Croazia settentrionale
- Il
relitto del "Baron Gaustch"
S.S. BARON
GAUTSCH
Tipo: nave passeggeri
austriaca, costruita nel 1908, affondata nel 1914 ed oggi il più famoso
relitto dell’Alto Adriatico.
Cantiere di costruzione:
Gourlay Bros & Co. Ltd - Dundee (Scotland)
Stazza: 2.069 tonnellate
Armatore: Lloyd Austriaco
Porto di armamento: Trieste
(Impero Austro-Ungarico)
Equipaggio: 42 persone
Causa dell’affondamento:
urto contro una mina austriaca il 13 agosto 1914
Dimensioni: lunghezza 84,35
m. larghezza 11,93 m.
Profondità min/max del
relitto: 28/40 metri
CURIOSITÀ. La nave prende il
nome da Paul Gautsch von Frankenthurn (1851-1918) che alla fine del XIX°
secolo era il Barone della Carinzia; fu tre volte Primo Ministro
(1897-1898; 1905-1906; 1911); ministro dell'Interno (1897-1898) e della
Cultura e Educazione (1885-1893; 1895-1897) dell'impero Austro-Ungarico
quando regnava Franz Joseph I°.
La storia della nave
Costruito all’inizio del ‘900 a
Dundee, in Scozia, il "Baron Gautsch" era
un lussuoso piroscafo passeggeri,
orgoglio del Lloyd Austriaco, la principale
compagnia
di navigazione dell’Impero Austro-Ungarico.
Il piroscafo
era elegantemente arredato in perfetto stile liberty,
con tutte le sovrastrutture in legno pregiato.
Particolarmente lussuosa
era la sala da pranzo
della prima classe: un ricco salone con una serie di colonne
ricoperte di stucchi e adornate da capitelli, per accedere alla
quale
c’era un elegante ampio scalone in legno.
Il piroscafo, nell’estate del 1914, mentre era in navigazione
da Cattaro a Trieste con a bordo molti passeggeri (stimati tra
280 e 350) che scampavano alla Prima Guerra Mondiale, per cause
mai ben accertate entrò nel campo minato posto dalla Marina da
Guerra austriaca a difesa del porto di Pola e urtò contro una
mina sommersa, al largo delle isole Brioni in Jugoslavia. L’urto
contro la mina "amica2 avvenne proprio sotto la linea di
galleggiamento e sulla fiancata di sinistra della nave si aprì un grosso
squarcio. In brevissimo tempo l'acqua allagò le stive del piroscafo,
così
in pochissimi minuti il "Baron Gautsch" colò a picco. |
L’affondamento del "Baron
Gautsch", descritto in diversi libri e documenti, causò molte
vittime, il cui numero esatto non poté mai essere accertato con
sicurezza in quanto a bordo c’erano molti militari che venivano
trasferiti e viaggiavano senza regolare biglietto. Furono
salvate 178 persone, tra le quali 41 membri dell’equipaggio e
furono recuperate circa una cinquantina di salme.
Nel relitto c'è una targa commemorativa.
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Sotto: alcune immagini
subacquee del relitto del "BARON GAUTSCH"
Del
ponte della nave oramai sono rimaste soltanto le strutture di acciaio e una parte del
legno della coperta. Anche gli alberi del piroscafo sono caduti e
quello anteriore giace abbattuto sulla coperta di prua. Al posto
dei due fumaioli oggi ci sono degli enormi fori che arrivano nelle
viscere della nave. Gli oblò fortunatamente sono ancora quasi tutti nelle loro
sedi, perché il relitto del "Baron Gautsch" è considerato un
monumento nazionale e la legge croata è molto severa per quanto
riguarda la salvaguardia dei suoi relitti. |
Il relitto del "Baron Gautsch", che fu
scoperto all’inizio degli anni ’50, è giustamente considerato il più bello
di tutto l’Adriatico. Si trova ad Ovest dell’arcipelago di Brioni
in Croazia, a circa 6 miglia a Sud-Ovest del faro di San Giovanni in
Pelago.
Lo scafo della nave è
ancora in buono stato di conservazione
e giace in assetto di navigazione, appoggiato su un fondale di
sabbia e fango di circa 40 metri.
Sulla fiancata di sinistra
del relitto c’è
una grande falla circolare di circa due metri di diametro, che
si trova proprio
sulla linea di galleggiamento della nave, ed è il punto in cui
avvenne l'urto con la mina.
Dei grandi saloni
adornati in legno oggi è rimasta solamente la struttura esterna,
mentre le superfici di alcuni ponti in legno sono ancora
presenti, ma sono abbastanza pericolose perché possono crollare
da un momento all’altro.
Sulla prua della nave si vedono
bene il grosso argano
salpa ancore a vapore e le due grandi ancore che si trovano ancora al loro
posto dentro agli occhi di cubia.
Il ponte di comando del piroscafo, che era
in legno, ormai non esiste più e la parte più alta del relitto è il
tetto del ponte di prima classe, che si trova a circa 28 metri di profondità.
