Dicembre 2024 |
Le Maldive, una delle mete preferite dai subacquei di ogni parte del mondo. Le Maldive sono fatte per sognare. Chi, di fronte a quegli incantevoli screen-saver idilliaci dei nostri pc non ha mai pensato di prendere il primo aereo e volare fino a una spiaggia bianca con le palme, o di bere un drink al tramonto su un atollo deserto con la vista che si perde nell’oceano sconfinato? E alle Maldive è tutto esattamente come lo immaginiamo. Un sole luminoso, lagune blu trasparenti, barriere coralline dalle molteplici sfumature di colori piene di piccoli pesci colorati e spiagge di sabbia bianca che si estendono per chilometri circondate da acque turchesi e cieli azzurri. Quando si pensa alle immersioni poi, le Maldive si distinguono immediatamente come una delle destinazioni più spettacolari al mondo che offrono delle immersioni fuori dal comune. Si possono, infatti, osservare dai piccoli pesci della barriera corallina fino ai giganteschi squali balena, alle particolari mante e aquile di mare, da ogni specie di squalo, alle tartarughe fino ai delfini in mare aperto. Questo paradiso tropicale offre un’esperienza di diving senza pari, capace di entusiasmare subacquei di ogni livello con la sua incredibile biodiversità marina e i suoi paesaggi sottomarini mozzafiato. Nonostante sapessi tutto ciò, io non ero mai stato alle Maldive, e parlandone con i miei amici subacquei quasi me ne vergognavo. Poi un giorno, a settembre, ricevo una telefonata inattesa del mio amico Andrea Bada, proprietario del diving "Techdive" di Arenzano nei pressi di Genova. Andrea mi dice che sta organizzando un viaggio alle Maldive per fare una crociera subacquea in pieno relax su una nuova lussuosissima barca, e mi chiede se sono interessato a partecipare insieme a mia moglie Angela. L’idea che Andrea Bada, il famoso "cacciatore di relitti", abituato ad immersioni estreme, voglia fare una crociera subacquea rilassante in un paese dove c’è il limite delle immersioni ad appena 30 metri mi lascia un po’ perplesso, ma l’idea delle Maldive mi alletta parecchio… Troppe volte ho sentito parlare di questo paradiso, formato da oltre mille piccole isole coralline sparpagliate meravigliosamente in tutto l’Oceano Indiano, raggruppate in una doppia catena di 26 atolli a sud-ovest dell’India e dello Sri Lanka. Alcune di queste isole sono piccolissime e non tutte sono abitate. Solo in una piccola parte di esse ci sono minuscoli villaggi agricoli o di pescatori, e un centinaio d’isolette ospitano resort di lusso e villaggi turistici. Io che amo vivere completamente il mare, non sono affatto interessato dai resort e dai villaggi turistici, ma la crociera subacquea mi attira moltissimo. La crociera in barca o il "safari subacqueo" come viene chiamato dalle agenzie di viaggio è il tipo di vacanza subacquea che preferisco. Perciò, dopo averne parlato con mia moglie Angela, impiego pochissimo ad accettare la proposta di Andrea. Alla fine di novembre finalmente partiremo anche noi per il "paradiso dei subacquei"! Novembre è un buon periodo alle Maldive, perché trovandosi proprio sull’equatore, i monsoni sono miti e non incidono né sulla temperatura né sulla quantità di pioggia. A novembre infatti comincia la stagione secca influenzata dal monsone di nord-est, con piogge scarse, poco vento e una temperatura costante intorno ai 30-31 gradi. Perfetto! |
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Ed eccoci finalmente alla data fatidica, il 28 novembre, segnata sul mio calendario ormai da un paio di mesi. Siamo all’aeroporto di Milano Malpensa, è un giovedì e abbiamo dovuto frettolosamente anticipare di un giorno la nostra partenza, perché il venerdì, come al solito, i sindacati hanno indetto uno sciopero generale e il nostro volo rischia di essere cancellato. Ci toccherà dormire per una notte a terra a Malè, in attesa di imbarcarci per la nostra crociera il sabato mattina. All’aeroporto incontriamo Andrea con sua moglie Pamela e Federico che collabora con Andrea al "Techdive" di Arenzano, un diving center al quale sono particolarmente legato. In barca conosceremo le altre due italiane che fanno parte del nostro gruppetto, mentre gli altri ospiti a bordo saranno quasi tutti stranieri di diverse nazionalità. Con un comodo volo della Qatar Airways, e uno scalo a Doha di tre ore, raggiungiamo l’aeroporto internazionale "Velana" alle Maldive, che si trova sull'isola di Hulhulé, una piccola isola disabitata che sorge a fianco della capitale del paese Malè, alla quale è unita da un lungo ponte. Non tutte le isole che formano gli atolli maldiviani sono naturali. La maggior parte sono formate da vulcani, altre invece sono artificiali. Ad esempio, Hulhumale, l’isola più vicina all’aeroporto, è un’isola artificiale che è stata creata nel 2004. Altre isole poi stanno scomparendo a causa dall’erosione naturale e dell’innalzamento del livello del mare. |
Venerdì, appena arrivati, cerchiamo un posto dove dormire per una notte e scegliamo il "Moodhu Koe" un piccolissimo albergo che si trova a Hulhumale, ad appena un paio di chilometri dall’aeroporto internazionale. A causa del volo notturno e del fuso orario avanti di 4 ore qui è mattina, e nonostante siamo tutti piuttosto stanchi per il lungo viaggio e per non aver dormito, dopo aver lasciato il nostro bagaglio in albergo prendiamo un taxi e ci facciamo portare nel centro della città vecchia. |
Hotel Moodhu Koe la hall |
Hotel Moodhu Koe la reception |
