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IMMERSIONI NELLA RISERVA MARINA DI PUNTA CAMPANELLA

 

Zonazione dell'Area Marina Protetta (A.M.P.) di Punta Campanella e significato delle diverse zone.

Le Aree Marine Protette generalmente sono suddivise al loro interno in diverse tipologie di zone, denominate A, B e C.L'intento è quello di assicurare la massima protezione agli ambiti di maggior valore ambientale, che ricadono nelle zone di riserva integrale (Zona A), applicando in modo rigoroso i vincoli stabiliti dalla legge. Con le Zone B e le Zone C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i decreti istitutivi, delle eccezioni (deroghe) a tali vincoli al fine di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione e l'uso sostenibile dell'ambiente marino.

Le tre tipologie di zone sono delimitate da coordinate geografiche e riportate nella cartografia allegata al decreto istitutivo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

• Zona A, di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. La Zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio.

• Zona B, di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'Organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le Zone B di solito non sono molto estese.

• Zona C, di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'Area Marina Protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'Organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggiore estensione dell'A.M.P. di Punta Campanella ricade in Zona C.

 

LOG BOOK

1. Capo di Sorrento

1.11.1998 prof. max 29 m. tempo 50 temp. 22 °C

3.11.2002 prof. max 41 m. tempo 46 temp. 19 °C

 

L’immersione viene effettuata sul versante orientale rivolto verso Sorrento. Qui la parete rocciosa del Capo s'inabissa verticalmente nel blu oltre i 60 metri con un substrato corallino di notevole interesse biologico: Paramuricea clavata ed Eunicella cavolini (gorgonie gialle e rosse), sui cui rami è numerosa la presenza di uova di gattuccio; mentre spirografi e tunicati ricoprono per molti tratti la parete. Più in profondità si trovano grosse spugne del genere Axinella e alcune Pinne nobilis. Superata la punta del Capo, il fondale si presenta meno ripido e la zona è l'ideale per effettuare l'eventuale decompressione richiesta.

Ma è nelle ore notturne che il fondale si popola di mille organismi ed esplode in tutta la sua bellezza. Rari gamberetti, attinie, cavallucci marini, spirografi multicolori fanno la gioia dei fotosub.

 

2. BAIA e Punta di Puolo

2.11.1998 prof. max 32 m. tempo 35 temp. 21 °C

18.6.2000 prof. max 20 m. tempo 30 temp. 19 °C notturna

26.8.2000 prof. max 28 m. tempo 36 temp. 20 °C notturna

3.11.2002 prof. max 29 m. tempo 57 temp. 19°C

 

E' l'unico punto della costa dove è possibile effettuare anche immersioni direttamente da terra. L'ingresso in acqua avviene dalla spiaggia ed è il posto preferito per le immersioni notturne dove l'incontro con l'Alicia mirabilis è praticamente garantito.

Lungo la parete verticale del Capo di Puolo, si trova una serie di grotte sui 20-25 metri di profondità che attraversano completamente il promontorio rispuntando a soli 6 m. di profondità. Per attraversare il complesso di grotte sono necessari una guida esperta e il filo d'Arianna. Passare attraverso queste grotte è indubbiamente un'esperienza emozionante, forse unica. Non mancano le possibilità d' incontro con tutti gli abitanti del buio: gamberi Stenopus e Parapandalus e delle belle corvine (Sciaena umbra).

 

3. Scoglio del Vervèce

1.11.1999 prof. max 36 m. tempo 34 min. temp.21°C

 

E' un minuscolo isolotto, poco più di uno scoglio, situato qualche centinaio di metri al largo del porticciolo di di Marina della Lobra, sotto al paese di Massa Lubrense. L’isolotto situato nella Zona di riserva integrale dell’A.M.P. di Punta Campanella è uno dei siti d’immersione più belli della zona Lo scoglio è sormontato da un faro-lanterna e le pareti rocciose del Vervece scendono a picco oltre i 50 m. e si presentano a tutte le quote, da quelle più profonde a quelle appena superficiali, di eccezionale interesse biologico.

