I miei incontri con la "Grande Signora": la storia della nave e le immersioni sul più grande relitto del Mediterraneo.
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Pianta della petroliera "Haven"
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La petroliera "Amoco Milford Haven" in navigazione. |
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Quelle che seguono sono le caratteristiche salienti della nave e la cronaca dell’incidente avvenuto nel 1991, sul quale mi sono documentato leggendo tutto ciò che mi è stato possibile reperire. Segue la descrizione di alcuni dei tanti percorsi di immersione possibili sul relitto e il racconto dei miei... incontri ravvicinati con la "Grande Signora del Mediterraneo". Un ringraziamento particolare va a Cristina Freghieri, autrice del libro "Petroliera Milford Haven. L'ultimo sospiro" e ad Agostino Chiappe, autore del sito www.ilgigantedelmediterraneo.it dal quale ho tratto molte delle informazioni presenti in questa pagina. Invito tutti coloro che volessero avere maggiori notizie sul più grande relitto del Mediterraneo ad andarlo a visitare.
LA NAVE: UN GIGANTE DI QUASI 350 METRI
La "Haven" (ex "Amoco Mildford Haven") era una superpetroliera battente bandiera cipriota, del tipo VLCC (Very Large Crude Carrier), ossia una nave cisterna di grandissime dimensioni adibita al trasporto di greggio (classe A1 Oil Carrier). La nave fu costruita in Spagna presso i cantieri Astilleros Espanoles S.A. di Cadice ed entrò in esercizio nel 1973. Le sue dimensioni principali erano: lunghezza f.t. 344 metri, larghezza max 51 metri, altezza di costruzione 26 metri, immersione a pieno carico 20 metri, dislocamento a pieno carico 267.500 tonnellate, portata lorda 232.166 tonnellate. La petroliera era munita di 3 cisterne centrali (cisterne 1C, 3C e 4C ) e 10 cisterne laterali (cisterne 1P, 2P, 3P, 4P e 5P a sinistra; cisterne 1S, 2S, 3S, 4S e 5S a dritta), per una capacità totale di carico di 283.626 m3. Tra le cisterne del carico centrali era inserita la cisterna 2C che serviva per l’acqua di zavorra necessaria a bilanciare il carico di greggio.
Oggi il relitto della petroliera giace appoggiato sul fondale sabbioso di un'ottantina di metri quasi in assetto di navigazione e la sua parte superiore arriva a circa 33 metri sotto alla superficie del mare, dato che sono stati tagliati una decina di metri dell’enorme fumaiolo e tutta l’antenna porta segnali, per fare in modo che il relitto non intralciasse la navigazione delle navi dirette al porto petroli di Genova, sulla cui rotta si trova la "Haven".
GALLERIA FOTOGRAFICA (immagini tratte dal web) |
Alcune immagini del violentissimo incendio sviluppatosi a seguito delle esplosioni. |
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12/4/1991 - La "Haven" viene trainata verso la costa dal rimorchiatore "Olanda". |
12/4/1991 - I VV.FF. cercano invano di domare le fiamme |
Altissime colonne di fumo si levano dal rogo sviluppatosi sulla petroliera |
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Le ultime fasi dell'incendio la mattina del 14/4/1991. |
14/4/1991 - ore 10:15 La "Haven" affonda proprio davanti ad Arenzano. |
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LE DIVERSE IMMERSIONI CHE E' POSSIBILE FARE SUL RELITTO DELLA "HAVEN"
Il relitto della "Haven" - il più grande del Mare Mediterraneo - attira subacquei da ogni parte dell'Italia e dell'Europa. Quella sulla "Haven" è sicuramente una immersione molto impegnativa se si vuole fare un bel giro sulla nave e vedere la spettacolarità del relitto. Le profondità che si possono toccare vanno da -33 a -82 metri. Il relitto può essere visitato in due modi:
in configurazione ricreativa, arrivando fino a -40 metri e
utilizzando come miscela respiratoria normale aria, oppure in configurazione tecnica, scendendo fino all'elica,
