IL
Relitto della M/N “Nicole”
Numana (AN)
La storia della
nave
A circa due miglia
al largo del porto di Numana, che si trova poco più a sud di Ancona,
dopo appena dieci minuti di navigazione in
direzione nord-est, si raggiunge il relitto della
motonave "Nicole", affondata durante una forte mareggiata nella notte tra il 26 e il
27 gennaio del 2003 mentre era diretta a Porto Levante nel delta del Po.
L’immersione su questo
relitto nonostante la modesta profondità è uno dei tuffi più interessanti che si possano fare nel medio Adriatico, infatti la nave,
che è appoggiata su un fondale di appena 13-14 metri ed è in
perfetto assetto di navigazione, è diventata una specie di reef
naturale, l'unico che si trovi nel raggio di diverse miglia quadrate di
fondale sabbioso ed è una importante zona di ripopolamento ittico.
Se si ormeggia la barca sulla prua o
sulla poppa della nave (indicate da alcune boe che sono state opportunamente ancorate
dai numerosi diving locali), si può
visitare il relitto esternamente e completamente in una sola immersione;
ma per esplorare con attenzione le parti penetrabili della nave, che
sono le più suggestive, è necessario
pianificare una
seconda immersione.
La m/n "Nicole" lunga 118 metri e larga 13, stazzava circa 2.800 tonnellate
ed era un cargo battente bandiera del Belize originariamente adibito
alla navigazione fluviale e lacustre, perciò la nave aveva un modesto
pescaggio, il fondo praticamente piatto e le sponde molto basse.
Probabilmente fu proprio la conformazione della nave, poco adatta a
resistere alle onde del mare, a causare il suo affondamento durante la
forte mareggiata.
Le parti
più interessanti da visitare in ciò che rimane della nave sono il castello di prua
(dove c'erano le officine e i magazzini delle attrezzature),
al di sopra del quale sono ben visibili i grandi verricelli salpa ancore
con le catene ancora avvolte che precipitano nel pozzo dell'ancora. Ancora più
interessante è il castello di poppa, con gli alloggi
dell'equipaggio, i bagni e la cucina, mentre sotto la poppa sono ben
visibili le due eliche intubate. La parte
della sala macchine, nella quale sono alloggiati i due grossi motori
diesel a 6 cilindri, è piena di sabbia e purtroppo non è accessibile ai sub.
Le quattro stive,
delle quali una è completamente chiusa, sono ancora piene del materiale che la nave
trasportava durante il suo ultimo viaggio: circa 3.000 tonnellate di
feldspato, un minerale utilizzato per la produzione del vetro, che
fortunatamente è assolutamente inerte e quindi non è pericoloso per
l'ambiente. In due delle stive la lamiera che le chiudeva oramai è
implosa, ricadendo all’interno e creando delle specie di grotte che
offrono un sicuro rifugio a quelle specie di pesci che prediligono le
tane (gronghi e corvine), ma vi si possono scovare anche dei grossi
astici. Per visitare le stive della nave, dove si nasconde parecchio
pesce, bisogna avere una torcia
potente e occorre muoversi con estrema cautela perché il carico di feldspato e
la sabbia del fondale penetrata all'interno riducono fortemente la visibilità al minimo brusco
movimento di pinne.
Solitamente
la visibilità è molto più buona a poppa della nave, specialmente nei
locali sottostanti il ponte di comando (che purtroppo ormai è stato
spazzato via dalle forti mareggiate invernali), nei quali è facile
penetrare dai vari portelloni e boccaporti che si affacciano sul mare o
"scendendo" dalle numerose scalette. |
Foto sotto: Le sovrastrutture poppiere della
m/n "Nicole" nei giorni immediatamente successivi all'affondamento,
quando con delle panne galleggianti si cercava di contenere lo
sversamento della nafta dei suoi serbatoi.
Il profilo
della nave
posata in assetto di navigazione su un fondale di 14
metri.