Malè City è certamente una delle più piccole capitali al mondo come dimensione, essendo costruita su un'isola di soli 2 Kmq, ed è densamente popolata. Sull’isola, che ha una forma quasi circolare, vivono circa 150.000 persone, quasi un quarto della popolazione delle Maldive. Ci sono alti palazzi, imponenti moschee e edifici dai colori vivaci, le vie principali con i negozi e gli uffici sono tutte allineate. C’è un traffico caotico, specialmente di scooter e motorini. In città non ci sono mezzi di trasporto pubblici, ma solamente privati: poche centinaia di automobili e un’infinità di motocicli, quasi centomila! Nella zona più vecchia dell’isola, dove si trova il centro del commercio all’ingrosso e al dettaglio, i vicoli sono strettissimi e pieni di gente e i veicoli fanno fatica a passarci. Abbiamo girovagato per queste strade affollatissime per tutta la mattina di venerdì, ma tutti i negozi nel quartiere di Machangolhi (la zona commerciale) aprivano al pomeriggio e non abbiamo trovato nemmeno un posto dove andare a mangiare un boccone. Praticamente abbiamo fatto per due volte il giro del perimetro dell’isola e abbiamo percorso avanti e indietro le due lunghe strade principali che l’attraversano, la Majeedhee Magu Road e la Sosun Magu ("magu" nella lingua Dhivehi significa via). Il caldo e l'umidità erano davvero pesanti e io sinceramente avrei preferito restarmene in camera in albergo con l'aria condizionata al massimo. |
Al mercato ortofrutticolo di Malè |
Abbiamo visitato il mercato del pesce nei pressi del porto, e quello ortofrutticolo che straborda di coloratissima frutta della zona. Al mercato ci siamo saziati con piccole gustose banane e fette di mango; poi per fortuna abbiamo trovato un piccolo baretto vicino al porto peschereccio, dove ci siamo seduti a riposare bevendo una specie di birra, ahimè aromatizzata alla frutta... una vera porcheria. Quando l’ho ordinata mi sono dimenticato che alle Maldive è in vigore la sharia, quindi è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica. In ogni caso nel complesso la città vecchia di Malè è proprio brutta e non merita una visita. |
Dopo aver percorso diversi chilometri con un caldo asfissiante e una forte umidità ci siamo seduti esausti sulle panchine vicino all’unica spiaggetta della città e… ci siamo tutti addormentati. Dopo esserci svegliati, abbiamo preso un taxi (a Malè costa pochissimo) e siamo ritornati al nostro albergo per andare finalmente a riposare per qualche ora. Più tardi, dopo una bella doccia ristoratrice siamo usciti a passeggio, cercando un posto dove andare a cena sulla lunghissima Nirolhu Magu, la via che percorre l’isola di Hulhumale per tutta la sua lunghezza ed è piena di negozi e ristoranti. Dopo una lunga passeggiata e molta indecisione su quale ristorante scegliere, ci siamo fermati al "Fire Chicken", un ristorante specializzato in pollo arrostito proposto in tanti modi e accompagnato da salse prevalentemente piccanti. Debbo dire che dopo quasi due giorni in cui avevamo mangiato solo le schifezze che ci hanno dato in aereo e le piccole banane prese al mercato, il pollo ci è sembrato ottimo. |
Il mattino seguente, sabato 30 novembre, ci siamo svegliati sotto un violento acquazzone tropicale accompagnato da un forte vento. E menomale che siamo nella stagione secca…! Per fortuna il diluvio è durato poco e, dopo aver fatto colazione, il gentilissimo proprietario dell’albergo ci ha accompagnati con la sua auto all’aeroporto, dove avevamo appuntamento con il resto del nostro gruppo di croceristi che arrivavano con voli diversi. Una volta riunitici, siamo saliti su una barca che ci ha accompagnati sino al "Princess Maani" il nostro lussuoso yacht alla fonda al largo del porto. Saliti a bordo, siamo stati accolti da Martina e Beatrice, le due giovani e simpatiche cruise manager italiane, oltre che guide subacquee, e ci è stato offerto un aperitivo di benvenuto, come si usa fare a bordo delle barche da crociera. Nel pomeriggio sono arrivati gli altri ospiti provenienti da varie destinazioni e finalmente il gruppo di questa crociera si è completato: appena 20 persone (nonostante la barca abbia una capienza di 28 passeggeri), italiani, tedeschi, cinesi, russi, svizzeri, con la lingua inglese da fare da unico denominatore comune. Impressionante il numero di persone di equipaggio, quasi tutto maldiviano ed efficientissimo, che ci ha coccolato e assistito per tutta la crociera in maniera impeccabile. Ho contato ben 19 persone, comprese 5 guide subacquee, 4 addetti al dhoni di appoggio e 2 bravissimi cuochi… quasi un rapporto di 1:1 con i passeggeri! Dopo il dettagliato briefing di Beatrice, che ci ha illustrato le caratteristiche della barca e le regole da osservare durante le immersioni alle Maldive, abbiamo caricato la nostra attrezzatura subacquea sul dhoni d’appoggio che ci avrebbe seguito per tutta la crociera, abbiamo montato i gav e gli erogatori sulle bombole e da quel momento non le abbiamo mai più toccate, trovandole cariche di miscela Nitrox 30 prima di ogni immersione. Davvero una grande comodità. |
E adesso due parole sulla nostra bellissima barca, il m/y "Princess Maani". Si tratta del nuovissimo yacht, fiore all’occhiello della "Top Class Cruising", varato nell’ottobre 2024. Lungo 41 metri, lo yacht è ricco di spazi e caratteristiche confortevoli, come le due vasche idromassaggio Jacuzzi sul ponte superiore, la grande terrazza solarium, il fornitissimo cocktail bar, il ristorante a buffet e la possibilità di pranzare all’aperto. La "Princess Maani" è spaziosissima: ha soltanto 14 cabine disposte su tre ponti, pulitissime, grandi e confortevoli, con bagno privato e un’ampia doccia. Io e mia moglie abbiamo scelto una cabina deluxe, una vera e propria suite molto ampia con grandi vetrate, situata sul ponte principale allo stesso livello del ristorante. Ci hanno assegnato la cabina 303, che si affaccia sul lato di sinistra della barca. In cabina c'è un grande letto matrimoniale e un bel bagno con doccia con le pareti di marmo, ed è tutto praticamente nuovo. Praticamente la nostra sarà una crociera a bordo di un albergo galleggiante a 5 stelle!