a -80/-82 metri e utilizzando una miscela Trimix ipossica (normalmente TX18/40,
o TX20/45 per arivare fino a -70 metri e TX15/50 per
scendere fino a -80 metri). La "Haven" è sottoposta a regime di "area protetta" dalla Capitaneria di Porto di Genova e dalla relativa ordinanza n. 305 del 28 settembre1999, che regola le immersioni sul relitto e l'accesso. L’ordinanza prevede la possibilità di immergersi, se in possesso del brevetto corrispondente alla propria quota di immersione, solo ed esclusivamente con barca d'appoggio e accompagnati da una guida subacquea iscritta al registro della Regione Liguria. Il rapporto guida-sub per il relitto della "Haven" è di 3 a 1, mentre nelle altre aree (Riserva Marina di Portofino e altri relitti) rimane di 5 a 1. Le guide subacquee abilitate vengono spesso messe a disposizione dai diving della zona. Lo scafo della "Haven" si presenta oggi ormai completamente colonizzato da una ricca fauna bentonica. Il relitto giace in assetto di navigazione ed è interamente visitabile, sia in lunghezza che in penetrazione (sia i 7 ponti, sia la sala macchine), immergendosi a quote che vanno tra i -40 e i -75 metri. Nel corso degli anni la sezione poppiera dietro il castello, che ospita i grandi argani e le bitte di ancoraggio (ora fortemente inclinate di 50 gradi verso l'interno), è gradualmente collassata: qui la coperta si inclina verso il centro della poppa, implodendo e formando una depressione che raggiunge ormai i -61 metri al punto centrale poppiero, in corrispondenza della verticale del timone. Il monitoraggio strutturale del relitto, che viene effettuato periodicamente, include anche il controllo di queste lente ma inesorabili modifiche subite dallo scafo. Tutta la lunghezza della prua è percorribile per circa 150 metri, con un tempo di fondo minimo per un percorso di andata e ritorno di circa 25 minuti a -54 metri di profondità. Navigando nella zona di prua, sia in andata che al ritorno si può seguire per orientarsi la rete dei tubi di flusso del petrolio che corrono lungo la coperta tra -54 e -56 metri di profondità. L'utilizzo di uno scooter subacqueo è consigliato per questo tipo di immersione. L'estrema punta della prua (un troncone lungo un centinaio di metri), posatasi a 490 metri di profondità a seguito del distacco avvenuto il 12 aprile 1991 durante le operazioni di rimorchio, è ovviamente inaccessibile. La parte anteriore della "Haven" termina con un taglio verticale, frastagliato, di tutta la parte prodiera e rende possibile l'accesso a prua dell'intera smisurata cavità interna, larga 52 metri e alta 20 metri, che inizia a -60 e termina a -80 metri di profondità: Questa immensa apertura permette la penetrazione, in completa oscurità, all'interno degli enormi serbatoi di stoccaggio del petrolio, che sono divisi in grandi camere. L'esplorazione di questa sezione è strettamente riservata a immersioni in miscela Trimix ipossica e a subacquei con un alto grado di addestramento e viene raramente effettuata dai diving della zona. Vediamo adesso quello che è possibile osservare alle varie quote di profondità... A -33 metri si arriva sulla controplancia cioè la parte superiore del castello, che è alto più di 20 metri... come un palazzo di 7 piani! Una parte dell'immenso fumaiolo, l'albero e le antenne sono stati tagliati per non intralciare la navigazione delle grosse navi che si dirigono al Porto Petroli di Genova Multedo, sulla cui rotta si trova il relitto. Da questo punto, guardando verso prua, si può ammirare la mastodontica sagoma della nave che si perde nel blu. Davvero impressionanti sono le due grandi ali di plancia laterali, piegate verso il basso fino a raggiungere il ponte di coperta a causa dell’enorme calore sviluppatosi durante l’incendio della nave, che ha raggiunto l’incredibile temperatura di circa 1000 °C e le ha letteralmente sciolte.
