IMMERSIONE SUL TRALICCIO DI CAPRIPunta Carena - Capri - 24 giugno 2017
Ci sono alcune immersioni circondate da un alone di fascino che le rende dei veri e propri miti per il popolo dei subacquei. Una di queste è quella sul relitto del traliccio di Punta Carena, all’estremità Sud-Ovest dell’isola di Capri protesa verso il mare aperto.
Da troppo tempo, per un
motivo o per l’altro, dopo aver programmato questa mitica immersione
veniva annullata a causa delle avverse condizioni meteomarine, e
io restavo con il desiderio di poter visitare quello che viene
considerato uno dei punti più spettacolari del Mediterraneo. L'immersione è programmata per le 11, dopo circa un’ora di navigazione, ma io e Angela arriviamo al diving di buon ora per preparare l'attrezzatura e pianificare il nostro tuffo con calma. Scenderemo in trimix, e questo richiede maggiore attenzione nella pianificazione. Io mi sono documentato ampiamente su questa immersione, guardando foto e disegni e leggendo i racconti di chi ci è già stato. Sono pronto e bello carico!
Ma
che cos’è questo traliccio? La sua storia è piuttosto semplice.
Nell’estate del 1962 una forte tromba d’aria si abbatté sul Golfo di
Napoli e investì l’isola di Capri. La forza del vento fu tale che riuscì
a sradicare un grosso traliccio che sosteneva l’antenna del radiofaro
installato in prossimità del faro di Punta Carena, facendolo precipitare
in mare dalla sommità della falesia a picco sul mare. Le cavità invece sono l’habitat ideale per aragoste, cicale di mare, murene, cernie e altre innumerevoli specie.
I fondali di Capri sono caratterizzati da una fitta copertura biologica del substrato duro e gli organismi spesso si vanno a sovrapporre gli uni sugli altri in un continuo tentativo di sopravvivenza. Qui alghe rosse, incrostanti e arborescenti, fanno da base all’insediamento di una moltitudine di piccoli organismi come briozoi, madreporari, molluschi, spugne, tunicati e policheti. Le condizioni idrodinamiche di questa zona favoriscono l’insediamento di questi organismi, sia per la costante corrente portatrice di plancton e sostanze nutritive indispensabili alla loro sopravvivenza, sia per la limpidezza dell’acqua, fondamentale per molti degli organismi filtratori che si sono insediati sulle strutture del traliccio, come le gorgonie e le spugne.
Non vedo l’ora di poter
guardare con i miei occhi questo spettacolo! Il gommone non può ancorare, perché intorno alla punta dell’isola c’è un traffico infernale di natanti carichi di turisti che vanno dai Faraglioni alla Grotta Azzurra, e il gommone si deve disporre tra noi e la parete per proteggerci la testa. Pasquale oggi non scenderà in acqua con noi. Governare il gommone in questo traffico indiavolato è piuttosto complicato, perciò lui resterà a bordo con il motore accesso, pronto per qualsiasi evenienza.
Io e la mia compagna
Angela scenderemo con Monica e Guglielmo, che ci farà da guida, ma
insieme a noi ci saranno anche Valter, Antonella e Francesco (tutti
muniti di macchine fotografiche!!) e altri subacquei che non conosco.
Man mano che siamo pronti ci tuffiamo nell’acqua color blu intenso e ci raduniamo in superficie per aspettare i compagni, protetti dal gommone di Pasquale che fa buona guardia. Al segnale scendiamo in caduta libera lungo la parete verticale sotto il faro di Punta Carena. E’ una discesa infinita, che mi da il tempo di riordinare i mille pensieri che mi passano per la mente. Sono felice. Provo un senso di infinita libertà… mi sento leggero mentre scendo lentamente nel blu accompagnato dal rumore delle mie bolle. L’acqua è cristallina e dapprima lascia intravedere solo un fondale uniforme e indistinto, poi comincio a vedere la distesa di sabbia bianca e improvvisamente, al di là di uno scalino largo appena qualche metro, mi appare la sagoma inconfondibile del traliccio disteso sul fondo e proteso verso il mare aperto. Dapprima è solo una sagoma scura e lineare poi, man mano che mi avvicino e la illumino con la mia torcia, la struttura diventa un affascinante caleidoscopio di colori e una sorprendente esplosione di vita.
Raggiungiamo il traliccio intorno ai 48 metri di profondità e cominciamo a nuotargli accanto tenendolo sulla nostra sinistra. Sulla struttura ci sono spugne giganti, coralli, claveline, ma soprattutto colpiscono gli occhi le mille sfumature delle gorgonie in tutte le varietà cromatiche, da quelle bianche a quelle rosse e gialle, e tutt’intorno nuotano banchi fittissimi di anthias che formano delle delicate nuvole rosa. Uno scenario da favola! La visibilità è incredibile pur essendo molto profondi, e io uso la torcia soltanto per mettere a fuoco i particolari che voglio vedere meglio o per fare dei segnali alla mia compagna.
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