Marcello & Angela |
Il lago...
La prima cosa è il silenzio… intenso, fortissimo… rotto solo dal rumore del mio respiro. Poi, l’assenza pressoché totale di colori: tutto mi appare in bianco e nero ed è una sensazione stranissima per chi, come me, è abituato ai colori sgargianti del mare. La terza cosa è il freddo... un freddo intenso e penetrante, che arriva a farmi perdere la sensibilità delle dita delle mani.
L’ultima cosa che mi colpisce, è il buio profondo e
impenetrabile che si apre sotto di me e inghiotte ogni cosa. Provo
quasi un senso di vertigine e smarrimento nel vedere la parete di
nuda roccia scomparire nel nero più cupo fin oltre i 70 metri di
profondità, dove la lama di luce della mia torcia non riesce
assolutamente a penetrare. |
L’arrivo a Moniga del Garda
Ma andiamo per ordine… Tutto è cominciato venerdì 21 luglio 2006. Sono arrivato a Moniga del Garda il venerdì sera, assieme a mia moglie Angela, per festeggiare il secondo anniversario del Diving Porto di Moniga, gestito da Mark e Chick. Questi miei nuovi amici li ho conosciuti circa due mesi fa, navigando nel Web ed entrando nel forum di Scuba & Friends, un bel portale dedicato alla subacquea. Ho incominciato a scrivere, a scambiare esperienze ed emozioni subacquee ed è nata una "amicizia virtuale". Soltanto un mese fa non avrei mai pensato che da questo contatto telematico potesse scaturire qualcosa di così particolare come un’immersione nel lago. Poi, nel giro di poche settimane, la cosa ha cominciato a prendere corpo e sono stato invitato a partecipare al "II° Complediving"del Diving di Moniga. Ne ho parlato con Angela e abbiamo deciso di fare questa esperienza di lago che ancora ci mancava e di regalarci un bel weekend sul Garda. E adesso eccoci qui, seduti a tavola con Marco e Alessandra, a parlare di questa nuova emozionante esperienza che ci attende il giorno dopo. Io e Chick, che ci siamo già conosciuti nel Web, parliamo fitto fitto, cercando di annullare in fretta la distanza della nostra conoscenza telematica e gettando le basi di una nuova amicizia reale. Questo non c’impedisce di mangiarci due enormi pizze "disco volante" servite sul tagliere di legno, che vengono bruciate nel giro di pochi minuti…
Vado a dormire presto e, confesso, che faccio un po’ di fatica ad
addormentarmi: non solo per il litro di ottimo Chiaretto fresco e
per il caldo opprimente del lago (ben 39 gradi nel pomeriggio, scesi
a 32 durante la sera!!), ma anche per una certa inquietudine che ha
a che fare con la mia prima immersione in un lago. Angela, invece,
sembra dormire tranquilla accanto a me, sopraffatta dalla
stanchezza e dal caldo. Bah! Domani vedremo... |
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Immersione alla "Secca del Pugnale" a Manerba
Finalmente
arriva il momento tanto atteso della mia prima immersione nel lago. Confesso
di essere emozionato quasi come la volta del mio primo tuffo in mare, tanti anni
fa. |
La mia inquietudine della vigilia si scioglie man mano che scendo e mi compenetro sempre di più in questo nuovo elemento liquido che mi avvolge… Provo quella sensazione di benessere interiore che mi accompagna sempre ogni volta che mi immergo. Cerco di cogliere le sensazioni che provo in questo nuovo tipo di immersione e la cosa che mi colpisce di più nell’ambiente circostante è l’assenza di colori vivaci. La tavolozza di colori sgargianti alla quale sono abituato nei mari in cui di solito m'immergo qui è tutta sfumata, quasi monocromatica, con una prevalenza di verdastro e giallognolo e se guardo verso la superficie tutto diviene color verde smeraldo. Nessuna tonalità di azzurro. Comunque, questo spettacolo irreale è molto bello. L’atmosfera è magica. Anche il silenzio quaggiù è irreale. Non sento il “rumore” del mare, ma solo il mio respiro e le lame di luce delle nostre potenti torce che penetrano nell’oscurità più profonda riescono appena a scalfirla. Angela mi sta accanto e sorride attraverso i vetri della maschera, mentre Percy e Mark nuotano un po’ più avanti di noi. Ci facciamo spesso dei grandi segni di OK e l’immersione procede per il meglio. Sento solo un po’ di freddo. La mia semistagna