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Le mie due immersioni
sul "Barone"
Mi sono immerso sul "Baron Gautsch" un paio di volte nell’agosto del 2005.
Sono partito con una
barca da Rovigno, una cittadina della costa istriana che dista una decina
di miglia dal relitto del piroscafo.
Certamente due sole immersioni non sono
sufficienti per conoscere bene una nave così grande e
interessante, ma almeno ho potuto avere un’idea della sua
maestosità ed eleganza.
Questo relitto è davvero molto bello ed ha un
fascino tutto particolare. Entrare e uscire dai vari locali
della nave, soffermandosi a guardare la luce che proviene
dall’esterno e i banchi di pesce che si stagliano nel blu è
un’esperienza davvero emozionante per qualunque subacqueo.
Sicuramente è un'immersione tra le più belle che io
abbia fatto su un relitto! |
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1° agosto 2005 - prof. max 34.5 m.
- run time 43 min. - temp. 13 °C
Secondo la "tradizione" croata ho dovuto
fare a meno della guida e mi sono immerso sul relitto da solo con mia moglie
Angela e
mia figlia Chiara, dopo un briefing piuttosto sommario che è
stato fatto a bordo della barca
ormeggiata ad un pedagno assicurato sulla poppa del
relitto.
L’immersione è stata senza dubbio emozionante,
perché questa nave maestosa, dopo oltre novant’anni
dall’affondamento, mantiene ancora intatto tutto il suo fascino. Il primo
giorno in cui sono sceso sul "Barone" la visibilità era abbastanza buona e siamo riusciti a
intravvedere il relitto appena scesi poco sotto la superficie
del mare.
Arrivati sulla poppa della nave seguendo la cima collegata alla boa,
abbiamo nuotato verso prua rimanendo sopra la passeggiata esterna di
dritta del primo ponte, che è molto ampio, con spazio
sufficiente per muoversi con estrema facilità in qualsiasi
direzione.
Il relitto è facilmente penetrabile in molte zone e,
arrivati all’altezza del salone da pranzo della prima classe,
siamo entrati all'interno della nave, ammirando le concrezioni di spugne colorate
che ricoprono tutte le sovrastrutture portanti. Poi siamo usciti da
uno dei finestroni che circondano il salone e abbiamo proseguito
l'immersione nuotando verso prua. Sopra di noi c'erano banchi di castagnole
e di pesce azzurro che formavano delle fitte nuvole e si
allontanavano al nostro passaggio, per poi riavvicinarsi.
La nave ormai è stata interamente
colonizzata da alghe, da briozoi rossi e arancioni e da spugne
incrostanti di svariati colori, che vanno dal blu pallido al
rosso mattone, inoltre ci sono moltissimi molluschi di
ogni genere. L’acqua
piuttosto limpida ci ha permesso una bella visione d’insieme della
parte prodiera della nave e siamo riusciti a vedere anche il grosso
argano salpa ancore.
Arrivati sulla prua della nave, all’incirca
al decimo minuto di immersione, siamo ritornati verso poppa
percorrendo il lato opposto della nave, nuotando lungo
la passeggiata esterna di sinistra del ponte di prima classe.
Dopo aver controllato la mia scorta d'aria, ho deciso di fare una breve
discesa fino al ponte di seconda classe, a circa 34 metri di
profondità. Mi sono limitato a dare solo un’occhiata veloce, dato che i
nostri computer indicavano già 5 minuti di decompressione e poi,
pur essendo in agosto, la temperatura dell’acqua era di appena 13
°C. Al 20° minuto d'immersione abbiamo staccato dal fondo e abbiamo iniziato la nostra
lenta risalita lungo la cima, fino alla sosta di decompressione
e siamo usciti fuori dall’acqua al quarantatreesimo minuto d'immersione. |
Sopra: subito dopo
l'immersione del 1° agosto 2005.
A destra: il disegno del relitto
del "Baron Gautsch" |
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5 agosto 2005
- prof. max 36.4 m. - run time 59 min. - temp. 11 °C
In questo secondo tuffo sul
"Barone" mia figlia non è venuta e a me ed Angela si sono uniti altri due sub
conosciuti nel villaggio di Rovigno in cui alloggiamo.
Io ho lasciato il mono da 15
litri e ho preso
un bibo 10 + 10 perché avevo intenzione di fare un’esplorazione più
completa della nave. Ho pianificato il mio tuffo assieme ad Angela e ho fatto
io un briefing sommario ai miei nuovi compagni d’immersione, basandomi su
quello che ho visto la volta precedente.
Purtroppo questa volta la visibilità non
superava i 6-7 metri, perché il giorno prima c’era stata una mareggiata che ha smosso la
sabbia del fondale, nascondendo la nave alla nostra vista.
Siamo scesi
attaccati alla cima del pedagno e, una volta arrivati sulla coperta di
poppa del piroscafo,
siamo partiti per il nostro giro di esplorazione dirigendoci verso prua.