Questi
locali sono molto
suggestivi da visitare, specialmente nelle giornate di sole, quando attraverso le varie
aperture e i molti oblò che hanno ancora il vetro intatto filtrano i
raggi del sole che creano bei giochi di luce. All'interno dei locali,
oltre a nuvole di pesce azzurro, vi sono banchi di grossi cefali che
nuotano tranquilli, per nulla intimoriti dalla presenza dei
sub che frequentano il relitto.
Oggi
il relitto della "Nicole", a
causa delle forti mareggiate invernali, si è parzialmente insabbiato
cedendo sotto il peso del suo carico e si è spezzato in
due tronconi distanti una ventina di metri tra loro. In pochissimo tempo
il relitto della nave è stato
completamente colonizzato da cozze, ascidie, ostriche e spugne
incrostanti di ogni
genere. Di solito il relitto è completamente avvolto da nuvole di pesce azzurro. Nuotando sopra
la "Nicole" si è circondati di
acciughe, boghe, saraghi e mormore, mentre all'interno delle
cabine di poppa vivono grossi banchi di cefali e non è raro
incontrare qualche grossa spigola.
Ma la
particolarità di questa nave (un vero e proprio reef artificiale,
l'unico
in un fondale sabbioso che si estende per centinaia di
miglia quadrate) è di essere diventato l'habitat ideale per
una infinità di coloratissimi nudibranchi appartenenti a diverse
specie, anche piuttosto rare, che, specialmente nei mesi
primaverili, colonizzano i resti della nave. L'occhio del
subacqueo attento e allenato a cogliere i piccoli particolari
qui può scoprire moltissime varietà di questi piccoli e
affascinanti esseri
colorati.
Tutta questa
microfauna rende quest'immersione molto
particolare e interessante per
gli appassionati di macrofotografia subacquea, nonostante si
svolga a pochi metri di profondità contornati da sterminate distese di
sabbia e di fango. |
Il relitto della "Nicole"
come si presentava nel 2008, prima che il ponte di comando
crollasse. |
Una bitta colonizzata dalle cozze. |
Alcune delle mie immersioni sulla "Nicole"
Sulla "Nicole" ho effettuato decine
e decine di
immersioni, sia di giorno che di notte, ogni volta diverse e con
qualcosa di particolare da ricordare.
Nel tempo il
mare ha cambiato la fisionomia della nave e ogni volta che mi ci immergo
scopro nuovi particolari che mi erano sfuggiti in precedenza, oppure mi
accorgo che qualcosa... non c'è più. Nel mio log book restano le
testimonianze di ciò che ho visto e che a poco a poco il mare si è
portato via.
Ed ecco qui
i brevi racconti di alcuni dei miei tanti tuffi fatti sulla "nave dei nudibranchi".
IMMERSIONE SULLA “NICOLE”
(1/10/2006
prof. 13,8 m. run time 52 min. temp. 20 °C)
A
volte, anche in pochi
metri d'acqua e con scarsissima visibilità si può fare una bellissima
immersione... io l'ho fatta nel pomeriggio del 1° ottobre: 52
minuti d'immersione, nuotando lungo tutto il relitto della motonave "Nicole".
La nave, affondata nel 2003 a
circa 2 miglia a nord-est del porto di Numana, lungo la Riviera del Conero,
oggi è spezzata in due tronconi che distano appena pochi metri l'uno
dall'altro, ma questo non mi ha impedito di esplorare tutta la nave
durante una sola immersione.
Ci siamo immersi
in tre, scendendo
direttamente sopra la poppa della nave che si trova ad appena 5 metri di
profondità. All'inizio dell'immersione la visibilità era
pessima: non più di mezzo metro! Questo ha costretto me, Angela e il
nostro compagno d'immersione Marco a rimanere sempre a stretto contatto di pinne...
Dapprima siamo scesi sotto alla poppa, ma le eliche
intubate, che si trovano a
circa 14 metri di profondità, oramai sono quasi completamente insabbiate,
perciò siamo risaliti e abbiamo iniziato a nuotare verso prua tenendoci
appena al di sopra della coperta. Le sovrastrutture della nave ormai
stanno rapidamente collassando e, in appena tre anni dal suo naufragio, si
sono verificati parecchi crolli.
