Crociera ai reef di SAINT John

 

DIARIO DI BORDO

(Incontri ravvicinati con Gli squali Longimanus)

 

Mar Rosso - Maggio 2009  

Dal 16 al 23 maggio 2009 io e la mia buddy Angela abbiamo partecipato ad una bellissima crociera subacquea a bordo del m/y “Princess Zeinab”.

Partiti da Marsa Alam, ci siamo spinti fino ai Saint John's Reef, un vastissimo sollevamento di origine vulcanica del fondale, costellato di reef e torri madreporiche, che si trova a Sud Ovest dell’isola di Zabargad. Questa zona praticamente è attraversata dalla linea del Tropico del Cancro e si trova vicino alle acque del Sudan.

Io mi ero già immerso nel 2008 in Mar Rosso e quella volta avevo esplorato i relitti che si trovano a Nord, nello stretto di Gubal; ma questa è stata la prima volta che sono sceso così a Sud e ho avuto davvero molta fortuna in questo mio viaggio: un’organizzazione impeccabile, un mare praticamente sempre calmo, acqua limpidissima e tanti incontri… davvero mozzafiato.

E’ stata una settimana intensa di fantastiche immersioni, come la si può vivere solamente in crociera, tra immensi ventagli di gorgonie, giardini di corallo duro, alcionari dai mille colori e una straordinaria varietà di pesce corallino. Durante la crociera abbiamo avvistato più volte i grandi pesci pelagici che popolano queste acque: squali grigi, piccoli squali di barriera e qualche martello, oltre a branchi di tonni di dimensioni ragguardevoli. Abbiamo anche avuto un incontro con una bellissima tartaruga che si è fatta fotografare per quasi un’ora; abbiamo nuotato con i delfini nella laguna di Dolphin Reef, ma, soprattutto, abbiamo avuto degli incontri… molto ravvicinati… con dei grossi esemplari di squalo Longimanus!!

 

I punti d'immersione nella zona dei reef di Saint John e a sinistra il m/y "Princess Zeinab"

   

 

Il gruppo di tutti i partecipanti alla crociera

La nostra crociera è partita dal porto vecchio Marsa Alam: in realtà un’insenatura naturale protetta dal reef che si estende poco a Nord di Marsa, senza neanche una banchina per attraccare con la barca…

A bordo del bellissimo motor yacht “Princess Zeinab”, una barca di 32 x 7 metri dotata di ogni confort e costruita appositamente per le crociere subacquee, ci siamo imbarcati in 19 subacquei, 11 dei quali appartenenti al G.S.V. - "Gruppo Subacqueo Vicentino" e altri 8, tra i quali io e Angela, imbarcati a coppie alla spicciolata. Nel gruppo c'era una grande prevalenza di veneti e qualche milanese.

Siamo arrivati in barca in due riprese. Noi due ed altri 6 sub ci siamo incontrati e conosciuti sul pulmino che dall’aeroporto ci ha portato fino alla barca e siamo arrivati al porto di Marsa Alam alle quattro del pomeriggio, dopo un’ora di viaggio lungo la strada che costeggia il mare e il deserto.

Ci siamo subito affiatati, tanto da decidere di autocostituirci in "Gruppo Subacqueo Pulmino" e tale è rimasto il nostro nome durante tutta la crociera.

Il gruppo di Vicenza, invece, è arrivato compatto e rumoroso a bordo della “Princess Zeinab” poco dopo la mezzanotte e purtroppo ci ha svegliati da un sonno già parecchio profondo, dato che noi eravamo partiti dall’aeroporto di Bologna alle 6 del mattino e da casa nostra alle 3 di notte!

La mattina successiva al nostro arrivo a bordo della “Princess Zeinab”ci siamo incontrati tutti quanti a colazione e abbiamo fatto conoscenza con le nostre due guide sub: l’espertissimo Christoph Donati, proveniente da una nota località di mare: Merano… in Alto Adige (!!) e il giovane e simpatico egiziano Mohammed Antably (detto "Antably"... per non confonderlo con i troppi Mohammed presenti).

Finite le presentazioni, ha avuto inizio il nostro bellissimo viaggio verso il sud del Mar Rosso egiziano. Un viaggio davvero indimenticabile!

Ed ecco qui di seguito il racconto della nostra crociera, una specie di “diario di bordo” della nostra bellissima avventura in Mar Rosso.

Domenica 17 maggio.

Dopo una breve navigazione, facciamo il nostro primo tuffo verso le 10:30 a Shaab Marsa Alam: si tratta di una check dive di un’oretta condotta sui 18 metri di profondità, tanto per controllare la nostra pesata e l’assetto e fare le indispensabili prove di lancio del pedagno, sotto lo sguardo vigile e attento delle due guide Christoph e Antably.