La cucina a bordo è ricca e variegata, propone piatti europei o sapori asiatici, anche con opzioni vegetariane ed influenzata dalla posizione geografica e dalla cultura islamica delle Maldive. La cucina maldiviana è caratterizzata da un uso abbondante di pesce, cocco e spezie, riflettendo l’abbondanza di risorse naturali dell’arcipelago, ma la presenza a bordo di un cuoco italiano ci ha garantito ogni giorno anche la presenza della pastasciutta (fondamentale per noi italiani). La colazione era di tipo continentale, con uova, toast, marmellate, pancake, frutta, tè e succhi di frutta. A pranzo e cena invece abbiamo mangiato tanti piatti a base di pollo o di pesce accompagnati da varie salse, riso, verdure cotte e crude, frutta tropicale, pastasciutta, tranci di pizza e dolce ad ogni pranzo.
Per le immersioni abbiamo utilizzato un comodo dhoni lungo una quindicina di metri, che ha 4 persone di equipaggio e 2 potenti compressori che effettuano anche la ricarica in Nitrox 30 (gratuito), una miscela respiratoria ideale per le nostre immersioni ripetitive che si sono svolte tutte tra i 30 e i 35 metri di profondità. Il dhoni ci ha seguito per tutta la crociera, e la nostra attrezzatura è rimasta sempre a bordo dove veniva risciacquata dopo ogni immersione… altra comodità. |
Il m/y Princess Maani e il suo dhoni
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Da sinistra: il salone sul ponte principale della barca, la nostra suite matrimoniale, il grande bagno con doccia Sotto: il buffet per il pranzo e alcuni piatti |
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L’itinerario della nostra crociera di sette giorni ha il nome accattivante di "Best of Central Atolls" e, in effetti, è uno degli itinerari più belli e preferiti delle Maldive. Il viaggio inizia dall’atollo di Malè Nord e si naviga compiendo un cerchio in senso orario, fermandosi all’ancora ogni sera per trascorrere la notte in posti riparati. Dapprima abbiamo raggiunto l’atollo di Malè Sud, poi abbiamo proseguito fino all’atollo di Vaavu (conosciuto anche come atollo di Felidhoo), poi abbiamo navigato verso ovest raggiungendo l’atollo di Ari Sud e da lì siamo risaliti fino all’atollo di Ari Nord per poi chiudere il cerchio tornando nell’atollo di Malè Nord. |
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Il programma giornaliero a bordo si svolge secondo una routine molto precisa, scandita dal suono di una campanella che annuncia i briefing delle immersioni, e prevede 3 tuffi al giorno, compresa un’immersione notturna durante la settimana. La prima immersione avviene la mattina presto verso le 06:00, quando il sole sorge all’improvviso. Ci si sveglia e si ha appena il tempo di mangiare qualche biscotto e bere un tè o un caffè, poi c’e subito il briefing (in inglese e in italiano) con la mappa dettagliata del punto d’immersione proiettata su un megaschermo. Dopo il briefing si sale sul dhoni e si raggiunge il punto d’immersione che è sempre poco distante dalla barca. Terminata la prima immersione della giornata viene servita la colazione completa e ricca: uova come preferisci, marmellate, crema di nocciole, miele, pancakes, torte, yogurt, frutta e verdura tropicale appena tagliata, succhi di frutta. |
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Dopo la colazione c’è il tempo per almeno un’ora di relax prima del secondo tuffo che avviene tra le 10:00 e le 11:30. Poi arriva l’ora del pranzo a buffet con ampia scelta e varietà di pietanze, sempre diverse. Dopo pranzo ci si può rilassare prendendo il sole sui lettini del sundeck, oppure immergersi nella vasca idromassaggio, prima di salire nuovamente sul dhoni per la terza immersione tra le 16:30 e le 17:30. Dopo l’ultimo tuffo della giornata e una bella doccia è il momento dell’happy hour al tramonto, seduti al bar del ponte superiore, per poi scendere a cena sul ponte principale verso le 19:30. L’organizzazione perfetta e puntuale ci ha consentito di sfruttare appieno tutte le opportunità offerte da questa bella crociera e di questo dobbiamo dare merito a Martina, a Beatrice e a tutto l’efficientissimo equipaggio. |
Angela al bar sul ponte superiore |
A cena all'aperto sul ponte principale |
Angela e Marcello aperitivo al tramonto Marcello |
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Sopra: Andrea Bada, famoso esploratore e "cacciatore di relitti", ci ha intrattenuti per un paio di sere parlandoci delle immersioni tecniche sul relitto della petroliera "Haven" al largo di Genova e delle sue immersioni più estreme alla scoperta di relitti profondi e sconosciuti. |
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Domenica 1° dicembre - Il mattino seguente al nostro imbarco, prima di salpare per iniziare la nostra crociera facciamo la classica check dive per controllare la nostra pesata e il nostro assetto in acqua. L’immersione serve anche alle guide per formare i vari gruppi possibilmente omogenei di non più di 5 subacquei. Ci immergiamo proprio davanti alla diga foranea che delimita l’area portuale in un sito chiamato "Hulhumale Wall" molto diverso dalle immagini di spiagge bianche e acque cristalline caratteristiche delle Maldive. Il panorama verso terra è davvero desolante, con una lunga fila di grandi palazzoni moderni allineati sul lungomare e davanti ad essi la lunga diga di massi con l’imbocco del canale molto trafficato che conduce al porto. Oltretutto il tempo non è eccezionale, la pioggia è terminata, ma il cielo è grigio e spira un forte vento. L’acqua molto è calda e lattiginosa e la visibilità è piuttosto scarsa; il fondale