Tutta la nave è ricoperta di cozze
(che sono molto abbondanti da queste parti) e di ostriche e ci sono parecchi
spirografi. Essendo l'unico reef artificiale su di un fondale basso e
sabbioso, il relitto è diventato il rifugio di parecchio pesce. Qui si
vedono spesso grossi gronghi e moltissimi saraghi, cefali, occhiate,
salpe e vario pesce azzurro. Negli anfratti hanno trovato rifugio anche
delle piccole aragoste. Insomma, uno scenario bellissimo e pieno di
vita, come proprio non ci si aspetterebbe in mezzo all'Adriatico.
Dopo aver
nuotato lungo tutta la coperta, abbiamo raggiunto la parte prodiera
della nave e siamo entrati nel castello di prua,
situato davanti alla prima delle quattro stive. All'interno del cassero
di prua, dove ci sono le officine, ho visto un estintore, ancora
attaccato sulla paratia, un'ascia e una manichetta antincendio, molte
cime arrotolate e ancora tanto altro materiale. Era come se il tempo si
fosse fermato nell'istante in cui la nave era affondata. Purtroppo tutto
questo materiale, testimonianza della "vita" della nave, con il tempo
andrà perduto o sarà "prelevato" dai cacciatori di souvenir e non
resteranno altro che le lamiere arrugginite.
Terminata
l'esplorazione della parte prodiera superiore, dove ci sono i grossi
argani salpa ancore,
siamo tornati verso poppa nuotando poco al di
sopra della coperta, rimanendo tra gli 8 e i 10 metri di profondità. Al
ritorno la visibilità è migliorata parecchio, infatti... si vedeva
persino ad un metro e mezzo di distanza!
Arrivati al
castello di poppa, siamo entrati nella cabina del secondo ponte, dove
c'è l'alloggio dell'equipaggio, con le cuccette disposte a paratia e gli
armadi. Poi abbiamo fatto un lungo giro nel quadrato (e lì ho scoperto
persino... un televisore!!) e infine siamo risaliti da un boccaporto
fino a su nella plancia di comando (dove, ovviamente, la bussola e il
timone sono "spariti" da un bel pezzo). All'interno della plancia,
circondata da molti oblò ancora intatti, la visibilità è diventata
accettabile circa quattro metri... davvero niente male!! Un grosso
cefalo impaurito dalla nostra presenza ha cercato di scappare da un
oblò, ma... ha picchiato contro il vetro.
Insomma,
un'immersione davvero molto bella, perciò ho deciso di ritornare qui più
spesso, prima che la nave collassi completamente e non sia più
visitabile.
|
Qui sono appoggiato
accanto ad
una delle bitte di prora della nave.
Quello che resta del relitto
nel 2010... |
UN TUFFO AUTUNNALE SULLA
“NICOLE” (12/10/2008
prof. 14,5 m. run time 50 min. temp. 17 °C)
Ormai i tuffi autunnali sul relitto della m/n/
"Nicole" sono diventati una piacevole abitudine, un appuntamento
ricorrente con gli
amici del mio Circolo Sub, che aspettano la fine dell'estate per potersi
finalmente immergere in tranquillità sul relitto, senza il pericolo costante delle
barche che sfrecciano a poca distanza sopra la testa dei subacquei in
immersione, incuranti delle boe segna sub. Man
mano che avanza la stagione l'acqua, ancora tiepida, diventa sempre più
limpida e questo permette di godere in pieno delle bellezze di questo
grande relitto affondato ad appena 2 miglia al largo del porticciolo di Numana,
a sud di Ancona
Questo stupendo mese di ottobre, che arriva dopo
un'estate che sembra non voler mai finire, oggi mi ha regalato un’altra
bellissima giornata quasi estiva, con una temperatura che intorno a
mezzogiorno ha raggiunto i 25 °C. Il vento da NE che ieri aveva alzato
il mare, facendoci temere che oggi non ci saremmo potuti immergere, è
cessato completamente durante la notte e questa mattina alle nove il mare
davanti a Numana era liscio come l’olio.