E’ solo un’immersione di assaggio, ma già il Mar Rosso ci abbaglia con i suoi colori vivaci e a volte insoliti e con lo spettacolo di un mondo sottomarino in eterno movimento, sorprendente per la varietà delle forme in cui la vita qui si manifesta. Il mio sguardo spazia libero nelle acque cristalline e scruta ovunque con avidità, cercando di scoprire i mille segreti che la vita del reef riserva all’occhio più attento, capace di cogliere i piccoli particolari.

Dopo un tempo che a me sembra troppo breve Chris e Antably ci richiamano dicendoci che è ora di risalire, ma è difficile seguire le guide, interrompendo il piacere degli incontri con i pesci di barriera... Ad ogni modo la check dive è andata bene e poco dopo si prosegue la navigazione per Gota Sharm, dove facciamo la nostra seconda immersione della giornata. Terminato il nostro pranzo, verso le 16 scendiamo in acqua dai due gommoni che ci accompagnano direttamente sulla punta del reef e arriviamo sul plateau posto alla sua base, dove finalmente possiamo ammirare tutto il campionario dei coloratissimi pesci di barriera. Da un anfratto ci appare una grande murena grigia, mentre tra i coralli duri riconosco le grandi valve delle tridacne e poi, ecco apparire i primi grandi pesci Napoleone, buffi ed eleganti al tempo stesso, che nuotano maestosi nel blu. Un vero spettacolo!

Appena il tempo di cenare e crollo nel mio letto per la prima vera dormita dopo due giorni passati quasi insonni. Sto benissimo nella mia cuccetta e vago con il pensiero rivedendo i colori meravigliosi che ho potuto ammirare sottacqua, finalmente cullato dal dolce dondolio della barca che taglia il mare.

Il reef di Gota Sharm

Il reef di Abili Ali

Un momento di relax al tramonto

Il reef di Abili Dassala

 

Lunedì 18 maggio.

Dopo un lungo tragitto in navigazione notturna di quasi 100 miglia, lunedì mattina giungiamo nella zona dei reef di Saint John, meta della nostra crociera. Questa zona è abbastanza atipica per il Mar Rosso; infatti la sua peculiarità sta nella morfologia del fondale che in questo tratto di mare, delimitato a Ovest dalla costa e ad Est dall’isola di Zabargad (che però non fa parte del comprensorio dei reef di St. Jonn), forma una specie di pianura sottomarina situata ad una profondità che varia tra i 60 e gli 80 metri circa, dalla quale si innalzano numerosi reef corallini. Alcuni di essi affiorano ampiamente alla superficie, altri hanno il loro apice visibile a solo pochi metri di profondità e in arabo sono chiamati “Abili”.

Il primo reef che raggiungiamo è quello di Abili Ali (chiamato anche Abili Kebir cioè “abili grande”), che ha il cappello posto a soli 4 metri sotto la superficie. Di dimensioni relativamente ridotte il reef è esposto in direzione Nord-Sud e osservando verso l’orizzonte in direzione Est si vede l’isola di Zabargad, infatti questo è il reef più esterno del comprensorio di St. John.

Alle 7 del mattino, dopo l’accurato breefing fattoci da Chris, facciamo il nostro primo tuffo della giornata, portandoci con i gommoni sulla punta Nord di Abili Ali. Il reef è ricchissimo di vita e di colori: interamente rivestito da grosse gorgonie che formano lunghi filari compatti rivolti verso il blu.

Raggiunto il piccolo pianoro esposto a Nord a -28 metri di profondità, scendiamo rapidamente fino a toccare i 46 metri nella vana ricerca degli squali che normalmente si trovano dai 35 metri in giù, al di fuori dal pianoro. Dal blu compaiono grossi pesci pelagici: tonni e carangidi che lanciano riflessi d’argento. L’acqua però qui è troppo calda: 25 °C e di squali nemmeno l’ombra! Terminato il tempo di permanenza in profondità e proseguiamo la nostra immersione lungo la parete Est del reef, nuotando verso Sud, ma incontriamo una forte corrente. Gruppi di pesce corallino sono presenti ovunque e nuvole di Anthias nuotano nella zona superficiale del reef. Dopo un po’ spariamo in superficie i nostri pedagni per segnalare ai gommoni la nostra posizione. In un attimo i due gommoni arrivano sul punto e veniamo ripescati, con una certa difficoltà a causa della forte corrente di superficie.

Dopo l’abbondante colazione, verso e 11:15 facciamo un secondo tuffo sulla punta Sud di Abili Ali,  nuotando lungo la parete Ovest e toccando i 42 metri. Ma questa volta, complice anche la corrente molto forte, vediamo davvero di tutto: barracuda, tonni, grosse murene, cernie, carangidi e, finalmente… due squali grigi!

Nel pomeriggio raggiungiamo dopo una breve navigazione la laguna protetta di Marsa Selmi, chè è l’unico ridosso notturno della zona. Si tratta di un reef di forma arcuata che offre riparo dai venti provenienti da Nord e qui passeremo la notte tranquilli, ormeggiati direttamente al reef.

