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L'estremità di Punta Pizzaco

A destra: Punta Pizzaco vista da Solchiaro

Isola di Procida (NA) - Punta Pizzaco

1/6/2003 prof. 61.4 m. tempo 42 min. temp. 13 °C

Il promontorio di Punta Pizzaco si trova sul versante est dell’isola di Procida, che è situata a nord del Golfo di Napoli.

L’immersione che ho fatto comincia da una baietta con il fondo sabbioso, dove abbiamo potuto agevolmente ancorare il gommone, perché il fondale qui è di appena 8 metri.
Una volta sceso sull’ancora, inizio a nuotare con la parete alla mia destra, scendendo fino ai 18 metri, poi la parete rocciosa fa un salto brusco e precipita fino a 56 metri, dove il fondale ritorna ad essere sabbioso e comincia a degradare lentamente verso il largo, raggiungendo profondità ben superiori ai 100 metri.
La parte della parete a strapiombo, subito dopo il salto di roccia, è ricca di gorgonie rosse (Paramuricea clavata) di notevoli dimensioni, con i rami pieni di gialle uova di gattuccio che formano come delle collane. I colori sono molto belli, perché le gorgonie rosse sono inframmezzate da gorgonie gialle (Eunicella cavolini) che danno all'ambiente marino un cromatismo eccezionale.

Branchi di castagnole, di saraghi e di salpe mi circondano e, ogni tanto, cambiano repentinamente direzione, provocando dei lampi d’argento nel blu, mentre qui e là negli anfratti della roccia scorgo dei polpi e le antenne di alcune piccole aragoste che fanno capolino.
Arrivato sul fondo, tra la fine della parete di roccia e la sabbia vedo numerose tane, dalle quali sgusciano fuori delle grosse corvine, infastidite dal fascio potente della mia torcia.

Tutta la parete è densamente popolata da un’infinità di organismi: Alcyonium coralloides, Parazoanthus, spugne di vari colori, Eunicelle, Paramuricee, serpule rosse, e tanti piccoli e delicati nudibranchi dai colori sgargianti… Appena dirigo la luce della mia torcia sulla parete è tutta un’esplosione di magnifici colori!! Poi, dai 40 metri in giù, compaiono i primi esili rametti di corallo rosso, che via via diventano sempre più numerosi e offrono un bellissimo colpo d’occhio con i loro polipi bianchi candidi estesi, che dondolano nella corrente.
Risalendo, con la parete sulla mia sinistra, vedo anche qualche cernia bruna, nascosta nelle spaccature della roccia; mentre grossi saraghi fasciati mi guardano incuriositi.

Ritorno sui miei passi in direzione del pianoro dove è ancorato il gommone, ma alla sosta, mentre faccio la decompressione sul fondale sabbioso a meno di 4 metri di profondità, vicino alla barca, trovo un grosso polpo finito in una nassa e lo lascio libero… immagino con grande gioia dei pescatori che hanno posato la trappola sul fondo.

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Isola di Procida (NA) - Punta Solchiaro

 

2/6/2003 prof. 63.8 m. tempo 44 min. temp. 13 °C
 

Punta Solchiaro è la prima punta che s’incontra navigando oltre Punta Pizzaco in direzione ovest ed è chiamata così perché è il primo lembo dell’isola di Procida che riceve la luce dell’alba. La punta è una penisoletta ricca di verde che si trova all’estremità sud-est dell’isola di Procida, dove il fondale roccioso digrada rapidamente con una franata di grandi rocce, ricoperte di spugne e di madrepore. Assieme a Punta Pizzaco è il sito d’immersione più interessante di Procida ed è anch’essa in tufo, ma è caratterizzata da un andamento dolcemente degradante verso il largo, con ampi gradoni rocciosi, a volte interrotti da grandi, isolati scogli. Qui abbondano folte colonie di gorgonie bianche (Eunicella singularis) e di gorgonie gialle (Eunicella cavolini), oltre ad isolate grosse colonie di spugne a corna di cervo (Axinella cannabina) di color arancione.

