Dive master o ragazzo alla pari?

Un mese tra bombole, pesci e… aghi di pino - ARGENTARIO AGOSTO  2007

Porto Santo Stefano - 12 settembre 2007

 

Agosto è ormai lontano e il ricordo del mese che ho trascorso lavorando all’Argentario si è fatto più dolce. Sono rimasti ancora i calli sulle mani e… un mare di ricordi. Che cosa ho fatto? Semplice. Non contento di avere affrontato nel mese di maggio un corso "tecnico" a cinquant’anni suonati, quest’anno ho anche deciso di accettare l’offerta di fare il Dive Master in un diving durante l’estate! E così, nel mese di agosto, mi sono trasferito a Porto Santo Stefano sull’Argentario e, dopo aver attivato la mia assicurazione DAN da sub professionista, ho accettato l’invito del mio amico Paolo Bausani, che aveva bisogno di una guida subacquea e di qualcuno che gli desse una mano nel suo diving durante la stagione "calda".

 

Il Centro Immersioni Costa d’Argento di Porto Santo Stefano lo conoscevo già bene: ci sono stato per diversi anni come "cliente" e, nel tempo, sono diventato veramente amico di Paolo, il suo titolare. Debbo dire, però, che l’aver vissuto il diving come membro dello staff, mi ha fatto vedere le cose da una prospettiva totalmente diversa… Non mi vergogno certo a dire che è stata dura, ma è stata un’esperienza davvero unica! Ma anche "utile" direi, dato che sono tornato dall’Argentario dimagrito di 5 chili e con le braccia molto più irrobustite, dato che, mio malgrado, ho dovuto fare "sollevamento pesi" per un mese intero... Le mie mani, che prima avevano quella morbidezza tipica di chi ha sempre fatto un lavoro da scrivania, sono diventate due specie di pinze callose, capaci di aprire qualsiasi rubinetto di bombola. Inoltre – e questa è la cosa più visibile esternamente e positiva – non ho più quella pancetta molle, tipica dell’avvocato nullafacente... Ma come è potuto accadere? Semplicissimo! Per un mese intero a pranzo ho mangiato solo se e quando potevo, mentre alla sera ho fatto la cura della pizza e del pesce (...ma è mai possibile che in una località di mare non sappiano nemmeno che cosa sia la carne?!). Adesso, per quanto riguarda il cibo, mi sono ampiamente rifatto, ma ricordo benissimo che appena tornato a casa ho giurato che avrei mangiato soltanto carne almeno per una settimana!


Ma andiamo con ordine. Come è stato questo mese di lavoro "alla pari"? Direi tutto sommato bello, anche se la vita del Dive Master è davvero molto dura, specialmente se uno decide di vivere questa avventura alla mia non più giovane età. In ogni caso, si è trattato di un’esperienza veramente formativa, sia dal punto di vista della mia crescita personale, sia da quello strettamente subacqueo. Sono assolutamente sicuro di aver appreso più cose in questo mese di full immersion nella subacquea, che in tutta la mia decennale carriera di sub dilettante. In 32 giorni di permanenza al Costa d’Argento ho fatto una cinquantina di immersioni in ogni condizione e, oramai, senza falsa modestia, credo di potermi considerare a pieno titolo una vera "guida subacquea"… almeno nelle acque dell'Argentario, che adesso conosco come le mie tasche. Dopo averlo provato di persona, ritengo che sarebbe utile per qualunque subacqueo che decidesse di fare il Dive Master o, magari, di diventare istruttore, fare almeno un mese di "internato" in un diving. Sicuramente questo gli consentirebbe di vivere la subacquea a 360 gradi e di fare certe esperienze che gli potrebbe anche capitare di non fare mai in tutta la sua carriera subacquea.


Ma torniamo al racconto della mia esperienza. La mia "giornata tipo" al diving era davvero intensa e scivolava via con ritmi di lavoro… massacranti. Sveglia alle 6.30 del mattino, poi una rapida colazione al bar del porto, dove incontravo ogni mattina i marinai degli yachts ormeggiati alla banchina e poi di corsa giù al diving. Lì rimanevo per tutto il giorno, lavorando quasi ininterrottamente dalle 7.00 alle 19.30 per tutta la settimana. Sabato e domenica, quando l’afflusso dei clienti era maggiore, naturalmente finivo ancora più tardi. Durante la giornata, se solo mi azzardavo a sedermi per un istante a riposare il Bau (come gli amici dello staff chiamano affettuosamente il "titolare", giocando con il suo cognome...) cominciava letteralmente ad "abbaiare" o, come minimo, mi guardava di traverso con sguardo bieco. Bè.... bastava non farci troppo caso e… alzarsi immediatamente, prima che gli strilli si facessero molto più forti.