Intorno alle 16 i due gommoni ci trasportano in vari gruppetti ad Abili Dassala e qui, dopo un preciso breefing di Chris, facciamo la nostra prima immersione senza le nostre due guide. Ci tuffiamo in acqua e nuotiamo a lungo attorno ai quattro bellissimi pinnacoli semiaffioranti che formano il reef e attraversiamo i vari canyon e le spaccature che li dividono. Un’immersione tranquilla fatta in nitrox alla profondità di una ventina di metri, della durata di circa un’ora e un quarto, trascorsa ad ammirare i bellissimi colorati pescetti di barriera, ma anche murene, razze maculate, pesci balestra e Lion fish. Sono entusiasta. Le piccole attività degli abitanti del reef - forse prive di interesse per la maggior parte dei sub - mi hanno sempre affascinato, appagandomi non meno degli incontri importanti con i grandi pesci pelagici e qui ho di che soddisfare il mio entusiasmo e la mia curiosità.

Verso le otto di sera facciamo quarta immersione della giornata, sempre nello stesso posto, ma questa volta in notturna, per osservare soprattutto i Lion fish che escono a caccia. Intorno alle 21:30 ci aspetta una ricca cena e poi… tutti a letto presto. 

Martedì 19 maggio.

Il giorno successivo, consueta immersione delle 7 del mattino a Gota Mahrus, un piccolo reef chiamato anche Small Gota, che è uno dei reef più esterni della zona di Saint John: una grossa colonna madreporica che s’innalza da oltre 300 metri di profondità!

Trasportati dai due gommoni, scendiamo direttamente sulla punta Nord del reef e raggiungiamo rapidamente i 50 metri di profondità, alla ricerca dell’acqua più fredda che è gradita agli squali. Enormi ventagli di gorgonie si alternano con vere e proprie cascate di alcionari, ma una caratteristica di questa immersione sono i grossi cespugli di corallo nero che in alcuni punti oscurano completamente la visuale. A un tratto sentiamo nettamente il termoclino e, in breve, l’acqua raggiunge i 20 °C di temperatura. Qui l’acqua estremamente limpida annulla le distanze e guida l’occhio attento alla scoperta di forme di vita sorprendenti. Infatti, guardando verso il basso, scorgiamo proprio sotto di noi due grossi Hammerhead shark: i temibili squali martello!! Risaliamo di quota nuotando lungo la parete Est del reef e, ad un tratto, ecco riapparire i due squali martello… ma questa volta molto più vicini. E’ davvero emozionante! Nuotando facciamo il periplo completo del reef e finiamo la nostra decompressione ammirando lo spettacolo della ricchissima vita della barriera corallina, uno spettacolo in continuo movimento, che non stanca mai.

Verso le 11, terminata un’abbondante colazione, facciamo il nostro secondo tuffo della giornata sempre nello stesso posto, ma questa volta scendiamo sulla punta Sud del reef e nuotiamo tenendo la parete Ovest alla nostra destra. Adottiamo lo stesso profilo dell’immersione del mattino: una discesa veloce nel blu sino ad oltre 40 metri in cerca degli squali e poi una lenta risalita lungo il reef facendone il periplo completo. Questa volta incontriamo un grosso squalo grigio che nuota solitario ad una decina di metri sotto di noi, ma non si lascia avvicinare; mentre sulla barriera ammiriamo la solita immensa quantità di pesce colorato, ma anche una grossa murena, delle cernie, grossi carangidi e un piccolo branco di una decina di tonni.

Facciamo la nostra decompressione in libera, trasportati dalla corrente per un lungo tragitto e poi veniamo ripescati dai gommoni che ci riportano alla barca senza farci fare fatica.

Il reef di Gota Mahrus (Small Gota)

Marcello e Angela in... sala da pranzo

 Christoph e Marcello discutono l'immersione

La guida Christoph: una sicurezza!

Dopo pranzo ci spostiamo con la barca a Dangerous Reef, un piccolo reef corallino che si erge su un fondale sabbioso di una trentina di metri e qui facciamo il nostro tuffo pomeridiano.

Ma ecco che appena ancorata la “Princess Zeinab” un grosso squalo Longimanus di oltre due metri viene a farci visita e… rimane a nuotare sotto il pelo dell’acqua intorno alla barca per un paio d’ore. Questo squalo è riconoscibile dalle caratteristiche marezzature bianche che si trovano nella parte terminale delle pinne ed è circondato da numerosi pesci pilota a strisce bianche e nere che lo seguono ovunque si diriga. Dopo un po’ gli squali intorno alla nostra barca diventano addirittura due!