A -38 metri si arriva sul ponte di comando (ossia la plancia), tutto circondato da ampi finestroni, nel quale si può accedere tranquillamente dalla porta laterale. Questo locale, devastato dall'incendio, appare vuoto e privo di ogni strumentazione. Sull'alloggiamento del timone è stata collocata una statuetta del Gesù Bambino di Praga, al quale è consacrata la città di Arenzano.Alle spalle del locale principale si trova la stazione radio: un piccolo locale anch'esso completamente spoglio.
A -41 metri, scendendo per un'ampia scala interna, si raggiunge il secondo ponte dove si trova l'alloggio del Comandante, formato da diversi locali, che è visitabile all’interno così come tutti i ponti della nave, ma è privo di particolare interesse e non vi sono resti particolari se non qualche struttura in ferro.
A -54 metri circa c'è il ponte di coperta, al quale di solito si arriva uscendo dal secondo ponte (alloggio del Comandante) e scendendo lungo la parete anteriore del castello. Sul ponte si vedono chiaramente le varie condotte del petrolio che la nave trasportava e vari ingressi, tutti aperti, che consentono di visitare l’interno della petroliera. Si può entrare nella cosiddetta "sala delle valvole" attraverso un ampio boccaporto posto alla base del castello e al suo interno si possono osservare le decine di valvole delle pompe che regolavano l'afflusso del greggio nelle varie cisterne. Si può anche penetrare nella sala macchine (ma possono farlo solo i sub più esperti, dato che vi sono dei passaggi molto stretti e i locali sono pieni di cavi e tubazioni in cui è facile impigliarsi), dove si possono vedere chiaramente manichette e manometri di pressione delle macchine. Sul retro del castello si trova uno stretto corridoio, denominato "officina", che si affaccia su vari locali. Su un lato di questo corridoio si trova allineata una lunga fila di bombole che contenevano ossigeno per le saldature necessarie a fare le riparazioni; mentre sull'altro lato si vede un banco da lavoro con una grande morsa ancora funzionante.
A -58 metri circa si può ammirare la immensa poppa, con ben visibili gli enormi argani delle ancore. Mentre per vedere l'unica elica della nave (parzialmente affondata nella sabbia del fondo a -81 metri) con le sue sei immense pale, occorre scendere sino a -70 metri, preferibilmente utilizzando miscele ternarie ipossiche.
A -60 metri circa sul lato sinistro della nave, nel quartiere poppiero, si apre un enorme squarcio che è stato provocato da una delle tremende esplosioni che hanno squassato la nave facendola affondare. Da questo foro, alto circa 6 metri e largo una ventina, ci si affaccia in una delle cisterne e da lì volendo si può risalire fino alla coperta.
Si può godere il fascino di questo stupendo relitto anche rimanendo al suo esterno a quote meno impegnative. Così facendo si può ammirare l’intero castello di poppa che si innalza imponente come un palazzo di 7 piani, l'immenso fumaiolo troncato in cima e il grande bigo di carico. Oppure si può risalire sui vari ponti, nuotando lungo le numerose scale e terrazze esterne: il ponte barche a -52 metri, il ponte sottufficiali a -49 metri, il ponte ufficiali a -46 metri, il ponte del direttore di macchine a -44 metri, per poi tornare al ponte del Comandante a -41 metri e al ponte di comando a -38 metri.
Insomma... la "Haven" offre infinite possibilità d'immersione, adatte ai vari livelli di esperienza dei subacquei e tutte FANTASTICHE!!