 

Il mio ricordo più ossessionante (quello che mi ha seguito come un incubo durante le prime notti trascorse a casa nella pace del mio letto), è quello di decine, decine… centinaia di bombole da caricare e, soprattutto, da movimentare continuamente. Ora, la ricarica delle bombole è una cosa normale in qualsiasi diving del mondo, ma, quello che secondo me rende "particolare" il Costa d’Argento è che il suo cliente viene coccolato e servito a tal punto che, dopo aver montato la sua attrezzatura a terra, trova direttamente il suo gruppo ARA caricato a bordo del gommone con il quale andrà ad immergersi e assieme al GAV con la bombola assemblata, trova la sua zavorra e la maschera con le pinne raccolte in un cestone caricato a bordo dallo staff. Poi, quando il sub ritorna dalla sua immersione, ritrova tutta la sua attrezzatura già sbarcata sul pontile e pronta per il risciacquo... che è l’unica cosa che si pretende che faccia da solo! Quindi, tutto ciò che il cliente del Costa d'Argento deve fare è solamente... immergersi e divertirsi. Lo slogan del diving "Immergiti nel comfort", non potrebbe essere più appropriato, ma, ovviamente, alla movimentazione delle attrezzature pesanti ci pensano i "ragazzi" dello staff.

Durante la giornata le uscite con i due gommoni del diving si susseguono regolarmente ogni due ore e… le bombole da caricare e scaricare si muovono di conseguenza. Tre, quattro... persino dieci uscite al giorno, quando, nel weekend, i gommoni fanno la spola continuamente tra il Centro Immersioni e l’Argentario o le isole. Insomma, si tratta di quella che io, con espressione affettuosa,  ho definito una "perfetta macchina da guerra" e che altri, con malcelata invidia, chiamano un "immesionificio", ovvero... la fabbrica delle immersioni. Ma provate voi a dover gestire ordinatamente anche più di 120 subacquei al giorno. Senza una buona organizzazione sarebbe il caos più totale... cosa che il Bau non tollera!
 

Un altro incubo ricorrente nelle mie notti di sonno più agitate è quello della corvè giornaliera. Entro le 9 del mattino i 60 metri quadrati degli spogliatoi, le docce e i bagni dovevano brillare e profumare di pulito e il piazzale del diving (di oltre 200 metri quadri...!!) doveva essere tutto spazzato senza nemmeno un ago di pino per terra. Ecco... il ricordo degli aghi di pino ancora adesso mi ossessiona veramente. Io ho sostenuto per giorni e giorni una strenua lotta con il grande pino marittimo sovrastante il piazzale del diving. Nelle frequenti giornate di Maestrale o di Libeccio, il maledetto pino scaricava al suolo una quantità vergognosa di aghi, ma, puntualmente alle 8.30 di ogni mattina non ce n’era più nemmeno uno! Ogni mattina, dopo quasi un’ora di duro lavoro, io avevo vinto la mia personale battaglia quotidiana ingaggiata con gli aghi di pino! Ma la guerra, purtroppo, continuava il giorno seguente.

E non è finita qui. Tutte le panche del piazzale sotto ai gazebo dovevano essere lavate ogni mattina, i cestini dei rifiuti e i portacenere andavano svuotati (ma quanto cacchio fumano questi subacquei... che fa pure male?!). E poi dovevano essere lavate e a volte disinfettate le grandi vasche per il risciacquo dell’attrezzatura. Tutte le attrezzature da noleggio dovevano essere messe in ordine al proprio posto ogni sera e l’esposizione all’aperto del materiale della Dive System dato in prova ai clienti doveva essere allestita e smontata ogni giorno. E poi c’erano i due gommoni da risciacquare ogni sera e, infine, le maledette bombole da caricare… Decine e decine di bombole! Quelle di Nitrox dovevano essere caricate e analizzate ad una ad una. Quelle di aria dovevano essere raggruppate in vari punti del piazzale a secondo dei subacquei previsti all’indomani su ciascun gommone, con accanto appiccicato un cartello indicante l’orario di imbarco di ogni gruppo, in modo che non ci fosse casino nel momento dell’avvicendamento tra il gommone che rientrava  e quello che ripartiva per l'immersione successiva. E chi voleva il Nitrox e chi voleva il 18 litri e chi voleva la bombola decompressiva... e che palle!!