Lo scoglio è contornato da pareti a picco che scendono fino ad oltre 50 m. di profondità, tutte piene di vita, ma nettamente differenziate come varietà di organismi a seconda dell’esposizione delle sue pareti sommerse alle correnti e alla luce solare, oltre che della profondità. La distanza del Vervèce dalla costa e la presenza costante delle correnti dominanti del Golfo di Napoli favoriscono l'insediamento e lo sviluppo di molte specie marine, alcune rare, come la Gerardia Savaglia, altre addirittura ancora non spiegate dalla scienza, come una Paramuricea dalle punte albine. Inoltre, la distanza dell’isolotto dalla costa favorisce una buona limpidezza dell’acqua anche con mare mosso, rendendolo un punto d’immersione sicuro con qualunque condizione di mare.

A 12 m. di profondità, su un piano roccioso rivolto verso Est, c’e la Madonnina del Vervece, una bella statua di bronzo che fu posta qui diversi anni fa e che ogni anno a settembre è meta di un pellegrinaggio subacqueo per la celebrazione della “festa della Madonnina”, in ricordo di chi perse la vita in mare. Si tratta di una festa che alla quale partecipano molti subacquei, famosi e meno famosi, tra i quali Enzo Maiorca, che nel 1974 proprio in queste acque conquistò il record mondiale di profondità in apnea.

Già dai primi metri si ci rende conto dell’estrema bellezza di questa immersione. Infatti, quasi a pelo d’acqua, ondeggiano nella risacca grossi cespugli fioriti di bianchi idroidi, mentre le pareti tutt’intorno sono colorate di un giallo-arancio dovuto alla miriade di Parazoantos axinellae con i polipi aperti alla corrente. Alghe, spugne, anellidi e briozoi si contendono il substrato, offrendo l’ambiente ideale ad altri innumerevoli piccoli organismi, tra i quali alcune specie di nudibranchi dai brillanti colori.

Continuando a seguire la parete dopo i 30 m. di profondità ci si imbatte in una gran quantità di spugne gialle tubiformi, tipiche degli ambienti poco illuminati. Si possono inoltre incontrare ricci diadema dagli aculei lunghi e sottili (Centrostephanus longispinus), molto simili a ricci tropicali ed estese macchie colorate di gorgonie gialle e rosse ed attinie spesso accompagnate da piccole aragoste e da alcune specie di gamberetti.

Al Vervèce non manca neppure un relitto: si tratta di un vecchio cargo di circa 30 metri di lunghezza. E' una bellissima immersione, che però non può essere effettuata partendo in immersione dal Vervèce, ma che richiede una discesa nel blu, lungo la sagola guida e per affrontarla è necessaria una buona esperienza subacquea (oltretutto il sito d’immersione si trova lungo la rotta dei traghetti per Capri).

 

4. GIARDINO ROMANTICO

26.8.2000 prof. max 24 m. tempo 41 min. tempo 21 °C

 

L’immersione ha inizio all’interno della baia dello stabilimento balneare “Giardino Romantico” su un fondale ghiaioso. Qualche ciuffo di Posidonia oceanica ricopre il fondo più sabbioso. Tra i massi di franata  non mancano polpi, triglie e pesce di fondo. La punta è facilmente individuabile per la presenza del manufatto a gradoni della condotta sottomarina che fornisce l’acqua all’isola di Capri. Sott’acqua la condotta è ricoperta da spirografi (Sabella spallanzanii), gigli di mare (Antedon mediterranea), gorgonie bianche (Eunicella singularis) e gialle (Eunicella cavolinii). Con un pò di fortuna è possibile incontrare cernie e corvine (Sciaena umbra).

 

5. Grotta di Mitigliano

19.5.2001 prof. max 18 m. tempo 45 min. tempo 16 °C

27.7.2000 prof. max 18 m.tempo 25 min. temp. 21 °C

18.10.2003 prof. max 22 m. tempo 44 min. tempo 18 °C

 

Nella Cala di Mitigliano si trova la grotta omonima, detta anche "Grotta della corvina", dati gli innumerevoli esemplari di questo tipo di pesci (Sciaena umbra). La grotta di Mitigliano, situata lungo la parete sommersa della baia, si insinua all'interno della falesia per circa ottanta metri, con una profondità massima di circa 18 m. e la base del suo ingresso alto circa 7 metri arriva a 15 m. di profondità. L'anfratto si è formato grazie ad una sorgente d'acqua dolce e al suo interno l’acqua è cristallina. Riservata a pochi subacquei, questa grotta, è un immersione da affrontare con cautela ma che può regalare emozioni indimenticabili.