che degrada dalla scogliera fino ad oltre i 30 metri è sabbioso e privo di vegetazione con solo qualche blocco di roccia corallina sparso qua e là. La mia delusione però dura solo pochi istanti perché in un attimo sono circondato da un’infinità di grossi trigoni a macchie nere che nuotano in tutte le direzioni e mi passano sopra la testa e in mezzo ad essi girano un mucchio di squali di varie specie. Non credo ai miei occhi: sono letteralmente circondato da squali pinna bianca di barriera, mentre grossi squali grigi mi girano intorno indifferenti; poi a un tratto appaiono anche un grosso squalo tigre, e uno squalo chitarra. E poi ci sono pesci balestra e tanti piccoli pesci di barriera colorati… una cosa per me davvero incredibile in un postaccio come questo appena fuori del porto! Il mare riserva sempre delle sorprese, ma non mi sarei mai aspettato un simile tripudio di vita in un posto come questo. |
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Dopo una breve navigazione verso nord, raggiungiamo il sito della seconda immersione della giornata, sul lato sud-orientale dell’atollo di Malè Nord, chiamato "Lankan Manta Point", vicino all’isola di Lankan Finolhu (che nella lingua locale significa "Paradiso"). Si tratta di una famosa stazione di pulizia delle mante (Manta alfredi) che vengono ripulite dai piccoli pesci pulitori (Labroides dimidiatus) che si nutrono dei piccoli crostacei e degli altri parassiti che si fissano sul corpo delle mante per succhiarne il sangue. Scendiamo all’esterno del lato orientale del reef che è in leggera pendenza e ci posiamo sulla sabbia del fondo a 25 metri per goderci lo spettacolo offertoci da un’infinità di grosse mante che ci volteggiano sopra la testa. Questi affascinanti animali sono inoffensivi perché si cibano solo di plancton che catturano convogliando l’acqua verso la bocca, aiutate dalle due pinne cefaliche molto mobili. Il nutrimento in seguito viene filtrato attraverso le cinque fessure branchiali che si aprono ventralmente sul corpo dell’animale. Dopo una ventina di minuti trascorsi appoggiati sul fondo, ci facciamo trasportare da una leggera corrente e vediamo una bella tartaruga verde (Chelonia mydas), tante murene grigie giganti (Gymnothorax javanicus), grugnitori, carangidi, cernie rosse maculate (Epinephelus cruentatus), pesci palla ocellati (Chanthigaster solandri), e tantissimi pesci colorati di barriera: pesci farfalla, pesci bandiera, pesci angelo, pesci chirurgo… un vero acquario sommerso! |
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Preso dall’entusiasmo, decido di fare anche la terza immersione della giornata (nei giorni successivi mi limiterò a non più di due), anche perché si tratta dell’immersione su un relitto, che per me amante del "ferro" è imperdibile. Ci siamo spostati nell’atollo di Malè Sud e andiamo a visitare il relitto del "Kuda Giri", un cargo giapponese, lungo 30 metri fatto affondare intenzionalmente nel 1994 per creare una barriera corallina artificiale nella parte occidentale dell'isola di Dhigufinolhu, a ovest della quale si trova una piccola distesa di corallo sommersa quasi a pelo dell’acqua (detta "giri" nella lingua Dhivehi, mentre "kuda" significa piccolo). Lo scafo si trova sul lato sud-occidentale del reef ed è rivolto verso la barriera corallina con la prua a 18 metri e la poppa a 33 metri. Il relitto è ormai completamente colonizzato da numerose variopinte specie di corallo duro e molle, ascidie, spugne arancioni, rosse e gialle, e coralli a coppa arancioni (Tubastraea coccinea). Le lamiere del relitto offrono rifugio a grandi banchi di pesci di barriera di varie specie, come i glass fish che volteggiano insieme in massa all’interno e i pesci pipistrello, ed è al riparo dalle forti correnti e intorno ad esso ci sono i grandi predatori della barriera corallina come labridi e carangidi. |
L’immersione restando all’esterno del relitto non è particolarmente difficile. Sarebbe possibile la penetrazione, ma nel briefing la nostra guida Beatrice si è raccomandata di non entrare nello scafo. A poppa c’è una piccola e buia stiva e poco più avanti il boccaporto dal quale si vede la sala macchine. Non riesco a resistere alla tentazione e mi ci infilo solo per un attimo approfittando del fatto che sono l’ultimo del mio gruppo. Si tratta di una bella immersione per gli amanti della macrofotografia con la possibilità di fotografare pesci foglia, pesci ago, pesci rana, gamberetti e altre piccole interessanti creature come i loro pesci pagliaccio che nuotano dentro e fuori dalle dita urticanti degli anemoni… ma a me interessa solo il ferro. Terminata l’esplorazione del relitto con una puntata a 36 metri fino all’elica semiaffondata nella sabbia, nuotiamo lungo la parete del reef e ci dirigiamo verso la thila. Le "thila" (secche) sono formazioni madreporiche che si elevano dal fondale sabbioso, le cui sommità si trovano in genere tra i 10 e i 15 metri di profondità, che sono ricchissime di vita e presentano caverne e numerosi anfratti in grado di ospitare varie specie di organismi marini. C’è un piccolo tunnel passante e diversi anfratti, pieni di coralli duri, alcionari e molti pesci rana nascosti, pesci foglia (Taenianotus triacanthus) e pesci pagliaccio. Seguendo il profilo della parete arriviamo a un pianoro a circa 5 metri di profondità dove terminiamo l’immersione facendo la sosta di sicurezza nuotando tra i coralli. |