Con un gruppo di una decina di sub ci siamo
imbarcati su due motoscafi e verso le undici del mattino abbiamo fatto un
bellissimo tuffo sul relitto della m/n "Nicole".
La visibilità, tenuto conto del fondale sabbioso,
era discreta (intorno ai 3 metri...!!), ma per non darci fastidio a
vicenda abbiamo ugualmente formato quattro gruppetti di sub e ci siamo divisi facendo degli itinerari diversi,
nuotando chi
su un lato e chi sull’altro della nave, in modo da non intorbidire
l'acqua. Questo ci ha permesso di fare tranquillamente il percorso di andata e ritorno
lungo tutta la nave, nuotando sopra alla coperta e infilandoci dentro alle sue stive
e, soprattutto, abbiamo potuto fare una lunga e completa penetrazione
nelle cabine di poppa della nave.
Ho notato che le gorgonie rosse "impiantate" sul
relitto qualche mese fa da un diving locale hanno ormai perfettamente
attecchito e crescono a vista d’occhio: da luglio sono raddoppiate di
dimensioni e questo lascia ben sperare. Abbiamo visto come al solito parecchio pesce azzurro, che ci
ha accompagnato durante tutta l’immersione, ma abbiamo incontrato anche
un bel pesce balestra, oltre a dei grossi scorfani, triglie e tanti bei
cefali, che ormai vivono nelle stive e nelle cabine della nave. Ho trascorso
50
minuti di puro divertimento, nuotando tranquillo con la mia buddy alla
profondità massima di 14,5 metri in un'acqua piacevolmente tiepida (17°C) e con
una leggera corrente contraria poco fastidiosa.
A fine immersione, mentre tutti gli altri compresa
la mia compagna erano già risaliti sulle due barche, ho fatto un altro
giretto sul relitto da solo e finalmente sono entrato nelle cabine del
cassero di prua nelle quali era parecchio che non riuscivo ad entrare a
causa della scarsissima visibilità. Oggi l’acqua all’interno era molto
pulita e io essendo solo non ho sollevato neanche un pelo di
sospensione, così ho potuto fare un percorso completo di andata e
ritorno, infilandomi in degli stretti passaggi e rimanendo all’interno
delle cabine fino quasi a svuotare completamente il mio 10 litri. Veramente un tuffo
molto bello!! |
DUE AMICI
SULLA “NICOLE” (12/8/2010 prof. 13,7 m.
run time 58 min. temp. 25 °C)
Il relitto della m/n/ "Nicole" è
diventato l’unico punto d’immersione in cui mi tuffi volentieri nelle
acque “domestiche”, cioè quelle sotto casa mia.
Una sosta forzata che mi ha
costretto a rimanere qui a casa per tutta l’estate ha fatto sì che
quest’anno i tuffi sulla “Nicole” siano diventati una prassi quasi
settimanale, in attesa di potermi finalmente immergere in acque più
profonde.
Approfittando della presenza di un
mio vecchio “amico di forum” vicino ad Alba Adriatica, distante pochi
chilometri da casa mia, dove si trovava in vacanza con la famiglia, ho
organizzato l’ennesimo tuffo sul relitto, ma questa volta con un team
d’eccezione: Fabio (il mio amico, esperto subacqueo GUE), la mia buddy
abituale (mia moglie Angela, espertissima DM) e mia figlia Chiara (il
mio “pesciolino” che oramai è diventato grande).
Alle 7.15 io e Fabio ci troviamo al
diving del mio circolo subacqueo che ha sede a Porto Recanati, con buon
anticipo sull’orario previsto. Ci scambiamo abbracci e cominciamo ad
aggiornarci su ciò che ci è accaduto negli ultimi anni. La distanza che
ci separa e i casi della vita hanno fatto sì che non ci si vedesse da
diversi anni, inoltre Fabio ha praticamente abbandonato la subacquea,
dedicandosi alla… mountain bike a livello agonistico! Ma il mare e le
immersioni sono un collante eccezionale e poco dopo io e Fabio siamo
nuovamente in sintonia come se non ci vedessimo da pochi giorni.