Verso le 16, nonostante la presenza inquietante dei Longimanus, ci tuffiamo in acqua direttamente dalla poppa della barca scendendo profondi e nuotiamo sul fondo sabbioso fino a raggiungere la punta Sud del reef. Poi nuotiamo verso Nord e passiamo per un paio di volte dentro al sistema di grottine e di cunicoli che tagliano questo reef alla profondità di appena 5 metri. All’interno ci sono dei bellissimi giochi di luce e di colori, grazie ai raggi del sole che filtrano dalle numerose spaccature della roccia. Sul fondo delle caverne, molte razze maculate sembrano dormire nella semioscurità, ma si spostano veloci al nostro passaggio, fluttuando elegantemente sul bianco fondale sabbioso. Dopo circa un’ora di immersione torniamo a nuoto fino alla barca con un po’ di fatica, dovendo vincere una corrente che nel frattempo in superficie è diventata davvero impetuosa. Un’immersione bellissima, che alcuni di noi ripeteranno in notturna, sotto lo sguardo attento del Longimanus curioso che sembra non voglia più lasciarci, quasi a ricordarci che… noi abbiamo invaso il suo territorio!

Il protagonista della settimana: il Carcharhinus longimanus

Mercoledì 20 maggio.

Al mattino, dopo una breve navigazione, ci immergiamo prima delle 7 su Small Abili: una piccola formazione rocciosa che sorge da un fondale di 180 metri e arriva sino a 5 metri sotto alla superficie del mare.

Nella parte alta la formazione rocciosa si restringe ed è larga appena una ventina di metri, mentre tra i 20 e i 30 metri di profondità c’è un ampio plateau sul quale decidiamo di scendere per ammirare le gorgonie e gli alcionari che lo ricoprono interamente. La corrente fortissima ci costringe a rimanere lungo la parete Sud del reef, tra i 30 e i 40 metri, cercando un ridosso e costringendoci a fare più volte avanti e indietro lungo un breve tratto di parete. Durante l’immersione vediamo cernie, tonni e un grosso squalo Longimanus che passa… appena tre metri sopra la nostra testa!!

Subito dopo la colazione ci spostiamo con la barca ad Umm Akarim e facciamo due immersioni: la prima di una quarantina di minuti si svolge nelle grotte e nei passaggi sommersi che attraversano i pinnacoli delle cosiddette Saint John’s Caves: qui l’acqua è bassissima e ci sono fantastici giochi di luce che ci permettono di ammirare le stupende formazioni di corallo e di madrepore di tutti i colori: bianco, rosa, turchese, arancio. In mezzo ai coralli e alle madrepore c’è tantissimo pesce di barriera e un’infinità di conchiglie tridacne. Uno spettacolo della natura meraviglioso e sorprendente!

La seconda immersione dura circa mezz’ora e si svolge di seguito alla prima, tutta sotto alla nostra barca, praticamente nuotando… assieme ad uno squalo Longimanus. Si tratta di un esemplare di femmina (ben riconoscibile dal corpo allargato) di circa due metri e mezzo, che ci passa vicinissimo e che ci fa venire scariche di adrenalina quando ci punta decisi arrivando a neanche un metro di distanza da alcuni di noi, per poi virare di colpo con un deciso colpo di pinna. Ovviamente, in presenza di una simile “bestia”, i grossi pesci Napoleone che ci nuotano intorno pomposamente… non vengono degnati nemmeno di uno sguardo!

Ma ecco che ad un certo punto, proprio mentre io sto per risalire sulla scaletta di poppa della barca, lo squalo mi punta dritto contro e si avvicina deciso con un atteggiamento che sembra minaccioso. Il Longimanus è velocissimo, arriva a circa mezzo metro da me e, istintivamente, ritiro di scatto il mio braccio destro e “volo” letteralmente fuori dall’acqua tra le risate dei miei compagni di immersione che hanno assistito a tutta la scena stando a pochi metri di distanza. Sarà anche vero – come mi ha spiegato Christoph – che il comportamento un pò “curioso” di questo squalo non è aggressivo, ma… non si sa mai! Certamente, trovarsi questo bestione così vicino è un po' inquietante ma, forse, non è davvero pericoloso almeno fino a che ci si trova “alla pari” entrambi in immersione e liberi di muoversi in uno spazio tridimensionale. In superficie però… è tutta un’altra cosa e il pensiero di naufraghi addentati alle gambe o alle braccia mi fa rabbrividire.

I pinnacoli del bellissimo reef di Umm Akarim detto anche St. John's Cave

 

 

Lo squalo Longimanus... protagonista dell'immersione!

Sotto: l'isola di Sirnaka

Dopo aver lasciato il comodo ridosso dell’isola di Sirnaka, dove ci siamo fermati per il pranzo, dirigiamo verso Nord e dopo un paio di ore raggiungiamo la vasta laguna di Dolphin Reef, in vista della lunga penisola di Ras Banas. Questa laguna è protetta da un grandissimo reef ampio circa 6 km a forma di ferro di cavallo e al suo interno vivono intere famiglie di stenelle.