da 7 millimetri mi protegge a malapena dai 6 gradi di temperatura che troviamo a 40 metri di profondità e ho le mani un po’ intirizzite, ma non m’importa. Riesco persino a vedere del pesce: tre grosse bottatrici che nuotano proiettando la loro ombra sulla parete ed un’anguilla di lago dal ventre argenteo. Il tempo purtroppo vola (...in questo il lago è identico al mare!) ed è già arrivato il momento di ritornare su. Risaliamo a quote più tranquille, dove troviamo il relitto del "Rio Bravo", un piccolo motoscafo che si trova a 18 metri di profondità e un paio di statue che rappresentano Bacco e Venere. Arrivati ai 3 metri, facciamo la nostra breve sosta di sicurezza e, poco dopo, siamo di nuovo tutti in barca sulla via del ritorno. Sono raggiante di felicità! Mi sento come un bambino felice appena sceso da una giostra, ma… ho voglia di ritornare ancora sull’ottovolante! |
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Immersione alla "Secca della Croce" a Manerba
Al pomeriggio si replica! Questa è l’immersione speciale organizzata in occasione del famoso "Complediving" e tutti vogliono partecipare. L’attesa si consuma tra chiacchiere e partite a briscola come in un'osteria (manca solo il litro di vino, ma si sa che prima di un’immersione…), poi verso le cinque tutti in barca! Due barche piene di subacquei festosi, con brevetti di ogni livello, che ridono e scherzano allegramente. Ci sono persino due tech diver armati di bibombola e decompressiva con trimix, che hanno intenzioni alquanto bellicose. Chick, purtroppo non è dei nostri: è rimasta al diving per gli ultimi preparativi della festa. Di solito, quando i subacquei tornano da un’immersione, sono assetati ed affamati. Sarà dura accontentare oltre venti subacquei festosi! Il punto d’immersione prescelto per questo secondo tuffo si trova anch’esso sotto alla Rocca di Manerba ed è la parete della Secca della Croce, che sprofonda sino ad oltre 70 metri. Ci dividiamo in vari gruppi. Il mio è formato da Angela, Percy e Stefano (il mitico Fifi) che fa da guida. Decidiamo di fare tutta l’immersione rimanendo sulla batimetrica dei 35 metri e di gustarci la parete tenendola alla nostra sinistra, per poi fare ritorno con la parete sulla destra, non appena arrivati ai 100 bar. Per Stefano si tratta della prima immersione da dive master appena brevettato ed è molto preso dal suo ruolo e dalla sua responsabilità di guida. Per me, invece, è solo la seconda immersione in un lago… L’immersione è bellissima. Questa parete ha un fascino magico e le emozioni che provo sono ancora più intense che al mattino. Indugio con la mia lampada dentro le spaccature della parete e, ad un tratto, vedo sotto di me una bella bottatrice lunga una quarantina di centimetri, che nuota tranquilla, brucando il cibo. Richiamo l’attenzione del gruppo e la mostro a tutti puntandoci la mia potente torcia. La solita fortuna dei principianti penseranno... Arriviamo al punto del ritorno rimanendo sempre in curva, alla profondità di 37 metri ed ecco che dal nero del fondo spuntano Yuri e il suo compagno: i due tek divers che sono andati a farsi un giretto sui 60 metri. Si uniscono a noi e torniamo tutti insieme verso la barca. Facciamo la nostra sosta in acqua libera, attaccati al pedagno che segnala la nostra posizione alle mille barche che sfrecciano sul lago in ogni direzione. Purtroppo la corrente ci porta lontani circa duecento metri dalla barca e ci tocca nuotare contro per dieci minuti prima di raggiungerla. Angela è esausta. Io e Fifi la trainiamo per un po’ e raggiungiamo finalmente la barca. Risaliamo a bordo stanchi ma felici e, in barca, ci aspettano alcune bottiglie di spumante Müller Turgau ghiacciato, per festeggiare degnamente il secondo compleanno del Diving. |
Il "Complediving": la
festa di compleanno del Diving Porto di Moniga
La
sera c'è una grande festa tra amici, organizzata magistralmente da
Alessandra: ricco aperitivo davanti al diving con
le mitiche pizzette di Percy e poi cena e grigliata in compagnia di una
quarantina di chiassosi compagni d’immersione, con mogli, figli,
morose, musica… |
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