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Il MIO primo INDIMENTICABILE incontro con la "Grande Signora": 8-9 dicembre 2007
Io amo particolarmente le immersioni sui relitti, perché secondo me quelle lamiere arrugginite e contorte sono molto di più di un "pezzo di ferro" e testimoniano una storia drammatica che si è consumata tanto tempo prima, ma che nuotando attorno al relitto a me sembra ancora di rivivere. Da quando ho cominciato ad immergermi, poter scendere sul relitto della petroliera "Haven" era sempre stato il mio sogno, un obiettivo da raggiungere, forse perché la tragedia consumatasi nelle acque antistanti Genova nell'aprile del '91 riferita dai media mi aveva profondamente colpito, o forse perché immergermi sulla "Grande Signora del Mediterraneo" mi sembrava il coronamento del mio percorso subacqueo. Perciò ho dedicato tutto il 2007 alla preparazione del mio primo tuffo sulla "Grande Signora". Per un subacqueo ricreativo come me questo addestramento è stato piuttosto impegnativo: ho frequentato il corso "Decompression Diver" per essere abilitato a scendere ad oltre 50 metri di profondità respirando aria e durante l’anno ho fatto circa 150 immersioni con in testa un unico obiettivo: poter arrivare almeno fino sulla coperta della nave a 55 metri di profondità. Poi, finalmente, l’8 e il 9 dicembre del 2007 il mio sogno si è avverato e ho fatto non uno, ma addirittura due bellissimi tuffi sulla petroliera "Haven". Ho raggiunto la coperta alla base del castello la famosa quota -54 e sono entrato nella sala sottostante dove ci sono le valvole di carico e scarico del petrolio. OBIETTIVO RAGGIUNTO!
La prima volta che ci si immerge sul relitto della "Haven" è senza dubbio indimenticabile. Tante sono le emozioni che il relitto di questa immensa nave circondata da nuvole di pesci riesce a trasmettere a qualunque subacqueo. Ognuno proverà emozioni e sensazioni sue personali, ma il ricordo di questa immersione resterà per sempre scolpito nella propria memoria. L’emozione è fortissima e appena si esce fuori dell’acqua ciò che si desidera è di tornarci al più presto possibile. Penso davvero che ogni immersione sulla "Haven" sia unica e che non si possa mai dire di conoscere veramente tutta la nave fino in fondo… per farlo occorrerebbero decine e decine di tuffi. Questa nave è veramente immensa e l’occhio si perde nel cercare di coglierne i tanti particolari. Ovunque si fissi lo sguardo c’è qualche angolo nuovo da scoprire, qualche particolare da osservare, qualche nuovo passaggio da provare, un mucchio di pesce da osservare... insomma questo relitto ha un fascino unico e incredibile!
Ed ecco qui, preso dal mio log book, il racconto del mio primo incontro con la "Grande Signora" addormentata. Un incontro al quale mi sono presentato quasi con l'emozione e la trepidazione che si prova al primo appuntamento con una bella donna... L’emozione di questi primi due tuffi fatti sulla "Grande Signora" resterà nel mio cuore per sempre e, anche se sono sicuro di ritornarci, le sensazioni provate questa prima volta credo che non potranno mai essere superate.
Sabato 8 dicembre 2007, ore 11:48 - prof. max 40.5 m. temp. 14 °C tempo 51 min.
Scendiamo lungo la cima che ci porta sulla controplancia (cioè il tetto del ponte di comando sul castello di poppa) a 34 metri di profondità. La visibilità non è eccezionale: non si vede oltre i 10-15 metri. Arriviamo al tetto e ci diamo l’ok, poi scendiamo giù fino al secondo ponte in cui c’è l’alloggio del comandante. Scendiamo a -40 metri ed entriamo nel cassero di poppa dalla porta centrale posta a poppavia del secondo ponte e visitiamo l’alloggio del comandante, nuotando in fila indiana lungo il corridoio che lo percorre, arrivando sino in fondo dove termina e poi torniamo indietro. Terminato il giro nel ponte del comandante, saliamo lungo l’ampia scala che porta al soprastante ponte di comando e, arrivati in cima, tenendo alle nostre spalle il locale