Arrivati nella laguna rimaniamo incantati dal colore dell’acqua blu/turchese. Un colore incredibile, esaltato dai raggi del sole e dalla splendida sabbia bianca che ricopre il basso fondale all'interno della laguna: un sogno! Questa è davvero “Laguna Blu”, penso. Appena ancorata la “Princess Zeinab” vediamo spuntare a poca distanza le sagome scure di un bel gruppo di delfini che tagliano la sottile linea che divide il mare dal cielo con il loro tipico elegante movimento dentro e fuori dall’acqua. Sono Stenelle longirostris (stenelle dal lungo rostro), la cui caratteristica più evidente è il rostro lungo e sottile che li distingue dalle altre specie. Sono dei piccoli delfini che al massimo raggiungono i due metri di lunghezza, dalla colorazione grigio scura con il ventre più chiaro intervallato da striature orizzontali scure. Si tratta di animali molto diffusi in tutta la fascia tropicale, ma purtroppo sono in pericolo di estinzione.

Subito saltiamo sui due gommoni e dopo due minuti di navigazione facciamo un tuffo all’indietro e ci troviamo nel blu! I delfini sono ad appena una decina di metri da noi. Ce ne sono parecchi, si sentono fischiare in tutte le direzioni. Nuotiamo verso di loro e li fotografiamo da molto vicino, oltre che da bordo dei gommoni. Siamo tutti riuniti più o meno in una zona circolare del diametro di un centinaio di metri. Ogni tanto risaliamo su un gommone che ci recupera al volo e poi si sposta velocemente nella laguna per raggiungere il branco che nel frattempo ha cambiato direzione. Una breve corsa e poi giù di nuovo nell’acqua. Su è giù per un’ora, con estrema fatica ma sorretti dall’entusiasmo. Un vero spettacolo il bagno in mezzo ai delfini!!

Torniamo felici e appagati sulla nostra barca, poi, alle 20 scendiamo di nuovo in acqua per la notturna, rimanendo immersi in prossimità della “Princess Zeinab”. La sabbia bianca sotto alla barca è costellata da piccoli pinnacoli rocciosi coperti di corallo duro e di alcionari. Nuotiamo rimanendo sui 15 metri di profondità per circa un’ora, sino a quando ce lo consente l’autonomia delle nostre torce e osserviamo decine di pesci scorpione che approfittando delle nostre luci cacciano piccoli pesci. L'ambiente è estremamente ricco di gamberetti, paguri e ricci. Ci sono anfratti che, illuminati dal fascio della torcia, si accendono con tanti puntini luccicanti: sono gli occhi dei gamberetti che, accecati, si ritirano nuotando all'indietro. Vediamo dei carangidi semiaddormentati che dondolano nell’acqua, una grossa murena grigia lunga un metro e mezzo che nuota in acqua libera e che alla nostra vista fugge a rintanarsi impaurita, vediamo anche un polpo dall’incredibile colorazione turchese, un grosso pesce scatola, dei bellissimi crinoidi rossi e bruni e delicati idrozoi dai riflessi luminescenti. E’ proprio vero: la notte è uno spettacolo!

 

Un’esperienza indimenticabile: nuotare nella laguna di Dolphin Reef con le Stenelle longirostris!

   

Giovedì 21 maggio.

Il mattino seguente, l’immersione delle 7 avviene sulla punta Nord di Shaab Maksur. Trasportati come al solito dai gommoni, scendiamo sul plateau che si trova alla base del reef sui 25 metri, poi saltiamo oltre il drop off e arriviamo sui 47 metri di profondità, nuotando per circa 300 metri verso Sud tenendo la parete Ovest del reef alla nostra sinistra. Sotto di noi il fondale è piuttosto spoglio e manca il grosso pesce pelagico: vediamo solo piccoli branchi di tonni e di carangidi. Dopo una ventina di minuti d’immersione guadagniamo quota per smaltire la deco accumulata nel frattempo e ci teniamo sulla batimetrica dei 20 metri nuotando alla base del reef. Qui troviamo una corrente più forte, ma naturalmente c’è anche molta più vita di barriera e possiamo godere dei colori sgargianti di vari pesci. La vita di barriera è davvero esplosiva e non finirà mai di stupirmi ed emozionarmi. Branchi di coloratissimi pesci bandiera e tanti piccolissimi pesci di barriera bianchi e neri ci nuotano attorno e ci accompagnano durante la nostra sosta di sicurezza. Ci sono pesci farfalla, pesci balestra, gialli con sfumature verdi ed azzurre, pesci pappagallo, grugnitori, labridi e, tra gli anemoni, gli immancabili “pesci Nemo”, i pesci pagliaccio.

 

 

 

 Il reef di Shaab Maksur

Dopo aver fatto colazione ci spostiamo sul reef di Shaab Claudio: un luogo molto particolare, completamente attraversato da gallerie e grotte con la volta alta diversi metri, una specie di “cattedrale sommersa” che attraversa il reef da Est a Ovest, dove la luce proveniente dalla superficie crea un’atmosfera di grande suggestione. Ed ecco affiorare vecchi ricordi e nuove emozioni per un appassionato di grotte come me, accentuate dalla magica atmosfera di questo sito d’immersione, che rimane uno dei più belli del Mar Rosso.

