Immersione nel fiume tirino, ALLE PENDICI DEL GRAN SASSO

 

 

20 dicembre 2009

 

 

Una giornata "particolare" immersi nella verde vallata del Tirino, un fiume splendido e incontaminato che, con le sue acque trasparenti e cristalline, è l’habitat naturale di numerose specie di notevole pregio naturalistico.

 

Il fiume Tirino, dopo un percorso carsico di 25 km, fuoriesce a valle e alimenta tre sorgenti: quella di Capo d'Acqua, quella di Presciano e il piccolo lago che si trova sotto Capestrano, ma il maggiore afflusso di acqua sorgiva proviene da Capo d'Acqua perché le altre due sorgenti ormai sono quasi ferme. Proseguendo nel suo percorso per altri 15 km, il Tirino nelle vicinanze di Bussi diventa affluente di sinistra del fiume Pescara.

Non avendo affluenti  la portata d’acqua del fiume Tirino è costante per tutto l’anno (6000 l/sec), ad una temperatura di 11° e le sue acque sono sempre limpide, infatti si tratta di  uno dei corsi d'acqua più puliti di tutta Europa.   

 

E’ strano come una regione montuosa che si affaccia sul mare possa regalare piacevoli sorprese ad un appassionato di subacquea, eppure è proprio così. L’Abruzzo, scoperto grazie ad un gruppo molto affiatato di bravissimi subacquei di Pescara appartenenti al gruppo di “Fondali.it”, in questo autunno del 2009 mi sta regalando una serie di immersioni una più bella dell’altra e, oltretutto, sempre in giornate di sole. Dopo il lago di San Domenico a Villalago e il Lago di Capo d’Acqua a Capestrano, è la volta del Fiume Tirino, un altro gioiello del Parco nazionale dell’Abruzzo e dei Monti della Laga.

 

Alle pendici del massiccio del Gran Sasso si trovano le polle sorgive del fiume Tirino (detto anche Silente) che provengono dal vasto sistema acquifero di Campo Imperatore Il fiume, dopo un percorso sotterraneo di parecchi chilometri, riaffiora in superficie e scorre nella valle per una quindicina di chilometri prima di gettarsi nel fiume Pescara. Le fresche acque sorgive del Tirino sono straordinariamente limpide e anche se nel suo letto (pur essendo all’interno di un Parco naturale) si vede il segno dell’inciviltà umana, che sotto forma di lattine o bottiglie di vetro rovina l’armonia di questa fiaba, tuttavia queste acque conservano un fascino tutto particolare.

In effetti, stando immersi in questo fiume dalle acque trasparenti o nuotando sul pelo dell’acqua ammirando la bellissima natura circostante, non soltanto il corpo, ma anche la mente, nuota in libertà e ci si sente completamente in pace e rilassati. Sull’acqua gruppi di germani reali nuotano lentamente e ogni tanto qualche folaga si tuffa in cerca di cibo. Nel cielo volano stormi di eleganti aironi. Tutto intorno i colori dell’autunno danno alla fitta vegetazione che costeggia il fiume calde tonalità di marrone e di rossiccio, mentre poco distante brilla il verde delle radure coperte di brina e sullo sfondo del cielo azzurro spiccano le montagne innevate. Sul fondo del fiume poi, le numerose piante acquatiche formano una sorta di foresta incantata fuori dal tempo. Mentre qui e la spiccano bianche distese di rena finissima. E’ davvero uno scenario particolare ed emozionante.

La mia immersione l’ho fatta sotto la guida esperta degli amici Giacinto e Ugo i quali, abitando a Pescara, sono di casa in questa zona. In una bella domenica di fine dicembre, con un bel sole splendente che mitigava la temperatura esterna, ci siamo ritrovati a Bussi sul Tirino (AQ) in otto subacquei decisi a non perderci questa emozionante esperienza di un’immersione un po’ "fuori dagli schemi". Assieme a me, naturalmente, c’era la mia compagna Angela che ha voluto condividere l’esperienza della prima immersione in un fiume. Tutto si è svolto in estrema tranquillità, secondo uno schema già collaudato più volte dai miei amici, che prevede di lasciare alcune macchine a valle in una radura prospiciente una grande ansa del fiume, dove l’acqua bassa e con poca corrente permette una facile uscita. Qui Giacinto per maggior sicurezza segnala il punto di uscita con una boa, in modo da evitare di finire per errore nel tratto successivo in cui la corrente diventa troppo forte. Una volta indossate le mute e caricata tutta la nostra attrezzatura su alcune macchine, si raggiunge il punto d’immersione percorrendo una strada sterrata che arriva un paio di chilometri più a monte. Qui si trova il punto d’ingresso, proprio a ridosso di un ponticello dove il letto del fiume si stringe un poco imprimendo all'acqua una notevole accelerazione e creando delle rapide.

