Secca del Pugnale - Lago di Garda - MONIGA (BS) 3 giugno 2007 |
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Reduce dai bagordi della cena seguita al fantastico "1° Pink Scuba Day" organizzato da Mark e Chick in quel di Moniga del Garda, domenica mattina alle nove mi presento puntuale all’appuntamento per l’immersione programmata con alcuni "friends" del sito Scuba & Friends. Il tempo è nuvoloso, ma almeno non piove, come invece avviene da ormai tre giorni. Poco dopo le 9:30 il gruppetto formato da me e il mio buddy Davide “marenasub” e dai “bergafriend” Gabriele e Cristina si imbarca sulla barca condotta da Sandro “sandalo”, con destinazione la Secca del Pugnale. Con Davide oramai ci si conosce da circa un anno, per esserci “incontrati” su vari forum di subacquea. Ci siamo anche incontrati di persona qui al lago in altre occasioni, non c’è mai stata però l’occasione di fare un tuffo assieme ed oggi, finalmente, abbiamo l’opportunità di fare una rilassante immersione ricreativa che servirà a conoscerci un pò meglio. Saliamo sulla barca e, dopo pochi minuti di navigazione, arriviamo sotto alla Rocca di Manerba, dove si trova la secca. Ancoriamo su un fondale di 13 metri. Il gruppetto dei divers è guidato da Mirko, simpatico dive master della scuderia di Alessandra (la "Polla" per gli amici o, semplicemente Chick). Alle ore 10:10 scendiamo tutti in acqua. La temperatura esterna è di appena 16 gradi… proprio un bell’inizio di giugno! Una volta sotto scendiamo rapidamente fino a 9 gradi, ma la muta stagna fa egregiamente il suo dovere. Non oso pensare a come possano stare quei pazzi di Davide e Cristina con la loro semistagna... Dapprima facciamo una rapida puntatina alla statua di Venere, che incominciamo impunemente a toccare e sbaciucchiare da tutte le parti, sotto lo sguardo severo di Cristina “punto G” (hihihihihi…) che, essendo l’unica donna presente nel gruppo, rimprovera silenziosamente le nostre esibizioni maschiliste (usciti dall’acqua la Polla mi rivelerà che quella è la statua… più pulita del lago). Poi proseguiamo sulla secca sino a raggiungere il relitto del motoscafo "Rio Bravo", all’interno del quale cerchiamo inutilmente con le nostre lampade forme di vita che… non ci sono. Reduce dal recente corso Decompression Diver all'Argentario, nel quale per una settimana ho vissuto in maniera esasperata il sistema di coppia, non mollo il mio buddy neanche di un metro e Davide, che chiude il gruppo dopo di me, mi fa continui segni di ok con la mano e con la sua torcia. Dopo 12 minuti dall’inizio dell’immersione arriviamo sulla scarpata della secca oltre la quale vi è una parete verticale che scende a -40 metri ed oltre. Siamo all’incirca a 18 metri di profondità. L’acqua sopra di noi ha quel tipico colore verde che il lago assume durante l’estate quando fioriscono le alghe, mentre sotto, oltre al precipizio, l’acqua diviene sempre più trasparente e la visibilità è ottima. Fa un bel fresco... appena 8 gradi. Sotto di noi un buio liquido, scuro come non ho mai visto. Nonostante non sia la prima volta che mi immergo nel lago, non finisco ancora di stupirmi del nero di quest’acqua. Sembra un nero impenetrabile, più scuro della notte e il potente fascio di luce della mia lampada alogena riesce appena a scalfirlo. Guardando sotto di me confesso che sento un brivido corrermi lungo la schiena e… non è il freddo! Scendiamo lungo la parete, superando i 30 metri di profondità in una lenta caduta che sembra inarrestabile. Gonfio decisamente il mio gav e mi rendo conto che i 2 kg di piombo che ho aggiunto per contrastare la spinta positiva che il giorno prima a fine immersione mi aveva fatto tribolare, qui sono davvero troppi. Gonfio anche la mia muta stagna, per contrastarne lo schiacciamento, ma anche per aiutare a sostenermi. Sono passati poco più di 20 minuti dall'inizio della discesa, sono a 33 metri di profondità, ma questo continuo gonfia-sgonfia per trovare un assetto soddisfacente mi ha fatto consumare mezza bombola… Pazienza, nulla di cui preoccuparsi. So come gestire la mia scorta d'aria. A un certo punto appare sotto di noi lo scafo bianco di una barca a vela affondata. E’ piuttosto grande e si trova appoggiata in un’insolita posizione, con la poppa parzialmente affondata nel fondale fangoso del lago e la prua rivolta verso la superficie, appoggiata alla parete di roccia. Davide scende fino sulla coperta della barca, intorno ai 40 metri, mentre io rimango qualche metro più su ad osservarlo, cercando di contrastare in qualche modo quella forza invisibile che mi tira letteralmente verso il fondo. Gli altri tre compagni d’immersione sono ancora un poco più sopra di me e osservano le spaccature della parete, in cerca di qualche improbabile abitante del lago. Dopo qualche istante, Davide risale e mi raggiunge e iniziamo assieme una lenta risalita che ci riporta sul sommo della secca, oltre al precipizio. Nuotiamo sulla secca intorno ai 15 metri di profondità sino a raggiungere un'altra statua che si trova in questa parte del lago: la statua di Bacco. Poi, ritorniamo in direzione della barca ed io segnalo a Davide che ho solo 30 bar nella mia bombola. Il mio buddy mi chiede se voglio condividere la sua aria ed io gli rispondo con calma che c’è tempo e che basta che mi resti… a portata di frusta. Passa ancora qualche minuto e la mia aria comincia davvero a scarseggiare. Sono a 20 bar. Davide si precipita ad avvertire Mirko che si trova in testa al gruppo e poi torna deciso da me chiedendomi se è arrivato il momento… Si... direi che è arrivato. Prendo il suo secondo stadio principale con la frusta lunga e mi sparo in bocca tutta l’aria che un magnifico e glorioso D400 è in grado di darmi, tanto… è già stata pagata. Saliamo sino ai -3 metri, dove facciamo la nostra sosta di sicurezza, nonostante l’immersione si sia svolta tutta in curva e, dopo 54 minuti di immersione, riemergiamo in superficie. Con la poca aria rimasta nella mia bombola gonfio il mio gav e la stagna e rimango per qualche istante sdraiato sull’acqua a meditare sui miei consumi esagerati… Che dire? Andrà meglio la prossima volta. Comunque, tutto sommato una bella immersione, condotta in pieno relax. Grazie amici del lago... alla prossima! |
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