Intorno a mezzogiorno ci tuffiamo direttamente dalla barca su un fondale sabbioso tra i 12 e i 15 metri e raggiungiamo in breve il reef. Appena arrivati abbiamo subito l'idea di un ambiente diverso dal solito, pieno di grotticelle, tane e fenditure nella parete corallina. Attraversiamo più volte il sistema di grotte e corridoi che creano un labirinto sommerso all’interno del reef.

Il fondo sabbioso è cosparso di acropore sotto cui riposano delle splendide razze maculate, grigie con le macchie blu, che sembrano dormire appoggiate sulla sabbia bianca. Troviamo un varco nella parete, a circa 12 metri di profondità ed entrando ci troviamo in un canyon tra due pareti che quasi si richiudono sopra la nostra testa (non è quindi proprio una grotta). Ci addentriamo nuotando lentamente all’interno colpiti dai raggi solari che filtrano tra le fenditure. I fasci di luce solare rendono questo ambiente davvero magico e suggestivo. Proseguiamo in un labirinto di grotte comunicanti e restiamo affascinati dal gioco di luci che creano le molte fenditure della roccia. Usciti da questa serie di grotte e spaccature ci ritroviamo sulla parete Ovest del reef che scende dolcemente fin verso i 20 metri su un altro fondale sabbioso.

L’ambiente qui è completamente diverso: c’è una fitta serie di maestose formazioni madreporiche, di colore variabile tra il giallo e il verde, che creano un’atmosfera tutta particolare dando l’impressione di trovarsi in un paesaggio lunare. Proseguendo sul lato Ovest del reef possiamo ammirare una distesa di madrepore a fungo dai colori incredibili: un bellissimo giardino di madrepore bianche, rosa, arancione e turchese, inframmezzato da rami di corallo duro. Una tavolozza di colori  che forma uno scenario fantastico. Questo è il vero Mar Rosso!

Il reef di Shaab Claudio

Il mitico “Gruppo Pulmino”!!

Da sinistra: Gero, Mohammed Antably, Massimo, Germano, Angela, Marcello, Lilli, Alessandro e Silvano

 

Dopo pranzo proseguiamo la nostra navigazione verso Nord e arriviamo al reef di Shaliniat, dove ci immergiamo verso le 18 dividendoci in due gruppi e, trattandosi di un’immersione molto semplice, senza le guide. Facciamo un’immersione tranquilla, in nitrox, alla profondità massima di 15 metri. Rimaniamo a gironzolare a quella bassa quota per oltre un’ora nuotando intorno al reef da Ovest ad Est e facendo ritorno a nuoto fino alla nostra barca. Oltre al solito coloratissimo pesce di barriera che nuota tra le formazioni madreporiche, l’incontro più interessante è senza dubbio quello con una grossa tartaruga verde, intenta a “brucare” il corallo. Rimaniamo in ginocchio attorno a lei per quasi venti minuti scattando infinite fotografie, poi, lentamente, si allontana da noi nuotando con eleganza e perdendosi nel blu, mentre noi restiamo lì fermi incantati.

           

Il nostro gruppetto prosegue l’immersione e arriva a nuoto fin sotto alla barca, quando il sole sta ormai tramontando all’orizzonte. A questa latitudine il tramonto avviene molto presto. Dopo circa un quarto d’ora notiamo spuntare lontano dall’altra parte del reef prima uno e poi due pedagni… Sono gli amici del gruppo G.S.V. che… evidentemente hanno perso l’orientamento!! Subito parte uno dei gommoni per andarli a recuperare e poco dopo eccoli salire a bordo della “Princess Zeinab” muti e sconsolati, mentre il mio gruppo si diverte a prenderli in giro e improvvisa una simpatica cerimonia di consegna di una bussola su di un piatto d’argento tra le risate generali. Meno male che l’allegria a bordo non manca mai!

 A sinistra la consegna del trofeo "Bussola d'argento" al G.S.V. mentre sotto Silvano, Marcello e Germano che se la ridono di gusto...

Venerdì 22 maggio.

 

Ultimo giorno di immersioni, ancora due tuffi per salutare questo mare stupendo, portandomi dentro un’impronta forte e duratura.

Dopo il consueto preciso breefing fatto da Chris, verso le 7 ci immergiamo sul piccolo reef sommerso di Abili Wadi Gimal. Ci tuffiamo dalla barca per un’immersione in nitrox molto tranquilla di circa un’ora, condotta senza mai superare i 20 metri di profondità e facciamo un paio di giri attorno al pinnacolo principale che arriva ad appena 5 metri dalla superficie del mare. Qui possiamo ammirare grandi branchi di ombrine gialle tropicali, pesci farfalla, pesci balestra, barracuda e una grande murena grigia affacciata dentro alla sua tana.

Durante la nostra sosta di sicurezza finiamo la nostra immersione in bellezza, incontrando anche un piccolo squalo di barriera che nuota tranquillamente poco sotto di noi.