radio, percorriamo un piccolo corridoio dove a sinistra c’è la sala nautica e a destra ci sono le ampie finestre del ponte di comando. Ci troviamo a quota -37 metri. L’ampio locale è completamente spoglio e privo di ostacoli, tutto circondato da ampie finestre che si affacciano nel blu, attraverso le quali si vedono nuotare nuvole di delicate castagnole rosa. Affacciandomi da una delle finestre riesco appena a intravedere la sagoma scura della coperta che si trova una ventina di metri più sotto di me. Uno spettacolo da togliere il fiato. Sembra di affacciarsi dal tetto di un palazzo. Usciamo dalla plancia e ci dirigiamo a nuoto verso quello che resta dell’enorme fumaiolo, che è stato tagliato riducendolo di una decina di metri per non intralciare la navigazione verso il Porto Petroli di Genova. La parte più alta del troncone del fumaiolo si trova a -33 metri e ci si arriva utilizzando una cima guida, che parte dal parapetto a poppavia del ponte di comando. La sommità del fumaiolo è ricca di vita e c’è una grande quantità di pesci, che sicuramente trovano delle condizioni ideali nella corrente ascendente che si forma nelle canne interne del fumaiolo. Ritorniamo indietro verso il cassero e saliamo di nuovo sulla controplancia, sopra al ponte di comando dove vediamo un grosso grongo che fa capolino dall’interno di un tubo che sporge dalla coperta. Stacchiamo dal tetto del ponte di comando al ventiquattresimo minuto di immersione e incominciamo la nostra lenta risalita verso la superficie, contornati da nugoli di anthias rosa. Facciamo il nostro primo deep stop di 2 minuti a -24 metri e passiamo a respirare EAN40. Poi un altro deep stop di 2 minuti a -15 metri e su fino ai 3 metri, dove facciamo 18 minuti di decompressione. Usciamo dall’acqua dopo 51 minuti di run time.
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Un nuovo appuntamento con la “Grande Signora”: 18-19 ottobre 2008 Ed eccomi finalmente di nuovo qui ad Arenzano! Come mi ero ripromesso nel dicembre dello scorso anno, quando avevo salutato la mia "Signora" dopo l'ultima immersione, sono tornato a trovarla. Avevo un appuntamento da rispettare e l’ho fatto nel weekend del 18 e 19 ottobre 2008. Ho avuto la fortuna di incappare in due giornate autunnali stupende, con acqua limpidissima, mare calmo e totale assenza di corrente. Anche la temperatura dell’acqua era piuttosto mite e questo ha reso le mie immersioni piacevolissime (a parte qualche problema nella seconda). Questa è la cronaca dei miei due bellissimi tuffi, presa direttamente dal mio log book.
Domenica 19 ottobre 2008 ore 12:08 - prof. max 59.6 m. temp. 16 °C tempo 33 min.
A mezzogiorno della domenica ci immergiamo nuovamente sulla "Haven", questa volta guidati da Flavio assieme ad un gruppetto di sub un po’ più numeroso di ieri. L’acqua è sempre limpidissima e il mare ancora più calmo di sabato, ma il cielo è un po’ velato e questo rende l’atmosfera sottacqua un po’ più cupa. Arrivati sulla verticale del relitto scendiamo velocemente lungo la cima che arriva sul tetto della controplancia e questa volta ci caliamo direttamente fino alla murata sinistra per osservare l'enorme squarcio provocato dell’esplosione che ha devastato la nave nella zona poppiera. Io mi affaccio alla enorme voragine nera come la pece che mi attira con una forza magnetica, ma oggi non abbiamo previsto di fare la penetrazione e abbiamo deciso di limitarci solo ad un giro completo all'esterno, nuotando sopra alla immensa poppa della nave. Siamo a 60 metri di profondità. L’aria densa e pastosa quaggiù se ne va in un soffio e cominciamo immediatamente ad accumulare alcuni minuti di decompressione. La luce della mia torcia fruga nelle viscere della petroliera cercando di cogliere qualche particolare interessante, ma l’oscurità all’interno della pancia della nave è quasi impenetrabile e non riesco a distinguere nulla. Ci alziamo di un poco superando la ringhiera corrimano che corre tutto attorno alla