Il punto d’immersione più interessante della punta ha come riferimento un antico muretto semidiroccato fatto in mattoni di tufo che si trova in alto ed è facilmente avvistabile dal mare. In questo puntoci si può immergere seguendo la scarpata e nuotando direttamente verso il largo dove, a circa 50 metri di profondità, s’incontra una delle più spettacolari cigliate del Mediterraneo. Il fondo, che fino a quel punto declina dolcemente, all’improvviso assume un taglio netto, sprofondando nel blu, fino a 75 metri e oltre. La parete che si apre davanti, sulla quale si trovano vecchie reti tutte incrostate da alghe calcaree, non ha un andamento verticale, ma presenta numerose rientranze, tetti di roccia e camini, sotto i quali abbonda il corallo rosso, fittissimo e a volte anche di discreta grandezza.  

Anche a quote inferiori l’immersione è comunque interessante soprattutto di notte, quando è facile incontrare grossi polpi, pesce bianco e di tana e l’alicia (Alicia mirabilis), quasi invisibile di giorno, ma che di notte dispiega la sua corolla di lunghi tentacoli bianchi. Qui a volte sono presenti correnti di discreta intensità, soprattutto vicino alla superficie e con mare mosso risulta difficoltosa la decompressione appoggiati alla parete, dato che la conformazione del fondale vicino alla riva facilita il frangersi dei cavalloni, per cui è opportuno effettuarla discosti dalla riva magari sotto la barca. 

L’immersione a Punta Solchiaro è sconsigliata in caso di forte Scirocco o di Libeccio, perché il sito è fortemente esposto ai venti da sud. Inoltre, bisogna fare molta attenzione all’intenso traffico di barche che soprattutto nel periodo estivo transitano a poca distanza dalla costa; perciò è sempre meglio riemergere rimanendo rasenti alla scogliera oppure direttamente sotto la barca appoggio.

 

Gettata l’ancora della nostra barca su un fondale di 11 metri, scendo lentamente tra i grossi massi chiazzati di spugne di vari colori, nuotando in mezzo a branchi di salpe, curiose e per nulla intimidite dalla mia presenza. Continuando a scendere oltre alla franata arrivo ad un vero e proprio scalino della roccia, che si trova sulla batimetrica dei 50 metri e mi affaccio incuriosito da questa sorta di balcone... Sotto al salto della roccia si apre un precipizio di cui non si vede il fondo! Là sotto c'è una parete che arriva fino a quasi un centinaio di metri di profondità , ma non mi va di… precipitare. In ogni caso il blu cobalto dell’acqua diventa rapidamente nero profondo e fa venire un senso di vertigine...

La curiosità è tanta e decido comunque di scendere per una decina di metri oltre il precipizio e, subito sotto allo scalino, trovo il motivo per cui vale davvero la pena di fare questa immersione: rami di corallo rosso non molto grandi, ma bellissimi, si affacciano da tutte le nicchie della parete e fanno venire voglia di toccarli.

Resto letteralmente senza fiato nell’ammirare questo spettacolo e prendo rapidamente 10 minuti di deco, ma ne vale assolutamente la pena! Sento piuttosto freddo con la mia  muta da 5 mm. e non capisco se è la sensazione dovuta al baratro che si apre sotto di me, oppure se fa freddo davvero. Un’occhiata al computer mi conferma che fa piuttosto fresco: ci sono solo 13 gradi, ma del resto sono arrivato a quasi 64 metri di profondità! Guardo il mio manometro e mi accorgo che l'aria se ne sta andando in un soffio. E' molto meglio risalire a quote più tranquille. Perciò inizio a risalire e raggiungo rapidamente il bordo del "balcone" che si affaccia sul precipizio, mentre ho ancora negli occhi lo spettacolo di quel bellissimo corallo rosso vivo con tutti i piccoli polipi bianchi aperti.

Risalgo molto lentamente verso la superficie e mi fermo a fare la mia sosta di decompressione seduto su un fondale ricoperto da un tappeto di morbide alghe a circa 3 metri di profondità. Ho la bombola praticamente scarica e sono parecchio positivo, perciò afferro un masso di una decina di chili e me lo tengo in braccio, in modo da rimanere giù senza alcuna fatica. Mentre concludo la mia decompressione, qualcuno mi scatta una foto in questa buffa posizione... sono davvero carino!!

Procida vista... dall'acqua.

In decompressione a Solchiaro...

...opportunamente zavorrato!

 

Sotto: alcune vedute di Punta Solchiaro

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