Lunedì 2 dicembre – Navigando per circa 18 mg raggiungiamo l’atollo di Kaafu Sud vicino all’isola di Guraidhoo dove c’è un villaggio di pescatori e un grande resort. Il punto d’immersione del mattino presto si chiama "Kandooma Thila" ed è nel mezzo del Biyadhoo Kandu ("kandu" significa piccolo canale), a nord dell'isola di Kandooma. Questa thila a forma di lacrima è lunga circa 300 metri e per molti anni è stata considerata tra i primi posti nel mondo per le immersioni con gli squali. La parte superiore della barriera è piena di corallo duro ancora intatto, mentre i lati della thila sono ricoperti di coralli molli. L’immersione è piuttosto impegnativa perché la zona è caratterizzata da forte corrente. Per questo motivo Angela, dopo il briefing di Beatrice, molto dettagliato ma spaventoso, decide di non scendere in acqua. Siamo solo in due con la guida: io e Irina, una signora russa piuttosto coriacea che non ha mai saltato un'immersione. Alle 6:15 ci tuffiamo nel blu in assetto negativo e nuotiamo verso la parte occidentale della thila per raggiungere il cappello della secca che è a circa 16 metri di profondità, cercando di non volare via verso est per non finire nel blu; poi scendiamo in profondità seguendo la parete piena di anfratti nei quali possiamo ripararci dalla corrente piuttosto forte. Scendiamo sul fondo intorno ai 35 metri aggrappandoci alla parete per non essere trascinati dalla corrente che è diventata molto forte. Lo scenario che si presenta ai nostri occhi è fantastico e c’è tanta vita. Incontriamo molte specie di pesci pelagici: piccoli squali pinna bianca, tonni, carangidi occhio grosso (Caranx sexfasciatus), squali grigi di barriera, murene giganti grigie, cernie rosse maculate e anche banchi di piccoli pesci di barriera. Terminiamo l’immersione lasciando la cigliata del cappello e sostiamo per un po’ nel blu in attesa di essere recuperati dal nostro dhoni. L’immersione è stata piuttosto impegnativa ed è durata appena mezz’ora perchè la forte corrente ci ha fatto consumare molto gas, ma è stata davvero bella e interessante. |
Ci spostiamo nell’atollo di Vaavu composto da due atolli geografici. L’atollo principale di Vaavu (o Felidhe Atoll) ospita le uniche 6 isole abitate (Felidhoo, Fulidhoo, Keyodhoo, Rakeedhoo e Thinadhoo). L’isola capoluogo Felidhoo dista meno di 80 km da Malé. Essendo l’atollo uno dei meno commercializzati delle Maldive, Vaavu offre immersioni davvero incredibili e un’autentica atmosfera maldiviana molto tranquilla. Nel pomeriggio, mentre gli altri fanno un’altra immersione, mi faccio accompagnare con il tender della "Princess Maani" assieme ad Angela su una lingua di sabbia bianca e deserta, poco distante da dove è ancorata la nostra barca. La spiaggia è piccolissima, non c’è vegetazione e sicuramente questa secca viene sommersa completamente quando c’è l’alta marea, ma è bellissima perché ci siamo solo noi. L’acqua color turchese è calda e cristallina, e passiamo quasi tutto il tempo in acqua, nonostante ci abbiano piantato un ombrellone sulla sabbia. Preferiamo cucinarci al sole e nuotare. Trascorriamo su questa isoletta un paio d’ore ed io mi sono sentito veramente come all’interno delle foto delle Maldive viste tante volte nelle brochure dei tour operator. Un vero paradiso! |
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La sera è prevista l’immersione notturna prima di cena. Alle 19:30 ci immergiamo nell’atollo di Vaavu a Malè Sud, davanti al pontile del resort dell’isola di Alimathà. Originariamente "alimathà" significava volto di donna, ma oggi l’isola, vista dall’alto, ha una forma che ricorda quella di un cuore, con una spiaggia di fine sabbia bianca e una bellissima vegetazione di alte palme ed è circondata da una splendida e coloratissima barriera corallina, abitata da centinaia di specie di pesci. La vera attrazione di questa isoletta sono i tanti squali nutrice che dopo il tramonto arrivano al pontile, in attesa dei pescatori che gettano in mare, per loro e per i turisti un pò del loro pescato.
Lo squalo nutrice (Ginglymostoma cirratum) ha un colore uniforme bruno o nocciola, ha due bargigli sensoriali nasali e un occhio molto piccolo. E’ tra gli squali più grandi, la sua lunghezza media è di 2,5 metri e può raggiungere i 4,5 metri. Passa la maggior parte del tempo dormendo disteso sulla sabbia o all’interno delle cavità o (da qui il nome di "squalo dormiente") e la notte esce fuori per cacciare da solo. E’ piuttosto inoffensivo per l’uomo, perché si nutre solo di crostacei, piccoli pesci, molluschi, calamari, razze, aragoste e talvolta ricci di mare e coralli molli, ma se è disturbato può mordere con forza, nonostante la dentatura sia piuttosto minuta. Abbiamo trascorso tutta l’immersione circondati da questi squali che nuotavano veloci in tutte le direzioni attratti dalla luce delle nostre torce. Si trattava di esemplari molto grossi e abbiamo visto anche un paio di squali grigi, alcune grosse aquile di mare dal ventre bianco, dei grossi carangidi, cernie e diversi lion fish attratti dalle nostre torce. E’ stata un’immersione molto emozionante, specialmente quando un grosso squalo nutrice che non avevo visto mi è venuto addosso spingendomi con forza da un lato... in fondo l'oceano è casa sua.
(foto subacquee cortesemente concesse da Andrea Bada) |
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Martedì 3 dicembre – La prima immersione del mattino è ancora a Malè Sud, nel nord-est dell’atollo di Vaavu, e precisamente nell’area marina protetta di Miyaru Kandu, dove è facile incontrare i grossi pesci pelagici,ma è un’immersione in un canale ("kandu") dove c’è una forte corrente e sia io che Angela decidiamo di non farla e preferiamo restare in barca a prendere il sole.
