ARGENTARIO (GR) - LO SCOGLIO DEL CORALLO
Descrizione dell'immersione
La secca esterna ha il cappello affiorante e il versante Sud sprofonda fino a -45 metri, con la parete ricoperta di grandi rami di gorgonie rosse, coloratissime spugne incrostanti e molto Corallum rubrum (dal quale prende il nome lo scoglio) che si trova già a partire dai 25-30 metri di profondità e, quando c’è corrente, ha tutti i polipi bianchi espansi alla ricerca di plancton. Una volta superato il costone roccioso della secca si comincia gradualmente a guadagnare profondità fino a raggiungere una quota di circa 25 metri che si raggiunge all’altezza di una grande cavità nella roccia che si incontra lungo la parete. Qui in questo punto la parete dello scoglio è ricoperta di gorgonie rosse ed è ricchissima di vita che popola il substrato. Dopo un’occhiata alla cavità, si riprende a nuotare alla profondità di 25 metri seguendo la parete che gira verso sinistra e seguendone l’andamento e risalendo intorno ai 20-22 metri ci si trova nel canyon che si apre tra lo Scoglio del Corallo, la parte emersa e la terza secca (quella verso la costa). In questo bellissimo canyon, sul lato dello Scoglio del Corallo, cresce in abbondanza il corallo rosso che è la caratteristica di questo punto d'immersione. Superata una specie di sella che chiude il canyon a circa 20 metri di profondità si gira verso destra seguendo la parete sino a trovarsi sotto il primo dei due archi naturali (l’arco maggiore della secca di terra), che s'incontra subito dopo un grande masso. Accanto si apre un arco minore, più in basso, che ha la volta sui 24 metri di profondità, è letteralmente tappezzato di Parazoanthus. Dopo aver attraversato uno dei due archi si può entrare nella grotta passante che ha un ingresso sulla destra proprio ai piedi dell’arco più grande a 28 metri di profondità e ha due uscite, una dele quali (la più ampia) si affaccia quasi nel canyon dove si trova il corallo a 25 metri di profondità. L’interno della grotta è ricchissimo di gamberi Parapandalus che ne popolano l’ampia volta; mentre nelle spaccature della roccia è facile vedere aragoste che fanno capolino con le loro antenne e grossi gronghi e murene che si affacciano dalle loro tane, che spesso condividono.
Se non si attraversa la grotta passante si può seguire un percorso simile, ma tenendosi al di sopra della roccia percorrendo il secondo canyon tra la secca di terra e la costa. Si gira a destra e si risale di quota fino a circa 16 metri, per poi trovarsi (come passando attraverso il tunnel) nuovamente nel canyon del corallo, da dove si può cominciare a nuotare a ritroso sulla parete tenendola alla destra, per ritornare alla barca ancorata sulla secca. In alternativa si può entrare nel secondo tunnel passante che si trova nel secondo canyon e attraversa tutta la roccia a una trentina di metri di profondità. All’interno di questo largo tunnel si vedono spesso gronghi e grosse musdee ed è caratteristico un grosso spirografo attaccato sulla volta in prossimità dell’uscita.
Il versante Nord della secca esterna degrada più lentamente ed è ricoperto da una folta prateria di Posidonia oceanica, in mezzo alla quale vi sono alcune Pinnae nobilis e molte tane di polpi. Qui non è insolito l’incontro con grandi dentici che nuotano curiosi; mentre, osservando verso la superficie si possono vedere spesso dei branchi di barracuda che nuotano in circolo. Insomma… un vero paradiso per i subacquei!
La secca di terra, invece, è caratterizzata da un paio di bellissimi archi sommersi e da due lunghe gallerie con ingresso tra i 25 e i 30 metri di profondità, che si affacciano in un'ampia depressione nella roccia. Questi due tunnel hanno la volta gialla ed arancione, essendo letteralmente tappezzati di Parazohantus e di Astroides. Sul fondo si trovano facilmente musdee, aragoste e astici, inoltre, vi sono numerosi gamberi Parapandalus ed è frequente l’incontro con dei grandi gronghi che vivono rintanati nelle spaccature della roccia. Tra i grandi massi disseminati alla base della secca è facile vedere anche delle grosse cernie brune.
