09/09/2011
prof. max 51,6 m. - run time 48 min. - temp. 16-25 °C
Nel
corso degli anni ho fatto molte immersioni nei fondali di Capo Palinuro,
ma di solito facevo gli itinerari "classici" che
normalmente vengono
proposti dai diving locali: grotte e pareti stupende che anno dopo anno
non finiscono mai di incantarmi. Palinuro però è ancora in grado di
riservarmi piacevoli sorprese e questa volta, grazie al mio amico Mauro Cammardella "palinurese DOC", ho scoperto un punto che non conoscevo: il
cosiddetto "Scoglio delle aragoste".
Nell’ultimo
giorno del mio soggiorno settembrino a Palinuro Mauro ha voluto
regalarmi proprio questa immersione particolare. Abbiamo ancorato la
barca nella Cala del Salvatore, proprio davanti alla Grotta delle
Corvine e siamo scesi su un pianoro situato a una ventina di metri di
profondità, poi abbiamo continuato a scendere nuotando verso il largo
fino ad un salto e dopo un po’ siamo arrivati alla base di un
grosso scoglio che emerge dal fondale sabbioso di 52 metri.
Illuminata dalla
luce delle nostre torce, la roccia dello scoglio ci è apparsa subito in
tutto il suo splendore, interamente ricoperta dai ventagli della
gorgonia rossa (Paramuricea clavata), mentre nelle spaccature
meno esposte alla luce ci sono ampie colonie di corallo rosso di
dimensioni notevoli, come non ne avevo mai viste in questa zona, con i
ciuffi di polipi bianchi aperti.
Ma
la caratteristica di questo scoglio è l’incredibile abbondanza di
aragoste (Palinurus elephas). Ogni anfratto, spaccatura e
rientranza che si apre nella roccia è popolata da questi prelibati
crostacei, facilmente individuabili a causa delle lunghe antenne che
spuntano dalla roccia. Durante la mia immersione ne ho contati una
decina di esemplari, alcuni di dimensioni davvero notevoli, ma Mauro
giura che in un'altra occasione ne ha visti addirittura una trentina in una
sola immersione!
In questo splendido
scenario ho potuto ammirare anche alcuni ricci diadema e ricci matita ed
anche un grosso riccio melone (Echinus melo) appoggiato proprio
sulla sommità dello scoglio. Abbiamo nuotato tutto intorno allo scoglio
e poi abbiamo iniziato una lenta risalita,
circondati da nuvole di castagnole e di anthias, e sono venute a farci
compagnia anche un paio di piccole cernie brune.
Purtroppo
l’elevata profondità condiziona parecchio il tempo d’immersione ed
essendo sceso in acqua con un monobombola da 15 litri di aria mi sono
dovuto accontentare di appena una decina di minuti di fondo, per poi
iniziare a malincuore la risalita per smaltire la deco accumulata. Ma
adesso che l’ho scoperto... tornerò sicuramente in questo fantastico
punto d’immersione!
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Biologia (tratto da
Wikipedia.org)
L'Aragosta mediterranea (Palinurus elephas) è un
crostaceo dell'ordine Decapoda che vive nei fondali del
Mediterraneo e dell'Atlantico orientale.
Vive nei fondali rocciosi dai 20m fino ai 150 m di profondità.
Ha una taglia medio-grande, con una lunghezza media di 20-40 cm
e massima di 50 cm e il peso può arrivare fino a 8 kg. Il corpo
è di forma sub-cilindrica, rivestito da una corazza che durante
la crescita cambia diverse volte per ricrearne una nuova. Il
carapace è diviso in due parti: il cefalotorace (parte
anteriore) e l'addome (parte posteriore), con una colorazione da
rosso-brunastro a viola-brunastro ed è cosparso di spine a forma
conica. L'addome è formato da 6 segmenti mobili.
Anteriormente presenta due antenne più lunghe del corpo,
ripiegate all'indietro, gialle e rosse a tratti, che hanno la
funzione di organi sensoriali e di difesa; sulla fronte sono
anche presenti due spine divergenti a V. La coda ha la forma di
un ventaglio. Possiede diverse gambe, ma solo una parte sono
utilizzate per camminare. A differenza di altri crostacei (ad
es. il granchio e l'astice), non ha chele.
È una specie gregaria e piuttosto stanziale e si trovano spesso
insieme numerosi esemplari.
Si nutre di plancton, alghe, spugne, anellidi, echinodermi,
briozoi, crostacei e pesci, a volte anche carcasse di questi.
La riproduzione avviene a fine estate e in inverno nascono le
larve che raggiungono subito i fondali che le ospiteranno per il
resto della loro vita. |