Terminata l’immersione navighiamo per qualche ora verso ovest e raggiungiamo l’atollo di Ari (chiamato "Alifu" in maldiviano) che è il terzo atollo più grande delle Maldive, lungo circa 96 chilometri e largo 30. L’atollo racchiude una grande laguna ovoidale al suo interno ed è suddiviso amministrativamente in Ari Nord e Ari Sud. Quello di Ari Sud da molti viene considerato l'atollo più bello dell'arcipelago maldiviano. Composto da oltre 80 isole, di cui una ventina sono destinate ai turisti, questo atollo offre una varietà di paesaggi e ambienti marini straordinari, un vero gioiello adatto sia per chi ama le immersioni sia per chi vuol godere del sole maldiviano in tutto relax. |
Arriviamo ad Ari Sud, ed io verso le 13:30 faccio la seconda immersione a "Kudarah Thila", mentre Angela resta ancora a bordo a riposare Questo è il sito d’immersione più famoso dell’atollo di Ari Sud, diventato parco marino già nel 1995. Si tratta di un meraviglioso piccolo reef con tanti coralli molli e un’abbondante vita di pesci che rendono questa immersione indimenticabile. C’è parecchia corrente, perciò ci si tuffa in assetto negativo e si arriva sul cappello a 15 metri di profondità, poi si scende lungo la parete del reef che scende a strapiombo con bellissime gorgonie ed è piena di spaccature piene di vita. Arriviamo sul fondo a 26 metri e restando aggrappati alla roccia corallina vediamo passare squali grigi e grossi carangidi. Facciamo un giro nuotando intorno alla thila e a un certo punto incontriamo una corrente favorevole che ci spinge nella direzione desiderata. Negli anfratti ci sono grandi rami di gorgonie a ventaglio e alcionari colorati che spuntano anche dai pianori ricoperti di sabbia e tutto intorno vediamo nuvole di pesci azzannatori gialli (Lutjanus apodus). Dopo una quarantina di minuti cominciamo ad alzarci e saliamo sopra il cappello della secca, dove ci sono tantissimi anemoni rosa e moltissimo pesce di barriera: pesci chirurgo, farfalla, bandiera, fucilieri, cardinali… un tripudio di colori in movimento. Semplicemente fantastico! |
Alle 17:30 facciamo il tuffo del pomeriggio a "Kahambu Thila", un piccolo pinnacolo pieno di cavità. Scendiamo lentamente lungo il fianco della thila e ci nuotiamo intorno in favore di corrente. Qui c’è molto poco colore rispetto alla fantastica immersione precedente e molto corallo è morto e spezzato. Nonostante la buona visibilità sembra tutto un po’ grigio e non è certo lo scenario che ci si aspetta nelle acque delle Maldive. C’è anche poco pesce di barriera in banchi e solo qualche esemplare isolato di pesce più grosso. Vediamo soltanto un paio di piccoli squali pinna bianca di barriera (Triaenodon obesus) e guardando nel blu, carangidi e cernie. L’incontro più interessante è quello con una murena grigia in tana con appoggiato sopra la testa un gamberetto pulitore striato (Stenopus hispidus) di colore bianco e rosso con lunghe antenne. Risaliti sul cappello vediamo un po’ più di vita e di colori: tanti pesci pagliaccio dentro anemoni (Heteractis magnifica) gialli, rosa e azzurri, delicati crinoidi a fronde di palma (Stephanometra sp.), crinoidi gialli (Comanthina nobilis) e qua e là le tridacna i grandi molluschi bivalve. L’immersione è durata un’ora, ma non è stata particolarmente entusiasmante. |
Mercoledì 4 dicembre – La prima immersione del mattino nell’atollo di Ari Sud è nel sito chiamato "Five Rocks", a volte chiamato anche "Reethi Thila" o "Beautiful Thila", che si trova nei pressi della grande isola di Dhangethi. Si tratta di cinque affioramenti rocciosi disposti più o meno in cerchio e caratterizzati da una serie di fessure, caverne e sporgenze e da diversi plateau di sabbia bianca. Iniziamo l'immersione alle 8:05 saltando dal dhoni in assetto positivo e raggiungiamo il fondo intorno a una trentina di metri, poi nuotiamo verso il gruppo di pinnacoli sommersi. La corrente è quasi nulla e la visibilità è buona, ma inizialmente appare tutto piuttosto grigio. Nuotando sul fianco di uno dei pinnacoli osserviamo la vita che c’è all’interno delle rientranze della roccia corallina. Qui dentro il colore non manca, perché è pieno di piccoli pesci di barriera: pesci farfalla, banchi di fucilieri e di azzannatori striati, pesci chirurgo, pesci soldato... Ci sono grandi rami di gorgonie rosa con attaccati tanti crinoidi bruni, coralli frusta, spugne, anemoni e alghe incrostanti. Vediamo anche folti raggruppamenti di corallo tubastrea (Tubastraea coccinea), un corallo dalla forma di cuscinetti emisferici, con i polipi con i tentacoli etesi alla ricerca del cibo in sospensione. Nel blu riusciamo a vedere dei piccoli squali pinna bianca di barriera, barracuda pinna gialla, carangidi e un bel pesce Napoleone. Terminato il giro del pinnacolo ritorniamo verso il dhoni nuotando in favore di corrente e usciamo dall’acqua dopo circa un’ora di immersione tranquilla. |
Saltata la seconda immersione della mattina a "Moofushi Corner", io e Angela preferiamo fare l’immersione delle 16:30 sul relitto del "Fesdu". Si tratta del relitto di un peschereccio costiero lungo una trentina di metri, affondato volontariamente negli anni ottanta, che giace in assetto di navigazione con la prua rivolta a nord, sul pendio sabbioso alla base di una piccola thila ricca di corallo duro e molle che dista circa 50 metri dal reef Viligilee Falhu (nella lingua Dhivehi "falhu" significa laguna circondata da reef, con una o più isole). Lo scafo del peschereccio ormai è stato colonizzato completamente dalla vita sottomarina, ed è completamente ricoperto da coralli duri, alcionari e corallo molle di tutti i colori. Il ponte del relitto è popolato da murene, pesci scorpione e banchi di glass fish, mentre la sala macchine, con il motore ben visibile dal portellone aperto, è diventata la tana di alcune grosse cernie. Il ponte di comando arriva fino a 24 metri, mentre l'elica si trova a 30 metri di profondità.
Iniziamo l’immersione dal vicino pinnacolo, che scende direttamente fino al relitto. Incontriamo una discreta corrente, ma questo non c’impedisce di guardare con calma tutto il piccolo relitto circondato da un fitto banco di pesci cardinale. A un certo punto si avvicina una grossa manta che viene a nuotare proprio sopra di noi. Terminato il nostro giro di esplorazione sopra al relitto ci dirigiamo verso la vicina secca salendo di quota e arriviamo sul cappello che è ricoperto di coralli molli e duri e di anemoni di tutti i tipi con all’interno i simpatici pesci pagliaccio anch’essi di varie livree. La corrente qui è abbastanza forte e rimaniamo per un po’ aggrappati alla roccia corallina per non essere portati via mentre facciamo la nostra sosta di sicurezza. Purtroppo l’immersione dura solo una quarantina di minuti perché Danila, che non ha molta esperienza, svuota molto in fretta la sua bombola e dobbiamo risalire. |
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La sera verso le 18:30 è prevista un’immersione notturna extra per vedere la mante che mangiano, ma io e Angela preferiamo rimanere a bordo e guardare lo spettacolo dalla plancia di poppa della barca. Attirate dalla luce di potenti fari puntati sull’acqua dalla barca, le grosse mante volteggiano fino in superficie a pochissima distanza da noi, con la grande bocca spalancata per raccogliere il cibo, e riesco facilmente a filmarle e fotografarle insieme a un paio di grossi squali nutrice che nuotano anche loro in superficie. La danza delle mante continua per un bel pezzo ed è uno spettacolo davvero emozionante da vedere anche rimanendo in barca.
