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San
Felice del Benaco (BS) - 3 agosto 2008
Sono
nei pressi di San Felice del Benaco, sulla sponda bresciana del Lago di Garda.
Verso le tre del pomeriggio di una caldissima giornata di agosto,
lascio assieme ad altri quattro subacquei la Baia del Vento, dove si
trova l'omonimo diving, e mi
dirigo con la barca in direzione dell’Isola del Garda, conosciuta
anche come Isola Borghese (dal nome della famiglia proprietaria
della grande villa che si trova sull’isola). La navigazione è
brevissima e dopo pochi minuti gettiamo l’ancora davanti alla Punta
Torretta, su un fondale melmoso di una dozzina di metri. In un
attimo finiamo di prepararci e siamo in acqua. La temperatura
dell’acqua in superficie è di 22 gradi e non riesce a mitigare il
calore accumulato indossando la muta stagna. Attorno a noi è un
continuo sfrecciare di motoscafi e moto d’acqua. Poco distante un
vecchio vaporetto, trasformato in diving galleggiante, continua a
riversare in acqua gruppi di subacquei chiassosi. Davide ci fa cenno
di scendere lungo la cima dell’ancora e si immerge rapidamente. Io e
Angela lo seguiamo e, subito dopo di noi, Massimo e Luca chiudono il
gruppo.
Nei
primi metri la visibilità è davvero pessima… al massimo un metro, in
un’acqua color latte e menta. Arriviamo all’ancora e la situazione
non migliora di molto. Accendiamo tutti le nostre torce per non
perderci di vista e partiamo dietro a Davide, che conosce bene la
direzione da seguire e nuota deciso sino ad una specie di scalino
che si trova intorno ai 13 metri di profondità, proprio sotto alla
parete strapiombante dell’isola. Dopo poche pinneggiate raggiungiamo una
sorta di balconata che si affaccia nel nulla. Davide si ferma un
attimo, ci diamo il segnale di OK e poi ci buttiamo giù a precipizio
oltre alla balconata di roccia, in un tuffo che sembra non avere mai fine.
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Il contrasto del
silenzio che ci circonda con il chiasso che abbiamo lasciato in
superficie è davvero impressionante. L’acqua diventa sempre più
limpida a mano a mano che scendiamo in profondità. Anche la
temperatura cala vertiginosamente e, in breve, raggiunge gli 8
gradi. Immetto un po’ di aria nella mia muta stagna e ringrazio il
cielo di non aver ceduto alla tentazione di indossare una
semistagna. Procediamo vicini, nuotando in fila indiana. Do
un’occhiata ad Angela, la mia compagna di una vita, che mi segue ad
un paio di metri. Mille pensieri si accavallano nella mia mente,
mentre l’osservo nuotare in assetto perfetto. Mi sembra di fare
un’immersione notturna. La coltre d’acqua torbida non fa penetrare
la luce, salvo qualche rado bagliore verdastro, quando guardiamo
verso l’alto le rocce che ci sovrastano. Sotto di noi c’è il nero
più cupo e le rocce scendono a precipizio sino a circa 180 metri di
profondità… una quota assolutamente impenetrabile per le nostre
torce. Ci troviamo di fronte alla parete di una montagna sommersa.
Istintivamente do una leggera gonfiata al mio gav, mentre mi trovo a
volteggiare senza peso sopra al precipizio. |
L'Isola del Garda
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L'Isola del Garda
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Silenzio... un silenzio
assordante! Il silenzio
quaggiù è irreale. Quello del lago è un silenzio davvero particolare, molto
diverso da quello che si "sente" nel profondo del mare. E’ un
silenzio che permette di ascoltare la propria anima. Il rumore delle
bolle giunge ovattato alle orecchie. Trattengo per un attimo il
respiro per interromperne il flusso e sento distintamente i battiti
cadenzati del mio cuore. Ancora silenzio e, finalmente, sento la mia
anima… Spengo per un istante la torcia e mi lascio avvolgere
dall’assoluta oscurità che mi circonda. Ora mi sento un tutt’uno con
l’elemento liquido che mi avvolge completamente. L’acqua mi prende,
mi abbraccia, mi protegge… La pace che provo quaggiù mi distacca dal
mondo reale e caotico della superficie e mi aiuta a scavare dentro
di me. E’ come se mi immergessi nel profondo di me stesso. Mi accade
sempre così quando scendo profondo, ma l’ambiente particolare del
lago amplifica questa sensazione interiore. Nel lago c’è più buio e
più silenzio… un silenzio assordante. Nel lago sono davvero solo
con la mia anima! Mille pensieri si accavallano nella mia mente, ma
il senso di benessere è totale. Mi sento abbracciato dall’acqua che
mi circonda e mi fondo completamente con essa, lasciandomi
volteggiare senza peso. |
Seguo i miei pensieri, ma intanto seguo
anche Davide che ci indica il percorso nell’oscurità. Conosce queste
acque come le sue tasche. E' un ottimo subacqueo e immergermi con
lui vicino mi da un senso di sicurezza. I fasci delle
nostre torce squarciano le tenebre. Piccoli puntini luminosi
nell’immensa oscurità del lago. Sento il rumore delle nostre bolle
che salgono verso la superficie. E’ l’unico rumore che infrange il
silenzio impenetrabile del lago.