poppa e ci portiamo sopra di essa, in modo da poter osservare gli argani e gli altri particolari della poppa che la devastazione dell’incendio ha risparmiato. Ad un tratto comincio ad avere qualche problema nel respirare... non mi sento più perfettamente a mio agio. Forse la colpa è dei farmaci che sto assumendo da qualche giorno... ma, come uno stupido, non me ne ero proprio ricordato! Il mio respiro è faticoso, le gambe sono pesanti, sento che il sangue fa fatica a fluire normalmente. Inutile rischiare uno svenimento! Decido di interrompere immediatamente la mia immersione e lo segnalo al mio buddy, affinché risalga con me. Così cominciamo rapidamente a risalire insieme nel blu lasciando giù il gruppo che... non si è accorto di nulla. Arrivato sul lato di dritta alla base del fumaiolo, mi dirigo velocemente verso il fumaiolo stesso in modo da avere un riferimento fisso lungo il quale risalire più tranquillamente. Angela (seppure con un po' di fatica, data la mia pinneggiata molto veloce) mi segue da vicino. Finalmente arrivo alla cima che congiunge la sommità del fumaiolo al castello di poppa e da lì raggiungo il tetto della controplancia del ponte di comando. Nel frattempo ho ripreso completamente il controllo della respirazione e mi sento di nuovo bene. Scambio alcuni segnali con la mia compagna per tranquillizzarla, ma decidiamo comunque di risalire subito in superficie. Cominciamo la nostra solita lenta risalita lungo la cima, interrotta dalle soste profonde di uno o due minuti, seguendo le nostre tabelle decompressive. Infine raggiungiamo la stazione decompressiva, dove possiamo tranquillamente completare la nostra decompressione respirando EAN43. Circa trenta metri più sotto di noi la "Grande Signora" sembra salutarci, dandoci appuntamento alla prossima volta, sicura che torneremo ancora a farle visita. Esco dall’acqua un po’ stanco, arrabbiato per aver dovuto interrompere un'immersione stupenda e soprattutto triste per il fatto che il mio bellissimo weekend ad Arenzano ormai sta per finire. Però la consapevolezza che prima o poi laggiù sulla "Haven" ci tornerò di nuovo rende il mio distacco un po’ meno spiacevole. Certo che ci tornerò ancora... ci mancherebbe! E poi tornerò ancora e ancora... finché non potrò finalmente dire di conoscerlo davvero fino in fondo questo stupendo relitto di cui mi sono innamorato al nostro primo incontro: la mia "Grande Signora" addormentata. |
DIVE LOG Immersione del 18 ottobre 2008, ore 11:42 località: Arenzano (GE) - Relitto petroliera "Haven" tempo: sereno mare: quasi calmo vento: 5 nodi NE temp. aria: 21 °C temp. min. acqua: 17 °C visibilità: 30 metri max depth: 55.6 m. run time: 78 min. deco time + deep stops: 39 min gas di viaggio: Aria gas deco: EAN43.5
Percorso: discesa diretta sulla coperta del relitto a -55 m. - un giro e mezzo attorno alla base del castello di poppa - ingresso nella sala delle valvole a -55 m. - passaggio nel corridoio delle bombole (officina) a -54 m. - deep stop di 1 min. - risalita fino al primo ponte a -34 m. - deep stop di 2 min. - risalita lungo la cima fino alle tappe deco a -9 m. -6 m. e -3 metri. |
DIVE LOG Immersione del 19 ottobre 2008, ore 12:08 località: Arenzano (GE) - Relitto petroliera "Haven" tempo: nuvoloso mare: calmo vento: 2 nodi NW temp. aria: 22 °C temp. min. acqua: 16 °C visibilità: 35 metri max depth: 59.6 m. run time: 33 min. deco time + deep stops: 10 min gas di viaggio: Aria gas deco: EAN43.2
Percorso: discesa diretta sul fianco sinistro del relitto - passaggio davanti allo squarcio nella fiancata con arrivo a quota -60 m. - risalita sopra alla poppa a -54 m. - salita fino alla sommità del fumaiolo a -33 m. - attraversamento fino alla controplancia sopra al primo ponte a -34 m. - risalita lungo la cima - due deep stop di 1 min. - risalita sulla cima fino alla tappa deco a -3 metri. |
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Sopra: l'enorme bigo di carico a poppa della "Haven". |