 

Sapevo bene che il mio amico Paolo è molto esigente e meticoloso, ciononostante ho accettato di buon grado di fare questa esperienza, ritenendola comunque importante per la mia formazione subacquea. Certo, abituato alla mia comoda scrivania, per me è stato un insolito mese di duro lavoro, ma tutto ha funzionato a dovere e sono soddisfatto del piccolo contributo che sono riuscito comunque a dare al funzionamento della  grande "macchina da guerra". Mi sono impegnato parecchio e, non lo nego, ci sono stati anche dei momenti difficili in cui mi sono chiesto davvero chi me l’avesse fatta fare. Un paio di volte, preso dallo sconforto, stavo proprio per gettare la spugna… ma sono riuscito a stringere i denti e a tenere duro onorando l’impegno morale preso con Paolo all’EUDI 2007 quando, per la prima volta, mi disse che in estate probabilmente avrebbe avuto bisogno di una mano ed io mi offrii subito (da perfetto incosciente…) di aiutarlo per almeno un mese.

 
Volendo fare un bilancio a freddo di questa mia esperienza, posso dire che è stata positiva e davvero importante per me: a parte il maneggiare egregiamente scope e compressori, ho imparato ad andare sott’acqua facendo la guida subacquea, che è una cosa diversa dall’immergersi come io ero abituato a fare. Voglio dire che ho imparato ad immergermi in un modo molto più attento e consapevole; mi sono abituato ad avere mille occhi, a percepire i segnali di pericolo, a pensare più agli altri che a me stesso. Inoltre, ho rinsaldato la mia amicizia con Paolo, che adesso sa di poter contare su di me. Insomma... proprio un’esperienza indimenticabile!!

 

Avrei tanti episodi accaduti in questo mese da raccontare. Le cinquanta immersioni fatte, la gente incontrata al diving, gli incontri più interessanti e insoliti fatti sott’acqua. In un mese da dive master ne ho davvero viste di tutti i colori. Innanzitutto un campionario assai variegato di subacquei di tutti i tipi e di ogni livello, tutti da accontentare e far divertire. Poi tanto, tantissimo pesce di ogni specie, da far vedere ai clienti meno esperti, che… non vedevano una cernia ad un palmo dal loro naso. Sono riuscito a vedere persino un grosso gattuccio femmina in una tana! Ma la cosa che ricorderò con più piacere e, perché no, con un pizzico di orgoglio, sono i ringraziamenti avuti da tutti i subacquei che si sono immersi con me e il fatto che alcuni di loro mi abbiano chiesto di ritornare ancora ad immergersi con me come guida. Forse la mia faccia barbuta ispirava una certa tranquillità e trasmetteva una grande esperienza, ma… loro non sapevano – poverini – che io ero alla mia prima esperienza da Dive Master!!

 

Adesso sono tornato a casa dopo un mese e sono qui alla mia scrivania, davanti al mio computer. Sinceramente, devo ammettere che mi manca il rumore costante dei compressori, le incredibili facce stravolte dei miei compagni di avventura Luca e Antonello la mattina presto…  prima di essere "connessi", i brontolii sommessi del Bau che risuonavano per il piazzale del diving durante tutto il giorno, il sorriso radioso di Silvia, l’allegria spensierata dei "romanacci" Enrico e Manuela… Mi manca tutto! Soprattutto il silenzio meraviglioso dello Scoglio dell'Argentarola sott’acqua, i colori delle gorgonie e del corallo rosso, le cernie e i barracuda… Insomma mi mancano tutti e… quasi tutto. Ho scritto apposta "quasi", perché i maledetti aghi di pino non mi mancano affatto! Comunque, dato che il ricordo è il più bel gioco della fantasia, con il tempo, dimenticherò anche gli aghi di pino, le bombole e le scope e resterà solo una esperienza bellissima da rivivere con il pensiero e magari chissà... da ripetere anche il prossimo anno.

 

Vorrei dire un grazie sincero a tutti coloro che per un mese intero mi hanno sopportato, aiutato e, magari, hanno anche apprezzato il mio lavoro...!

 

Il maledetto... pino marittimo!!

 

La "brava guida"... mentre mostra una stella marina ai clienti.

 

Ordine e pulizia nel piazzale del Centro Immersioni.... Nemmeno un ago di pino per terra!!

 

Torna all'inizio

della pagina