca di particolari non notati altre volte, testimonianze mute della nave che fu e della sua tragedia. Do un ultimo sguardo, ed è già l'ora di risalire, pensando al mio prossimo relitto. Quale sarà? |
3 giugno 2019 - Relitto del Ct. "Espingole" |
5 giugno 2019 - Relitto del sommergibile "Rubis" |
![]() 6 giugno 2019 - Relitto del cargo "Togo" |
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