2/6/2003 prof. 63.8 m. tempo 44 min. temp. 13 °C
Punta
Solchiaro è la prima punta che s’incontra navigando oltre Punta Pizzaco
in direzione ovest ed è chiamata così perché è il primo lembo dell’isola
di Procida che riceve la luce dell’alba. La punta è una penisoletta
ricca di verde che si
trova all’estremità sud-est dell’isola di Procida, dove il fondale
roccioso digrada rapidamente con una franata di
grandi rocce, ricoperte di spugne e di madrepore. Assieme a Punta
Pizzaco è il sito d’immersione più interessante di Procida ed è
anch’essa in tufo, ma è caratterizzata da un andamento dolcemente
degradante verso il largo, con ampi gradoni rocciosi, a volte interrotti
da grandi, isolati scogli. Qui abbondano folte colonie di gorgonie
bianche (Eunicella singularis) e di gorgonie gialle (Eunicella
cavolini), oltre ad isolate grosse colonie di spugne a corna di
cervo (Axinella cannabina) di color arancione.
Il punto d’immersione più
interessante della punta ha come riferimento un antico muretto
semidiroccato fatto in mattoni di tufo che si trova in alto ed è
facilmente avvistabile dal mare. In questo puntoci si può
immergere seguendo la scarpata e nuotando direttamente verso il
largo dove, a circa 50 metri di profondità, s’incontra una delle
più spettacolari cigliate del Mediterraneo. Il fondo, che fino a
quel punto declina dolcemente, all’improvviso assume un taglio
netto, sprofondando nel blu, fino a 75 metri e oltre. La parete
che si apre davanti, sulla quale si trovano vecchie reti tutte
incrostate da alghe calcaree, non ha un andamento verticale, ma
presenta numerose rientranze, tetti di roccia e camini, sotto i
quali abbonda il corallo rosso, fittissimo e a volte anche di
discreta grandezza.
Anche a quote inferiori
l’immersione è comunque interessante soprattutto di notte,
quando è facile incontrare grossi polpi, pesce bianco e di tana
e l’alicia (Alicia mirabilis), quasi invisibile di
giorno, ma che di notte dispiega la sua corolla di lunghi
tentacoli bianchi. Qui a volte sono presenti correnti di
discreta intensità, soprattutto vicino alla superficie e con
mare mosso risulta difficoltosa la decompressione appoggiati
alla parete, dato che la conformazione del fondale vicino alla
riva facilita il frangersi dei cavalloni, per cui è opportuno
effettuarla discosti dalla riva magari sotto la barca.
L’immersione a Punta Solchiaro è
sconsigliata in caso di forte Scirocco o di Libeccio, perché il
sito è fortemente esposto ai venti da sud. Inoltre, bisogna fare
molta attenzione all’intenso traffico di barche che soprattutto
nel periodo estivo transitano a poca distanza dalla costa;
perciò è sempre meglio riemergere rimanendo rasenti alla
scogliera oppure direttamente sotto la barca appoggio.
Gettata l’ancora della
nostra barca su un fondale di 11 metri, scendo lentamente tra i grossi massi chiazzati di
spugne di vari colori, nuotando in mezzo a branchi di salpe, curiose e
per nulla intimidite dalla mia presenza. Continuando a scendere oltre
alla franata arrivo ad un vero e proprio scalino della roccia, che si
trova sulla batimetrica dei 50 metri e mi affaccio incuriosito da questa
sorta di balcone... Sotto al salto della roccia si apre un precipizio di
cui non si vede il fondo! Là sotto c'è una parete che
arriva fino a quasi un centinaio di metri di profondità , ma non mi va di…
precipitare. In ogni caso il blu cobalto dell’acqua
diventa rapidamente nero profondo e fa venire un senso di vertigine...
La curiosità è tanta e decido comunque di scendere per una decina di
metri oltre il precipizio e, subito sotto allo scalino, trovo il motivo
per cui vale davvero la pena di fare questa immersione: rami di corallo
rosso non molto grandi, ma bellissimi, si affacciano da tutte le nicchie
della parete e fanno venire voglia di toccarli.
Resto letteralmente
senza fiato nell’ammirare questo spettacolo e prendo rapidamente 10
minuti di deco, ma ne vale assolutamente la pena! Sento piuttosto freddo
con la mia muta da 5 mm. e non capisco se è la sensazione dovuta al baratro che
si apre sotto di me, oppure se fa freddo davvero. Un’occhiata al
computer mi conferma che fa piuttosto fresco: ci sono solo 13 gradi, ma del resto sono
arrivato a
quasi 64
metri di profondità! Guardo il mio manometro e mi accorgo che l'aria se ne
sta andando in un soffio.
E' molto meglio risalire a quote più
tranquille. Perciò inizio a risalire e raggiungo rapidamente il bordo del
"balcone" che si affaccia sul precipizio, mentre ho ancora negli occhi lo spettacolo di quel
bellissimo corallo rosso vivo con
tutti i piccoli polipi bianchi aperti.
Risalgo molto lentamente verso la superficie e mi
fermo a fare la mia sosta di decompressione seduto su un fondale
ricoperto da un tappeto di morbide alghe a circa 3 metri di profondità.
Ho la bombola praticamente scarica e sono parecchio positivo, perciò
afferro un masso di una decina di chili e me lo tengo in braccio, in
modo da rimanere giù senza alcuna fatica. Mentre concludo la mia
decompressione, qualcuno mi scatta una foto in questa buffa posizione...
sono davvero carino!! |
Procida vista...
dall'acqua.
In decompressione
a Solchiaro...
...opportunamente
zavorrato!
Sotto: alcune
vedute di Punta Solchiaro |