Quello con le mante (Manta alfredi) è tra gli incontri più ricercati ed emozionanti che si possa fare alle Maldive, dove vive stabilmente una popolazione che si stima essere la più numerosa al mondo. Le mante ("En Madi" nella lingua maldiviana) sono parenti stretti di squali e razze e, come loro, hanno uno scheletro costituito interamente di cartilagine. Vivono prevalentemente vicino alla costa, dove possono trovare abbondanza di zooplancton. Infatti, malgrado le loro notevoli dimensioni, le mante si cibano principalmente di piccoli crostacei, che fanno confluire nella loro grande bocca con l’aiuto delle pinne cefaliche. Le mante non hanno l’aculeo velenoso alla fine della lunga coda e quindi sono assolutamente innocue. |
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Giovedì 5 dicembre – Dopo esserci spostati nella parte settentrionale dell’atollo di Alifu (Ari Nord), la prima immersione del mattino è nel sito chiamato "Fish Head" un’area marina protetta, il nome vero, le prime volte quasi impronunciabile, con il quale è conosciuto a livello mondiale è "Mushimasmigili Thila", ed è considerato uno dei migliori siti di immersione della zona e tra i più famosi di tutte le Maldive.
Beatrice fa un bel regalo a me e Angela e ci fa immergere da soli con lei, così facciamo un tuffo di un’oretta un po’ più profondo e con qualche minuto di decompressione. Il cuore di quest’area marina protetta è un imponente pinnacolo ornato di coralli neri, che ha il cappello a 10-14 metri e scende fino al fondale sabbioso sui 35-40 metri. Le sue pareti sono ricche di grotte e tettoie che ospitano una quantità indescrivibile di pesce. Scendiamo in acqua per raggiungere il bordo della cigliata e ci fermiamo sul fondo a osservare il passaggio degli squali grigi… davvero tanti. Dopo qualche minuto scendiamo sul plateau sabbioso e guardiamo il pesce che si trova all’interno delle cavità della parete rocciosa del reef. Ci sono dei lunghi anfratti orizzontali pieni di gorgonie a ventaglio e di alcionari e ricchi di vita: banchi di fucilieri, pesci balestra dai denti rossi, nuvole di piccoli aterinidi argentati (Atherina hepsetus), pesci azzannatori striati, pesci soldato, murene grigie. In una nicchia più profonda vediamo un grosso squalo nutrice che dorme adagiato sulla sabbia. Voltandoci a guardare nel blu vediamo ancora tanti squali e un grande banco di barracuda pinna gialla, poi carangidi, pesci ago e persino un tonno. Proseguiamo il nostro giro della secca nuotando in senso antiorario mantenendo la parete a sinistra portati dalla corrente che man mano diventa più forte, poi saliamo sopra al cappello per fare la nostra breve deco. Già per la quantità di pesce è stata una gran bella immersione, ma a renderla ancora più emozionante è l’incontro con una bella tartaruga verde intenta a mangiare la vegetazione sul cappello della secca. La tartaruga verde (Chelonia mydas) è la specie più comune nelle acque maldiviane. Caratterizzata da un carapace ovale e da una colorazione che varia dal verde oliva al marrone, questa tartaruga può raggiungere i 150 centimetri di lunghezza e pesare fino a 230 kg. La tartaruga verde è erbivora e si nutre principalmente di alghe e piante marine. Finiamo l’immersione nuotando nel blu oltre la cigliata per farci venire a prendere dal dhoni che vede spuntare dall’acqua il nostro pedagno e risaliamo in barca felici per questa immersione davvero bella. |
Aquila di mare maculata |
La seconda immersione del mattino è di nuovo a "Fish Head", ma Angela ed io, soddisfatti della bellissima immersione privata fatta al mattino presto, preferiamo rimanere in barca a rilassarci sul sundek in attesa della terza immersione della giornata. Dopo pranzo invece, insieme ad Andrea e Pamela, ci facciamo portare dal tender della "Princess Maani" su un’isoletta che al centro ha un po’ di vegetazione e qualche palma e dopo aver gironzolato per l’isola rimaniamo per un po’ sulla spiaggia a fare il bagno nell’acqua turchese. Questa piccola isoletta circondata dalla spiaggia di sabbia bianca è proprio come quelle viste tante volte nelle cartoline delle Maldive, un piccolo paradiso! |
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Alle 16:00 in punto siamo in acqua un’altra volta, nel sito chiamato "Maaya Thila", sempre nell’atollo di Alifu o Ari Nord, Riserva Marina protetta dal governo delle Maldive. Questa thila ha un diametro di un’ottantina di metri e se la corrente è favorevole può essere facilmente circumnavigata in una sola immersione. La corrente è leggera e quindi noi, superata la cigliata intorno ai 12 metri, scendiamo direttamente sul fondo a una trentina di metri e per circa 10 minuti nuotiamo intorno alla base della secca. Nel blu vediamo subito qualche piccolo squalo pinna nera (Carcharhinus melanopterus) e una grande aquila di mare maculata (Aetobatus narinari) con il caratteristico ventre bianco. L’acqua non è molto limpida e c’è poca luce, perciò la visibilità non è eccezionale. Vediamo altri piccoli squali, alcune murene in tana, e tanto coloratissimo pesce di barriera. Nuotiamo per un lungo tratto intorno alla thila, tenendo la parete sulla destra e osserviamo la vita che si nasconde sotto i tetti e le rientranze della parete. Non vediamo pesci particolarmente interessanti e dopo circa mezz’ora ci alziamo di quota e saliamo intorno ai 6 metri sopra il cappello della secca che è tutto ricoperto di coralli duri, acropore e coralli tavola. Purtroppo c’è molto corallo morto e spezzato, ed è un peccato perché un tempo questo era considerato uno dei più bei siti d’immersione delle Maldive. La cosa più bella sul cappello della secca è un vero e proprio giardino di coloratissimi anemoni di mare, che all’interno hanno i soliti pesci pagliaccio. Vediamo anche un pesce pietra con sopra un gamberetto e poco distante altri due pesci pietra perfettamente mimetizzati. Terminiamo l’immersione dopo trequarti d’ora, allontanandoci dal reef per farci venire a prendere dal nostro dhoni. |