Le immersioni allo Scoglio del Corallo sono adatte a tutti i subacquei con un minimo di esperienza; mentre i due tunnel sommersi sono consigliati solo ai sub un po' più esperti che non abbiano problemi negli ambienti chiusi e possiedano un ottimo controllo dell’assetto, dato il fondale sabbioso che può causare scarsa visibilità. La visibilità in questo punto d’immersione è generalmente buona. C’è la possibilità di incontrare corrente, a volte anche di forte intensità, nella parte più esterna della secca, che è esposta ai venti da Sud. Una volta scesi in profondità di solito la corrente diminuisce parecchio.
Immersione allo Scoglio del Corallo
1 novembre 2006 La giornata è bellissima. Splende un tiepido sole e l’acqua è particolarmente invitante. Non sembra davvero novembre! Arriviamo con la barca allo Scoglio del Corallo e gettiamo l’ancora ad una trentina di metri dallo scoglio affiorante. Io conosco perfettamente il punto d’immersione e quindi faccio un briefing molto dettagliato, poi mi prendo un gruppetto di quattro sub, oltre ad Angela che chiuderà la fila. Raggiungiamo a nuoto lo scoglio e scendiamo lungo la parete che si affaccia nel canyon sottostante. Il lato sinistro del canyon è un vero spettacolo: i rami di corallo rosso che ricoprono tutta la parete dai -25 metri di profondità in giù sono tutti bianchi perché i polipi sono espansi nella ricerca di cibo portato dalla corrente. Illuminato dalle nostre torce i polipi del corallo fanno un effetto fantastico simile alla neve. Qui è là ci sono dei bei rami di gorgonia rossa, con attaccate diverse uova di gattuccio. Nuotiamo fino al fondo del canyon, intorno ai -32 metri, poi superiamo la sella che divide lo scoglio affiorante da quello sommerso e giriamo verso destra. Al nostro passaggio una bella cernia bruna si nasconde tra i massi, mentre alcune murene si ritirano nella loro tana non appena le illuminiamo con le nostre torce. Passiamo sotto all’arco naturale che ha la volta interamente ricoperta da margherite di mare ed entriamo nel piccolo tunnel che si apre ai piedi della roccia e che passa all’interno dello scoglio. All’interno del tunnel il fondale è sabbioso e una timida musdea si nasconde non appena è investita dal fascio di luce della mia torcia. Usciamo dalla parte opposta e ci ritroviamo nuovamente nel canyon del corallo lungo il quale abbiamo iniziato la nostra immersione. Giriamo alla nostra sinistra superando un grosso scoglio sommerso, sulla cui sommità si trova una grande Pinna nobilis in mezzo a foglie di posidonia oceanica e poi scendiamo alla base dello scoglio, dove si apre l’ingresso ad un secondo ampio tunnel passante, che attraversa tutto lo scoglio da parte a parte. Entriamo nel tunnel nuotando piuttosto sollevati dal fondo, che è tutto coperto da una spessa coltre di limo finissimo. La volta è tutta di colore arancione e giallo, a causa delle colonie di Astroides e di Parazoanthus che l’hanno incrostata, mentre qui è là spuntano gli steli di alcuni spirografi, che sono attaccati all’ingiù sul soffitto del tunnel e hanno le loro delicate corone di tentacoli protese alla ricerca di cibo. In una nicchia della roccia sulla sinistra vediamo un grosso grongo che si nasconde nell’oscurità intimorito dalla luce delle nostre torce. Usciti dal tunnel giriamo a destra e attraversiamo il canyon, ritornando alla parete del corallo. Il tempo di permanenza sul fondo è stato parecchio e siamo tutti andati alcuni minuti fuori curva, perciò risaliamo lentamente lungo la parete dello scoglio, facendo la nostra decompressione durante la risalita. Lungo la parete incontriamo alcuni begli scorfani rossi, delle altre murene che fanno capolino dalle loro tane e un grosso nudibranco Discodoris atromaculato (la cd. "vacchetta di mare"), che se ne sta aggrappato alla roccia. Finiamo la nostra immersione facendo la sosta di sicurezza sul basso pianoro sommerso che si trova alle spalle dello scoglio affiorante a circa -3 metri e abbiamo ancora il tempo di giocare con un grosso polpo nella sua tana protetta dai ciottoli che ha ammucchiato al suo ingresso. Intorno a noi una miriade di castagnole ci accompagna durante la risalita. Dopo quasi un'ora d'immersione, remergiamo raggianti per tutte le belle cose viste: lo Scoglio del Corallo proprio non delude mai! Torna su all'inizio della pagina |
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