Alle 11, dopo la solita abbondante colazione, facciamo il nostro ultimo tuffo di questa crociera sul reef di Abili El Radir, ormai in vista di Marsa Alam. Saltiamo giù dai due gommoni direttamente sulla punta Nord del reef, formato da una serie di pinnacoli madreporici semisommersi che si alzano dal fondale di sabbia bianca profondo appena 25 metri. Questo reef è molto colorato ed è tutto ricoperto di alcionari. Migliaia di delicati Anthias nuotano tra gli splendidi alcionari dai mille colori… uno scenario veramente unico! Incontriamo anche una grossa murena, pesci balestra, pesci scorpione e due grossi tonni che nuotano nel blu. Nuotiamo per un po’ tra i pinnacoli, raggiungendo la loro base, finché la corrente che viene da Sud ce lo permette, poi, dopo circa un’ora di immersione, spariamo in superficie i nostri pedagni per segnalare la nostra posizione ai marinai dei gommoni sempre attenti ai nostri spostamenti e ci facciamo recuperare ritornando senza fare fatica fino alla barca.

Con un po’ di tristezza lanciamo un ultimo sguardo a questo meraviglioso Mar Rosso, che ci regala un tramonto dai colori bellissimi con il sole che proietta la sua luce radente dietro le colline a Nord Ovest di Marsa Alam.

La natura di questo luogo è davvero affascinante. La sua vitalità prepotente e impetuosa, i colori intensi e sorprendenti dai contorni forti e decisi, le trasparenze inebrianti delle acque marine, la luce tagliente che abbaglia la vista, non possono lasciare indifferenti. Guardandosi attorno ovunque, con forza o con dolcezza, ogni cosa riesce a parlare a chi come me conserva ancora intatta la capacità di meravigliarsi dello spettacolo offerto dalla natura. Perso nei miei pensieri, saluto questo mare con gratitudine, stringendo forte il suo dono più bello: la mia collana di freschi ricordi.

Ritornerò… devo assolutamente ritornare!!

Sotto a sinistra gli amici del G.S.V. - Gruppo Subacqueo Vicentino e a destra il mitico "Gruppo Pulmino"...

Il reef di Abili Wadi Gimal

Il reef di Abili El Radir

 

 

Sabato 23 maggio.

 

La mattina, steso sul grande sundek della “Princess Zeinab”, mentre la mia attrezzatura è stesa ad asciugare, volgo lo sguardo al mare con la mente affollata dai ricordi di sei giorni di immersioni assolutamente indimenticabili. Mi aggrappo alle emozioni intense di questo breve soggiorno egiziano: la mia seconda crociera subacquea in Mar Rosso e il mio primo fortunato incontro ravvicinato con gli squali. Esperienze, emozioni forti, sensazioni nuove, gioie inattese... troppe sono le cose da raccontare tratte dalla sequenza di immersioni fatte in quei giorni: per alcune i ricordi già si accavallano nella mia mente, per altre restano immagini di grande intensità viste… con gli occhi dell’anima. Certamente il ricordo sarà ancora una volta il più bel gioco della mia fantasia e mi restituirà le immagini amplificate degli incontri emozionanti e inaspettati fatti in queste acque limpide di un mare che probabilmente non ha uguali al mondo.

 

Il viaggio ormai è finito, ma il ricordo e le emozioni provate sono sicuro che resteranno per sempre. Questa volta ho vissuto una magica ed emozionante avventura che davvero non potrò mai dimenticare: immersione con gli squali!

 

E’ strano come in tutto il tempo passato in acqua con i Longimanus non abbia mai avuto l’impressione che ci fosse veramente “pericolo” o che gli squali manifestassero intenzioni aggressive nei nostri confronti. Forse la mia sarà stata incoscienza… sicuramente la mia tranquillità era dovuta a ignoranza e inesperienza. Infatti adesso, a mente fredda non posso fare a meno di ricordare di aver letto che il Longimanus è un Carcarinide di alto mare, un animale “selvatico” che sta al vertice della catena alimentare e che quindi, in situazioni particolari, può anche diventare pericoloso. Questa consapevolezza mi provoca un po’ di inquietudine e, tutto sommato, adesso penso di essere stato molto fortunato nel mio approccio incosciente con questo animale.

 

Durante le mie immersioni in Mar Rosso “in cerca degli squali” mi sono anche reso conto che occorre affrontare queste esperienze con uno stato d’animo adeguato, senza ansie o timori perchè, come tutti gli animali, anche e soprattutto gli squali percepiscono le nostre emozioni; perciò se non ci si sente pronti per affrontare con serenità questo tipo di situazione, penso sia molto meglio… restarsene in barca!