Verso le sette e mezzo arriva la
mia family e gli altri sub che ci accompagneranno nell’immersione. Con
il furgone del diving carico di bombole e attrezzature raggiungiamo il
porticciolo di Numana dove ci aspetta il nostro gommone e altri sub
arrivati sul posto con i loro mezzi e poco dopo le otto del mattino
molliamo gli ormeggi.
In pochi minuti di navigazione su
un mare liscio come l’olio il grosso gommone del mio circolo subacqueo
raggiunge il punto d’immersione segnato da diverse boe ancorate sulla
prua e sulla poppa del relitto.
E’ una bellissima giornata di sole,
il mare è calmissimo e sembra la superficie di un lago. L’acqua è
particolarmente limpida, infatti dalla superficie si distingue benissimo
la coperta di poppa della nave, sei metri sotto di noi… una cosa
piuttosto rara.
Faccio un rapido briefing per Fabio
che non conosce la “Nicole”, poi ci vestiamo rapidamente per lasciare
spazio in barca agli altri otto subacquei che scenderanno poco dopo di
noi. Un rapido controllo all’attrezzatura e alle 8.35 saltiamo in acqua.
Scendiamo lungo la cima della
nostra boa che è assicurata a una grossa bitta sulla poppa della nave e
siamo pronti per la nostra esplorazione. La visibilità a 6 metri di
profondità è molto buona, perciò decido di scendere subito nel punto più
“profondo” sotto la poppa, per mostrare a Fabio le due eliche intubate,
sperando di incontrare le spigole che a volte stazionano in questa zona,
ma una volta scesi a 8 metri la visibilità peggiora parecchio, sino a
diventare… quasi nulla sul fondo. Peccato! Fabio mi sta incollato vicino
per non perdere la direzione. Angela e Chiara so che mi seguono un paio
di metri più indietro, ma vedo solo il puntino luminoso della loro
torcia. Non c’è problema: Angela conosce il relitto quasi quanto me e
“pesciolino” è nel suo ambiente naturale. Risaliamo un po’ più su ed
entriamo nei locali di poppa della nave passando attraverso una vasta
apertura che si apre sulla fiancata. All’interno la visibilità è
discreta e muovendoci con molta attenzione riusciamo a non sollevare
eccessivo sedimento.
Dopo aver fatto un giro completo
all’interno dei locali di poppa usciamo da un portellone che dà sul
davanti e nuotando sopra una delle scalette scendiamo sulla coperta. Mi
sposto sulla falchetta di dritta e comincio a nuotare verso prua
sospinto da una leggera corrente che mi imprime una discreta velocità.
Percorriamo nuotando una sessantina di metri e arriviamo al punto in cui
la nave si è spezzata. La visibilità in questa zona è davvero pessima:
non si vede oltre un metro. La sabbia in sospensione si confonde con la
sabbia del fondo e tutto assume una colorazione giallo-verdastra. So che
qualche metro più avanti c’è il troncone di prua della nave, ma in
queste condizioni è inutile insistere. Faccio segno ai miei compagni di
tornare indietro e mi dirigo nuovamente verso poppa, questa volta
nuotando sopra le stive. Diamo un’occhiata all’interno, ma le nostre
potenti torce non riescono penetrare la cortina di “nebbia” che avvolge
tutto.
Decido di ritornare nei locali di
poppa: l’unica parte della nave in cui la visibilità è discreta e si può
vedere qualcosa di interessante. Dopo una ventina di minuti d’immersione
siamo di nuovo a poppa e qui iniziamo una serie di penetrazioni che
sembrano non aver mai fine. Fabio è felice come un bambino. Andiamo
dentro e fuori da ogni locale per oltre mezz’ora ed è incredibile la
soddisfazione che si riesce a provare nuotando ad appena 8 metri di
profondità in uno spazio di pochi metri quadrati, contornati da grossi
cefali e da nuvole di pesce azzurro. Ogni tanto perdiamo il contatto con
la coppia Angela-Chiara, ma poco dopo ci ritroviamo tutti affacciati in
qualche buco, in un continuo dentro e fuori che ci diverte parecchio.