Venerdì 6 dicembre – Ultimo giorno di immersioni. La prima sarà ancora nell’atollo di Ari Nord, poi navigheremo verso èst e torneremo nell’atollo di Malè Nord dal quale siamo partiti all’inizio della settimana. Raggiungiamo l’isoletta di Bathala, sulla quale c’è un resort su palafitte e ancoriamo vicino a Maya Finolu, una lingua di sabbia bianchissima. L’immersione del mattino è nel sito chiamato "Bathala Thila", una piccola thila di forma allungata appena a est dell'isoletta. Alle 7:30 ci tuffiamo in acqua e scendiamo subito sul fondo per osservare gli squali pinna bianca che popolano questa secca. Facciamo un giro della secca nuotando con la parete a sinistra. La corrente è scarsa e l’immersione è molto rilassante e ci permette di osservare con calma la grande quantità di pesce che popola queste acque. Vediamo grosse murene grigie, pesci bandiera, pesci farfalla, pesci angelo reale, lion fish, grugnitori, pesci scoiattolo, cernie rosse maculate, pesci foglia, pesci balestra, pesci soldato, pesci azzannatori, pesci pappagallo, pesci chirurgo blu, pesci imperatore dorati, pesci pipistrello, pesci fucilieri, castagnole dagli occhi gialli, pesci cardinale carangidi dall’occhio grosso… insomma qui c'è tutto il campionario completo della fauna marina del reef! Verso la fine dell’immersione saliamo sul cappello della secca che è a circa 10 metri ed è ricoperto di corallo molle e di alcuni coralli tavola. Ci sono anche dei begli anemoni bruni (Aiptasia mutabilis), blu (Stihodcactyla haddoni) e rosa (Heteractis magnifica) pieni di pesci pagliaccio che vivono in simbiosi. Ho visto anche i rossi anemoni a bolle (Entacmaea quadricolor), e una varietà di nudibranchi, tra i quali ho riconosciuto qualche esemplare di fillidia (Phyllidia varicosa colestis) lungo diversi centimetri. Insomma, un’immersione di un’ora, molto bella e colorata che mi farà ricordare l’oceano maldiviano quando tornerò a casa. |
Terminata l’immersione del primo mattino, navighiamo verso Malè Nord e ci ancoriamo fuori del porto dove trascorreremo l’ultima notte di crociera alla fonda. Alle ore 13 saltiamo in acqua per l’ultimo tuffo della settimana. Siamo di nuovo a "Hulumale Wall", il sito dove abbiamo fatto la check dive domenica scorsa, e io mi aspetto di vedere nuovamente gli squali come il primo giorno. Infatti è proprio così, ma questa volta sono tantissimi, di tutte le specie e anche piuttosto nervosi. Sott’acqua c’è un gran movimento di subacquei e tantissime grosse aquile di mare maculate che ci nuotano sopra la testa sfiorandoci e addirittura urtandoci. Forse gli squali sono infastiditi da tanto movimento, fattostà che nuotano veloci in tutte le direzioni. L’acqua, a causa del gran movimento e del fondale sabbioso, non è molto limpida ma questo non c’impedisce di vedere i tanti squali pinna bianca, e squali grigi e di riconoscere anche un grosso squalo toro (Carcharias taurus), uno squalo martello, uno squalo limone (Negaprion brevirostris), un inconfondibile squalo tigre (Galeocerdo cuvier) e un paio di squali chitarra posati sul fondo… Praticamente ho visto tutte le specie presenti in questo oceano, e tutto ciò a poca distanza dal porto in un sito sul quale nessuno scommetterebbe un centesimo! |
Squali pinna bianca, manta gigante, aquile di mare |
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Tramonto maldiviano |
L'isola di Hulhumale al tramonto |
La crociera è terminata. Sabato mattina comincerà il lungo viaggio di ritorno in Italia, diretti a Milano facendo scalo a Doha nel Qatar. Lasceremo questo paradiso con ancora negli occhi l’acqua turchese, le spiagge bianche, gli squali e le mante, e torneremo nel grigiore del nostro inverno appena incominciato, ma i ricordi di questa bella avventura ci resteranno per sempre, assieme all’infinità di fotografie che abbiamo scattato.
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Il numerosissimo equipaggio della barca e del dhoni e a destra Martina la cruise manager |
Sabato mattina si caricano i nostri bagagli sul tender per andare all'aeroporto |
Arriviamo a Milano Malpensa la sera verso le 21 ora italiana. Abbiamo un’ora di ritardo, perché a guerra israelo-palestinese ci ha costretti ad allungare la nostra rotta per non passare sopra i paesi belligeranti (l’idea di essere colpiti da un missile non è simpatica…). Un’altra ora la perdiamo al desk del ritiro bagagli per denunciare alla compagnia aerea la rottura della mia valigia (che in seguito mi verrà prontamente sostituita con una nuova). Poi finalmente ci mettiamo in viaggio verso casa. Purtroppo sull’autostrada della Cisa incappiamo in una bella nevicata, così il nostro viaggio si allunga ulteriormente, e finalmente verso le due di notte arriviamo a casa. Attacchiamo il riscaldamento al massimo e filiamo a letto sotto al piumino senza nemmeno cenare. La nostra bella avventura è terminata, non ci resta che ricordarla. |
L'imbarco in aereo e poi in volo verso l'Italia
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Andrea e Angela in pieno relax.... |
L'itinerario della crociera negli atolli centrali e le nostre immersioni |
Alcuni degli intensi programmi della giornata |
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