Uno splendido tramonto al "porto" di Marsa Alam

 

 

 

     

Notizie biologiche sullo Squalo Longimanus 

Nome scientifico: Carcharhinus longimanus

Famiglia: Carcharhinidae (Carcarinidi)

Ordine: Carcharhiniformes (Carcariniformi)

Classe: Elasmobranchi (squali e razze)

Lo squalo Longimanus (Carcharhinus longimanus), chiamato comunemente "pinna bianca oceanico" è un grande squalo pelagico che vive nei mari tropicali e temperati caldi. Si trova ovunque, in mare aperto ed in acque profonde, con temperature che variano tra i 20 e i 28 °C. Un tempo era uno squalo molto comune e largamente diffuso e, anche se ancora oggi abita vaste zone del pianeta, recenti studi hanno accertato che negli ultimi anni il loro numero si è ridotto drasticamente, in quanto le loro pinne sono molto ricercate dai pescatori come ingrediente principale della zuppa di pinne di squalo. La distribuzione è piuttosto ampia e lo si può trovare in tutto il pianeta in acque tropicali e subtropicali, a quote al di sopra dei 200 metri in mare aperto. L'incontro con i subacquei è piuttosto raro e in genere avviene in prossimità di affioramenti corallini posti molto al largo della costa.

Questa specie trascorre la maggior parte del tempo nella superficie del mare, ma può arrivare ad una profondità massima di 150 - 200 metri. Di solito preferisce le aree oceaniche con acqua più profonda e lontane dalla riva. Occasionalmente se ne trovano anche in acque meno profonde, soprattutto vicino alle isole circondate dall'oceano. E' in genere una specie solitaria, ma in presenza di ricche fonti di cibo, a volte si possono osservare in gruppo.  E' attivo sia durante il giorno che durante la notte. Nonostante si tengano lontani dai pesci della loro specie, i Longimanus si trovano spesso accompagnati da pesci pilota, lampughe e remore.

E' una specie robusta, caratterizzata da lunghe pinne pettorali e dorsali, simili ad ali. Queste pinne presentano una colorazione biancastra sulle estremità un po' marezzata verso l'interno; questa pigmentazione interessa quasi sempre anche la pinna caudale, la seconda dorsale, la pelvica e la pinna anale. La parola longimanus si riferisce appunto alla lunghezza delle pinne (longimanus in latino significa infatti "dalla lunga mano"). Le pinne sono molto più grandi di quelle degli altri squali e piuttosto arrotondate. La punta del muso è anch'essa arrotondata e gli occhi sono circolari. Ha il tipico, anche se un po' ingrossato, corpo da squalo, spesso con un aspetto leggermente incurvato. Il dorso è di colore bronzeo, marrone, bluastro o grigio mentre il ventre è bianco.

In genere si trovano esemplari tra i due metri e i due metri e mezzo, ma questi squali possono raggiungere dimensioni anche superiori a tre metri e mezzo e il suo peso può arrivare a circa 170 kg. La femmina in genere ha il corpo un po’ più largo di quello del maschio.

Questa specie di squalo presenta una diversa dentatura: nella mandibola inferiore i denti sono a punta, sottili e dentellati e sono relativamente piccoli e di forma triangolare, mentre quelli della mascella superiore, anch’essi triangolari, sono molto più larghi ed ampi, con le estremità completamente dentellate.

Il Longimanus si ciba principalmente di cefalopodi pelagici e pesci ossei. Ad ogni modo, la sua dieta può essere molto varia e può cibarsi anche di tartarughe marine, uccelli, gasteropodi, crostacei, carcasse di mammiferi e addirittura rifiuti abbandonati dalle navi in transito ed escrementi dei suoi pesci pilota. I suoi metodi di caccia comprendono mordere casualmente all'interno di un gruppo di pesci o nuotare attraverso un banco di tonni con la bocca spalancata. Quando si nutre assieme ad altre specie, diventa aggressivo.

Se è attirato da qualcosa che identificava come cibo, il pesce inizia ad avvicinarsi in modo cauto ma avido, si ritira a distanza di sicurezza se viene allontanato, ma lo fa per tenersi pronto a scattare appena gli si presenti l'occasione. Lo squalo Longimanus non è un animale veloce, ma è capace di sorprendenti scatti improvvisi.

Questa specie rappresenta un rischio minimo per i bagnanti e per gli sportivi, ma è letale per gli uomini che per qualche motivo si trovino in mare aperto e che possano essere visti come "prede". E' un pesce aggressivo, che si muove lentamente, ma, nonostante ciò, rappresenta uno dei maggiori pericoli per i naufraghi sopravvissuti ai disastri aerei o navali. Infatti questa specie ha attaccato più volte l'uomo di quanto non abbiano fatto tutte le altre specie di squali messe assieme.

Anche se è molto opportunista ed aggressivo ed è noto per aver attaccato l'uomo per cibarsi, ci sono dei subacquei che vi hanno nuotato vicino senza essere stati morsi. Si devono però mantenere alcuni accorgimenti: avvicinarsi solo con estrema cautela, non fiocinare pesci in sua presenza e, se nel caso si facesse troppo curioso e si avvicinasse troppo, uscire dall'acqua il più presto possibile. Per gli squali in generale, in caso di attacco, viene consigliato di colpirli sul muso, sugli occhi o sulle branchie, questa procedura però non sembra avere molto effetto sullo squalo Longimanus.

   

Foto sub di Alessandro Rinaldi

Torna all'inizio della pagina