L’entrata è grande abbastanza da farci passare più di un subacqueo. Le pareti della grotta sono calcaree e sul fondo è presente un sedimento chiaro e abbastanza pesante che si deposita facilmente, limitando quindi, la sospensione che normalmente si crea al passaggio dei subacquei. Dopo aver oltrepassato l’ingresso, le cui pareti sono ricoperte di coralligeno, ci si addentra in un corridoio dove sembra non esserci niente oltre la luce delle lampade... ma è proprio qui che ci colgono di sorpresa una miriade rossa di gamberetti seguiti da alcuni scorfani che, nella confusione, cercano di inghiottirne qualcuno. Seguendo il corridoio dopo aver percorso i primi 20-30 metri, si apre un pozzo verticale piuttosto stretto che sbuca in una campana d’aria, una bella camera con aria respirabile dal diametro di circa tre metri.

Riscendendo per il sifone e proseguendo all’interno, dopo aver superato una strettoia lunga circa 20 metri, si aprono altre due stanze con un'altra camera d’aria. Qui, grazie all’infiltrazione di una sorgente dalla roccia, l’acqua è praticamente dolce. In queste stanze vive l'Oligopus ater volgarmente detto Brotula, un pesce dalla forma strana ed amante delle tenebre. In  fondo alla grotta si trova una grande camera che è piena di attinie di un colore rosa-arancio (una specie piuttosto rara nelle nostre acque), che però, disturbate dalla luce delle lampade, si ritirano fino a scomparire sotto un velo di sabbia. E poi ancora gamberetti e piccole aragoste, che con la loro semplice danza ci accompagnano verso l’uscita.

 

6. Punta Falcone

18.6.2000 prof. max 31 m. tempo 37 temp. 59°C

1.11.2002 prof. max 36 m. tempo 49 temp. 19°C

 

La caratteristica di quest’immersione è la discesa lungo una parete rocciosa ricoperta da gialli Parazoanthus e da gorgonie gialle e rosse (Eunicella cavolinii e Paramunicea clavata). La parete termina a circa 40 m. di profondità dove nelle spaccature rocciose si vedono grossi saraghi e anche qualche cernia. L’immersione prosegue spostandosi all’interno della vicina baia dove vi è un grosso scoglio che dal fondo si erge sino a 10 m. di profondità e sulla cui sommità vi è una bella grotta.

 

7. Fossa Papa

19.6.2000 prof. max 36 m. tempo 44 temp. 16°C

 

Il sito si trova più ad ovest della Cala di Mitigliano dove c’è una piccola spiaggia di sassi  che si è formata recentemente. Questa baia, grazie alla sua posizione incantevole  proprio di fronte all'isola di Capri ed alle sue acque limpide e cristalline, rappresenta una delle più belle insenature di tutta la costa lubrense.  E’ una immersione adatta a tutti in quanto inizia all’interno di una insenatura con fondale uniforme di 15 metri di profondità. Uscendo verso il largo il profilo del fondale cambia, con una discesa a terrazze che arriva a circa 45 m. di profondità, dove si possono ammirare splendide colonie di gorgonia gialla e di madrepora arancione Oltre vi è un fondale sabbioso costellato di scogli isolati dove è possibile osservare molte forme di vita e, con un po’ di fortuna, anche delle aragoste.

 

8. Punta Campanella

27.7.2000 prof. max 35 m. tempo 37 min. temp. 18 °C

3. 11.2002 prof. max 41 m. tempo 46 min. temp. 19 °C

 

E' la punta che dal lato Sud chiude il Golfo di Napoli, al di là della quale ha inizio il Golfo di Salerno. E' il cosiddetto “Promontorium Minervae”, nella cui prossimità le antiche navi greche e romane sostavano in attesa delle condizioni meteo favorevoli per poterlo doppiare. I subacquei, attratti dalla ricchezza archeologica di questi fondali, testimoniata dal rinvenimento di numerosi reperti di epoca greco-romana, e dalla bellezza naturalistica del luogo, hanno ormai come tappa principale e primaria la visita in queste acque.