Appena arrivati qui, la limpidezza delle acque e il silenzio delle rive rotto solo dallo scorrere vorticoso dell’acqua sotto al ponte fanno scattare la mia voglia di immergermi. Eseguo il rito della vestizione e della preparazione dell’attrezzatura in completo silenzio, per entrare in sintonia con la natura che mi circonda. Gli alberi che sorgono sulle sponde del fiume e affondano le loro radici nell’acqua offrono una vista affascinante che viene accompagnata dal gelido abbraccio dell’acqua sorgiva non appena entro in acqua in attesa dei miei compagni.

Una volta entrati tutti in acqua, rimanendo in superficie con il gav ben gonfio ci facciamo trasportare dalla corrente fino a dopo la strettoia che si trova sotto il ponte, stando ben attenti a non farci prendere dai vortici che si formano in questo punto e a non strisciare con il corpo sul fondo di appena mezzo metro. Poi, una volta superato il punto più vorticoso, ci raduniamo tutti assieme in una zona in cui le sponde si allargano parecchio e il fiume rallenta la sua corsa. Da qui ha inizio l’immersione vera e propria.

Il ponticello dal quale ha inizio l'immersione

L'ansa del fiume e la radura dove termina l'immersione

A sinistra Giacinto, Aldo e Ugo e a destra tutto il gruppo dei subacquei di "FONDALI.IT "

Inizio dell'immersione, appena dopo il ponte.

Sgonfio il gav e mi trovo immerso in un paio di metri di acqua cristallina. La purezza delle acque mi permette di apprezzare una visibilità unica che non viene troppo penalizzata neanche da qualche pinneggiata troppo radente di qualcuno dei miei compagni. Ogni tanto ci fermiamo e aspettiamo rimanendo attaccati controcorrente alle piante acquatiche dalle tenaci radici che il gruppo si ricompatti. Poi proseguiamo la nostra immersione portati verso valle dalla corrente.

L’immersione tutto sommato non è impegnativa perché la massima profondità è di soli 5 metri, ma lo scenario sommerso è molto affascinante ed è un’immersione davvero particolare, che presenta tanti aspetti suggestivi sotto il profilo naturalistico. Scendendo lungo il fiume si può godere di giochi di luce estremamente affascinanti sia sopra che sotto la superficie e muovendosi lentamente si viene quasi rapiti della sensazione di far parte dell’universo del silenzio. Una fitta e variegata vegetazione di colore verde brillante si alza dal fondo, con i lunghi steli mossi dalla corrente che pettina le piante come se fossero fluenti chiome al vento. Nelle numerose anse del Tirino il lento scorrere dell’acqua ha scavato delle piccole grotte e nel letto del fiume si sono formati dei pianori di sabbia bianca e finissima. Il fiume ha messo a nudo le radici degli alberi che lo costeggiano, creando un’intricata foresta sommersa dove trovano riparo le trote fario.

In alcuni punti dove il fiume si allarga e la corrente è minore, riemergiamo in superficie per godere del panorama offerto dai folti canneti che crescono lungo le sponde, popolati da folaghe e anatre selvatiche e per ammirare il volo degli aironi nel cielo azzurro sopra alle nostre teste. Il silenzio è rotto solo dai versi degli uccelli che in questo posto trovano il loro habitat naturale.

 

Angela e Marcello in versione... "natalizia"

                  

Angela si prepara per l'immersione

 

Sopra: l'uscita dall'acqua al termine dell'immersione

Sotto da sinistra: Ugo, Aldo e Vincenzo

Scendiamo per oltre un’ora lungo il fiume senza quasi muovere le pinne, percorrendo circa un paio di chilometri e a un certo punto vediamo che le sponde si restringono e i rami degli alberi che corrono paralleli si toccano e si intrecciano formando una specie di tunnel naturale. Sappiamo che l’immersione deve terminare prima che le sponde del Tirino si avvicinino ancora di più, perché dopo la corrente diventa davvero forte e non permetterebbe di gestire l’immersione. Infatti appena dopo una grande ansa del fiume verso destra ecco apparire la boa lasciata in precedenza da Giacinto per segnalare il nostro punto di uscita.

Dopo 75 minuti di “immersione” riemergiamo in prossimità della radura dove un paio di ore prima abbiamo parcheggiato le nostre automobili con i vestiti asciutti. Ci cambiamo con la massima calma e poi torniamo su a recuperare le auto lasciate al punto di partenza. Dopodiché tutti assieme nel ristorante poco distante (già collaudato in occasione dell’immersione nel lago di Capo d’Acqua), dove ci aspettano buonissime pappardelle al cinghiale e un arrosto eccezionale, oltre alle bottiglie di vino rosso che ci siamo portati appresso.  Alla prossima amici!

Sopra: il gruppo dei sub alla fine dell'immersione e sotto Alda, Federico e Angela

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