SECCA DI ZI' PAOLO -
Formiche di Grosseto (GR)
16
luglio 2011 - Run time 51 min. Prof. 54.6 mt. Temp 26-15 °C
Le
Formiche
di Grosseto sono formate da tre scogli emersi e da una
piccola isola disabitata con un faro, che si trovano in mare aperto, a 13 miglia
di distanza da Porto
Santo Stefano e a circa 11 miglia da Castiglione della Pescaia.
Fortunatamente sono pochi i visitatori di questo
posto ancora incontaminato, dove i banchi di pesce nuotano
indisturbati e i fondali sono ancora pressoché intatti, e questo permette di
ammirare una ricchissima fauna e pareti ricoperte di grandi rami
di gorgonie.
La nostra meta è la Secca di Zi’ Paolo, situata a
nord-ovest della Formica Grande, una secca che ha il cappello
intorno ai 6 metri e precipita su un fondale sabbioso fino ai 65
metri di profondità. Le pareti della secca sono molto varie e
colorate e di particolare interesse è la parete rivolta a est.
Il faro
della Formica Grande.
|
Sabato
16 luglio 2011 partiamo al mattino da Castiglione della Pescaia
con il gommone di 7,40 mt. del nostro amico Sandro Costa
(l’istruttore che - povero lui - nel 2007 brevettò
"decompression diver" me ed Angela, i due "vecchietti
terribili") che ci ha invitati più volte ad andarlo a
trovare.
Ed eccoci qui finalmente!
Io e Angela ci troviamo da una settimana a Porto Ercole,
alle prese con il corso Trimix Tek 1 di UTRtek e, dopo
giorni ininterrotti di lezioni ed esercizi in acqua, ci
siamo concessi una giornata di vacanza per fare un tuffo
"ricreativo" con il nostro amico istruttore. Perciò, lasciati i
pesanti bibo a Porto Ercole, ci presentiamo nel porto
canale dove è ormeggiato il gommone di Sandro con un bel 15 litri
caricato di aria a 240 bar e una stage di EAN50 per la decompressione.
A bordo con noi ci sono Giorgio (un istruttore amico di
Sandro) con un suo allievo che sta facendo il corso dive
master e Franco, un altro istruttore che scenderà in
acqua assieme a noi.
Ho sempre sentito parlare bene delle Formiche di
Grosseto e,
nonostante abbia fatto centinaia di immersioni nella
zona tra l’Argentario, il Giglio e Giannutri, non ho mai
avuto occasione di andarci. Oggi finalmente è la volta buona!
Dopo
una breve navigazione con il velocissimo gommone (due
motori da 225 CV!!) arriviamo sul punto d'immersione e
caliamo l’ancora proprio sul cappello della secca. Il
tempo è davvero splendido, ma c’è una discreta corrente, almeno
in superficie. Indossiamo la muta stagna, prepariamo con
calma la nostra attrezzatura e giù in acqua. Apre il
nostro gruppetto Sandro, che fa da guida, poi lo
seguiamo io e Angela , mentre Franco chiude stando in coda.
L’acqua è limpida (anche se i nostri amici del posto mi diranno
che a volte è molto meglio...!!), la temperatura è
gradevole e la corrente, una volta superato il cappello
della secca, si riduce notevolmente. Iniziamo la nostra discesa
in parete tenendola sulla sinistra. La vegetazione in
questo tratto è spettacolare, con grandi rami di paramuricea
clavata e di axinella, anemoni gioiello e spirografi che
ricoprono letteralmente tutta la parete. Ci sono anche
molti astrosparthus (la bellissima stella gorgona) attaccati ai
rami delle gorgonie rosse che creano un effetto
cromatico stupendo. Intorno ai 35 metri di profondità
superiamo uno sperone di roccia, poi scendiamo ancora
oltrepassando un canyon che si trova intorno ai 42
metri, riservando la sua esplorazione al ritorno
durante la risalita. Guardando nel blu vediamo grossi
dentici e alcune tanute; incontriamo anche ricciole e
barracuda. C’è davvero molto pesce qui al largo! Il
termoclino è notevole e l’acqua adesso è diventata
piuttosto fresca, ma con la muta stagna non abbiamo
grossi problemi.
Proseguiamo
ancora per un po’ la discesa sino ad arrivare a un
grottino che si apre sul fondo sabbioso intorno ai 55
metri di profondità. Illuminiamo con le nostre torce
l'interno della
cavità e ci accorgiamo che è popolata da una miriade di
gamberetti rossi e da grosse musdee. A bordo del gommone
durante il briefing abbiamo deciso che la grotta è il
nostro punto di ritorno, perciò controlliamo il gas, ci
facciamo il segnale e iniziamo la risalita tenendo la
parete sulla destra.
Arrivati al canyon che avevamo attraversato all'andata cominciamo a fare i nostri deep stops,
ammirando le aragoste che popolano ogni spaccatura della
roccia. Risalendo ancora un po’ lungo il piccolo canyon
arriviamo a una risorgiva di acqua termale calda. Nelle
fenditure della parete ci sono tane di murene e
scorfani. |