Ci troviamo nella Zona B della A.M.P. e le possibilità di immersione in questo sito sono diverse, sia verso un golfo che l’altro, ma tutte regalano una meravigliosa molteplicità di colori e di forme a partire dai 25 m. di profondità scendendo poi vertiginosamente verso i 40 metri. Si trovano gorgonie di ogni tipo, grandi quantità di Anthias rosa e spesso ci si può imbattere in branchi di tonni e ricciole. Tutto intorno c’è un tappeto di spugne gialle che nasconde una miriade di piccoli organismi, soprattutto colorati nudibranchi, pronti ad essere scovati dall’occhio attento e curioso di ogni subacqueo.

 

9. Scoglio Penna

26.8.2000 prof. max 37 m. tempo 41 min. temp. 18 °C

1.11.2002 prof. max 41.5 m. tempo 39 min. temp. 19 °C

 

Lo Scoglio Penna chiude la Baia di Ieranto dal lato opposto di Punta Campanella e deve il nome proprio alla sua forma aguzza alta e stretta, simile a quella di una penna appuntita. Qui l'immersione è molto interessante, data la particolarissima conformazione. Le sue ripide pareti sommerse, con un bell'arco naturale al centro, sono ricchissime di vita su ogni versante e ad ogni profondità, ed in particolare sul versante esterno che va oltre i 45 m. ed è ricoperto da splendide e rosse Paramuricee. Si tratta sicuramente di uno dei tratti più belli e spettacolari della Penisola Sorrentina, una zona ritenuta, proprio per le sue caratteristiche ambientali, una delle migliori per la caccia subacquea dell'intera regione, capace di riservare degli incontri straordinari. Facile l'incontro con il pesce di passo (tonnetti, palamiti e branchi di ricciole). La ricchezza di queste acque è dovuta alle correnti ricche di nutrienti provenienti dal Golfo di Salerno. Ma proprio per queste correnti bisogna prestare un po’ di attenzione in più durante l’immersione, cercando di non allontanarsi mai troppo dalla circonferenza dello scoglio ampiamente ricco di spunti per soffermarsi ad osservarlo. La parete è infatti ricca di Parazoanthos dal colore giallo-arancio e da numerose e imponenti rami di Paramuricea clavata (gorgonia rossa).

Ma la grande sorpresa è quella di ritrovare alcune specie poco comuni nel Mediterraneo quale ad esempio il riccio melone (Echinus melo). Ma lo spettacolo ancora più grande è ritrovare sui 15 m. una parete interamente ricoperta da gorgonia bianca (Eunicella singularis) e poco più in basso decine di variopinti crinoidi che si aggrappano ai rami di gorgonie, sia gialle che rosse. Uno spettacolare immagine dal cromatismo eccezionale! 

 

10. Grotta dello Zaffiro

17.6.2000 prof. max 18 m. tempo 42 min. temp. 18 °C

27.8.2000 prof. max 19 m. tempo 45 min. temp. 20 °C

 

La Grotta dello Zaffiro, così denominata per la particolare colorazione che assume l'acqua al suo interno è stupenda per la sua inaspettata maestosità e per le calde sfumature di colori che vanno dal blu scuro all’azzurro intenso, è considerata una delle immersioni più belle della Penisola Sorrentina. La cavità ha un ingresso principale molto largo, situato a soli 3 m. di profondità ed una seconda entrata costituita da un cunicolo piuttosto stretto, comunicante con l'entrata principale, a circa 14 m. di profondità. L'attraversamento della galleria più profonda non crea nessun problema, essendo molto larga e lunga appena 4 metri.