Dopo quasi un’ora d’immersione
faccio segno ai miei compagni di gioco che è arrivato il momento di
risalire, più che altro per non fare aspettare troppo l’altro gruppo di
sub che sicuramente sarà già fuori dall’acqua e per permettere al gruppo
che aspetta al porto alle dieci di fare puntualmente la sua immersione.
Facciamo un’ultima discesa
all’interno del ponte passando da una scaletta che arriva sulla coperta,
poi usciamo da un portellone laterale della nave e ci raduniamo intorno
alla bitta alla quale è attaccata la nostra boa. Guardando verso la
superficie si vede benissimo la chiglia del nostro gommone. L’acqua è
davvero limpida negli ultimi metri… peccato che sotto non si vedesse
quasi nulla!
Dopo una lenta risalita riemergiamo
soddisfatti e vediamo che gli altri sub sono già tutti a bordo. Non
importa. L’incontro tra due vecchi amici vale bene qualche piccola
trasgressione. Chiedo a Fabio se gli è piaciuto il tuffo, e lui, che ha
fatto ben altri tipi di immersioni, mi risponde soddisfatto che è stato
bellissimo. Questo, assieme a quello che poco dopo ha scritto nel mio
log book è il più bel ringraziamento che io possa avere avuto. Grazie a
te amico mio!
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Questo è il racconto del tuffo
sulla "Nicole" scritto dal mio amico Fabio,
pubblicato il 18 Agosto
2010 sul suo blog: fabione.it
Non
solo bici nelle Marche
Durante la mia vacanza ad Altidona ne ho approfittato per andare
incontrare una vecchia conoscenza subacquea, da anni compagno di
bisbocce sul forum Scuba&Friends: il mitico Marcello Polacchini.
Grande personaggio, uomo di mare col quale non ti stanchi mai di parlare
perché ne ha tante da raccontare... ma talmente tante che le ha raccolte
pure nel suo libro "Da solo nel relitto".
Negli anni siamo stati protagonisti di accese discussioni sul modo di
andare in acqua ma con grande rispetto e stima reciproca.
In tutto questo tempo dalla nostra ultima immersione nulla è cambiato:
Marcello rimane delle sue idee ed io delle mie, ma questo non ci ha
permesso di fare assieme una fantastica immersione!
Teatro dell'incontro il diving Blue & Deep di Porto Recanati ,una
struttura piccola che conserva le caratteristiche che più a me
piacciono: una forte stretta di mano, un bel sorriso e si è subito
amici... mentre in altri diving se un pezzo di carne da buttare in acqua
per 40' quando va bene al costo di un euro al minuto....
Mi sono presentato con la borsa della COOP con dentro la mia
attrezzatura... e mi facevo ridere da solo ma il posto in auto era poco
ed il tuffo comunque a profondità modestissima (max 13 mt.) quindi poca
attrezzatura e tuffo tranquillo!!
Dell'immersione ha scritto tutto Marcello in un fantastico racconto che
inizia così: “Approfittando della presenza di un mio vecchio “amico
di forum” vicino ad Alba Adriatica, distante pochi chilometri da casa
mia, dove si trovava in vacanza con la famiglia, ho organizzato
l’ennesimo tuffo sul relitto, ma questa volta con un team d’eccezione:
Fabio (il mio amico, esperto subacqueo GUE), la mia buddy abituale (mia
moglie Angela, espertissima DM) e mia figlia Chiara (il mio “pesciolino” che
oramai è diventato grande)...”
Un grande GRAZIE a Marcello per la bella esperienza sulla “Nicole”, per
il libro in regalo e per la preziosa dedica che mi ha scritto. |
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