Per un po’
nuotiamo sospesi a mezz’acqua, distanti un metro dalla parete,
mantenendoci sui 40 metri di profondità. La parete della montagna
sommersa è molto frastagliata, tutta piena di guglie, di tetti e di
rientranze della roccia. Adesso ci troviamo sotto ad un grandissimo
tetto di roccia che ci sovrasta e oscura completamente la poca luce
del sole che arriva a questa profondità. Al di là del contorno del
tetto, vediamo un leggero chiarore verdognolo sopra di noi e sotto…
il nero più cupo. Lo scenario è davvero mozzafiato. La roccia ha una
colorazione rossastra che le nostre lampade fanno risaltare. Il
contrasto cromatico con il nero assoluto che ci circonda è
bellissimo.
Ogni sporgenza
della parete è ricoperta da uno strato di limo finissimo. Cerchiamo
di non sollevare sospensione nuotando un po’ distaccati dalla
roccia, mentre le torce frugano negli anfratti della montagna e
scorgono il poco pesce che si trova nel lago. Osserviamo una timida
bottatrice che si nasconde nell’oscurità, dei piccoli pesci persici
che nuotano lungo la parete e si lasciano quasi accarezzare mentre
vengono ipnotizzati dai fasci di luce e alcuni piccoli gamberetti di
lago che guizzano qui e là come impazziti.
Fa davvero molto freddo,
ma dentro di me sento il calore che si prova quando si sta vivendo
una bella emozione. Purtroppo il tempo quaggiù scorre molto
velocemente. Continuiamo a seguire Davide sino ad un punto preciso
che ci ha indicato nel briefing fatto sulla barca e, finalmente,
arriviamo sopra ad un’apertura scura che si trova a circa 50 metri
di profondità. Siamo giunti al famoso "Black Hole": un punto che i
subacquei che frequentano la sponda bresciana del basso lago di
Garda conoscono molto bene. Si tratta dell’apertura piuttosto
angusta di un tunnel che penetra dentro alla montagna per qualche
metro e sbuca alla profondità di 58 metri. Entrare in quel budello
nella roccia deve dare una sensazione davvero mozzafiato. Ma la
nostra scorta d’aria non ci consente questa penetrazione e ci
limitiamo ad osservare solo per un istante l’apertura della roccia,
mentre il cuore, preso dall’emozione, batte ancora più forte.
Controlliamo la scorta d’aria. I nostri manometri indicano tutti
all’incirca 100 bar. E’ il momento di ritornare e di cominciare a
risalire a quote più tranquille. |
Marcello, Luca e Davide prima del tuffo
Massimo e Marcello |
Lascio
laggiù i miei pensieri e inizio lentamente a risalire. Il
freddo alle mani è davvero fastidioso e il piacere che provo
attraversando il termoclino in risalita compensa ampiamente
il fatto che la visibilità peggiori drasticamente man mano
che guadagno quota. Di nuovo la sensazione di nuotare nel
latte e menta… Arriviamo sul pianoro attorno ai -12 metri
dopo poco più di mezz’ora di immersione e seguiamo da vicino
Davide in quella che sembra una navigazione alla cieca, alla
ricerca dell’ancora della nostra barca. Ma non è così.
Davide sa bene quello che fa e in breve raggiungiamo proprio
l’ancora e ci attacchiamo alla sua cima, per completare la
nostra decompressione in tranquillità. So distinguere un
subacqueo "fortunato" nel ritrovare la barca da un subacqueo
esperto, e il mio amico Davide non appartiene di sicuro alla
prima categoria.
Riemergiamo
dopo 45 minuti, stando bene attaccati alla cima dell’ancora
per evitare di essere falciati da uno dei mille natanti che
sfrecciano sul lago. Il rumore all’esterno è fastidioso...
quasi assordante e lo è ancora di più se confrontato alla
pace e al silenzio che abbiamo lasciato laggiù. Una luce
violenta abbaglia i miei occhi che si erano abituati alle
tenebre del lago. D’un tratto, quasi senza rendermene conto,
mi trovo di nuovo in questo mondo terreno, così diverso e
così estraneo al mondo che ho lasciato laggiù. Sono molto
emozionato. Il silenzio del lago mi ha stregato ancora una
volta. Devo ritornare presto laggiù... a cercare la mia
anima! |
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Descrizione dell'immersione
Per immergersi all'Isola del Garda è
consigliabile ormeggiare a nord dell'isola, dato che a sud c'è il
corridoio di navigazione delle barche, che durante la stagione
estiva è molto trafficato. Appena girato l'angolo dell'isola c'è una
zona con una serie di rocce affioranti a pelo d'acqua e sotto c'è
una specie di gradone da cui scende la parete, che raggiunge i 180
metri di profondità. Mantenendo la batimetrica dei 40 metri si
possono vedere diverse spaccature nelle quali cercare anguille,
bottatrici e anche lucci. L'acqua in profondità è limpidissima e
invita... a scendere, ma occorre fare attenzione. Si tratta di una
parete molto scura essendo rivolta a Nord, che è frequentata dagli amanti delle
immersioni profonde, ma la trasparenza dell'acqua è davvero
eccezionale e inganna, perciò è
facile trovarsi rapidamente a 50 metri di profondità.
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