Il rinvenimento in questa grotta di alcune schegge di pietra lavorata fa presumere che un tempo fosse abitata. Ma alla bellezza di questo scenario si aggiunge la ricchezza e la varietà della vita sottomarina. Si possono vedere magnifici Cerianthus contornati da Apogon e da tanti gamberetti del genere Mysis (gamberi misidacei). Internamente è invece possibile rinvenire molte specie di granchi e molluschi tra cui eleganti cipree mediterranee (Luria luridex). Uscendo per l’accesso secondario della grotta si possono ammirare ulteriori varietà di organismi posati su un pianoro detritico, sul quale arriva la dalla luce naturale dei raggi del sole.

 

11. GROTTA DELL’ISCA

17.6.2000 prof. max 27 m. tempo 47 min. temp. 16 °C

27.8.2000 prof. max 21 m. tempo 34 min. temp. 20 °C

19.5.2001 prof. max 19 m. tempo 60 min. temp. 16 °C

 

Situata sotto l'omonimo isolotto di proprietà dei De Filippo, la grotta dell'Isca si apre con un ingresso verticale a soli 7-8 m. di profondità, dopo aver attraversato una serie di arcate subacquee, le cui volte sono letteralmente ricoperte di Parazoanthus. Le sue pareti rocciose, gli effetti di luce che filtrano tra le spaccature dei tunnel, offrono ai sub uno spettacolo davvero unico. Risalendo lentamente si arriva in superficie in una camera d'aria respirabile. All'interno della grotta si possono ammirare tantissime formazioni alabastrine, a testimonianza dei fenomeni bradisismici che hanno interessato l'intera Penisola Sorrentina durante millenni. Quasi al centro della grotta una grossa stalattite si stacca dalla volta e si prolunga fino ad un metro sotto il livello dell'acqua e la parte sommersa è uniformemente ricoperta dai gialli Parazoanthus

 

12. Punta Carena (CAPRI)

26.7.2000 prof. max 39 m. tempo 38 min. temp. 16 °C

 

Trasferendosi sull’isola di Capri, probabilmente l'immersione più bella e spettacolare che si possa fare nei fondali dell'isola è quella sotto il faro di Punta Carena. Però, a causa della forte corrente spesso presente nella zona e del passaggio continuo delle imbarcazioni locali adibite al giro turistico dell'isola, è un’immersione riservata esclusivamente ai subacquei più esperti.

Come suggerito dal nome, la morfologia dell'immersione ricorda esattamente la carena capovolta di una nave. Infatti si tratta di un costone roccioso che si protende per diverse centinaia di metri verso il largo, raggiungendo subito profondità proibitive. Grazie alle correnti dominanti, la parete del versante meridionale esplode di colpo in tutti i suoi colori e forme. Le gorgonie, sia gialle che rosse, la fanno da padrone. Branchi fittissimi di Anthias nuotano a fianco della parete formando dei veri e propri muri viventi. La parete si fa sempre più bella e ricca man mano che ci si allontana dall’isola scendendo lungo il costone, fino ad arrivare agli spacchi: si tratta di due fenditure verticali tappezzate di gorgonie da entrambi i lati con enormi spugne al centro. Quasi sempre è possibile l'incontro con pesce pelagico. Essendo già molto distanti dalla punta, conviene risalire sulla sommità del costone e ritornare verso la costa per poi emergere all’interno della baia sottostante il faro.

 

13. Punta Carena -  "Il Traliccio"

13.7.2003 prof. max 59.5 m. tempo 41 min. temp. 16 °C

 

E’ un’immersione molto spettacolare, ma difficile. Infatti la parete, che è ricchissima di coralligeno e di gorgonie, precipita bruscamente verso profondità davvero impegnative. Alla base della parete  già oltre i 50 metri di profondità si trova un grosso traliccio adagiato sulla sabbia, che si protende verso il mare aperto fino ad arrivare a -62 m.

La struttura metallica è interamente ricoperta di vegetazione colorata: spugne, tunicati, gorgonie rosse e bicolori ed è sempre avvolta da una nuvola di migliaia di delicati Anthias rosa. In questo punto l'acqua è sempre trasparente e lo spettacolo è davvero mozzafiato. La risalita deve avvenire rigorosamente lungo la parete e le necessarie soste di decompressione possono essere effettuate all'interno dell'unica piccola insenatura della costa, dove il fondo degrada in modo meno vertiginoso.

 

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