Abbiamo nuotato lungo la passeggiata di sinistra del ponte di prima classe e ci
siamo diretti subito sopra all'imponente prua della nave. Poi ci
siamo tuffati giù davanti alla prua, spostandoci di fronte al tagliamare che cade
verticale fino alla sabbia, ma la visibilità scarsa non ci ha permesso di
avere una visione d’insieme della nave. Perciò siamo tornati rapidamente
sopra la coperta e ci siamo diretti verso poppa, mantenendoci sul lato di
dritta della nave, nuotando lungo il ponte inferiore che è molto più
basso di quello di prima classe. Abbiamo dovuto mantenere un assetto perfetto
per poter percorrere il corridoio del ponte senza sbattere le rubinetterie delle bombole
sul soffitto. Ci
siamo affacciati agli oblò che si affacciano sulla passeggiata e abbiamo dato un’occhiata
all’interno, puntando le nostre torce alla ricerca di qualche
particolare interessante. Abbiamo notato degli enormi gronghi, alcune grosse musdee e diversi astici che sbucavano dagli anfratti. Arrivati quasi a poppa ci
siamo leggermente alzati e siamo entrati nella parte coperta del ponte promenade,
ritornando verso prua.
Dopo aver controllato la nostra scorta di gas, dato che in quel momento
avevamo ancora più di 100 bar
a disposizione abbiamo deciso di penetrare all’interno della grande sala da pranzo della
prima classe, arrivando fino all’altezza del ponte di comando. Poi
siamo usciti dal salone uno alla volta in fila indiana, passando da uno dei finestroni che si affacciano verso
prua e siamo saliti sul tetto del ponte di prima classe dove ci siamo
radunati;
quindi ci siamo diretti nuovamente verso poppa. Siamo passati sopra il
grande foro che corrisponde al punto dove era posizionato il primo fumaiolo:
laggiù ci sono le caldaie della sala macchine... Mi sarebbe piaciuto molto poterle
vedere, ma non avevamo più tempo. Un’occhiata al manometro mi ha
confermato che era arrivato il momento di risalire, avendo consumato i 2/3 della mia
scorta d'aria. Perciò,
ho continuato a
malincuore a nuotare verso poppa, sino ad incontrare la cima assicurata alla boa
in superficie e ho terminato l’immersione staccando dal fondo al 34°
minuto. Dopo 18 minuti di decompressione, abbiamo terminato la
nostra immersione con un
un run-time di 59 minuti. E' stata davvero una bella immersione! |
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L’IMMERSIONE
Il "Barone" è sicuramente il più
bel relitto dell’Alto Adriatico e per visitarlo tutto servono parecchie
immersioni. Essendo una nave passeggeri è costituita da più ponti e
quindi la sua esplorazione è lunga e complessa. Sicuramente i subacquei
più esperti trovano molto interessante e stimolante penetrare il relitto
nei tre ponti inferiori (I°, II° e III° di coperta), ma devono stare
molto attenti sia all’orientamento, sia a possibili crolli delle
strutture. In ogni caso anche un paio di immersioni tra le strutture
della contro coperta e della coperta di passeggio sono molto
gratificanti.
Naturalmente il relitto è un
ottimo soggetto fotografico, e i particolari non mancano. Il relitto
della nave giace in assetto di navigazione e generalmente ha due cime di
discesa fissate una a prua e una a poppa, quindi bisogna fare attenzione
sia a pianificare correttamente l’immersione, sia a non sbagliare cima
di risalita. Ovviamente, il fatto di avere due cime consente di
pianificare una intera "traversata del relitto" coordinandosi
opportunamente con il barcaiolo. Come già detto, il relitto è molto
grande e anche chi lo ha già visitato più volte trova sempre delle
interessanti novità e degli ottimi spunti fotografici.
Comunque, ecco una serie di
particolari da non perdere. Restando fuori del relitto o penetrando
solamente nelle sue sovrastrutture si possono ammirare la prua con il
tagliamare verticale tipico delle navi dell’epoca, che ha ancora le sue
due ancore nelle cubie. Interessanti il salone di prima classe; le casse
dei salvagente nelle passeggiate; gli osteriggi della sale macchine; la
plancia di comando; i fori dei fumaioli; il salone di seconda classe; la
timoneria di poppa con i mozzi delle ruote dei timoni e, ovviamente,
l’elegante poppa con la pala del timone.
Penetrando nel relitto, invece,
si può passare per il bar e per gli alloggi di prua, vedere i pozzi
delle catene delle ancore; quello che resta degli ascensori; la cucina
con un bellissimo lavabo; bagni con vasca e orinatoi su cui si leggono
ancora i marchi di fabbrica; la cassaforte (…aperta e vuota) ; la parte
alta della sala macchine; i bagni e gli alloggi di poppa.
La parte bassa della sala
macchine, molto bella, ampia e articolata, le caldaie, il deposito
bagagli, le stive inferiori e gli alloggi dell’equipaggio che si trovano
tutti nel III° ponte di coperta sono, invece, luoghi molto pericolosi
nei quali possono avventurarsi esclusivamente i subacquei veramente
molto esperti oltre che perfettamente addestrati alla penetrazione nei
relitti. |
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